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Chiesa - Il laboratorio dell'impossibile


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Accadono cose gravi, che influenzeranno la storia a venire, quella del nostro paese. E sembriamo non accorgercene. E' come un imbambolamento generale dell'Italia intera, divenuta ormai un laboratorio dell'impossibile, dove si sperimentano cose che sarebbero state impensabili, appunto impossibili, se non fosse che sono diventare reali.

Parlo qui del cosiddetto scudo fiscale e dell'emendamento Fleres (resterà alla storia, per questo, anche lui, questo peone fatale, emblema del livello postribolare dell'attuale parlamento). Abbiamo letto, nei pochi giornali che ancora restano a presidio della verità, che si tratta di una legge odiosa, perchè premia i ladri. Ma è molto peggio. E' il precedente cruciale, il cardine che apre ufficialmente le porte dello stato italiano alla mafia.

Sappiamo tutti che la mafia, nelle stanze dello stato, già c'è da tempo, dai tempi in cui questa nostra repubblica nacque, senza riuscire a disfarsene. Eppure stava nell'ombra, per convenienza se non per paura. Ma da questo settembre 2009, la mafia s'insedia in pieno sole nei luoghi che un tempo erano deputati alla democrazia.

Molto peggio, dunque, di una semplice legge che beneficia i ricchi. Ce ne sono state tante altre, tantissime, in questi decenni, scritte dai ricchi, o per conto dei ricchi, per beneficiare solo loro, per derubare i poveri. Anche in questo caso lo spirito di classe ha scritto la legge: i beneficiati dallo “scudo” non potranno essere perseguiti per reati tributari e di falso in bilancio, che, per altro, è già stato sostanzialmente depenalizzato dall'attuale governo, diventando un “reato fantasma”, scritto teoricamente sulla carta ma non più applicabile per manifesta impossibilità pratica di perseguirlo.

Ma non è soltanto così, questa volta. C'è un salto di qualità in questo passaggio che avviene sotto i nostri occhi. Perchè adesso i beneficiati dallo “scudo” potranno essere certi che nessuno andrà a ficcare il naso, né ora né mai più, sulle modalità con cui i denari che torneranno in patria sono stati procurati.

Intermediari e banche che cureranno il rientro di queste somme non saranno più tenuti (in passato lo erano ma non lo facevano ugualmente) a rispettare l'obbligo di segnalazione. Non c'è più nessun obbligo.

Il che significa che il grande fiume del ritorno, cioè della ripulitura del denaro sporco, sarà in grande parte quello delle mafie, delle camorre, delle n'dranghete.

Il governo ha proposto, e il parlamento ha approvato, una legge che legittimerà l'illegalità più totale. Il governo diventa protagonista del riciclaggio di denaro mafioso. Il governo autorizza la circolazione legale di denaro costruito sugli omicidi, sulla droga, sulla prostituzione , sul commercio delle armi, sul trattamento illegale dei rifiuti, sulla rapina.

Abbiamo un presidente della Repubblica che ha firmato questa legge senza rimandarla alle Camere. Avrebbe potuto farlo. Sarebbe stato suo dovere farlo, perchè sta nel posto in cui sta in quanto ha giurato non solo fedeltà alla Costituzione, ma di difenderla contro ogni attentato. Questo è un attentato alla Costituzione Repubblicana, forse il più grave da quando questa Repubblica democratica esiste.

Ha “motivato” la sua firma, come già numerose altre, facendo sapere che opporsi ad essa “non ha senso, non servirebbe a niente”, poiché il governo la ripresenterebbe e, in seconda battuta, al presidente della Repubblica non resterebbe altro che firmarla.

E' vero, ma l'argomento è strano, e capzioso. Il Presidente è obbligato alla firma al secondo rinvio, non alla prima presentazione. La prima volta che ha ricevuto questo testo infame non era obbligato affatto. Firmando si è assunto la responsabilità di chi non fa nulla per fermare un convoglio che sta precipitando. E dire che sarebbe precipitato comunque non alleggerisce il peso della sua responsabilità e della sostanziale viltà del suo gesto.

