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Eugenio Orso – La colletta


Tao
 Tao
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AMMAN, 02.09.2011
L’Alta Corte di Madras, nello Stato indiano del Tamil Nadu, ha sospeso l’impiccagione dei tre uomini - Murugan, Santhan e Perarivalan - riconosciuti colpevoli dell’assassinio dell’ex Primo Ministro Rajiv Ghandi. I tre uomini avrebbero dovuto essere giustiziati il 9 settembre in un carcere del Tamil Nadu, ma ora hanno ricevuto una proroga di otto settimane.

[Progetto Innocenti, Garante nazionale per la tutela dei diritti del detenuto, http://progettoinnocenti.it/dettaglio_news.php?indice=2750 ]
Venti anni fa moriva in seguito ad un attentato Rajiv Ratna Ghandi, primo ministro indiano succeduto nella carica alla madre, Indira, morta nel 1984 per mano delle guardie del corpo di religione Sikh.

I colpi di P38 e di sten che uccisero Indira obbligarono l’ancor giovane Rajiv, un pilota d’aerei che non avrebbe voluto fare politica, ma che era stato costretto dagli eventi a prendere il posto che fu di sua madre, ad esporsi a sua volta a gravi rischi.

Rajiv fu ucciso da appartenenti alle Tigri Tamil, o secondo altri dai Sikh, in un momento storico non propriamente tranquillo per il sub-continente indiano, con la federazione dell’India che stava abbandonando impostazioni economico-politiche “socialiste”, per un’impostazione maggiormente liberista e “mercatista”, e questo anche in seguito alla guida politica accentratrice dell’ultimo rampollo dei Ghandi.

Ma il fatto che siano stati accusati dell’organizzazione dell’omicidio alcuni tamil – esecuzione avvenuta con il sacrificio di una donna-kamikaze, non chiarisce del tutto chi furono i veri mandanti.

Una decina di anni fa, un mio conoscente, filosofo e viaggiatore, soprannominato Il Magister, mi raccontò che poco prima dell’uccisione di Rajiv Ghandi si trovava a vagabondare per l’India, ed ebbe l'occasione di conoscere un ingegnere appartenente alla setta dei Sikh, la cui famiglia era stata sterminata durante i torbidi scoppiati dopo la morte di Indira.

Il Magister strinse amicizia con l’ingegnere, al punto che questo chiese al mio conoscente di dare un piccolo contributo in dollari, sterline o rupie, per una colletta il cui ricavato era destinato “ad assoldare un killer” (secondo il racconto del Magister) che avrebbe dovuto uccidere Rajiv.
Il filosofo e viaggiatore, per solidarietà, gli ha dato un paio di dollari, ben consapevole del significato del suo gesto, sicuro altresì che il Sikh non mentiva, e non si sarebbe tenuto per sé il ricavato della colletta.

La situazione italiana di oggi sta andando oltre qualsiasi immaginazione, con Berlusconi pluri-inquisito e in caduta libera di consensi (vedi i mitici sondaggi) che resiste ad oltranza, forte del recente voto alla camera dei deputati in difesa di Milanese.
Milanese alla fine l’ha spuntata ed ha evitato l’arresto per un soffio – evitando nel contempo anche la probabile caduta del governo, nonostante l’azione contraria di qualche “franco tiratore” della maggioranza: soli tre voti in più rispetto ai 309 richiesti.

Pericolo scampato per Milanese, ma, soprattutto, per Berlusconi e i suoi sodali dell’esecutivo.

Intanto la situazione economica e sociale del paese, grazie all’assenza di governo e alle continue pressioni esterne della speculazione globalista, che impone finanziarie assassine e tagli alla spesa sociale, si deteriora ogni giorno di più, trasformando il futuro, per la maggioranza degli italiani, in un incubo di degrado, impoverimento e di ulteriore imbarbarimento.

Già di per sé il cosiddetto berlusconismo, abbinato al leghismo padano, ha rappresentato per quasi due decenni un progressivo imbarbarimento culturale e dei costumi, nonché la premessa per lo scadimento economico e sociale dell’intero paese, ma oggi, la persistenza di Berlusconi e della sua miserabile claque al governo, può riservare all’Italia la mazzata finale e l’eclisse di ogni speranza.

In questo quadro desolato, in cui non vi è alcuna reazione da parte della popolazione – o meglio, della parte ancora sana della popolazione colpita dai continui espropri e dalla de-emancipazione, forse una colletta, simile a quella che face in India l’ingegnere Sikh e per la quale Il Magister ha versato simpateticamente un paio di dollari, potrebbe rappresentare una possibile via da seguire.

