Feltrinelli doveva ...
 
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Feltrinelli doveva morire

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Stopgun
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Bagaglino????

Anche in quest'altra vicenda.....>

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=5847

Ma il mondo e veramente piccolo .


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helios
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Bagaglino????

Anche in quest'altra vicenda.....>

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=5847

Ma il mondo e veramente piccolo .

è davvero piccolo se si considera che con la morte di Feltrinelli i membri del GAP passarono quasi tutti alle BR.

http://it.wikipedia.org/wiki/Gruppi_d%27Azione_Partigiana

Gruppi d'Azione Partigiana,conosciuti anche come Gruppi d'Azione Partigiana-Esercito Popolare di Liberazione, è il nome di un gruppo paramilitare fondato e comandato da Giangiacomo Feltrinelli a Milano con diramazioni anche a Genova e a Torino.

In ordine di tempo, fu il secondo gruppo armato di sinistra, successivo al Gruppo XXII Ottobre, con cui ebbe dei collegamenti e di cui raccolse una parte dei membri quando il gruppo fu disperso.

La maggioranza dei suoi membri confluirono nelle Brigate Rosse.

qualcuno ha ancora qualche dubbio del motivo per cui Feltrinelli lo volevano morto? e unire i puntini è facile.

PS-bravo Stopgun di aver postato il link 😉


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radisol
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La gran parte dei membri dei Gap confluirono nelle Brigate Rosse ... anche se questi, compresi Viel e Saba, i "luogotenenti" di Feltrinelli, poi saranno quasi tutti arrestati da lì a poco ....

Ed anche se altri, compresi gli altri due feriti dall'esplosione di Segrate mai identificati, si ritirarono a vita privata, c'è chi dice anche che si rifugiarono a Cuba con l'aiuto del Pci ... ed altri due o tre, che rifiutarono la confluenza nelle Br, si rifugiarono invece a Como, protetti dalla struttura clandestina "Lavoro Illegale" di Potere Operaio diretta da Checco Bellosi .. tra questi anche il fantomatico "Ghunter", in realtà Ernesto Todde, immigrato sardo a Milano, il maldestro preparatore, insieme a Feltrinelli, degli ordigni ... che rilasciò alle Br la famosa intervista-audio sulla vicenda di Segrate poi ritrovata in un "covo" ma che delle Br non ha mai fatto parte ...

Non si tratta quindi di chissà quali "rivelazioni" ... è tutto agli atti dei processi ... e comunque è tutto riassunto bene e con dovizia di particolari anche nel recente libro "Animali di periferia", incentrato sulla 22 Ottobre genovese, da cui proveniva anche Viel, ma che spiega bene tutto anche su Segrate ed in genere sulla breve storia dei Gap di Feltrinelli ...

Piuttosto, per chi fosse in vena di "scoop", c'è da dire un'altra cosa ... a Genova operava all'epoca, in stretto contatto con Feltrinelli, anche il gruppo degli anarco/commontisti capitanato da Gianfranco Faina ... lo stesso libro citato dice che costoro, pur non avendo mai fatto parte "organica" dei Gap, aiutarono la fuga di Viel, ricercato per la famosa rapina all'Iacp di Genova che, con la morte del fattorino Floris, segnò la fine della 22 Ottobre ... sarà proprio Faina ad accompagnare in auto il ricercato Viel a Milano da Feltrinelli ... e sarà sempre il gruppo anarco/commontista di Faina a mettere, mesi dopo, altoparlanti davanti al carcere di Marassi che, a firma Radio Gap, lanciarono proclami in favore dei detenuti della 22 Ottobre, allora sotto processo ... e sapete chi erano allora i più stretti collaboratori di Faina in quel gruppo anarco/commontista ? Paolo Becchi e Gianroberto Casaleggio !

Dai, adesso sì, volendo, che c'è da esercitarsi nel "complottismo" .... spazio alla più recondite fantasie, ordunque !

Anche se certo, se si va dicendo che i 5 Stelle sono "criptofascisti" ... poi come si fà a dire che il loro leader maximo Casaleggio, tra il 1970 ed il 1972, collaborava con l' "ultra-antifascista" Feltrinelli ? Ma, si sa, la fantasia di "complottisti" e "retroscenisti" è notoriamente senza limiti e quindi una qualche giustificazione a questa palese contraddizione la troveranno comunque !


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Stopgun
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Da la Voce delle Voci

http://www.lavocedellevoci.it/inchieste1.php?id=423

Il ruolo dell'Anello e quello del Bagaglino.

