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Ezio Mauro nuovo segretario del Partito Anchista


Tao
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Ascoltando il video-editoriale di Ezio Mauro di oggi 13 Febbraio 2012 [1] ho rivisto l’esilarante Veltroni di Maurizio Crozza [2], il Veltroni che fonda il partito Anchista, il partito che sta con i giovani precari ma anche con gli imprenditori che li sfruttano, il partito del “ma anche no”.
Il problema, però, è che Ezio Mauro non è un comico e neanche un giustamente-ex segretario di partito. Parliamo del direttore del secondo quotidiano nazionale, del direttore del quotidiano di riferimento di larghissima parte dell’elettorato di sinistra in questo paese.
Nel suo intervento Ezio Mauro aggiunge alla inevitabile comicità di un ragionamento assolutamente illogico fatto di espressioni surreali (“spostamento delle tutele”, ma che vorrà mai dire?), la drammaticità della presa di posizione del maggior quotidiano nazionale su di una questione fondamentale come quella dell’art.18.
Di seguito le sue parole, trascritte per vostra comodità e perché andrebbero studiate nelle scuole per spiegare cosa si intende per sofistica:

[...] La Camusso pone un problema di tutela dei diritti. Ora, non che possiamo dilungarci in questa discussione, ma sappiamo bene che questo giornale su questo punto è stato molto attento. Noi sappiamo bene che i diritti del lavoro non sono dei diritti nani che possono essere compressi a piacere secondo la situazione determinata dalla crisi, come molti invece danno per scontato nel nostro paese. Sono dei diritti che sono nati dall’evoluzione non soltanto dei rapporti di forza ma potremmo dire, usando una parola molto grossa, dall’evoluzione della democrazia materiale del nostro paese, sono delle conquiste della democrazia complessiva, i diritti del lavoro. Quindi ecco perché il lavoro che la Camusso fa è un lavoro che va seguito con attenzione. Che poi si cerchi una strada per cercare di spostare il meccanismo delle tutele, dall’art.18 nella sua formulazione che è diventata in qualche modo un totem un tabù e può probabilmente creare problemi a qualche investitore, anche se il problema centrale è quello di crearlo il lavoro in entrata non di porsi il problema dell’uscita più facile, se però tuttavia è possibile spostare questi meccanismi di tutela> secondo varie proposte che sono state fatte, e quelle che ha scritto Tito, Monti ha esposto alla Camusso, questo può essere qualcosa di positivo per quanto riguarda l’Italia.[...]

Già due volte nella storia italiana la sinistra e la rappresentanza dei lavoratori hanno subito colpi mortali. La prima il 14 ottobre 1980 con la marcia dei quarantamila ed il conseguente accordo con la Fiat (la storia spesso si ripete), e la seconda il 14 febbraio 2003 con l’approvazione della Legge n.30 che ha determinato le moderne forme di sfruttamento che chiamiamo per semplicità precariato.

La modifica dell’art.18 rischia di infliggere ai lavoratori il colpo definitivo. Senza tutele contro i licenziamenti ingiustificati, nessun lavoratore o rappresentante sindacale potrà opporsi a qualsivoglia discriminazione o forma di sfruttamento nei luoghi di lavoro, per non parlare dei controlli sulla sicurezza. Il sindacato stesso rischia di perdere di significato. Quale lavoratore sarà disposto ad esporsi al rischio di licenziamento per rappresentare gli interessi dei lavoratori, spesso chiaramente contrapposti a quelli del datore di lavoro?

Ezio Mauro e La Repubblica si aggiungono quindi al partito dei “mercatisti”, di quelli che il mercato viene prima, in una partita che si gioca su di un tavolo molto più grande dell’Italia stessa, se è vero che Rajoy in Spagna ha appena varato la riforma del mercato del lavoro, se è vero che Draghi, Merkel, Junker hanno definito prioritaria la riforma anche in Italia, se in ultimo in tal senso si è espresso anche il presidente Napolitano.

La domanda è: ma i lavoratori chi hanno davanti? Chi ha deciso che i lavoratori devono essere merce senza voce? Chi guida le posizioni di capi di stato, primi ministri, partiti politici e persino di giornali come Repubblica?

[1] href=" http://video.repubblica.it/rubriche/repubblica-domani/monti-cgil-il-dovere-di-dare-le-notizie/87995/86388, da 04:32 a 06:00

[2] http://www.youtube.com/watch?v=SrRoDPskjjc


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