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25 Dicembre 2015 8:09
Non conosco donna, fra i trentacinque e i cinquantacinque anni, che non sia attratta dall’esoterismo, da Osho, da Milarepa o, le più colte, da Gurdjieff. E’ una cosa che ha poco senso perché si tratta di esperienze interiori che possono essere vissute solo là dove quelle religioni o filosofie orientali sono nate e si sono sviluppate e non possono essere esportate e sostituite da letture (“Il Tao detto non è il vero Tao”) o da guru e Illuminati più o meno improvvisati e spesso non innocenti trasferitisi in Occidente. Per la verità questo volgersi all’Oriente, religioso o filosofico, coinvolge anche gli uomini (anche se non ne ho visto mai uno, almeno di mia conoscenza, salmodiare Nam Miyoho Renge Kyo) e fa parte di un fenomeno più generale. Il fatto è che la Chiesa non è riuscita a intercettare i bisogni spirituali che, per contraccolpo, si creano in una società materialistica come la nostra. La progressiva desacralizzazione dell’Occidente ha origini lontane e complesse, nella comparsa e nel graduale prevalere della Ragione illuminista. Ma per stare a un passato recente si può fare l’esempio di Papa Wojtyla. Più Wojtyla si affermava come Superstar mondiale, grazie alla sua esposizione mediatica, più, in contemporanea e in correlazione, nel quasi quarto di secolo del suo pontificato crollavano le vocazioni, sacerdotali e monacali, e in Occidente si illanguidiva fin quasi a scomparire il senso del sacro. E temo che alla stessa fine sia destinato un altro Papa Superstar, Bergoglio, troppo inserito, al di là delle sue parole, ma non della sua volontà, nel mondo. Del mondo, in Europa e in Occidente, ne abbiamo fin sopra i capelli. Abbiamo bisogno di qualcos’altro. E lo andiamo a cercare altrove. Solo l’Isis può credere che sia rimasto qualcosa di cristiano in Occidente.
Torniamo alle donne. Il loro esoterismo non è solo il segnale del tentativo di colmare un vuoto spirituale, ma marca anche un’altra assenza, più concreta e terrena: quella del maschio. Non per una scopata (quella non la si nega a nessuna) ma per un rapporto serio e duraturo. I maschi, dicono, sono scomparsi. E hanno ragione, anche se qualche attenuante ce l’abbiamo. Non ci sono più le condizioni per dimostrare la nostra, vera o presunta, virilità. Non andiamo più in guerra, non siamo più legati a ideologie che comportino rischi, pericoli, qualche prova di coraggio, fisico e morale, la tecnologia ha reso inutile la forza fisica, tutt’al più ci serve, sui treni, per aiutarle a mettere le loro pesantissime valigie (ma che cosa mai ci mettono dentro?) sulle reticelle. A questo ci siamo ridotti. E così invece del Principe Azzurro (nonostante tutto un po’ romantiche lo sono restate) si trovano di fronte quello che l’uomo in realtà è sempre stato: un bambino (“Ricordati che in ogni uomo c’è sempre un bambino che vuole giocare” scrive Nietzsche). E ne sono deluse. Ecco perché molte donne e molti uomini d’Occidente sono attratti dall’Isis. Le prime per trovare un maschio propriamente detto, i secondi per ritrovar se stessi.
Massimo Fini
Fonte: www.ilfattoquotidiano.it
23.12.2015
25 Dicembre 2015 9:28
Un "pò" di confusione tra Esoterismo e Orientalismo.
Poi, perche' mai la Chiesa dovrebbe intercettare i bisogni spirituali dell'occidente, ha qualche monopolio del cristianesimo? Sicuramente lo pretende e lo impone nella misura in cui ha dimenticato o rigettato la sua Pietra di fondamento, che e' "il Figlio del Dio vivente". Da cio' origina che le serrature "della mia Chiesa" di cui Pietro il portinaio si illude di avere le chiavi non si aprono piu' per lui, sono altre quelle che non sa di aprire al posto di quelle, di altra chiesa.
Poi ancora: la Stella venne da Oriente....
Poi poi ancora, deciditi Fini, esoterismo o Isis attirano gli occidentali?
