Domani succederanno...
 
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Domani succederanno dei casini

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Tao
 Tao
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Domani succederanno dei casini e non pochi, non so se le forze dell'ordine saranno capaci di gestire la situazione, in teoria dovrebberlo farlo, non credo che Renzi sia disposto a far si che si generino caos e follia come ai tempi del Diaz, è scemo, ma pure furbo e al culo incollato alla poltrona ci tiene.
Aspettiamo gli eventi, credo che ci sarà parecchio da dire, posso anche sbagliarmi, certamente non sono la bocca della verità, comunque stiamo a vedere, l'atmosfera è già incandescente. Peccato che a nulla servirà, avremo sempre la nostra delinquenza governativa

Cloro al clero
Fonte: www.facebook.com
30.04.2015


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radisol
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Domani succederanno dei casini e non pochi, non so se le forze dell'ordine saranno capaci di gestire la situazione, in teoria dovrebberlo farlo, non credo che Renzi sia disposto a far si che si generino caos e folllia come ai tempi del Diaz, è scemo, ma pure furbo e al culo incollato alla poltrona ci tiene.
Aspettiamo gli eventi, credo che ci sarà parecchio da dire, posso anche sbagliarmi, certamente non sono la bocca della verità, comunque stiamo a vedere, l'atmosfera è già incandescente. Peccato che a nulla servirà, avremo sempre la nostra delinquenza governativa

Cloro al clero
Fonte: www.facebook.com
30.04.2015

Più probabile che i casini veri avverranno dopodomani, la giornata delle "piazze tematiche" e dei "blocchi diffusi" annunciati ...

Nemmeno io penso che Renzi abbia interesse a situazioni tipo Genova 2001 ... è certamente peggio di Berlusconi ... ma è anche meno scemo o almeno più furbo ... e poi sicuramente nel caso di Genova giocò anche la presenza di capi di stato ( e di polizie) stranieri che a Milano per l'Expo non ci sono ...

E anche da parte dei manifestanti la situazione è certamente più "controllata" che non nel 2001 ... anche per questo temo più rispetto alle "iniziative diffuse" del 2 Maggio che non per il corteo centralizzato di domani ...

Non sono però per niente d'accordo col discorso secondo cui tutto questo non serve a niente .... questa è la classica sindrome autoreferenziale della "solitudine del blogger" applicata anche alla cara ed ammirabile "cloro al clero" ... la assoluta sfiducia totale nelle iniziative collettive e di massa contro lo stato di cose presenti .... invece serve e come ... anche se certamente la strada è lunga e tortuosa e ricca di insidie ... ma stare fermi è la cosa peggiore ...

Non esiste una soluzione individuale ai problemi ... ed anche una eventuale soluzione elettorale è sempre figlia di quello che si è seminato prima, nel tempo, nel territorio e tra la "gente in carne ed ossa" ... e non solo individualmente alla tastiera .... anche quando, come nel caso di "cloro", individualmente alla tastiera si fanno e si sono fatte anche cose egregie ...


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DeborahLevi
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nel caso in cui dovesse "accadere qualcosa" non sarà un moto popolare spontaneo...
il sistema vuol farci credere che esistano "rivoluzionari" che appaiono e scompaiono come per magia?


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Anonymous
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nel caso in cui dovesse "accadere qualcosa" non sarà un moto popolare spontaneo...
il sistema vuol farci credere che esistano "rivoluzionari" che appaiono e scompaiono come per magia?

😉


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Anonymous
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L'obiezione che limitarsi a digitare quattro lettere in tastiera e cliccare a ripetizione significa non fare pressochè nulla è certamente pertinente...