SILENZIO PINGITORE
C'e' un'impresa, destinataria di molti appalti pubblici nel campo delle indagini geologiche, che per via di una curiosa ascendenza anagrafica ci riporta fino al caso Moro. L'impresa, il cui nome spunta nelle carte dell'inchiesta giudiziaria sul costruttore Guido Anemone, e' la CMG Testing di Mercogliano, in provincia di Avellino. E la sua titolare e' una affermata geologa, da anni residente a Roma e moglie di un generale dei Carabinieri. Lei si chiama Donatella Pingitore. Suo padre, Pier Francesco Pingitore, altri non e' che l'inventore del Bagaglino, il mitico locale di cabaret che ha ospitato le performance di notissimi comici, in primis Oreste Lionello e Pippo Franco.
Di Pier Francesco Pingitore si era occupato qualche anno fa un membro della Commissione parlamentare di inchiesta sul caso Moro, Sergio Flamigni. Lo aveva fatto quando arrivo' alla scoperta che buona parte delle palazzine di Via Gradoli, dove aveva sede la base operativa del brigatista Mario Moretti durante il sequestro di Aldo Moro, facevano capo in un modo o nell'altro ai Servizi segreti (oggi sappiamo che quel dominio era pressoche' totale, fin da allora).
Alcuni anni prima del rapimento e dell'eccidio di Via Fani - ricostruisce Flamigni - Pier Francesco Pingitore aveva firmato uno scritto nel quale venivano minuziosamente descritte le abitudini dello statista democristiano. «Il Presidente Moro, da uomo ordinato e metodico che e', ha una giornata rigorosamente organizzata. Cio', se dispone a favore dell'equilibrio interno del Presidente, lo rende purtroppo maggiormente vulnerabile. La prudenza consiglierebbe, infatti, una piu' larga varieta' di movimenti. Invece Moro, temperamento impulsivo e spericolato, non rinuncia alle sue abitudini neanche se ne va di mezzo la propria sicurezza. Si configura cosi' uno “schema-tipo” di movimenti che sembra essere fatto apposta per essere sfruttato da eventuali attentatori».
Non basta: «Nell'ambito di questo schema, gia' di per se' cosi' rischioso - proseguiva lo scritto di Pingitore - l'on. Moro commette poi talune imprudenze, davvero imperdonabili, che qui avremo modo di sottolineare. Il momento piu' pericoloso della giornata dell'on. Moro e' l'uscita del mattino. Gli altri momenti sono tutti piu' o meno “atipici”, variano cioe' da un giorno all'altro, a seconda degli impegni. Inquadrarli in uno “schema” risulta pertanto praticamente impossibile. L'uscita di casa, invece, avviene sempre nelle stesse circostanze».
Da brividi il titolo del pamphlet: “Dio salvi il presidente”. Non concordano, le fonti, sulla data in cui fu scritto questo “articolo”: per Flamigni risalirebbe al 1968, mentre per il senatore Giovanni Pellegrino, gia' presidente della Commissione stragi, fu pubblicato tre anni prima del sequestro e dell'assassinio di Moro, nel 1975. In entrambi i periodi Moro era presidente del Consiglio.
Rimasta per anni avvolta dal silenzio e dal mistero, la vicenda di quello scritto trova qualche spiegazione in un'altra, strana circostanza: i locali in cui aveva sede il Bagaglino erano di proprieta' di un tale che si chiamava Felice Fulchignoni. E non e' un caso. Perche' Fulchignoni, origini siciliane, un passato da produttore cinematografico, e' colui che insieme a Pippo Marra, altro grande amico di Francesco Cossiga, aveva fondato l'agenzia di stampa Adn Kronos. Iscritto a libro paga nel Sifar, era membro del servizio “ultrasegreto”, l'Anello, operante fin dai tempi della Seconda Guerra Mondiale, ma scoperto solo di recente grazie al contributo dello storico Aldo Giannuli e dell'omonimo libro di Stefania Limiti. Fulchignoni era l'uomo al fianco di Giulio Andreotti e Licio Gelli durante la cerimonia di inaugurazione dello stabilimento Permaflex di Prato, nel 1965. Ed avrebbe avuto compiti non secondari perfino nella liberazione dell'assessore democristiano Ciro Cirillo. Oltre, naturalmente, al caso Moro, nel quale i piduisti svolsero un ruolo centrale, come hanno dimostrato Ferdinando Imposimato e Sandro Provvisionato nel best seller “Doveva Morire”.
[/i]

Doveva Morire. ----- Stesso titolo. --- Stesso film ----Stesso copione


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radisol
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Che c'entra Moro ... con Feltrinelli ? ....

