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E Bolzaneto ?


Tao
 Tao
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Qualche giorno fa era la ricorrenza del G8 genovese. Sono passati 15 anni da quelle giornate, dall’omicidio di Carlo Giuliani ricordato come ogni anno in Piazza Alimonda, fino alla Diaz passando per il carcere di Bolzaneto e Alessandria. Di quelle giornate rimangono 10 persone condannate fino a 15 anni di carcere, una che sta attualmente nel carcere di Rebibbia e altre 2 con i permessi lavorativi mentre le restanti hanno a che fare con la condizionale. In mezzo arranca una memoria molto poco condivisa dalle varie aree di Movimento tanto che ormai il tutto è delegato a qualche documentario, un film (Diaz di Daniel Vicari) e qualche libro, mentre anche i comitati verità e giustizia hanno smesso il loro lavoro. Una memoria parziale, reducista, che si forma e si è formata sui racconti delle vittime, soprattutto di chi ha avuto la sfortuna di essere nella scuola Diaz quella infame notte del 22 luglio 2001.

Quest’anno oltretutto l’anniversario è ricaduto proprio mentre alla camera veniva rinviato nuovamente il dibattito riguardo “la legge sulla tortura” che in Italia non esiste, legge che lungi dall’essere approvata già scontenta tutti, in primis le forze dell’ordine che non vogliono proprio una legge a riguardo. Ma a parte questo ovviamente in molti hanno scritto nel giorno della Diaz mettendo in relazione la legge ancora non approvata alla mattanza all’interno della scuola genovese.

Eppure.

Se è vero che la corte per i diritti umani di Strasburgo lo scorso anno ha condannato l’Italia per il massacro della Diaz, derubricandolo “a tortura” e stigmatizzando il fatto che in Italia non esiste una normativa che la punisca, da quel poco che capisco di legge, anche la migliore legge non credo sarebbe riuscita a far condannare per tortura gli agenti responsabili dell’irruzione della Diaz. Oltretutto quel che accadde nella scuola, come è stato in qualche modo documentato in questi anni, non aveva come scelta quella di effettuare un pestaggio di massa bensì l’azione doveva portare a fare un numero consistente di arresti proprio a G8 concluso. Quel che è accaduto poi e il perché è stato ampiamento documentato.

Mi assumo la responsabilità di scrivere questo in quanto onestamente non capisco perché stiamo piano piano rimuovendo dalla nostra memoria Bolzaneto (e il carcere di Alessandria). Non capisco  come mai non venga mai menzionato neanche quando si parla di tortura visto che per quanto accaduto in quel carcere per alcuni giorni, come sostenuto dalla procura genovese e dal pg, “sono state dimostrate le vessazioni, i soprusi e gli inqualificabili comportamenti tenuti da poliziotti, carabinieri, agenti di polizia penitenziaria e medici ai danni dei manifestanti anti-globalizzazione portati nel centro di detenzione in seguito agli scontri di piazza”. A questo aggiungiamo che quel che è accaduto a Bolzaneto è doppiamente grave perché oltre alle “vessazioni e ai soprusi” c’è stato il divieto della procura di far incontrare i detenuti e le detenute con gli avvocati. Ricordiamo inoltre le visite dell’allora ministro Castelli fino a Sabella, all’epoca responsabile delle carceri genovesi per tutta la durata del G,8 che successivamente ha candidamente ammesso che nonostante non si sia accorto di nulla avrebbe dovuto accorgersene delle “storture” proprio dal fatto che non erano consentiti incontri tra arrestati e avvocati.

Perché succede questo? Partendo dal presupposto che a differenza di Piazza Alimonda e dalla Diaz non ci sono immagini, foto o audio di quel che è accaduto all’interno del carcere, cosa che sicuramente sposta la percezione dell’accaduto, la sensazione è che la rimozione nasca dal fatto che Bolzaneto non è ascrivibile a un momento di follia di uno o più persone, come per Placanica in piazza o per gli uomini di Canterini nella scuola. Del resto scaricare le responsabilità su chi è più basso in grado è un esercizio facile e vecchio come il cucco. Lo stesso esercizio su Bolzaneto riesce meno, visto che i protagonisti sono tutti: poliziotti, carabinieri, personale medico, polizia penitenziaria, fino appunto alla procura. Tutti sapevano e quel che è accaduto non è minimamente giustificabile come qualcosa nato e consumato al momento. Soprattutto visto il perdurarsi per ore e giorni delle violenze.

Del resto da Aldo Bianzino a Marcello Uva fino a Stefano Cucchi, soltanto per citare i casi più famosi, è abbastanza evidente a molti che c’è qualcosa che “non funziona” nel passaggio tra la libertà e la detenzione e che spesso vede più “protagonisti” nel consumare questi abusi, soprusi o violenze, tra le mura di un carcere o di un cie o di una caserma.