Tuttavia non si può eludere la domanda su come agire e organizzarsi collettivamente, perchè secondo me è piuttosto evidente che le contestazioni e le proteste vengono prese nelle mani di esaltati, arrabbiati e ragazzini che non sanno molto bene quello che fanno e per i quali l'unica forma di azione possibile diventa quella di attaccare i poliziotti, sfasciare le vetrine, colpire simbolicamente i luoghi più noti del capitalismo finanziario o consumistico. Il tutto a beneficio delle "camere" che li possono riprendere alimentando quell'immagine da offrire agli spettatori e anche a coloro che simpatizzerebbero per certe ragioni. Poco importa se si aggiungono provocatori o infiltrati... Nelle grandi occasioni - come a Genova - è evidente che venga seguito un sapiente copione scritto da chi se ne intende...

Il punto è che bisogna superare queste esplosioni di rabbia senza costrutto e pure controproducenti - come, del resto, succede nei ghetti americani e nelle banlieu parigine - perchè si esauriscono in sè stesse... Dopo il danno, la beffa: l'opinione pubblica si scorderà pure degli "incidenti"...


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Stodler
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L'obiezione che limitarsi a digitare quattro lettere in tastiera e cliccare a ripetizione significa non fare pressochè nulla è certamente pertinente...

Tuttavia non si può eludere la domanda su come agire e organizzarsi collettivamente, perchè secondo me è piuttosto evidente che le contestazioni e le proteste vengono prese nelle mani di esaltati, arrabbiati e ragazzini che non sanno molto bene quello che fanno e per i quali l'unica forma di azione possibile diventa quella di attaccare i poliziotti, sfasciare le vetrine, colpire simbolicamente i luoghi più noti del capitalismo finanziario o consumistico. Il tutto a beneficio delle "camere" che li possono riprendere alimentando quell'immagine da offrire agli spettatori e anche a coloro che simpatizzerebbero per certe ragioni. Poco importa se si aggiungono provocatori o infiltrati... Nelle grandi occasioni - come a Genova - è evidente che venga seguito un sapiente copione scritto da chi se ne intende...

Il punto è che bisogna superare queste esplosioni di rabbia senza costrutto e pure controproducenti - come, del resto, succede nei ghetti americani e nelle banlieu parigine - perchè si esauriscono in sè stesse... Dopo il danno, la beffa: l'opinione pubblica si scorderà pure degli "incidenti"...

Condivido pienamente.

Tutte le rivolte passate sono state amabilmente utilizzate dal potere pro domo sua.

Non si può continuare a non vedere questa situazione. Gli stessi eventi del G8 di Genova erano ampiamente previsti, per chi voleva vedere ovviamente.

Il completo fallimento dei movimenti noglobal in questi 15 anni (che pur avevano nelle loro singolarità ragione) avrebbe dovuto insegnare.

Tutti in piazza a romper vetriene o a manifestare, ma alla seconda domandina nessuno risponde, E POI?

Avevo letto subito dopo gli scontri avuti a Roma nell'ottobre 2011 su un sito, baruda mi pare, di una che era contenta di aver visto una bella piazza di resistenza alle forze del potere (quelle dell'ordine) e si lamentava perchè i suo compagni le erano contro (pur non essendo contnenta delle violenze[?]). Questo per dire la visione politica di certa gente, zero, anzi meno di zero.

Ora, il fallimento totale di quella manifestazione fondata su problemi reali, la dice lunga su certe manifestazioni.

E ancora a distanza di tempo non si sono capiti certi meccanismi, il nemico delle classi popolari sta al suo interno.


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radisol
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Bah ... la verità è che ci hanno ubriacato anche a noi con le cazzate sulla legalità e la non violenza ... altro frutto avvelenato del berlusconismo ... e dell'antiberlusconismo che è stato il suo peggior prodotto ...

Non si può fare la frittata senza rompere le uova ... e ai rivoluzionari di ogni tipo, da quando mondo è mondo, è sempre stata affibbiata l' accusa di essere "esaltati" ....

E poi è anche vero che oggi se fai una manifestazione del tutto pacifica e comprensibile nei termini e negli obiettivi ... vedi la marcia Perugia - Assisi dei 5 Stelle per il reddito di cittadinanza prevista per il 9 maggio ... i media manco ti cagano ... mancano solo otto giorni ma voi dalla stampa avete minimamente appreso di questa importante iniziativa ?

