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GRECIA ITALIA, impiego


mincuo
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Ci sono differenze e qualche analogia tra le dinamiche dell'impiego in Grecia e in Italia.
Questi due grafici mostrano l'andamento dell'impiego privato [linea blu, scala sx, migliaia] e dell'impiego pubblico [linea rossa, scala dx, migliaia] nei due Paesi dal 1999 al 2014. In particolare è di interesse l'andamento prima della crisi del 2008 e dopo la crisi del 2008.

Le differenze più evidenti sono che nel periodo pre-crisi la Grecia ha assunto abbastanza nel settore pubblico, e successivamente dopo la crisi (austerity) è ritornata agli stessi livelli da dove era partita. Per l'Italia il settore pubblico in termini di occupazione (numero) non ha risentito della crisi, aumentando costantemente il numero di occupati, anche dopo l'austerity.
Il settore privato, dopo l'austerity, ha preso invece una tegola, dimezzando l'occupazione che aveva creato negli anni precedenti.
Pure in Grecia e in modo più drammatico.


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sankara
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Insomma da questo punto di vista, quantomeno per l'Italia, l'ideologia cosiddetta "neoliberista", che prevede un forte ridimensionamento del ruolo dello Stato nell'economia, non corrisponde tanto a verità...


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mincuo
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Insomma da questo punto di vista, quantomeno per l'Italia, l'ideologia cosiddetta "neoliberista", che prevede un forte ridimensionamento del ruolo dello Stato nell'economia, non corrisponde tanto a verità...

Lo Stato è importante e strategico. E la spesa non è infinita. Va gestita bene. Sono soldi dei cittadini. Se gestisci male da una parte, devi togliere dall'altra, o non fare. Qualcuno qui scriveva che la spesa sociale si era contratta di 1,6 mld, mi pare, così a memoria. Ma forse, anche se non nelle sue intenzioni, è un argomento cogente.
Sono circa quanto costano 60.000 forestali, ad esempio.
Poi anche uno digiuno vede dal grafico sopra che devresti aumentare spesa per investimenti. Invece l'hanno costantemente ridotta.
Una battaglia che aveva provato a fare Tremonti era quella di non includere nel deficit/PIL la spesa per investimenti, ma solo quella corrente, e di sottoporla semmai a criteri di valutazione e controllo, oltrechè di classificazione, anche Europei. Una cosa intelligente ma come tutte quelle intelligenti non ha avuto nè pubblicità nè grande seguito.


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sankara
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Una battaglia che aveva provato a fare Tremonti era quella di non includere nel deficit/PIL la spesa per investimenti, ma solo quella corrente, e di sottoporla semmai a criteri di valutazione e controllo, oltrechè di classificazione, anche Europei. Una cosa intelligente ma come tutte quelle intelligenti non ha avuto nè pubblicità nè grande seguito.

Me la ricordo quella proposta, che sia caduta nel vuoto mi ha ulteriormente convinto che il fine dell'UE non è certo quello dello "sviluppo"..ed il fatto che sia stata rigettata anche da Stati come la Germania che a quanto mi risulta hanno carenze di investimenti è per me un'ulteriore conferma che i veri sostenitori del progetto europeo si trovano dall'altra parte dell'Atlantico, e questi non vogliono degli Stati forti economicamente...


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mincuo
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La Spesa Pubblica non è una cosa a sè stante ma è collegata alle Entrate Pubbliche, le quali dipendono da tre fattori:

1) La crescita economica, che comporta maggiori utili e maggiori consumi, perciò maggiori entrate. (Maggiori tasse dirette e indirette, IVA ecc..).
2) Il livello di tassazione, diretta e indiretta. (Aliquote fiscali e aliquote IVA)
3) La capacità di riscossione delle tasse e imposte da parte del Governo.

1) E' di gran lunga il più importante.
2) E' aumentabile fino a un certo punto, oltre un certo livello diventa addirittura controproducente, cioè diminuisce il gettito complessivo. Per varie ragioni, perchè diminuisce i consumi, diminuisce gli investimenti, o si ribalta sui costi dei prodotti e quindi diminuisce la competitività.
3) E' molto pubblicizzata l'evasione, che viene indicata sempre come la "causa" di tutto, ma in Italia va vista disaggregata per Regioni.
E quella non si vede mai invece.
La Lombardia ad esempio è prima in Europa come fedeltà fiscale (prima della Svizzera). Ma molto buone anche Veneto ed Emilia ad esempio.
In altre Regioni invece si arriva anche fino al 96% di evasione contributiva.
Buona parte di evasione non è molto modificabile, cioè è strutturale, per la semplice ragione che parte dell'economia Italiana (1/5 circa) si regge sul nero.
Se questo nero fosse fatto emergere, semplicemente sparirebbe un intero settore economico, cioè il sommerso, altrettanto semplicemente perchè non reggerebbe la tassazione.
E questo significherebbe disoccupazione e costi di assistenza moltiplicati, mentre così in qualche modo quelli campano.
Questo lo si sa da 60 anni ma si racconta sempre la balla delle decine di miliardi evasi da recuperare e li si mette pure nei budget (bilanci di previsione) per coprire i buchi. In genere si mettono dentro, per coprire i buchi, anche contributi Europei, i quali però necessitano di progetti e inoltre finanziano una parte, l'altra è sempre a carico del Paese.
[Quindi sono espedienti di inizio anno per pareggiare uscite/entrate sulla carta sapendo già che alcune voci sono fasulle o irrealizzabili. E serve ai Goven per non fare tagli o ristrutturazioni, contrarie in genere al consenso.]
Un certo tipo di cultura ha inventato da decenni anche il termine "lotta all'evasione" che fa il paio con la "lotta alla disoccupazione".
Ma non ci sarebbe alcuna "lotta" da fare, nè in un caso nè nell'altro.
In realtà, per la parte emersa, il grado di evasione ed elusione è simile a quello degli altri Paesi Europei o anche migliore, in molte Regioni, pur in presenza di aliquote già elevate e di servizi scarsi.

