Figli di Dio o Fii ...
 
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Figli di Dio o Fii de nà.....


yahuwah
Noble Member
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L’autore della Genesi non aveva fatto altro che lasciarci forse la prima legge sociale scoperta: quando il ‘padrone’ non riesce a convincere il ‘servo’ con la forza del linguaggio, passa all’uso della forza fisica.

Questo sistema di dominio del più forte è un tema che si trascina da secoli, ritrovato leggendo la storia anche attraverso la Bibbia, e precisamente nel Nuovo Testamento, mediata dal paragone con altri testi storici. Tutta l’operazione svolta dai falsari cristiani fu imperniata sul tentativo di ‘non far mangiare il frutto della conoscenza’ alle persone sottomesse. Se esse avessero infatti continuato a ricordare i soprusi subiti senza possibilità di riscatto, si sarebbero immediatamente ribellati.

Ma l’invenzione mentale di Giuseppe Flavio/Paolo e suo figlio Simone/Gesù, una ricostruzione storica che proietta a dopo la morte il soddisfacimento delle aspettative, se non funzionò tra i Giudei – e anzi a loro guadagnò il disprezzo da parte del mondo ‘cristiano’ per i secoli avvenire – ebbe conseguenze rilevanti nelle altre parti dell’Impero romano dove venne utilizzata da chi istituzionalizzò il Cristianesimo come religione di stato, quell’imperatore romano che fece costruire la basilica dedicata proprio a Paolo, il padre del “falso profeta”: Costantino.

L’effetto di questo messaggio finì col diventare utile in tutti i luoghi in cui arriveranno i ‘conquistatori’. A seguirli saranno sempre i ministri della Chiesa pronti ad accompagnare la sottomissione a forza col convincimento mentale che ad una vita di peccati seguiranno i castighi nell’aldilà, ma anche i premi per i buoni e docili.

Questa alienazione dalla realtà non ha comunque avuto come ministri solo quelli che hanno tramutato il ‘Signore’ in ‘Dio’. Anzi, proprio ai nostri tempi possiamo incontrare chi, al vertice del potere, si adopera per confezionare una rappresentazione della realtà tale da convincere gli altri alle proprie intenzioni: i prodromi alla guerra in Iraq nel 2003 sono un esempio lampante. In questo frangente la forza dominante ha prima tentato di convincere la comunità internazionale inventando motivi per togliere di mezzo Saddam Hussein.

Di fronte all’esito nullo di questa operazione mediatica è passata alla forza per ottenere quanto voluto. Di più, appena entrati in possesso del sistema informativo nell’Iraq, ha subito posto mano a tutto quello che contribuiva a sostenere un’ideologia diversa dalla sottomissione al nuovo potere: ha per questo cambiato i testi scolastici e i direttori di importanti testate giornalistiche e televisive. Questo dovrebbe essere di monito anche a chi rifiuta a priori il coinvolgimento negli indottrinamenti religiosi: l’arte del convincimento al giorno d’oggi sfrutta canali più evoluti e molto più invasivi.

Chi ha abbandonato la frequentazione della messa, un appuntamento che comportava un acquisizione ripetitiva d’informazioni per circa un’ora la settimana, ora si ritrova direttamente in casa una forma tecnologica di manipolazione mentale che lo bombarda per ore e ore al giorno: la televisione. Avendo a disposizione questo efficace strumento di persuasione il potere può anche fare a meno degli antichi sacerdoti, avendoli sostituiti con un altro tipo di ministri del culto al Signore che sbucano dallo schermo ammaliando con immagini e costruzioni retoriche iper-studiate. Da qui la sempre più decadente importanza del clero cui eravamo stati abituati negli anni e secoli passati.

La storia continua a raccontarci di guerre e oppressioni anche tra i popoli cristianizzati e questa è forse la più grande contraddizione tra la realtà vissuta e il messaggio di pace predicato. Ciò è dovuto al fatto che se le parole del “falso Cristo”, tramandateci dal Nuovo Testamento, sembrano condurre ad una qualche forma di pace, il luogo in cui dovrebbe instaurarsi non è quello della vita quotidiana, perché lui stesso aveva trasferito tutte le aspettative dei ‘miserevoli’ nella vita dopo la morte.