Comunque, a parte una vetrina blindata, appena incrinata, degli schiavisti interinali della Manpower, cosa buona e giusta ... se non a loro a chi ? ... ieri nessuno ha sfasciato niente ... solo scritte e lanci di vernice e di uova ... ed in particolare sulle banche, oggettive responsabili principali della crisi .... non so quando siete nati voi ma la "violenza politica" di cui tanto cianciano sui media era tutta un'altra cosa ....

E i poliziotti sempre più rispondono al vecchio slogan sessantottino ... sono "la truppa che difende la trippa di chi ha troppo" ... forse nel 1968 esageravano dicendo questo ... oggi però è una verità incontestabile ... non esistono più margini di mediazione, nemmeno in parlamento ... ed è ovvio che i gendarmi in tenuta antisommossa sono sempre più l'unica risposta istituzionale al dissenso sociale ...

Persino nel 1977 ... da un lato Kossiga mandava in piazza i carri armati ( sia pure con le mitragliere scariche ) come avvenne a Bologna a marzo di quell'anno ... e le "squadre speciali" che invece erano armatissime ed ammazzavano ... ma dall'altro lato si sfornavano leggi sulla disoccupazione giovanile, come la 285, che cercavano di rispondere al disagio sociale giovanile di allora, peraltro robetta rispetto alla situazione odierna ... oggi niente di tutto questo ... ed allora un giovane disoccupato, ultra-precario e giustamente incazzato cosa dovrebbe fare ? Lanciare fiori ? Bella pretesa ....


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DeborahLevi
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Bah ... la verità è che ci hanno ubriacato anche a noi con le cazzate sulla legalità e la non violenza ... altro frutto avvelenato del berlusconismo ... e dell'antiberlusconismo che è stato il suo peggior prodotto ...

Non si può fare la frittata senza rompere le uova ... e ai rivoluzionari di ogni tipo, da quando mondo è mondo, è sempre stata affibbiata l' accusa di essere "esaltati" ....

E poi è anche vero che oggi se fai una manifestazione del tutto pacifica e comprensibile nei termini e negli obiettivi ... vedi la marcia Perugia - Assisi dei 5 Stelle per il reddito di cittadinanza prevista per il 9 maggio ... i media manco ti cagano ... mancano solo otto giorni ma voi dalla stampa avete minimamente appreso di questa importante iniziativa ?

Comunque, a parte una vetrina blindata, appena incrinata, degli schiavisti interinali della Manpower, cosa buona e giusta ... se non a loro a chi ? ... ieri nessuno ha sfasciato niente ... solo scritte e lanci di vernice e di uova ... ed in particolare sulle banche, oggettive responsabili principali della crisi .... non so quando siete nati voi ma la "violenza politica" di cui tanto cianciano sui media era tutta un'altra cosa ....

E i poliziotti sempre più rispondono al vecchio slogan sessantottino ... sono "la truppa che difende la trippa di chi ha troppo" ... forse nel 1968 esageravano dicendo questo ... oggi però è una verità incontestabile ... non esistono più margini di mediazione, nemmeno in parlamento ... ed è ovvio che i gendarmi in tenuta antisommossa sono sempre più l'unica risposta istituzionale al dissenso sociale ...

Persino nel 1977 ... da un lato Kossiga mandava in piazza i carri armati ( sia pure con le mitragliere scariche ) come avvenne a Bologna a marzo di quell'anno ... e le "squadre speciali" che invece erano armatissime ed ammazzavano ... ma dall'altro lato si sfornavano leggi sulla disoccupazione giovanile, come la 285, che cercavano di rispondere al disagio sociale giovanile di allora, peraltro robetta rispetto alla situazione odierna ... oggi niente di tutto questo ... ed allora un giovane disoccupato, ultra-precario e giustamente incazzato cosa dovrebbe fare ? Lanciare fiori ? Bella pretesa ....

mi è impossibile non quotare...
giusto per avvalorare la tesi di radisol :
io non sapevo nulla di quella manifestazione

ritengo che dei rivoluzionari veri nel caso esistessero davvero non se la prenderebbero con le vetrine dei negozi o con le auto parcheggiate in strada ma assalirebbero il palazzo d'inverno...