Non certo la soluzione di tutti problemi, ma almeno, con “l’uscita di scena di Berlusconi”, un benefico rimettere la storia in movimento anche in Italia, senza che però sia del tutto prevedibile fin d’ora la direzione che questa prenderà.
Ma è bene fare almeno un’ipotesi.

Dopo la fine di Berlusconi, seguirà un debole e pagliaccesco governo di coalizione di vari cartelli elettorali (guidato forse dal Pd), o un governo tecnico d’accatto sotto lo sguardo benevolo del liberista Napolitano, e totalmente prono davanti ai voleri dei “Mercati ed Investitori”, le cui manovre giustificate dagli slogan truffaldini della “crescita”, dello “sviluppo” e della “difesa dell’euro” massacreranno ancor di più i tre quarti della popolazione.
A quel punto, raggiunti i limiti fisici e psicologici di compressione, la parte sana del paese (che si spera ancora maggioritaria) forse comprenderà, finalmente, come non vi possa essere salvezza all’interno di questo sistema, e che la salvezza potrà essere cercata soltanto fuori e contro, attraverso il risorgere dell’Antagonismo e del Conflitto.

L’unica possibilità che resta alla popolazione italiana, per poter sperare di salvarsi, pur dovendo passare sotto le forche caudine della crisi prodotta ad arte dalla classe globale, e non potendo evitare un futuro ed esteso scontro sociale, è che la fine di Berlusconi (fisica e/o politica) sblocchi l’attuale situazione, ed apra qualche spiraglio che ci lasci intravedere, alla fine del tunnel, una concreta prospettiva rivoluzionaria e un paese nuovo.
Resterebbe Umberto Bossi, ma per la sua “uscita di scena”, indubbiamente meno importante sul piano pratico e su quello simbolico di quella di Berlusconi, nell'inerzia ancora persistente della popolazione si potrà sperare in un altro e più violento ictus.
A conti fatti, una colletta dovrebbe poter bastare.

Eugenio Orso
Fonte: http://pauperclass.myblog.it
Link: http://pauperclass.myblog.it/archive/2011/09/23/la-colletta-di-eugenio-orso.html
23.09.2011


Citazione
dana74
Illustrious Member
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ecco il futuro, la sinistra, con tutte le teste pensanti che si ritrova, avessero dedicato metà delle energie dedicate a scrivere esclusivamente di Berlusconi mentre si andava costituendo il NWO e le sue fasi, avrebbero reso un servizio.
Ora questo pretende che, dopo tanta indifferenza ai mercati (che prima descrivevano come meraviglia della globalizzazione e la magia dell'internazionalismo) ci si sollevi e si faccia tanto caos.
Bravo.Comincia tu.

Eccoti uno scenario su cui varrebbe la pena di scrivere invece di banfare fuffa dai SIkh di cui si capisce sai solo le veline imperialiste (eppure dovresti conoscere Il libro nero del capitalismo dove se ne parla) per arrivare alla "novità" che la casta si protegge come ha protetto Tedesco:

