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Eichmann e la sua stirpe


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Nella rigidità delle nostre menti occidentali, siamo ormai abituati a considerare bene e male come due categorie antitetiche tra loro, delimitate da un confine netto e palese, entro le quali racchiudere quegli individui che, per presunta predisposizione, per così dire, naturale, sono da considerarsi “buoni” o “cattivi”. Questa comoda e rassicurante distinzione manichea, che ci fa autoritenere innocenti fino a prova contraria, ci impedisce di considerare l’eventualità che, da “buoni” individui quali siamo (in genere, anche il più sadico degli aguzzini si ritiene “buono”), potremmo trasformarci in un batter d’occhio in torturatori della peggior specie, paragonabili ai più efferati criminali, delle cui gesta siamo soliti inorridire.

Credo sia ormai arcinota la vicenda biblica di Lucifero, il quale, da angelo preferito di Dio, si era trasformato in Satana, il male assoluto, solo ed esclusivamente per sete di potere (“preferisco essere il primo quaggiù che il secondo lassù”). Ciascuno di noi può trasformarsi in Satana, e non per predisposizione interna, come da anni sostiene una certa psicologia (nel momento in cui opera la distinzione tra normale e patologico), ma per gli effetti del cosiddetto “contesto”, o “ambiente circostante”, come amerebbe definirlo Lamarck. Secondo Gunther Anders, sostenitore di questa tesi, non sono qualificabili come “criminali per indole” nemmeno i vari Joseph Goebbels ed Adolf Eichmann, bensì semplici “burocrati”, estremamente fedeli alla dottrina nazista. Lo stesso discorso è valido per il Franz Stangl, (direttore del campo di concentramento di Treblinka, già citato nell’articolo “L’uomo è antiquato”) che eseguì con il massimo scrupolo il compito di eliminare 6000 esseri umani al giorno. “Questo metodo l’aveva ideato Wirth, io lo eseguivo. Questo era il mio lavoro” rispose alla giornalista Gitta Sereny, quando gli chiese cosa provava nell’esercizio di queste funzioni. Paul Tibbets, il pilota che sganciò la bomba atomica su Hiroshima, espresse un concetto analogo a quello di Stangl, quando Gunther Anders gli chiese di raccontare le sue emozioni. “Emozioni? Niente, quello era il mio lavoro”, chiarì. Max Weber, nel suo saggio "Sociologia delle religioni", distingue due diverse etiche; quella dei principi e quella della responsabilità. L'etica dei principi fa riferimento, appunto, a principi assoluti, secondo i quali è non solo lecito, ma doveroso agire a prescindere delle conseguenze che tali azioni comportino. L'etica della responsabilità rovescia invece questo rapporto, ed è riassumibile con la nota espressione "il fine non giustifica i mezzi". In altre parole, senza assumere principi assoluti, l’etica della responsabilità si fa prassi solo ed esclusivamente in virtù delle conseguenza del suo agire.

Detto questo, non può che risultare ovvio il fatto che quando il campo della responsabilità del singolo si restringe e, da responsabilità nei confronti degli effetti delle sue azioni, si riduce a responsabilità nei soli confronti degli ordini ricevuti dall'apparato, le risposte, o giustificazioni, portate dai vari Tibbets e Stangl non possono che risultare pienamente assolutorie. Sono “tecnicamente” corrette. A ben guardare, lo stesso discorso vale per tutti noi, quando, negli apparati entro i quali svolgiamo il nostro lavoro, ci limitiamo ad eseguire perfettamente il mansionario affidatoci, quali che siano gli effetti, diretti o indiretti, del nostro operato. Ci comportiamo così perchè siamo esposti a un infame ricatto; o accettiamo questa condizione o finiamo per strada (almeno nella maggior parte dei casi). Le remore etiche non sono molto ben viste, di questi tempi. Che ci piaccia o no, siamo deresponsabilizzati rispetto a ciò che facciamo. E quando la responsabilità delle nostre azioni non riconduce agli effetti che esse producono, ma si limita alla semplice osservanza degli ordini che ci provengono dagli apparati di appartenenza, allora, come ammonisce Gunther Anders, siamo tutti "figli di Eichmann".

Giacomo Gabellini
Fonte: www.ilribelle.com
Link: http://www.ilribelle.com/forumribelle/post/629558#post629885
15.01.2009


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