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helios
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nel caso in cui dovesse "accadere qualcosa" non sarà un moto popolare spontaneo...
il sistema vuol farci credere che esistano "rivoluzionari" che appaiono e scompaiono come per magia?

non sarà un moto popolare e spontaneo ma costruito a tavolino.

Pertanto a continuare ad auspicare che succeda qualcosa è il miglior sistema per dire ai ''costruttori'' che li ammiriamo.

HS

Il punto è che bisogna superare queste esplosioni di rabbia senza costrutto e pure controproducenti - come, del resto, succede nei ghetti americani e nelle banlieu parigine - perchè si esauriscono in sè stesse... Dopo il danno, la beffa: l'opinione pubblica si scorderà pure degli "incidenti"...

vero, ma consideriamo che loro guadagnano che la rabbia accumulata sfoci da una valvola per non far scoppiare il tutto. E a forza di sbuffi continui la pressione scende. Non è difficile capire che se si vuole un cambiamento veramente efficace non rimane che una soluzione drastica e terribile.


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radisol
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Bah ... la verità è che ci hanno ubriacato anche a noi con le cazzate sulla legalità e la non violenza ... altro frutto avvelenato del berlusconismo ... e dell'antiberlusconismo che è stato il suo peggior prodotto ...

Non si può fare la frittata senza rompere le uova ... e ai rivoluzionari di ogni tipo, da quando mondo è mondo, è sempre stata affibbiata l' accusa di essere "esaltati" ....

E poi è anche vero che oggi se fai una manifestazione del tutto pacifica e comprensibile nei termini e negli obiettivi ... vedi la marcia Perugia - Assisi dei 5 Stelle per il reddito di cittadinanza prevista per il 9 maggio ... i media manco ti cagano ... mancano solo otto giorni ma voi dalla stampa avete minimamente appreso di questa importante iniziativa ?

Comunque, a parte una vetrina blindata, appena incrinata, degli schiavisti interinali della Manpower, cosa buona e giusta ... se non a loro a chi ? ... ieri nessuno ha sfasciato niente ... solo scritte e lanci di vernice e di uova ... ed in particolare sulle banche, oggettive responsabili principali della crisi .... non so quando siete nati voi ma la "violenza politica" di cui tanto cianciano sui media era tutta un'altra cosa ....

E i poliziotti sempre più rispondono al vecchio slogan sessantottino ... sono "la truppa che difende la trippa di chi ha troppo" ... forse nel 1968 esageravano dicendo questo ... oggi però è una verità incontestabile ... non esistono più margini di mediazione, nemmeno in parlamento ... ed è ovvio che i gendarmi in tenuta antisommossa sono sempre più l'unica risposta istituzionale al dissenso sociale ...

Persino nel 1977 ... da un lato Kossiga mandava in piazza i carri armati ( sia pure con le mitragliere scariche ) come avvenne a Bologna a marzo di quell'anno ... e le "squadre speciali" che invece erano armatissime ed ammazzavano ... ma dall'altro lato si sfornavano leggi sulla disoccupazione giovanile, come la 285, che cercavano di rispondere al disagio sociale giovanile di allora, peraltro robetta rispetto alla situazione odierna ... oggi niente di tutto questo ... ed allora un giovane disoccupato, ultra-precario e giustamente incazzato cosa dovrebbe fare ? Lanciare fiori ? Bella pretesa ....

mi è impossibile non quotare...
giusto per avvalorare la tesi di radisol :
io non sapevo nulla di quella manifestazione

ritengo che dei rivoluzionari veri nel caso esistessero davvero non se la prenderebbero con le vetrine dei negozi o con le auto parcheggiate in strada ma assalirebbero il palazzo d'inverno...

