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Chi si identifica nei morti di Parigi è perduto


Arcadia
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1704
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Chi si identifica nei morti di Parigi è perduto

O di qua, o di là. O con l’Occidente colpito dai terroristi sanguinari che uccidono in maniera indiscriminata, come è avvenuto venerdì sera a Parigi, oppure con chi quell’Occidente lo odia. E lo attacca, appunto, a suon di attentati. Attentati contro la popolazione inerme. Ignara. Incolpevole.

Lo schema è vecchio, ma in questo caso “vecchio” non significa affatto “logoro”. Al contrario: significa collaudato. E quindi efficace, nei confronti dei più. Detto in chiave tecnica – ma è una tecnica che viene utilizzata continuamente ai nostri danni e che, perciò, nessun “cittadino sapiens” può esimersi dal conoscere almeno un po’, almeno nei suoi tratti fondamentali e più insidiosi – ci troviamo di fronte a una sorta di super framing. Al posto della sola cornice, richiamata dal termine inglese, ecco un quadro completo. Al posto delle interpretazioni suggerite, che si limitano a orientare il cammino, ecco un percorso completo, e obbligato. Dalla cornice si passa all’imbuto. Se ci cadi dentro, perché ti sei affacciato incautamente sulla parte più larga, finisci senza scampo nel condotto più stretto. Imbottigliato. O imbutigliato, per usare un neologismo.

Restiamo sulla metafora: la parte larga dell’imbuto è quella delle notizie diffuse dai media, a partire dai resoconti di cronaca. Che all’inizio si concentrano sulla ricostruzione pura e semplice di quanto è avvenuto, dando così un’impressione di oggettività, ma che ben presto virano sui dettagli concernenti le vittime, innescando il meccanismo pressoché invincibile dell’identificazione in loro e nei loro cari. L’informazione, che dovrebbe presiedere alla lucidità dei giudizi, si sbilancia volutamente sul coinvolgimento emotivo, che spiana la strada alle reazioni irrazionali e al bisogno di rivalsa. O di vendetta.

Mentre per i morti non occidentali la regola giornalistica è la registrazione contabile e cumulativa, che spersonalizza i defunti e li riduce a entità astratte, per quelli occidentali ci si sofferma sui singoli, o almeno su una nutrita rappresentanza dei molti che sono stati uccisi o feriti gravemente. I numeri ridiventano persone e l’empatia si accende. Come d’altronde è naturale e persino giusto, nel trovarsi di fronte alle immagini, spesso sorridenti e sempre fiduciose, di uomini e donne ancora nel pieno delle proprie esistenze.

Da singoli che erano, essi si trasformano in simboli. Simboli di tutti gli altri connazionali, o co-internazionali accomunati dall’ambito USA-UE, che non sono stati colpiti oggi ma che potrebbero esserlo domani. Benché i conflitti ruotino innanzitutto intorno agli interessi e alle decisioni dei governanti, ovvero delle oligarchie del potere economico e politico, la contrapposizione all’ultimo sangue si allarga a dismisura e diventa la guerra di tutti. La faida di tutti.

Noi contro di loro. La civiltà contro la barbarie.

O di qua o di là: che altro?

Federico Zamboni
http://www.ilribelle.com/la-voce-del-ribelle/2015/11/17/chi-si-identifica-nei-morti-di-parigi-e-perduto.html


Citazione
helios
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 16537
 

Noi contro di loro. La civiltà contro la barbarie.

O di qua o di là: che altro?

La civiltà non può essere nel NON dialogo, la civiltà è capire le ragioni di chi muove guerra e terrore.
Arrivare ad essere allo stesso livello della barbarie (che il mondo occidentale dichiara tale solo per 'altri' mai per se stesso) vuole dire essere sullo stesso piano.

Per cui gli si va a far guerra nella stessa uccidendo civili solo per il gusto di farlo e per nessuna ragione valida. Quindi si arriva ad essere sadici assassini autoproclamatisi civilizzati ma senza i requisiti per esserlo.

O di qua o di la. Dall'essere assassini barbari o essere assassini civilizzati non esiste linea di demarcazione se si toglie la vita a chiunque.

Per cui la Francia sta mostrando al mondo che il mondo occidentale è un sepolcro imbiancato nella migliore delle ipotesi ma anche un verminaio in cui chi vende armi al mondo poi non può nemmeno ritrovarsele puntate contro.

Per cui anche l'Italia si aspetti la contropartita della sua ipocrisia e delle sue armi che vende per aumentare il Pil mentre il vaticano indice un giubileo per la misericordia quando la misericordia divina non è quella che vende armi e che ha istituito lo IOR.


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AlbertoConti
Membro
Registrato: 2 anni fa
Post: 1539
 

Noi contro di loro. La civiltà contro la barbarie.

Perfetto! Descrizione magistrale di un riciclaggio di responsabilità, dai mandanti agli esecutori materiali, fossero anche degradati a robot drogati, purchè riconducibili ad un immaginario collettivo del male costruito con milioni di ore d'indottrinamento mediatico.

C'è molta affinità col riciclaggio del denaro, non quello proveniente dalle attività criminali classiche, ma da quelle finanziarie, cioè uno spostamento del debito da chi lo genera criminalmente (tramite banche) alle masse ignare ed indifese su questo versante (QE, bail-out, bail-in, ecc.).

E' proprio quel denaro riciclato dalla parte sbagliata che alimenta il motore di tutte queste atrocità. E' un circolo vizioso che se lo sai lo eviti! Umani di tutto il mondo unitevi!


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mincuo
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 6059
 

Per cui anche l'Italia si aspetti la contropartita della sua ipocrisia e delle sue armi che vende per aumentare il Pil mentre il vaticano indice un giubileo per la misericordia quando la misericordia divina non è quella che vende armi e che ha istituito lo IOR.

Puoi specificare meglio sulle armi? Con le fonti. Grazie.


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Stodler
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 3972

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