L'impegno: nuove misure entro metà ottobre
I ministri europei al G20:
interverremo sul fondo salva-Stati
Dai ministri delle finanze e dai governatori della banche centrali «risposta forte contro la crisi»
MILANO - Il fondo salva-Stati supporterà gli aumenti di capitale delle banche più fragili e entro metà ottobre arriverà un nuovo intervento da parte dei Paesi dell'Eurozona. Così i ministri del G20 hanno accolto a Washington l'«invito» del Fondo monetario internazionale, secondo cui ci sarà presto necessità di ricapitalizzazioni per le banche europee più fragili a causa dell'esposizione ai rischi dei debiti sovrani. Gli stessi esperti di Washington prevedono, a causa della crisi del debito europea, costi per le banche nell'ordine di 2-300 miliardi. A fare da cornice a tutto ciò la decisione di Moody's di tagliare il rating di 8 banche greche di due note (con l'outlook che resta negativo).
SODDISFAZIONE DEGLI USA - I ministri delle finanze e i governatori della banche centrali del G20 intendono dare una «risposta forte e coordinata per affrontare le nuove sfide dell'economia mondiale» e si impegnano a prendere «tutte le misure necessarie per preservare la stabilità del sistema bancaria e dei mercati finanziari». L'impegno dei Paesi europei a prendere le misure necessarie per assicurare la stabilità economica e finanziaria è stato accolto con favore dagli Stati Uniti.
CAMERON - Dal canto suo il primo ministro britannico David Cameron ha ribadito la necessità che la Zona Euro si dedichi con urgenza al suo indebitamento per trovare una soluzione alla crisi attuale. «Questa non è una recessione ciclica tradizionale, ma una crisi del debito», ha sottolineato dinanzi al Parlamento canadese a Ottawa: dunque «le entrate economiche abituali non sono utilizzabili», ha aggiunto.
CENA E COMUNICATO - Giovedì sera i rappresentanti del G20 si sono dichiarati disponibili ad un'azione «forte e decisa» contro la crisi. E soprattutto a sostegno di un sistema finanziario che mostra «alcune fragilità», si impegna ad assicurare la stabilità del settore bancario. «I Paesi dell'area euro - si legge nel comunicato del G20 diffuso al termine della cena dei ministri e dei governatori - stanno attuando le decisioni prese il 21 luglio 2011 e adotteranno le azioni necessarie per aumentare la flessibilità dell'Efsf e massimizzare il suo impatto per gestire il contagio entro al prossima riunione», in programma alla metà di ottobre a Parigi. Le difficoltà in Europa, con lo spettro del default della Grecia, e la paura di una nuova recessione hanno affondato le borse nelle ultime sedute, con il Dow Jones che ha archiviato la peggiore due giorni dal 2008. Un comunicato alla fine dei lavori della cena del G20 non era atteso ma «l'importanza della situazione» e le «turbolenze sui mercati» - afferma il ministro delle finanze francese, Francois Baroin - «ci hanno spinto alla diffusione». Baroin evidenzia inoltre come nel corso dei lavori sia stata avanzata l'idea di includere lo yuan nel paniere di valute che determina gli Sdr (Special Drawing Rights), la moneta del Fmi. Il G20 si impegna a un «piano d'azione comune, ambizioso, in cui ognuno farà la sua parte a sostegno della crescita» e all'attuazione di piani di «risanamento credibili». «Siamo impegnati a prendere tutte le misure necessarie per preservare la stabilità del sistema bancario e dei mercati finanziari. Assicureremo che le banche siano adeguatamente capitalizzate e abbiano un accesso sufficiente ai fondi necessari per affrontare gli attuali rischi e per attuare Basilea 3. Le banche centrali continueranno a restare pronte a fornire liquidità alle banche. Le politiche monetarie manterranno la stabilità dei prezzi e continueranno a sostenere la crescita».
Redazione Online

http://www.corriere.it/economia/11_settembre_23/g20-sostegno-crescita-banche_203b25e0-e5a4-11e0-b1d5-ab047269335c_print.html