L'idea che il "palazzo d'inverno" non c'è più ? E che il potere è "diffuso" ed a tratti anche impalpabile ?

Comunque sulla "politicità del riot" allego questo studio apparso su InfoAut in questi giorni ....

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Mercoledì 29 Aprile 2015

Politicità del Riot

di Simona De Simoni

Le trasformazioni della realtà sociale dipendono da un insieme di fattori che rendono parziale qualsiasi determinazione univoca. Per rendere conto dell'inquietudine irriducibile del mondo umano, nella geografia critica contemporanea, si fa spesso riferimento a un fenomeno di «turbolenza». Quest'ultimo, che nel lessico scientifico indica i moti disordinati e vorticosi prodotti dall'incontro di grandi masse d'aria, infatti, viene mobilitato per designare, in senso traslato, uno stato di agitazione e irrequietezza. A inaugurare questo utilizzo metaforico fu proprio Marx che, in un discorso tenuto a Londra nel 1856, descrive l'Europa appena battuta dalle rivoluzioni del 1848 come uno spazio in ebollizione in cui la solidità apparente della superficie – la «crosta secca della società europea» – viene spezzata lasciando così emergere un oceano di materia liquida pronto a diramarsi nel continente e a spezzarlo in tanti frammenti.

I fenomeni di turbolenza, dunque, descrivono uno stato ibrido di agitazione che sfugge alla logica binaria ordine/disordine e che, in modo perenne, caratterizza la vita politica e sociale. Il riot ne è espressione esemplare: spesso rimosso e forcluso dalle genealogie politiche del presente, il riot è il marchio di esistenza e di azione di una soggettività mai riassorbita nella figura del cittadino. Come fa notare lo storico Jean Nicolas in un lavoro monumentale di classificazione delle ribellioni popolari e urbane nella Francia Ancien Régime, infatti, l'«archetipo dell'affrontamento urbano» è un amalgama di corpi, di grida e di atti violenti che la sintassi politica della modernità non è in grado di decifrare. Aggregato convulso, amorfo e potente: figura speculare rispetto a quella dell'individuo cittadino.1 Intuizione che diviene fondamentale alla luce dei conflittuali violenti, spesso fortemente razzializzati, che accompagnano la formazione delle grandi metropoli contemporanee.

A tal proposito, riconoscendo nel riot un fenomeno sistemico della contemporaneità, l'antropologo Alain Bertho fornisce una cronologia dettagliata delle rivolte urbane che hanno interessato l'Europa e gli Stati Uniti in un arco di tempo di media estensione compreso tra il 1968 e il 2009 e, al contempo, elabora un'ipotesi di periodizzazione politica a partire dall'analisi delle motivazioni principali che, caso per caso, stanno alla base dell'esplosione insurrezionale.2 Tra gli anni Settanta e Ottanta il riot possiede caratteri esplicitamente politici, negli anni Novanta esso diventa una forma di reazione spontanea e massificata all'incremento della violenza poliziesca nei quartieri popolari delle grandi metropoli, alla svolta del millennio diventa impossibile individuarne un tratto dominante: a ragioni dichiaratamente politiche – come nel caso del movimento no global di Seattle e Genova – si sommano diverse dinamiche territoriali concrete che materializzano contraddizioni sociali sempre più esplosive. Il riot diventa costitutivamente eterogeneo in quanto in esso si esprime una «polifonia soggettiva della collera».

Le esplosioni di rabbia più o meno intensa, più o meno mediatizzate, che con scadenza regolare infiammano i quartieri poveri delle metropoli contemporanee a diverse latitudini e longitudini – lo stesso Bertho, a partire dal 2009 ne fornisce un monitoraggio puntuale su scala transanazionale, anche se non propriamente globale3 – possiedono, pur nella specificità dei casi, una sorta di «sincronicità dell'immaginario», rimandi interni, correlazioni e somiglianze che ne consentono una considerazione politica unitaria. Nella metropoli contemporanea, infatti, si apre un terreno di conflitto che sfugge alle categorie politiche più consolidate: un nuovo proletariato urbano, frammentato al suo interno, fortemente razzializzato e drasticamente pauperizzato apre uno squarcio su un «paesaggio soggettivo illegittimo».