Sei anni di distanza ... per l'epoca, praticamente un secolo ... nel 1972 governava Andreotti, coi neofascisti del Msi nella maggioranza .... nel 1978 governava sempre Andreotti, ma nella maggioranza che lo sosteneva invece c'era il Pci ....

E casi diversissimi come persone .... un editore "di frontiera" .... un comunista rivoluzionario, un pò sognatore e paranoico, gestore di una rete internazionale di guerriglieri ... e probabilmente anche agente del Kgb o organismi simili ...

E uno statista democristiano .... ministro a vario titolo almeno per un trentennio ... e certamente a conoscenza, ed in alcuni casi forse anche responsabile diretto, di tante malefatte di regime ... e certo anche di "segreti" internazionali ...

Può darsi che entrambi, pur così diversi tra loro, direi proprio opposti, per qualcuno, magari pure gli stessi, "dovessero morire" .... questo non lo escludo affatto ...

Peccato che Feltrinelli, che pure era sfuggito da poco ( ma lui non lo sapeva) ad un rapimento di fascisti in Svizzera ... si è ammazzato da solo, per pura imperizia "bombarola", su quel traliccio di Segrate ...

E peccato che Moro, anche se certamente in molti ne desideravano a quel punto la morte, lo abbia ammazzato il Br Germano Maccari nel garage di Via Montalcini ...

Il resto sono pure congetture ... non stanno nè in cielo nè in terra ... e non sono mai state minimamente provate ...

Pingitore poi ..... di quella cazzata se ne parlò sui giornali quando Moro era ancora vivo e "prigioniero" ... tra l'altro, quando Pingitore diceva quelle cose, Moro non aveva ancora la scorta e capitava pure a me di incontrarlo a piedi da solo o con la moglie ed a volte anche il figlio dalle parti di Via Trionfale ..... ed era l'epoca in cui le Br al massimo davano fuoco alle macchine dei capireparto della Fiat e comunque a Roma non esistevano.... non avrei mai pensato che potesse esserci qualcuno, 35 anni dopo, a dare ancora qualche significato a quella battuta di Pingitore .... giusto il principe dei cazzari, Sergio Flamigni .... l'Aldo Biscardi ( tra l'altro erano stati colleghi a Paese Sera ) della "dietrologia" ....

P.S. Curioso che sulla questione Becchi/Casaleggio di cui parlavo prima, nessuno abbia niente da dire o da obiettare .... sconvolge troppo gli "schemi", pure quelli "complottisti" ?


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Anonymous
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Giangiacomo Feltrinelli non è stato ucciso da nessuno. E' morto per un errore tecnico. Ha usato un detonatore elettrico nel posto sbagliato.

I boyscout forse minano i tralicci alla base.
Evidentemente hanno a disposizione tempo e ingenti quantità di esplosivo.

Altrimenti basta salire dove il traliccio si restringe e lo spessore del metallo è minore (ora i tralicci sono costruiti di altro materiale e quindi hanno strutture diverse da quelli degli anni 60) e si ottiene lo stesso risultato: il traliccio si piega e i fili si strappano.

Ma salendo una corrente vagante innesca il detonatore...


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Stopgun
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E peccato che Moro, anche se certamente in molti ne desideravano a quel punto la morte, lo abbia ammazzato il Br Germano Maccari nel garage di Via Montalcini ...

Il resto sono pure congetture ... non stanno nè in cielo nè in terra ... e non sono mai state

Ancora la favola di Via Montalcini!
È i carabinieri nella palazzina accanto non hanno sentito nulla?
E, di grazia, sai anche l'ora?
Un aiuto? 6,30, 7,30 8,30 9,30 10,30 11,30....

Manco la scientifica ci crede.


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helios
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E peccato che Moro, anche se certamente in molti ne desideravano a quel punto la morte, lo abbia ammazzato il Br Germano Maccari nel garage di Via Montalcini ...

Il resto sono pure congetture ... non stanno nè in cielo nè in terra ... e non sono mai state

Ancora la favola di Via Montalcini!
È i carabinieri nella palazzina accanto non hanno sentito nulla?
E, di grazia, sai anche l'ora?
Un aiuto? 6,30, 7,30 8,30 9,30 10,30 11,30....

Manco la scientifica ci crede.

la scientifica non ci crede per il semplice fatto che ha i risultati delle analisi.
Di cui ancora non si sa nulla anche se qualcosa à trapelato ed à tutt'altro di quello che dice la versione ufficiale.

