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De Magistris - L'Italia vista dalla Grecia


Tao
 Tao
Illustrious Member
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È appena trascorso il Primo maggio. Il lavoro, la lotta per i diritti, le battaglie per l’uguaglianza, per la democrazia. È il giorno dei lavoratori, di quell’immenso patrimonio umano che costruisce e garantisce il futuro dell’umanità. Anche il giorno di quelli che si ostinano a considerare il lavoro un diritto, non un favore; un diritto inviolabile e non un privilegio; libertà e non appartenenza. Il giorno di chi lotta contro le logiche selvagge della precarizzazione; di quelli che sognano un mondo più uguale ed un riequilibrio nei rapporti di forza tra il lavoro ed il capitale. Il Primo maggio nell’agenda dei governanti dovrebbe essere ogni giorno. Nel nostro Paese – dove l’art. 1 della Costituzione statuisce che siamo una Repubblica democratica fondata sul lavoro - la strada dei diritti non è perseguita da chi governa. I governanti pensano ai loro interessi e a quelli dei loro sodali; a garantirsi impunità, privilegi e ricchezze; scudi fiscali e personali; a consolidare sultanati personalistici in vista dell’apoteosi del potere rappresentata dall’elezione diretta del capo dello Stato; a favorire affaristi e criminali. È un Governo che con la sua azione rafforza corruzione e mafie. Il lavoro qualche volta i governanti lo vogliono anche dare, ma deve essere una concessione, è servente per creare vincoli di appartenenza che rafforzino il notabilato politico, rendendo sempre più potente anche la classe economica dominante. È questa la stagione in cui imperversano i tanti prenditori di soldi pubblici.

Sono appena tornato dalla Grecia, terra del Sud, culla della storia dell’umanità, in missione con una delegazione della Commissione Controllo di Bilancio del Parlamento europeo. È un Paese sull’orlo del precipizio, trascinato nel baratro da una politica incapace, ridotto in questa condizione da una classe dirigente che non ha saputo realizzare sviluppo e che non ha impiegato bene le risorse pubbliche. Un Paese in cui dilaga – come in Italia – una corruzione sistemica. È devastante verificare come i luoghi ed i popoli che hanno rappresentato la culla della civiltà, la storia dell’umanità, la ricchezza culturale ed anche lo splendore degli albori dello sviluppo economico, siano dilaniati da incapacità, sperperi, corruzioni. Non si può cambiare se si mantiene intatto un sistema di potere affaristico e antidemocratico. C’è bisogno di sconfiggere con la Politica del bene comune e dell’interesse collettivo questo regime castale che è nello stesso tempo politico, economico e criminale. Solo con un nuovo modo di intendere la cosa pubblica vi potrà essere sviluppo e benessere, lavoro e rispetto della natura, diritti e giustizia e, quindi, futuro. Nell’alba dei nuovi diritti il Primo maggio dovrà essere un giorno di festa e non di rabbia, indignazione, frustrazione e tristezza. Ad ognuno di noi volerlo.

Luigi De Magistris
Fonte: www.unita.it
3.05.2010


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