Tenere a mente questo è importante. Non farci scippare Bolzaneto dalla memoria collettiva di quelle giornate è doppiamente fondamentale perché è utile a far capire in maniera più complessiva le giornate genovesi e l’apparato repressivo messo in campo ma soprattutto per farci leggere in maniera più lucida quel che accade oggi o accadeva ieri nei centri di detenzione, di qualsiasi tipo si tratti.

zeropregi
Fonte: http://ilmanifesto.info
Link: http://ilmanifesto.info/storia/e-bolzaneto/
26.07.2016


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Matt-e-Tatty
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D'accordo su tutto, tranne che per Palacanica.

Può essere tutto quello che volete, è una bruttissima faccia, ed è anche un drogato. Ma è uno di quei casi in cui faccio fatica a sostenere che avrei fatto diversamente al suo posto.
Uno gli corre contro con un estintore, l'altro è in un buco ristretto in cui non può andare ne a destra, ne a sinistra, ne indietro, ha una pistola i mano in una situazione di altissima tensione. Non raccontiamoci la barzelletta che è un carabiniere e deve mantenere il controllo perché "è addestrato", si è sentita anche questa gran cazzata. Io al suo posto gli avrei sparato ad un braccio, o a una gamba, ma non sono sicuro che sarei riuscito a pensare in mezzo secondo di fare quelle cose.
Quell'episodio è la dimostrazione che di stupidità si muore... questo è Darwin. Se chiudi in un angolo e attenti alla vita di uno con una pistola in mano sei un cretino inadatto alla sopravvivenza.

In effetti di tutte le storture, con poliziotti e carabinieri che alla Diaz si sono comportati come narcos colombiani, è passato come simbolo un morto in una situazione di "o me o te", e sentendo i commenti della gente comune, direi che è questa è una delle ragioni della "memoria poco condivisa".


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annibale51
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Perchè non si parla mai delle responsabilità politiche dei fatti di Genova? ricordo benissimo quei tempi e tutto l' ardore di quei mesi della sinistra attraverso i media a sobillare una piazza, sopratutto in eventi internazionali, per delegittimare in tutti i modi il governo di Berlusconi, non da molto eletto. Come dire a tutto il mondo che i capaci e meritevoli erano loro, gli altri no. Chiaro che in quel clima l' incidente capita. (solo uno?) Poi, suvvia, i morti nelle piazze a causa della lotta politica per 68 ini erano pane quotidiano. Torniamo sempre al discorso che la sinistra italiana porta con se i germi di una malattia: possono governare loro, l' intellighentia, la classe dirigente, gli ex partigiani, gli antifascisti...gli altri sono delegittimati a prescindere.


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Ale
 Ale
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D'accordo su tutto, tranne che per Palacanica.

Può essere tutto quello che volete, è una bruttissima faccia, ed è anche un drogato. Ma è uno di quei casi in cui faccio fatica a sostenere che avrei fatto diversamente al suo posto.
Uno gli corre contro con un estintore, l'altro è in un buco ristretto in cui non può andare ne a destra, ne a sinistra, ne indietro, ha una pistola i mano in una situazione di altissima tensione. Non raccontiamoci la barzelletta che è un carabiniere e deve mantenere il controllo perché "è addestrato", si è sentita anche questa gran cazzata. Io al suo posto gli avrei sparato ad un braccio, o a una gamba, ma non sono sicuro che sarei riuscito a pensare in mezzo secondo di fare quelle cose.
Quell'episodio è la dimostrazione che di stupidità si muore... questo è Darwin. Se chiudi in un angolo e attenti alla vita di uno con una pistola in mano sei un cretino inadatto alla sopravvivenza.

In effetti di tutte le storture, con poliziotti e carabinieri che alla Diaz si sono comportati come narcos colombiani, è passato come simbolo un morto in una situazione di "o me o te", e sentendo i commenti della gente comune, direi che è questa è una delle ragioni della "memoria poco condivisa".

Utilizzare un'arma da fuoco negli scontri di piazza è molto pericoloso, immagginiamo se ogni volta che ci sono appunto degli scontri duri i poliziotti si mettono a sparare, non so quanto sia leggittimo e quanto possa essere una buona mossa.
Uno che volesse reggere lo scontro con le guardie in piazza che fa?
Si porta un'arma pure lui?
Non so se nel gesto dell'assassino di Giuliani ci fosse premeditazione, se si volesse comunque fare un morto in quei giorni oppure è stato un esempio d'incompetenza, rimane che hanno ammazzato un ragazzo, che poteva anche sparare in parti non vitali.
Si parla con troppa leggerezza di morti, del togliere una vita.


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Matt-e-Tatty
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D'accordo su tutto, tranne che per Palacanica.