25 Dicembre 2015 9:50
Cit: Viviamo un'epoca che richiede caratteri seri, virili e saldi per la conquista di nobili ideali.
25 Dicembre 2015 12:30
Il loro esoterismo non è solo il segnale del tentativo di colmare un vuoto spirituale, ma marca anche un’altra assenza, più concreta e terrena: quella del maschio. Non per una scopata (quella non la si nega a nessuna) ma per un rapporto serio e duraturo. I maschi, dicono, sono scomparsi. E hanno ragione, anche se qualche attenuante ce l’abbiamo. Non ci sono più le condizioni per dimostrare la nostra, vera o presunta, virilità.
Fonti serie?
Studi seri?
O è "perchè l'ho pensato stamattina sul cesso e volevo dirvelo"?Osservazioni un po' meno da "bar dello sport"?
Mi sembra un'analisi estremamente frettolosa da parte di chi, delle filosofie orientali, non s'è mai voluto avventurare...
25 Dicembre 2015 13:55
“Ricordati che in ogni uomo c’è sempre un bambino che vuole giocare” scrive Nietzsche.
Massimo Fini
Fonte: www.ilfattoquotidiano.it
23.12.2015
"Il bambino che non gioca non è un bambino, ma l'adulto che non gioca ha perso per sempre il bambino che ha dentro di sé" scrive Pablo Neruda
~certevolteilsolebatteanchesulculodiuncane~
25 Dicembre 2015 14:53
Cit: Viviamo un'epoca che richiede caratteri seri, virili e saldi per la conquista di nobili ideali.
bravo bab, ce ne fossero di rivoluzionari come te
8)
quoto
25 Dicembre 2015 15:18
Non riconosco per quanto mi riguarda, il significato di "virile" ne cosa manchi all'uomo maschio.
Mi spiego meglio, dato che le evidenze ci dicono tutt'altro, ma non i giochi di specchi, come quelli come il Natale ed altre forzosi momenti "felici" coprono, come un sudario.
Un uomo è virile se fa la guerra? Se uccide? Sono infiniti gli esempi opposti, che ci dicono come non sia mai e poi mai l'uccidere ad essere il gesto virile, ma il saper risparmiare. Il senso del risparmio (nel significato più ampio che possiamo dare al termine) è esattamente la misura per un guerriero della sua forza. Se massacra indiscriminatamente, misura solo la sua incapacità di atuocontrollo ed è quindi un miserabile a prescindere dai suoi successi. Non è difficile imparare a liberare la propria collera, non è difficile farsi prendere dall'odio, non è difficile cadere tra le spire della paura o della depressione, tutte queste cose diventano difficili solo se combattute e mai prima di oggi l'Uomo Maschio può dimistrare la propria viritilità e la propria forza perché travolto dalla modernità. Ma la donna media ha timore di un uomo così, perché per la donna moderna, novella strega, è proprio il controllo dell'emotività del suo prossimo ad essere rassicurante. Istigarlo e dirigerlo a piacimento. Perciò è attratta dall'Uomo Forte ma se ne lagna poi continuamente come di colui che la sfrutta quando non riesce a controllarlo. L'equilibrio è possibile, ma bisogna poi essere in due per volerlo, no? E si scopre in fretta che come l'autocontrollo, non è automatico, va costruito con il sacrificio molto, molto duro. Non perché sia durò in sé, ma perché in questo contesto di questa società, il luogo del profondo abisso dell'animo, diventa automaticamente il più duro di sempre.
C'è una minima parte di umanità, di qualsiasi orientamento che conosce bene il proprio punto debole e lo osserva con rigore e disciplina senza scaricarlo verso il prossimo, altro sport che ci vede campioni assoluti.
25 Dicembre 2015 16:00
Il buddismo originario non era concesso alle donne.
Che poi le donne di oggi cerchino spiritualità lo vede solo Fini.
A me sembra tutt'altro.
Io vedo che le donne ormai sono rare come lo stambecco albino. Le altre sono per lo più uomini senza pene proprio (ma con moltissimi a disposizione), solo molto più stronzi degli uomini anagrafici.
25 Dicembre 2015 21:29
quoto Coilli