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Facci contro Travaglio


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Travaglio il professionista: dell’incoerenza
di Filippo Facci
domenica 19 aprile 2009

l cabarettista del Travaglino è tornato ad allietarci con le sue battute che fanno taaaaanto ridere le brave persone. Ha scritto che i giornalisti italiani si dividono in due categorie: quelli che lavorano per Berlusconi e quelli che lo faranno. Che buontempone. Ha dimenticato una terza categoria: quelli che lavorano per Berlusconi e lo nascondono. Quelli, cioè, che lavorano per il Giornale di Montanelli dal 1987 al 1994 e si adeguano alla linea craxiana-democristiana di un direttore che peraltro definisce Berlusconi come migliore editore possibile. Quelli, ancora, che prima di intraprendere un'intera carriera contro Berlusconi scrivono un paio di libri per la Mondadori di Berlusconi, e questo nel 1994, quando la celebre discesa in campo è già stata annunciata da tempo; il primo libro si chiamava Stupidario del calcio e altri sport, il secondo invece Palle mondiali, a dimostrazione che i veri letterati, a cominciare dal titolo, scrivono sempre lo stesso libro. Ci sono poi altre categorie di giornalisti. Quelli, per esempio, che nel periodo secessionista della Lega scrivono sulla Padania con lo pseudonimo di Calandrino, ché Travaglino pareva troppo smaccato. Quelli che fanno fuoco e fiamme contro il candidato sindaco di Torino Valentino Castellani, nel 1993, e poi, una volta eletto, ci scrivono assieme il libro agiografico Il mestiere di sindaco. Quelli che tuonano contro i parassiti e poi sono pagati dalla Rai e dall'Unità, cioè dal contribuente. Quelli che tuonano contro i giornalisti di partito e poi inneggiano pubblicamente a un partito dei valori cui sono organici. Quelli che scrivono libri antimafia e poi, nel 2003, portano la famiglia a trascorrere le vacanze in presenza di un favoreggiatore di mafiosi arrestato tre mesi dopo: certo Pippo Ciuro che se ne stava a bordo piscina col Travaglino e col pm Antonio Ingroia prima di essere giudicato «figura estremamente compromessa con il sistema criminale». Quelli che «io faccio solo il giornalista» ma poi fanno comizi alle manifestazioni politiche di Grillo e Di Pietro, lo spalleggiano, fanno spettacolini teatrali, invocano il diritto di satira anziché di opinione, vendono dvd di se stesso e libri di carte passate dai magistrati. Quelli che sbraitano perché hanno cacciato Padellaro e Colombo dall'Unità e poi alla fine son sempre all'Unità a prendere la mesata. Quelli che difendono la magistratura sinché la magistratura non punisce i magistrati amici suoi. Quelli che gli inquisiti devono andare a casa purché non siano figli di politici molisani. Quelli che Paolo Garimberti è bravo solo se in Rai respingerà certi direttori. Quelli che guadagnano scrivendo malissimo di Berlusconi. E quelli che, alla faccia loro, persino la domenica, guadagnano scrivendo malissimo dei Travaglini.


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Ancora una volta il facci ( il piacere) ci dispensa le sue investigazioni storiche
e soprattutto la "sua" visione dei fatti.
Riesuma cose trite e ritrite ampiamente smentite punto su punto.
Montanelli ha anche detto turatevi il naso e votate...
che fa il paio con il "miglior editore possibile"
I libri pubblicati nel 1994!!!!
* Titolo: Palle mondiali
* Autore: Travaglio Marco
* Editore: Mondadori
* Data di Pubblicazione: 1994
* Collana: Biblioteca umoristica Mondadori
* ISBN: 8804385529
* ISBN-13: 9788804385523
* Pagine: 192
* Reparto: Narrativa italiana
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Stupidario del calcio e di altri sport

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Autore/i: Marco Travaglio

Editore: Mondadori

Collana: Biblioteca umoristica Mondadori

Prezzo di copertina: £ 25000.00

Prezzo deastore.com (info) € 12.91

Formato: Libro

Data di pubblicazione: 1993

Disponibilità (info) non disponibile
ISBN: 8804371722 ISBN 13: 9788804371724
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Come si può notare di due notizie sui libri una è sicuramente FALSA

Quella poi della mafia è una vera e propria mascalzonata.