Da questo punto di vista, il riot è sempre politico. La sua traduzione in termini di «violenza urbana» (categoria che ne decreta sia la depoliticizzazione di principio che la crimininalizzazione preventiva) risponde ad una strategia di contrasto articolata e diretta da un assemblaggio militare-poliziesco di natura mista (al contempo statale e sovrastatale, pubblico e privato) a cui fa da corollario necessario l'integrazione di un ampio e pervasivo apparato informativo. Se già Foucault, nei suoi studi sulla trasformazione delle tecniche di governo nel corso della modernità, pone con chiarezza la necessità di interrogare il rapporto tra produzione e governo del territorio, controllo della riproduzione sociale ed evoluzione della polizia, qui si tratta, tuttavia, di ripensare la questione alla luce di un riassetto economico-politico complessivo scandito dalle due fasi rock-back e del roll-out neoliberalismo.

A questo proposito risulta particolarmente importante rintracciare il nesso che sussiste tra la formazione di una politica imprenditoriale urbana come componente fondamentale della ristrutturazione capitalistica a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta, in qualche modo proprio nel punto di cerniera tra la fase destruens della “nuova logica del mondo” e la sua parte construens, e l'intensità delle scosse insurrezionali che colpiscono, se pure con specificità locali non trascurabili, lo spazio del capitalismo nordatlantico nello stesso periodo. Come osserva Loïc Wacquant a partire dall'esame comparato di tre casi paradigmatici – gli émeutes di Vaulx-en-Velin del 1990 e i riots di Bristol e Los Angeles del 1992 – i moti urbani combinano due logiche connesse tra loro, «una logica di protesta contro l'ingiustizia etnica» e una «logica di classe», e si iscrivono all'interno di un processo di ridefinizione complessiva delle geografie metropolitane.

Lontano dal costituire un retaggio pre-moderno, un residuo astorico di passioni indomite come una narrazione tossica sin troppo palesemente inquinata dal proprio inguaribile razzismo lascerebbe intendere relegando il riot nella sfera dell'irrazionalità e della barbarie con una sistematicità quasi ossessiva – come ossessivi sono sempre gli strascichi di passati mal rielaborati – al contrario, le scosse sismiche prodotte dalle mobilitazioni urbane sono parte integrante di un processo di dissoluzione del doppio legame tra capitalismo, cittadinanza e sviluppo metropolitano che ha caratterizzato una lunga fase di espansione della città, ovvero il nesso che connette cittadinanza e salario e quello, a sua volta intrecciato al primo, che articola cittadinanza e consumo.

Come suggerisce Wacquant, infatti, la «protesta infrapolitica» che si esprime nella rivolta urbana va pensata alla luce del processo di «desocializzazione del lavoro salariato» (cioè di esaurimento di un dispositivo di integrazione politica unitaria fondato, in ultima analisi, sul lavoro salariato) e interpretata alla luce di trasformazioni sociali complessive. Si tratta di intersecare diverse prospettive di analisi e, soprattutto, di evitare una sorta di scorciatoia ermeneutica che ricorre alla retorica dello shock e dell'evento. Gli episodi di insurrezione urbana, infatti, non costituiscono episodi isolati, disconnessi dai tempi e dagli spazi della quotidianità, quanto, piuttosto, una sorta di espressione intensificata e massificata delle tensioni che attraversano il corpo metropolitano. In altre parole, la violenza sprigionata dal riot è di natura sistemica. L'aspetto di maggior interesse, da questo punto di vista, concerne la soggettività che in esso si esprime: se, infatti, come è stato affermato, ogni atto di insurrezione manifesta una «reazione (socio)logi
ca a una violenza strutturale», il suo significato politico rimane un problema aperto.