LA RIUNIONE DEGLI INDUSTRIALI
Il manifesto di Confindustria:
«Vogliamo un vero cambiamento»
Emma Marcegaglia interviene all'assemblea toscana degli industriali: «Se il governo vuole andare avanti con piccole cose, non siamo più disponibili»
FIRENZE - La Confindustria è pronta «a scindere» le sue responsabilità da quelle del governo, perchè «vogliamo un cambiamento vero». A parlare è la presidente Emma Marcegaglia, intervenendo all'assemblea degli industriali toscani a Firenze. «Noi vogliamo una vera discontinuità e la vogliamo velocemente: basta con le piccole cose, non siamo più disponibili a stare in una situazione di stallo». Per questo, al tavolo del governo Confindustria presenterà un documento, «un manifesto delle imprese, insieme alle altre associazioni, per salvare l'Italia. Un documento - ha proseguito Marcegaglia - che non riguarda le imprese, ma è per l'Italia. Se il governo è disponibile a parlare con noi e con le altre associazioni, bene. Se invece vuole andare avanti con piccole cose, non siamo più disponibili, scindiamo le nostre responsabilità, perchè vogliamo un cambiamento vero».
IL MANIFESTO - Nel manifesto di Confindustria saranno contenute quelle poche riforme che secondo la presidente Emma Marcegaglia serviranno a rilanciare l'Italia. Gli industriali chiedono una riduzione della spesa pubblica «non più solo con tagli lineari», una «riforma delle pensioni che ci metta in linea con gli altri Paesi europei», usando i soldi che così sarebbero risparmiati per «abbassare il cuneo fiscale, a partire dai giovani», ha aggiunto la presidente. Confindustria chiede poi una vendita dei beni pubblici, «vendere il patrimonio anche per abbassare il deficit, per diminuire l'ingerenza del pubblico che è ancora troppo forte e si porta dietro clientele, oltre a fare concorrenza sleale». Un altro tema che sarà trattato nel documento è quello delle liberalizzazioni, perchè «nell'ultima manovra non c'è quasi niente», e anche quello delle infrastrutture, «un tema che riguarda tutto il Paese. Dobbiamo guardarci in faccia - ha proseguito - e domandarci se vogliamo tornare a crescere». Infine Marcegaglia ha ribadito che non è più possibile aspettare «la riforma fiscale», «perchè occorre abbassare le tasse a chi tiene in piedi il Paese, lavoratori e imprese. Siamo pronti anche a una piccola patrimoniale, lo abbiamo detto, pur di avere meno tasse».
L'ULTIMA RELAZIONE DELLA PRESIDENTE TOSCANA - «Grazie perchè in questa totale assenza di leadership ti sei fatta portavoce del mondo imprenditoriale, delle imprese» anche perchè «il nostro non è un Paese in liquidazione ma un grande Paese industriale, che che ne dicano le agenzie di rating». La presidente di Confindustria Toscana Antonella Mansi saluta così la presidente nazionale Emma Marcegaglia seduta in prima fila all'Assemblea degli industriali toscani a Firenze. E a lei e agli imprenditori toscani Mansi ha ricordato, «con grande soddisfazione», la firma dell'accordo del 28 giugno con i sindacati. «Il ritorno a un clima unitario è essenziale al lavoro che ci aspetta nei prossimi mesi». «Cambiare passo» è il titolo dato all'iniziativa a Firenze nella sede della Bassilichi ed è con queste parole che Mansi ha ripreso nella sua re
lazione, l'ultima da presidente di Confindustria Toscana (il suo mandato scade nel prossimo mese di gennaio), perchè «il momento è grave - ha aggiunto - e noi siamo consapevoli di trovarci di fronte a un passaggio storico, che è anche un bivio. O si cambia o si chiude i battenti». Per la presidente occorre «scongiurare la prospettiva concreta di dover gestire, anche qui, e per la prima volta, una situazione di regresso economico dalle conseguenze inimmaginabili». La priorità di oggi «è lo sviluppo - ha proseguito - anche per la Toscana. È accrescere le dinamiche del Pil perchè senza tornare a crescere non ci sarà neppure occupazione». Mansi ha ricordato la ricetta di Confindustria (reindustrializzazione, infrastrutture, meno burocrazia, e poi , ha concluso rivolgendosi anche al presidente dell'Abi Giuseppe Mussari, anche lui presente: «Occorre evitare strette creditizie. Alle banche chiediamo più cultura di impresa, più capacità di leggere le prospettive imprenditoriali, oltre ai numeri di bilancio».

http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/economia/2011/23-settembre-2011/o-si-cambia-o-si-chiude-1901616991326_print.html


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radisol
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 8261
 

Il bello è che Eugenio Orso proviene da posizioni di ultradestra che più destra non si può .....il gruppo di reduci di Terza Posizione ( ma tra i più anziani anche qualche ex Ordine Nuovo) che ora ruotano intorno al filosofo Costanzo Preve con denominazioni ambigue ed intercambiabili ( si tratta sempre dello stesso stretto sparuto gruppo di nazi-mao) tipo "Indipendenza", "Opposta Direzione", "Socialismo e Liberazione", "Comunismo e Comunità" ed altre ancora ....

Ma evidentemente a dana basta che si critichi l'attuale impresentabile governo per far passare da inguaribile comunista trinariciuto anche qualche orgoglioso fascistello "rifardito" ....

Che poi, sempre per dana, nella sua logica schematica, "comunista" significa essere del Pd o ad esso affini .....

Pd che non solo non è "comunista" - e se ne vanta ! - ma che è difficile definire anche solo genericamente "di sinistra" ..... tanto è vero che, rompendo anche con la tradizione socialdemocratica europea, ormai rifiuta sdegnosamente anche questa definizione ....


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Tonguessy
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Registrato: 2 anni fa
Post: 2779
 

si potrà sperare in un altro e più violento ictus.

Quella è la nostra segreta speranza. E coinvole tutta la classe poltica attuale: un violento ictus collettivo che ci tolga il pensiero di prendere i forconi. Mi sa che la Storia non si accontendi di wishful thinking, però.....


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