facci non è un giornalaio e solo un delinquentello(rubava cibo per sua stessa ammissione) come tanti altri alla corte del re nano pelato mafioso.
facci facci il piacere levati dalle palle


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facci: La specie di parassita del giornalista che vive sulla carta stampata


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Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Filippo_Facci

Filippo Facci
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

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chi mai avrà minacciato azioni legali? Chi non indovina vince il mongolino d'oro

Fonte: http://speedyprefe.blogspot.com/2009/04/filippo-facci-vedere-quanto-sei.html

venerdì 3 aprile 2009
Filippo Facci vedere quanto sei paraculo
Ilaria D'Amico

D'accordo, la D'Amico è l'archetipo della televisione dove tutti ormai possono fare tutto

DA IL GIORNALE

Questa è senza dubbio la frase clou dell'articolo linkato, di Filippo Facci.

Filippo, pensando alla televisione, vede il fondo del barile in Ilaria d'Amico, ma forse dimentica che il suo padrone ha portato in dono una mandria di idioti e li ha piazzati in ogni rete televisiva a ogni ora. Ilaria d'Amico, in fondo, è una giornalista... non un cazzo di tronista.
Non vedo Facci scagliarsi spesso contro i reality, ma quando c'è da abbaiare per difendere il padrone... diamine se disturba il vicinato!
Ricordo che qualche tempo fa Buona Domenica (o come cazzo si chiama il programma domenicale mediaset) aveva come conduttrici una tizia che aveva il merito di aver adoperato come dildo l'uomo della Ferilli e un'altra che era diventata famosa quando si è saputo che aveva biblicamente simpatizzato per un braccio destro di Fini.
E la D'Amico è l'archetipo della televisione ove tutti possono fare tutto!

In questo articolo Facci è particolarmente arrabbiato perché Ilariona si è permessa di fare parlare Beppe Grillo nel suo programma. Che schifo, eh?

Vi lascio col meraviglioso incipit dell'articolo, in cui Filippo spiega subito che non avrà alcuna posizione pregiudiziale:

Prima che di Grillo ci sarebbe da occuparsi di questa Ilaria D'amico e del suo inutile Exit su La7, ma sappiamo che anche le critiche più devastanti da noi vengono considerate medaglie, se va bene invidia di qualcosa, ma correremo il rischio: perché questa D'amico, diciamo lo stesso, è palesemente la più incapace tra tutte le non-conduttrici che per meriti speciali si sia affacciata dalle nostre disgraziate televisioni, e questo lo sappiamo


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Fonte: http://bananabis.splinder.com/post/18811514

Tanto per ricordare che facci oltre a essere 'ninticchia ...è anche un bugiardo patentato oltre che pregiudicato

Filippo Facci-Marco Travaglio: dei processi e delle pene
giovedì, 23 ottobre 2008 - 10:51