Quando il fascismo chiese il giuramento di fedeltà ai professori universitari, solo dodici, se non sbaglio, rifiutarono. Dodici su oltre seimila. Anche loro avrebbero potuto dire, e dirsi, che la loro firma non sarebbe servita a niente, intanto gli altri.... Eppure mantennero orgogliosamente il loro rifiuto. Il fascismo aveva vinto comunque. Non servì dunque a niente?

Niente affatto. L'Italia non sarebbe nata dalla Resistenza se non ci fossero stati quei dodici coraggiosi e integerrimi uomini di cultura. Bisognerà ricordare alle giovani generazioni, giorno dopo giorno, che ci sono cose che solo apparentemente “non servono a niente”

Ma il quadro è talmente fosco che non vale la pena di perdere tempo in questioni procedurali, per quanto essenziali. La democrazia italiana non sarà certo salvata da coloro che l'hanno portata a questo approdo postribolare. Ma l'emergenza democratica e quella informativa, che sono la stessa cosa, è diventata assoluta. Noi abbiamo alla testa del potere esecutivo un uomo che apertamente, da anni, attenta alla Costituzione, che viola le regole della divisione dei poteri, che “piccona” lo stato di diritto, imitando al quadrato le gesta di un “picconatore” ben meno abile di lui.

Siamo governati da un eversore esplicito, recidivo. E, quel ch'è peggio, abbiamo un'opposizione in parlamento che, sapendo tutto questo, lo ha legittimato, ha contrattato con l'eversore modifiche dell'assetto costituzionale del paese, lo ha lasciato procedere sulla via dell'illegalità sempre più palese. Un eversore che è stato assolto per prescrizione in almeno due processi, ma che aveva commesso i crimini, assai gravi – come sentenziato dalla Corte di Cassazione - per i quali era stato imputato. Se Josè Saramago lo definisce un “delinquente” possiamo dargli torto? Uno spergiuro che, nel maggio del 1990 la Corte d'Appello di Venezia dichiarò tale e che fu salvato da un'amnistia dall'accusa di falsa testimonianza. Un falsificatore che grida all'accanimento giudiziario della magistratura contro di lui (in questo confermando di essere anche eversore) mentre è evidente che nel 1990, cioè prima della sua “discesa in campo”, non poteva esserci nessun accanimento di nessuno contro di lui.

E, pochi mesi fa, un tribunale di Milano ha sentenziato, in prima istanza, che colui che ci guida ha corrotto un testimone, il signor Mills, per indurlo a dichiarare il falso in un processo contro di lui. Quella falsa testimonianza, profumatamente pagata, è stata essenziale per farlo uscire indenne da altri processi. Un guidatore del paese che aveva un mafioso come stalliere, che aveva ed ha nel suo entourage un colluso di mafia come Dell'Utri, già condannato in prima istanza, e che ha portato in parlamento, e nel governo, nani e ballerine.

Solo in un laboratorio dell'impossibile un tale bellimbusto avrebbe potuto arrivare al potere e restarci fino al momento in cui scriviamo queste righe. Il problema è che le sue frequentazioni (non parlo delle prostitute che arrivavano nel suo letto) sono tali da doverci inquietare, se non fossimo tutti imbambolati. Non è questione dei cavalli , o delle vacche, di Caligola che diventano senatori. E' che, quando si aprono le porte alla mafia, non ci si può legittimamente attendere che si faccia sloggiare quando Caligola muore.

Giulietto Chiesa
Fonte: www.megachipdue.info
Link:; http://www.megachipdue.info/component/content/article/42-in-evidenza/867-il-laboratorio-dellimpossibile.html
7.10.2009

Il presente articolo uscirà sul numero di fine ottobre di «Antimafia Duemila». Lo anticipiamo ai lettori di Megachip.


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