La favola di via Montalcini chi è che la racconta?
Quello che la racconta l'ora la dovrebbe sapere e dovrebbe corrispondere con i risultati della scientifica.
Facile ❗

PS-Feltrinelli si sa che non è stato ucciso dall'esplosivo fin dall'inizio.
Ma la tesi che,siccome non era sveglio ed era figlio di papà, rimane senza che invece siano chiari i risultati autoptici.


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Anonymous
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va beh ma che importa tanto a voi non la si fa. la sapete lunga.
voi c'eravate.


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volturno
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Ma questa "relazione di consulenza medico-legale redatta da due luminari dell’epoca", precisamente, chi la commissionò?
fa parte delle carte del processo? si tratta di una contro-perizia delle parti civili? di un supplemento di perizia ordinato dai giudici?
io suppongo che faccia parte degli atti del processo - che non molto tempo fa sono stati scansionati integralmente dal Trib. di Milano, pare - ma non ne sono certo.
Se qualcuno ha già risposto a questa domanda, scusate, ma non ce l'ho fatta a rileggere tutto


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Stopgun
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va beh ma che importa tanto a voi non la si fa. la sapete lunga.
voi c'eravate.

Mia madre e stata scippata da due ladruncoli in Via Montalcini nel giugno 1978. Si e messa in moto una macchina, che era ferma li, e graziosamente mia madre stata invitata a non sporgere denuncia ed è stata riaccompagnata a casa. Nello scippo mia madre aveva perso gli occhiali e se ne era lamentata con il gentleman di Via Montalcini. Un'altra macchina ha riportato a casa gli occhiali di mia madre lasciando li in portineria. In pratica c'era un'organizzazione che copriva Via Montalcini e evitava che le macchine di commissariato girassero li intorno.


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radisol
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Nel giugno 1978 ... la vicenda Moro era conclusa ...

Quindi, di che stiamo parlando ?

E, soprattutto, che c'entra con Feltrinelli e con Segrate ?


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helios
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La cronaca di ciò che accadde nei giorni dopo la morte è piuttosto circostanziata. Il 18 marzo, quattro giorno dopo il ritrovamento si dette infatti inizio inizio all'autopsia vera e propria. Uscendo dall'obitorio, quel giorno si erano brevemente incontrati con i giornalisti il legale della famiglia Feltrinelli, il veronese professor Dall'Ora e il perito balistico di parte, il maresciallo artificiere a riposo Giulio Bizzarri, i quali avevano assistito alla prima fase degli esami. Il professor Dall'Ora disse che il viso di Feltrinelli era parzialmente leso all'altezza di un occhio e che negli occhi non c'erano lenti a contatto. il noto penalista aveva anche affermato che erano stati rilevati graffi dietro la nuca e che uno degli obiettivi dell'autopsia sarebbe stato quello di stabilire se tali graffi fossero stati prodotti prima e dopo la morte. Fu accertato, comunque, senza ombra di dubbio che il cadavere non presentava segni di legami in nessuna parte del corpo. Il corpo di Feltrinelli, quindi, secondo la cronaca di quei giorni, non fu legato al traliccio come qualcuno aveva insinuato. Ciò che accadde successivamente fu un fatto inusuale per quegli anni. Verso le 19.15 l'allora sostituto procuratore della Repubblica dottor Viola, affiancato dal collega dottor Bevere lesse ai giornalisti, nell'atrio dell'obitorio, questo comunicato che lascia poco spazio alle interpretazioni: «La causa della morte di Giangiacomo Feltrinelli è da identificarsi in un'anemia iperacuta da sfaccio traumatico di arto inferiore. Sono state altresì rilevate lesioni craniche, meningo-encefaliche, toraciche, delle quali allo stato non è possibile indicare la successione cronologica. Tale successione, alla pari di eventuale presenza di tossici, rimane da accertarsi anche sulla scorta di esami di laboratorio già predisposti su materiale prelevato nel corso dell'autopsia». Ma c'è di più. «Il comunicato letto dal dottor Viola è stato concordato fra tutti coloro che hanno assistito all'autopsia». lo disse uno dei periti, il quale aveva precisato che «quando si parla di anemia iperacuta, ossia di dissanguamento per sfacelo traumatico, ci si riferisce specificamente alla morte causata da quella esplosione avvenuta martedì sera al traliccio di Segrate». A confronto della tesi della morte accidentale per esplosione c'erano poi le risultanze di una ricostruzione secondo la quale Feltrinelli era in piedi, a gambe divaricate, sul traliccio. Aveva collocato una prima carica sulla traversina che si trovava alla sua destra e si era arrampicato sull'intelaiatura del traliccio per collocare la seconda carica. Al momento di scendere aveva sollevato la gamba destra che si era impigliata in un filo elettrico provocando l'esplosione che lo aveva dilaniato. La scarpa destra era stata spaccata dall'esplosione e tutta la parte destra del tronco inferiore del corpo era stata investita. A queste conclusioni i tecnici erano giunti attraverso l'esame delle tracce di stoffa e brandelli organici rimasti attaccati sul traliccio stesso. La maggior parte di queste tracce erano localizzate proprio sul punto di incontro delle due intelaiature a circa tre metri dal suolo. Cadendo e andando a sbattere sul terreno, Feltrinelli si era prodotto delle lesioni in testa. Così parlarono gli atti ufficiali di allora.