L'Unità del 21/10/2008
Gentile direttore, ai sensi della legge sulla stampa le chiedo di rettificare l'affermazione diffamatoria scritta da Marco Travaglio nel suo articolo a pagina 11 dell'Unità di venerdì 17. Dopo avermi definito «biondo mechato» (falsità trascurabile) egli scrive che io avrei subito «una caterva di processi persi, con abbondanti risarcimenti dei danni ai pm di Mani pulite per le balle diffamatorie che lui rovescia loro addosso da una vita». Ebbene, il mio casellario giudiziale non riporta nessuna (ripeto: nessuna) condanna penale da parte dei pm di Mani Pulite. L'unico risarcimento che compare nel mio casellario, inoltre, per decisione del tribunale di Trento, è un modesto risarcimento a beneficio dell'avvocato Giuseppe Lucibello per quanto scrissi in un mio libro del 1997.
Filippo Facci
Ai sensi della legge sulla stampa, mi felicito per l'intuito di Facci che, mai nominato nel mio articolo, s'è riconosciuto nel «biondo mechato» e nella «Yoko Ono di Craxi». Si vede che è fisionomista. Purtroppo è altrettanto smemorato sulle sue cause perse e i suoi processi penali. Finora non ho mai voluto usare, per polemizzare con questo o quel collega (o sedicente tale), i processi per diffamazione. So bene, anche sulla mia pelle, che sono incerti del mestiere poco rilevanti (salvo che riguardino parlamentari: nel qual caso, se le sentenze non sanzionano legittime opinioni, ma falsità conclamate, è giusto che gli elettori sappiano). Anche perché, per smontare le balle di chi mente sapendo di mentire, non c'è bisogno delle sentenze: basta conoscere i fatti. Come quando Facci venne ad Annozero a sostenere che Mangano non era mai stato condannato per mafia: fui costretto a rammentargli che era stato condannato in due processi istruiti da Falcone e Borsellino a 13 anni di reclusione per associazione a delinquere con la mafia e traffico di droga.
Ma ora, visto che il mechato naturale ci tiene tanto, mi corre l'obbligo di rinfrescargli la memoria. Il suo casellario giudiziale non riporta «un modesto risarcimento». Riporta una condanna penale definitiva per il reato di diffamazione per il libro «Di Pietro, biografia non autorizzata» (Mondadori), a 500 mila lire di multa e 10 milioni di provvisionale, più le spese, decisa dalla Cassazione il 20 novembre 2002. Dunque il Facci che l'altro giorno mi dava del «pregiudicato» (falsamente: la mia condanna è solo in primo grado) è, lui sì, un pregiudicato. Quanto al «modesto risarcimento», Facci non pagò i 25 milioni di provvisionale inflittigli in primo grado, anzi scrisse sul Foglio che li avrebbe spesi «in droga, orge, donne, financo uomini, piuttosto che darli a Lucibello». Così si vide pignorare pure il Bancomat. E, nella successiva causa civile persa in primo grado, dovette pagare (lui o, più probabilmente la Mondadori, cioè Berlusconi) altri 50 mila euro all'avvocato diffamato, più 10 mila dì spese legali e riparazione pecuniaria. Alla faccia del «modesto risarcimento». Quando, nel processo penale, il pm gli domandò dove avesse tratto le notizie diffamatorie sul lavoro di Lucibello a Vallo della Lucania, lui tentò di sostenere che il suo era «giornalismo di costume», «descrizione pittoresca» di «fatti comici»; ma poi, messo alle strette, il presunto comico dovette ammettere: «Non ho svolto un approfondimento particolarmente intenso... mi sono rifatto a un paio di racconti e alla pubblicistica peraltro scarsa... qualcosa ho letto, qualcosa mi è stato detto, dovrei fare una disamina parola per parola ... non sono mai andato a Vallo della Lucania». Poi concluse che quel «passaggio non lo giudicherei diffamatorio neanche se fosse falso». Il pm, allibito, domandò: «Ma lei ha fatto verifiche sul passato dell'avv. Lucibello?». Risposta: «Non so cosa significhi "verifica del passato"». Un figurone.
Altri 10 mila euro di danni il nostro ometto ha sborsato (lui o il suo santo protettore) in sede civile a Enzo Biagi, per averlo insultato sul Giornale dopo che era stato cacciato dalla Rai, già molto anziano e malato, chiamandolo «il non-giornalista per tutte le stagioni» e accusandolo di confezionare «insulsi brodini» e «insipide sbobbe» (sentenza del Tribunale di Milano, 12 luglio 2006, non appellata e dunque definitiva). Poi c'è una sfilza quasi interminabile di processi persi, in sede civile e penale, contro il pool Mani Pulite, che era solito diffamare a maggior gloria della sua carriera nel gruppo Fininvest. Se non sono giunti in Cassazione, e talora nemmeno a sentenza, è per un motivo molto semplice: Facci (anzi, il suo spirito guida) è solito pagare subito il risarcimento dei danni, ottenendo la rimessione delle querele. Lui dice che le transazioni avvengono regolarmente «senza il mio consenso»: segno che qualcuno decide e paga per lui (indovinate un po' chi), anzi forse lo paga per diffamare. Ma poi, in calce alle lettere con la richieste di transazione ai denuncianti e le promesse di pagare i danni, compare regolarmente la firma autografa dì Facci. Che firmi in stato di letargo? Non si tratta, beninteso, di opinioni negative sul Pool, magari orrende, ma legittime. Si tratta di balle a getto continuo, sempre all'insegna del motto professionale: «Verifica? Non so cosa significhi». Per esempio le cause intentategli dagli ex pm Di Pietro (rimborsato tre volte in via transattiva), Davigo (idem, tre volte), e poi ancora Colombo e Ielo. Per una diffamazione contro Borrelli, Facci fu condannato in primo grado e in appello, poi in Cassazione lo salvò la prescrizione, ma il risarcimento danni fu confermato e pagato. Poi Facci subì poi due processi, uno penale e uno civile, su denuncia dell'ex gip Andrea Padalino, diffamato a proposito del processo Caneschi. Nel primo, Facci fu condannato a 3 mesi e 30 milioni dal Tribunale di Brescia per un articolo sul Giornale in cui aveva - scrivono i giudici - «dolosamente sottaciuto o colposamente ignorato» fatti decisivi per la ricostruzione del caso e scritto «evidenti elementi di falsità», anche perché le sue fonti erano «unicamente... la parte in causa: la famiglia Caneschi» e il suo avvocato. Nel processo civile Facci fu condannato definitivamente dalla Cassazione a rifondere 70 milioni di lire di danni per il libro «Presunti colpevoli» (Mondadori): «difetta - scrivono i giudici - sicuramente la verità delle notizie pubblicate», visto che Facci è autore di «pura invenzione fantastica» e «finge di ignorare» i fatti veri «al fine evidente di seppellire il Padalino sotto un cumulo di ardimentosi equivoci, volti a minarne la credibilità... L'intento dell'Autore... si rivela precisamente quello di delegittimare il singolo magistrato... Il narratore si colloca all'interno dei Palazzi di Giustizia, ma non come un cronista obiettivo, e tanto meno come un "comune cittadino", bensì come un abile sfruttatore dì quelle innegabili anomalie del sistema, da cui trarre e alimentare l'onda della sfiducia verso la serietà del singolo operatore della giustizia, attraverso una trama sottile di espressioni calunniose ...La diffamazione così perpetrata costituisce reato poiché la coscienza e la volontà del Facci di diffondere quella congerie di notizie inveritiere è fuori discussione». Un bel ritrattino. Anche i giudici, evidentemente, sono fisionomisti.
Marco Travaglio