La storia politica del riot, infatti, sembra guadagnare il massimo interesse, non soltanto in ragione del fatto che, almeno a partire dagli anni Novanta, l'insurrezione urbana è divenuto un fatto ricorsivo e ampiamente spettacolarizzato su scala globale con tutto il suo corredo fenomenologico – auto in fiamme, edifici vandalizzati, volti coperti, corpi in fusione che sciamano nel reticolo urbano, vetrine in frantumi, sirene e lacrimogeni, saccheggio di merci, trasfigurazione dell'arredo urbano in barricate di fortuna, stralci di discorso appena articolato sui muri della città – ma soprattutto in quanto deposito di materiale a partire dal quale decifrare la complessità del presente. Si potrebbe forse azzardare l'ipotesi secondo cui l'insurrezione della metropoli, nelle sue forme assolutamente eterogenee, lasci venire alla luce tutto qualcosa di impensato – irrisolto e forcluso – nell'orizzonte politico e lo faccia emergere sia nei termini del limite (quindi come una sorta di critica negativa) che nei termini della possibilità (e dunque come critica positiva). Immaginario e immaginazione ad uso di quella «linea minore» del pensiero politico che fa del conflitto, anziché del contratto, la matrice generativa dei rapporti sociali e delle forme di potere.

Note

1 J. Nicolas, La rébellion française. Mouvements populaires et conscience sociale 1661-1789, Gallimard, Paris 2008 (Prima ed. 2002).

2 A. Bertho, Le temps des émeutes, Bayard, Paris 2009. [Si veda: http://berthoalain.com ]

http://www.infoaut.org/index.php/blog/target/item/14521-politicit%C3%A0-del-riot


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radisol
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nel caso in cui dovesse "accadere qualcosa" non sarà un moto popolare spontaneo...
il sistema vuol farci credere che esistano "rivoluzionari" che appaiono e scompaiono come per magia?

non sarà un moto popolare e spontaneo ma costruito a tavolino.

Pertanto a continuare ad auspicare che succeda qualcosa è il miglior sistema per dire ai ''costruttori'' che li ammiriamo.

Curioso che da un lato si accusi la "spontaneità" come elemento negativo ... che da spazio ad improbabili "infiltrazioni" ecc. ecc. .... e che invece tutto andrebbe finalizzato alla "presa del potere" ... dimostrando non solo di non conoscere Marx o anche Bakunin ... ma nemmeno la banale differenza etimologica tra "protesta sociale" o anche "rivolta" ... ed invece la "rivoluzione" che necessita dell'organizzazione non solo "militare" ma anche politica che è poi in grado di prendere eventualmente il potere ... cosa che non è oggi evidentemente all'ordine del giorno ...

E dall'altro si accusi la protesta di non essere invece "spontanea" ... ma invece minimamente organizzata, il minimo indispensabile, da un ampio coordinamento di movimenti, associazioni, comitati, sindacati di base .... anche se da nessun partito propriamente detto .....insomma fate un pò pace col cervello ...

La verità vera è che al di là delle forme di critica ... addirittura appunto a volte pure opposte tra di loro .... si tratta invece della classica sindrome del "complottista" o, in misura minore, dell' "opinionista" individualista ed autoreferenziale .... che vede ogni cosa come "teleguidata" dal potere ... persino il M5S che è stato, con tutti i suoi enormi ed evidenti limiti, il veicolo di una protesta di massa in forma elettorale, non violenta e del tutto legalitaria ... ma anche lì si sono volute vedere lo stesso "teleguide" molto fantasiose .... "complottista" e spesso anche semplice "opinionista" internettiano che in realtà ha una paura fottuta dei fenomeni di massa di ogni tipo .... finendo per essere lui si spesso il migliore propagandista di Renzi, dei "costruttori" e dello status quo ordo-liberista considerato immutabile ....


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helios
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E dall'altro si accusi la protesta di non essere invece "spontanea" ... ma invece minimamente organizzata, il minimo indispensabile, da un ampio coordinamento di movimenti, associazioni, comitati, sindacati di base .... anche se da nessun partito propriamente detto ......

chi crede ancora che qualcosa sia spontaneo in questo momento fa tenerezza.