In questa Terra non può realizzarsi il progetto sbandierato dalla corrente “buonista” cattolica, perché essa confonde il fine con il mezzo: arrivare alla pace con la pace, cosa impossibile quando la disuguaglianza sociale raggiunge livelli insopportabili.

E questi ultimi sono quelli in cui fermentano le peggiori ribellioni. Il messaggio “pacifista” neotestamentario non è neanche originale nei contenuti: richiami alla pace li troviamo in altri autori precedenti a Gesù o appartenenti ad altre civiltà. Una delle colpe di chi fondò il cattolicesimo è l’ingiusto dissacrare lo scibile già a disposizione, confezionando una miriade di invenzioni storiche adombrate da un eccellente retorica che si scatenava contro quella che invece era una colonna portante della conoscenza umana: la legge giudaica.

Certo, le norme di questa legge potevano venir considerate come un retaggio di un mondo, quello tribale, forse lontano e perdente nei confronti delle nuove organizzazioni sociali che andavano imponendosi. Però in tali insegnamenti, essi stessi neanche messi in pratica dal popolo ebreo , vi era il nocciolo per capire quanto la disuguaglianza sociale sia una misura della disarmonia di vita in una collettività.

Tutta la filosofia che sottende ai termini “figli di dio” e “figli dell’uomo” è una scienza che supera la semplice economia ed entra nel campo dell’antropologia, chiamando l’uomo a ragionare sull’importanza di non sottomettersi l’uno all’altro fino all’annientamento del più debole.

Nella loro opera i “falsari cristiani” utilizzarono la menzogna, ma anche in questo non avevano fatto altro che seguire le tracce dei dominatori ingiusti di sempre, lo stesso modo di convincere con il quale, tra le righe, l’autore della Genesi ci narra della prima “bugia” raccontata all’uomo:

Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio.

Egli disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?». Rispose la donna al serpente:

«Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete». Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male». (Genesi 3:1-5)

I cattolici ci convincono da secoli che a mentire era stato il serpente quando invece, visto il prosieguo dei fatti, è chiaro che l’informazione scorretta fu fornita dal Signore Dio: la donna e poi l’uomo mangiarono il frutto ma non morirono.

Il Signore Dio li aveva ingannati, ma per quale motivo? Non restiamo senza risposta se ricostruiamo la scena della Genesi:

- Il Signore pianta un giardino nell’Eden
- Quindi genera l’uomo per accudire il giardino e poi gli affianca la donna
- All’uomo e alla donna manca la conoscenza del bene e del male.
Una volta che riprendiamo l’interpretazione da noi data ai termini “bene” e “male” ci rendiamo conto quale spina nel fianco per il Signore poteva essere l’uomo non appena avesse voluto accrescere il proprio “benessere” per smettere di essere “servo” del suo “padrone”.

Mentendo al suo “uomo” il Signore non fa altro che escogitare un sistema per convincerlo a rimanere nel suo stato e poterlo quindi soggiogare.
Nel momento in cui l’uomo non accetta l’informazione del Signore e vuole conoscere la realtà per com’è, sostituendo quindi la rappresentazione fornitagli dall’esterno , vuole provare a mangiare quello che gli è stato dipinto come velenoso. Egli diventa quindi pericoloso per il Signore stesso, perché nasce in lui il desiderio di diventare come
il Signore.

L’uomo si accorge cioè dell’esistenza di una disparità sociale e vuole cominciare a salire i gradini del benessere per non condurre più una vita da “servo”, ma da “servito”.

Quando il Signore scopre che il suo inganno non funziona più perché il servo ora conosce la verità – cioè gli oggetti esterni invece delle loro rappresentazioni addomesticate – non gli resta che usare la forza per debellare il pericolo:

Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da dove era stato tratto. Scacciò l’uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, per custodire la via all’albero della vita. (Genesi 3:23-24)

Tratto da:

http://www.deiricchi.it


Citazione
qasiqasi
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
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per rendere più stimolante questo barboso argomento,suggerisco di girare il post al sito dell'u.a.a.r.e sentire cosa ne pensano.forse ci si può fare quattro sane risate


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