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mendi
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Non conosco bene Facci, l'ho visto qualche volta in tv e non leggo Il Giornale.
Però almeno ha la faccia del compagno ripetente e non quella arrogante, viscida, spiona del Travaglio, emblema del primo della classe secchione che fa la spia al maestro sulle malefatte dei suoi compagni. 😈


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Saysana
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Non conosco bene Facci, l'ho visto qualche volta in tv e non leggo Il Giornale.
Però almeno ha la faccia del compagno ripetente e non quella arrogante, viscida, spiona del Travaglio, emblema del primo della classe secchione che fa la spia al maestro sulle malefatte dei suoi compagni. 😈

Ecco, lo hai detto, non conosci bene Facci (e, evidentemente, neanche Travaglio) e quindi dai giudizi in base alla faccia dei personaggi e non ai contenuti.

Complimenti per l'analisi approfondita (mi sa che tu Facci lo conosci molto bene!), ci mancava proprio. 😯


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Eurasia
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A me Facci è simpatico ... Travaglio invece lo trovo terribilmente noioso... entrambi comunque fanno parte dello stesso ingranaggio... due contrappesi, di uguale peso ma di segno opposto ... e che servono, lo so potrà sembrare paradossale ma a me dà questa impressione, a far sì che nulla cambi... la stessa formula del Gattopardo "Tutto cambia affinchè tutto rimanga come prima".. mentre i due nel frattempo si guadagnano la pagnotta a menare il can per l'aia... 😥


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dana74
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politicamente non condivido Facci, per niente ma in questo articolo sinceramente non mi pare abbia detto tante castronerie.
A parte il discorso dello pseudonimo Calandrino di cui non trovo riscontro, ma il resto è vero.
Poi, sia lui che Travaglio sono servi di Sion quindi non li adoro affatto, ma a differenza di Travaglio Facci non pretende di indossare la veste di anima candida priva di macchia, tutto meriti e qualità, T. è un massone della scuderia Casaleggio, non sarebbe lì dove è altrimenti, a dispetto di innumerevoli scrittori seri che ci sono e che brancolano nel buio dei riflettori.
Come ha scritto Eurasia, è una recita che serve a non cambiare niente, aggiungo se non il peso delle varie logge da tradursi poi in favoritismi vari.


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