Siccome tutto è intrecciato fa ancora più tenerezza sentire certe cose.

Che teneroni.


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radisol
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E dall'altro si accusi la protesta di non essere invece "spontanea" ... ma invece minimamente organizzata, il minimo indispensabile, da un ampio coordinamento di movimenti, associazioni, comitati, sindacati di base .... anche se da nessun partito propriamente detto ......

chi crede ancora che qualcosa sia spontaneo in questo momento fa tenerezza.

Siccome tutto è intrecciato fa ancora più tenerezza sentire certe cose.

Che teneroni.

Ma infatti ... non è spontaneo ... nè potrebbe esserlo ... come fai a fare una manifestazione nazionale del tutto spontanea ? qualcuno dovrà pure indirla, deciderne il percorso, chiedere l'autorizzazioni necessarie, propagandarla ... appunto mettersi "a tavolino" per renderla possibile ...

La cosa curiosa è che per qualcuno è troppo organizzata ... e per qualcuno invece troppo spontanea ... poi però si trovano del tutto d'accordo per buttarci merda sopra ...

Già visto tante volte ... e l'esempio più evidente e recente è proprio il M5S che pure non aveva nulla di "violento" ... anzi con il difetto/limite originario e peggiore proprio della eccessiva "visione legalitaria" e del tutto elettoralista ... ma anche lì, lo stesso merda a sfascio ...

Su tutto meno che sul potere reale .. la Ue, la Troika, le banche, i politici eletti con norme incostituzionali che però cambiano la Costituzione ... gli scandali e le compromissioni mafiose di Expo, della Tav e di tutte le cosiddette "grandi opere" ... ecc. ecc. ecc.


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Anonymous
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A quanto pare "cloro" ha visto giusto, ma aspettiamo di vedere come andrà a finire...

Qualche osservazione, se mi è consentito: è ovvio che questa manifestazione è stata organizzata da una serie di sigle politiche e sindacali - che sono le solite - ed è pure ovvio che, per scendere in piazza, hanno dovuto inoltrare la solita comunicazione alla questura che, valutando di converto con il prefetto, decide se concedere lo spazio richiesto...

Poi ognuno faccia le sue valutazioni, per quanto mi riguarda io sposto un attimo l'attenzione...

Qualcuno di voi ha visto la "vera" serata inaugurale di ieri sera con il concerto in presenza di vip provenienti perfino da Hollywood ? Naturalmente non si è sentita volare una mosca...

L'unica vera protesta di ieri - a quello che mi ha riferito un ragazzo - era per accaparrarsi i cento posti rimasti liberi per assistere al concerto...

Naturalmente negati...

Quando vuole e per chi vuole la forza pubblica si fa vedere anche discretamente, ma è sicuramente presente...


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Anonymous
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Se proprio devo dirla tutta, io non sono un "giovane" e per molti di voi sono un dinosauro, ma lavoro come "precario" - con contratto a tempo determinato - per il Comune di Milano... La situazione dei "precari" dl settore pubblico non è rosea come per gli altri settori, ma ci sono cose che mi fanno veramente incazzare...

Da pochi giorni sono stato assunto con il solito contratto a termine con decorrenza fino ad ottobre in coincidenza con Expo anche se, a dire il vero, le mansioni a cui sono stato destinato non hanno nulla a che vedere con questo grande evento...

Ora, qualche tempo prima, mi arriva per email l'invito a partecipare - implicito ma piuttosto chiaro - alla consueta May Day dedicata all'opposizione a quanto è rappresentato da Expo...

In previsione di doveva succedere, ovviamente, non sono andato e secondo voi cosa avrei dovuto fare ? E avrei qualcosa da dire su chi mi ha inviato, indirettamente, quella mail, perchè non è nè "rivoluzionario", nè ha a cuore i diritti dei "precari" o le condizioni dei giovani disoccupati... E non aggiungo altro...

E fra voi non è andato nessuno ?


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