Può essere tutto quello che volete, è una bruttissima faccia, ed è anche un drogato. Ma è uno di quei casi in cui faccio fatica a sostenere che avrei fatto diversamente al suo posto.
Uno gli corre contro con un estintore, l'altro è in un buco ristretto in cui non può andare ne a destra, ne a sinistra, ne indietro, ha una pistola i mano in una situazione di altissima tensione. Non raccontiamoci la barzelletta che è un carabiniere e deve mantenere il controllo perché "è addestrato", si è sentita anche questa gran cazzata. Io al suo posto gli avrei sparato ad un braccio, o a una gamba, ma non sono sicuro che sarei riuscito a pensare in mezzo secondo di fare quelle cose.
Quell'episodio è la dimostrazione che di stupidità si muore... questo è Darwin. Se chiudi in un angolo e attenti alla vita di uno con una pistola in mano sei un cretino inadatto alla sopravvivenza.

In effetti di tutte le storture, con poliziotti e carabinieri che alla Diaz si sono comportati come narcos colombiani, è passato come simbolo un morto in una situazione di "o me o te", e sentendo i commenti della gente comune, direi che è questa è una delle ragioni della "memoria poco condivisa".

Utilizzare un'arma da fuoco negli scontri di piazza è molto pericoloso, immagginiamo se ogni volta che ci sono appunto degli scontri duri i poliziotti si mettono a sparare, non so quanto sia leggittimo e quanto possa essere una buona mossa.
Uno che volesse reggere lo scontro con le guardie in piazza che fa?
Si porta un'arma pure lui?
Non so se nel gesto dell'assassino di Giuliani ci fosse premeditazione, se si volesse comunque fare un morto in quei giorni oppure è stato un esempio d'incompetenza, rimane che hanno ammazzato un ragazzo, che poteva anche sparare in parti non vitali.
Si parla con troppa leggerezza di morti, del togliere una vita.

Piano, riavvolgi e riparti. Non è stato il classico scontro di piazza con i celerini con gli scudi e i manganelli, una cosa in cui si ha libertà di movimento e 100 dei tuoi di fianco armati fino ai denti e pronti a metterti in piedi se cadi a terra, (cosa che non avviene per disparità di mezzi).

Li era un Defender mezzo bloccato e isolato, un carabiniere nel baule (il defender 90 non ha i sedili posteriori come le macchine normali, ha i due davanti e dietro ha 4 sedili laterali, due per lato, con accesso dal portellone posteriore, tra i sedili c'è uno spazio largo quanto il lato stretto di un bancale tipo EUR che ci entra di misura).

E ripartiamo: Defender bloccato contro un muro, assalito con lanci vari, isolato. Panico dentro Defender, da dietro arriva Giuliani con un estintore.
Palacanica non va da nessuna parte, è dentro "la cuccia del cane" e non si può nemmeno alzare in piedi, un secondo, perde la testa e spara.
Alla premeditazione spero non crederai, tutti i poliziotti sanno che se sparano a qualcuno sono guai seri, piuttosto ti menano in caserma e dicono che sei caduto dalle scale, ma non ti tirano in piazza.
Palacanica è un pezzo di merda ed è anche un tossico, ma quella è la reazione dell'animale quando lo chiudi in un angolo e ti salta in faccia, infinitamente meno grave e assolutamente non paragonabile con la Diaz e Bolzaneto.

E ribadisco, il fatto che sia diventato il simbolo della repressione al G8 spiega in parte la "memoria poco condivisa", non escludo sia stato fatto apposta di concentrare il pubblico ludibrio su quel coglione distogliendolo da Bolzaneto e Diaz, o dai lanci di lacrimogeni ad altezza faccia su gente seduta con dei cartelli.

E sia ben chiaro, personalmente condivido le istanze no global, e i caramba non mi stanno simpatici, ma ciò non toglie che umanamente capisco la situazione degli occupanti di quel Defender accerchiato in mezzo a quel casino.


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Matt-e-Tatty
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Detta in altro modo: Giuliani poteva girare i tacchi con tutta una piazza dietro, Palacanica era nel panico, dentro la scatola di alluminio in cui non si sta in piedi e non poteva scappare da nessuna parte, davanti aveva un estintore che di li a un secondo gli sarebbe arrivato tra naso e denti.


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Ale
 Ale
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Guarda i quei giorni me li ricordo bene, perchè c'ero. Mi ricordo anche altri episodi come quello di piazza alimonda, a parer mio poteva evitare di sparare e comunque non mirare al viso. Voglio sperare che il mentecatto, poi nel tempo si è conosciuta l'umanità di questo soggetto , ha reagito perchè incapace di gestire una situazione simile.


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annibale51
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Ti ricordi bene quei giorni ale5? Ti ricordi il clima? Perchè protestavate con così tanto accanimento? Usavate distruggere vetrine e auto in sosta?


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