Se le Entrate pubbliche sono inferiori alla Spesa pubblica....


[N.B. Dati in milioni di EUR. (Per cui 800.000 = 800mld). Per confronto di grandezze il PIL 2014 è circa 1.600mld, il debito pubblico
2014 circa 2.100mld e infatti il "famoso" Debito/PIL era circa 130%]

....si possono fare queste cose, oltre a cercare di promuovere la crescita, [che è comunque la via maestra]

1) Diminuire la Spesa Pubblica.
2) Razionalizzare la spesa se entro quella ci sono sprechi e inefficienze e soprattutto se una parte è inutile e fine a se stessa.
(Occupazione fasulla ad esempio). Significa non necessariamente diminuirla ma renderla più efficiente, spostando o tagliando comparti inefficienti, o migliorandone l'efficienza.
3) Indebitarsi per coprire il disavanzo.

La spesa si divide in due parti: spesa corrente e spesa per investimenti.

La spesa per investimenti ha carattere strategico in un Paese, perchè pone le basi dello sviluppo. E consente poi di creare e sviluppare settori dove l'impiego pubblico poi trova nuovi sbocchi e in generale consente uno sviluppo dell'economia che porta a sua volta maggior gettito e maggior possibilità di spesa.
Perchè la spesa ben gestita più è e meglio è.
La spesa mal gestita meno è e meglio è.
In Italia la quota per inevstimenti è sempre stata ridotta progressivamente nel tempo.
Perchè per i Governi, che hanno un'ottica di breve termine (o anche di brevissimo in Italia) e cioè la durata del loro mandato, è sempre stato molto più "popolare" e facile tagliare quella per investimenti [che però significa tagliare il futuro di un Paese] perchè non disturba categorie, corporazioni, sostegni elettorali, che non razionalizzare quella corrente che significa tagliare e riqualificare, ma anche toccare parte dell'elettorato e parte dei suoi privilegi, sui quali poggia chi è stato eletto.


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Ossimoro
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Se le Entrate pubbliche sono inferiori alla Spesa pubblica....
[cut] ....si possono fare queste cose, oltre a cercare di promuovere la crescita, [che è comunque la via maestra]

1) Diminuire la Spesa Pubblica.
2) Razionalizzare la spesa se entro quella ci sono sprechi e inefficienze e soprattutto se una parte è inutile e fine a se stessa.
(Occupazione fasulla ad esempio). Significa non necessariamente diminuirla ma renderla più efficiente, spostando o tagliando comparti inefficienti, o migliorandone l'efficienza.
3) Indebitarsi per coprire il disavanzo.

convengo con te che gli investimenti (M/L T) sarebbero la spesa più strategica, ma per i motivi di "facciata" di cui hai parlato, un suo impiego in tal senso è purtroppo da escludere... (nell'era della "comunicazione" anche i politici devono rendersi "attraenti"; per Der Spiegel pare che anche la Germania in quanto a investimenti se la sia presa parecchio comoda)

in merito a 1) Diminuire la Spesa Pubblica:

scusa ma nella contabilità nazionale la spesa è data da
Y=C+I+G-Imp+Esp
con
Y=totale della spesa
C=consumi di famiglie e imprese
I=Investimenti
G=spesa pubblica
Imp=Importazioni
Esp=Esportazioni

tutte le voci aumentano Y, tranne le importazioni che lo riducono.
ridurre G (spesa pubblica) in un periodo in cui le famiglie e le imprese spendono meno (C e I calano)
peggiorerebbe la situazione.

La spesa pubblica ha funzione anticiclica (se famiglie e imprese non spendono chi può spendere? Lo Stato).

Condivido pienamente che la spesa per 29.000 forestali potrebbe essere utilizzata in modo diverso, tale da dare più servizi alla cittadinanza....

ma resta il fatto che da un punto di vista macroeconomico NON sono soldi completamente buttati (a meno che i forestali non brucino gli euro ricevuti)! i forestali invece non li distruggono ma li spendono a loro volta. quindi il loro reddito diventa reddito di qualcun altro (cioè dei privati).

C'è da aggiungere che la spesa pubblica potrebbe essere bilanciata dal prelievo fiscale, ma innescherebbe comunque l'effetto del moltiplicatore, tale da incrementare il PIL...

ridurla tout court ridurrebbe il PIL...
e il rapporto deficit/PIL peggiorerebbe... e le imposte dovrebbero essere aumentate di nuovo...

dove sbaglio?


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