http://www.larena.it/stories/Italia_e_Mondo/338409_quei_graffi_dietro_la_nuca_rivelati_dal_professor_dallora/

quello che unisce Feltrinelli con Moro è il bagaglino ma anche strane autopsie ufficiali che non dicono o che non devono dire.

dall'articolo iniziale:

Il sopralluogo fatto a Segrate dai periti di parte, Maccararo e Bizzarri, mise subito in evidenza che il cadavere, se fosse caduto dall'alto, sarebbe stato ritrovato a pancia sotto e non supino. La caduta avrebbe dovuto procurargli ferite ma i testicoli, i denti, le mani erano illesi. Il 26 marzo del 1972 il «Corriere della Sera», riferendo gli esiti della perizia di parte, scriveva che «guardando il traliccio [dal punto in cui poggiava la testa di Feltrinelli] sul secondo basamento in cemento di sinistra, a 4-5 centimetri da terra, è rimasta una macchia strisciata di sangue sullo stesso raggio di proiezione della gamba amputata [la destra]». In parole meno tecniche, l'arto tranciato dall'esplosione è stato scaraventato lontano e nel suo allucinante volo a pelo di terra, ha sfiorato il basamento del traliccio, lasciandovi la scia di sangue che appare perfettamente parallela al terreno (...) se l'editore fosse stato scaraventato giù dal traliccio dallo scoppio, quella striscia avrebbe dovuto essere obliqua rispetto al terreno. Un'altra prova che l'esplosione è avvenuta a terra: la tomaia (la parte superiore nda) della scarpa che ancora calzava la gamba amputata risulta tranciata dal lato esterno (...).
C'è di più. Un errore commesso da Feltrinelli nel piazzare la carica non viene ritenuto possibile (tesi che il maresciallo Bizzarri sostiene fin dal giorno della scoperta del cadavere, cioè quando ancora non era stato nominato perito di parte): ne consegue che «quell'errore qualcuno deve averlo commesso per lui». Perché? La spiegazione tecnica è inconfutabile. Il dynamon è un esplosivo che salta solo se innescato: «Puoi sbatterlo per terra, puoi persino sparare contro il candelotto, non succede nulla». Se la carica che ha ucciso Feltrinelli fosse stata innescata, ossia se nel cavo elettrico che si suppone l'editore stesse maneggiando, passava la corrente, avrebbero dovuto esplodere anche tutte le altre cariche «piazzate» sulle gambe del traliccio. Ciò non è accaduto: «C'è da pensare quindi che la carica che ha dilaniato l'editore fosse isolata dalle altre, ossia avesse un suo esclusivo innesco. Perché? La risposta è la chiave per risolvere il caso».


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radisol
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"C'è da pensare quindi che la carica che ha dilaniato l'editore fosse isolata dalle altre, ossia avesse un suo esclusivo innesco"

E' proprio così ... Feltrinelli su questi aspetti tecnici aveva le sue manie e le sue fobie .... e non stava a sentire minimamente i più "esperti" ... compreso Gunther/Todde che poi tanto "esperto" non era nemmeno lui, ma certamente più dell'editore .... leggiti "Animali di periferia" ... è uscito solo qualche mese fa e dovrebbe essere ancora rintracciabile nelle librerie ...

Ammesso che ti interessi documentarti sulla vicenda, anche a costo di rischiare qualche dubbio sulle tue tesi precostituite ...


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helios
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L'autopsia dice e non dice, nessuno dice chi erano gli altri due individui insieme a Feltrinelli quel giorno.


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