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Grimaldi - Iran: una lezione agli utili idioti


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Quando i dirigenti diventano più stupidi dei sottoposti, si va verso la catastrofe .
(Antonio Gramsci)
Ogni volta che ti ritrovi dalla parte della maggioranza, è tempo di fermarsi e riflettere
(Mark Twain)

Rubo un’altra volta, ma rubo ai ricchi di intelligenza per dare ai poveri di conoscenza. Dunque, qui troverete ( http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=6752&mode=thread&order=0&thold=0 ) un appello di Domenico Losurdo e Gianni Vattimo, due delle migliori teste che la nostra disastrata sinistra possa vantare, contro i furbi e i fessi che si precipitano a firmare il solito appello “umanitario” spurgato dalle viscere Cia-Mossad del’impero. Stavolta si tratta dell’Iran e quella di Losurdo e Vattimo è un’eccellente risposta – che mi permetto di integrare con poche considerazioni – non tanto ai furbi, che sanno quello che fanno e sanno altrettanto bene che i due compagni hanno perfettamente ragione, ma ai fessi che insistono a ingurgitare la psyop (“operazione psicologica” secondo i manuali Cia) “rivoluzione verde” come fosse una lattina di Coca Cola (e anche più tossica). Fa impressione sentire esternare le stesse argomentazioni sull’Iran “sotto dittatura, carnefice di oppositori, studenti, intellettuali, riformisti”, da voci che si piccano di essere di sinistra (“il manifesto”, “liberazione”, corifei viola, detriti vari), o perlomeno antimperialisti (Uruknet e altri siti di informazione anti-Usa e anti-israeliani), e da quelle che si sanno dichiaratamente imperialiste o nazisioniste (da Hillary Clinton a Netaniahu, da Angela Merkel a Gordon Brown, dal rumeno che ha appena accettato lo scudo missilistico obamiano al nostrano guitto mannaro). Va incidentalmente ricordato anche come il silenzio, l’ignavia, di questi umanitaristi di sinistra sia stato la migliore copertura al colpo di stato alla cilena allestito dagli Usa in Honduras, con specialisti israeliani a provvedere alla necessaria liquidazione degli oppositori. Chiediamoci come mai tutti questi benpensanti non abbiano denunciato il regime del terrore in Honduras, quanto hanno starnazzato sulla repressione iraniana contro gli agenti della destabilizzazione.

La dabbenaggine politica di questi sicofanti che guaiscono nel coro di chi prepara l’attacco, probabilmente nucleare, all’Iran, o perlomeno ai suoi siti nuclerari, con gli effetti collaterali alla Cernobyl che ne conseguirebbero, supera la presunzione della buonafede e si colloca nella zona grigia tra infantilismo ideologico e collaborazionismo cosciente. A questo punto, non importa nemmeno se questa gente sia consapevole o ottusa: l’effetto benefico per i papponi che gestiscono il bordello è lo stesso, che entrino clienti, o curiosi dell’arredo. Tutti sostengono l’impresa.

Non ci vuole davvero una laurea in geopolitica per collocare i pezzi sulla scacchiera e ipotizzarne le opzioni e mosse. E non c’è bisogno di tifare per uno dei giocatori, quando entrambi barano, chi in una partita e chi nell’altra. Basta vedere chi bara per cosa. Quando si pronosticavano guerre imminenti all’Iran mentre era in corso quella all’Iraq, con successiva occupazione e nazionicidio operati in armonica congiunzione, per quanto a volte concorrenziale, da Usa, Israele e Iran, si vendevano lucciole per lanterne e si copriva la confluenza di interessi dell’uno e degli altri: degli Usa per il petrolio e l’avanzata geostrategica verso l’Asia centrale, dell’Iran per il congenito espansionismo verso l’ovest arabo. Del resto non erano stati gli Usa di Reagan e Israele ad armare l’Iran e a pretendere da Khomeini, in cambio del suo insediamento a capo e corruttore di una rivoluzione fatta e vinta dalle sinistre persiane, l’assalto al comune nemico, il laico, socialista e davvero antimperialista e antisionista Iraq di Saddam Hussein? Allora gli strepiti di un’imminente guerra occidentale al compare Iran aveva la stessa fondatezza dell’attribuzione di una matrice islamica all’11 settembre e seguenti.

Oggi, invece, dopo che l’Iran ha sostanzialmente soffiato l’Iraq agli Stati Uniti e, nella sua strategia del doppio binario, tipica di qualsiasi potenza che per affermarsi deve giocare su più tavoli, fatto fuori (per il momento e nemmeno tanto) l’ostacolo iracheno, si ritrova a collidere con il colluso di prima: Israele e, dietro, gli Usa. Abbandonato il binario iracheno sul quale correvano la locomotiva Usa con al traino i vagoni iraniani, lungo quest’altro binario corre il sostegno iraniano a Hezbollah che, in Libano, rappresenta il catenaccio nord contro l’espansionismo israeliano, e Hamas, che è quanto rimane a minare la normalizzazione genocida del tritacarne israeliano. Possiamo arrampicarci quanto vogliamo lungo i fili ai quali siamo appesi dalle Parche, per individuare se l’antimperialismo di Tehran nasca da una base antiborghese e popolare e, soprattutto, se sia sincero o strumentale il suo appoggio alle forze che in Medioriente o in America Latina s’infilano negli ingranaggi del rullo compressore imperialista. E’ davvero come discutere del sesso degli angeli, esercizio narcotizzante praticato utilmente dalla Chiesa per duemila anni. Non caschiamoci.

Il dato di fatto è che, apparentemente risolta la questione irachena, ora se la vedono tra di loro, Israele, gli Usa e l’Iran, su chi dalla mattanza irachena debba trarre il massimo beneficio in termini di egemonia regionale. E ora, dunque, anche alla luce dell’ululare bellico sempre più forsennato dei dirigenti israeliani e euro-statunitensi, degli allestimenti logistico-militari in zona, dell’immagazzinamento in Israele di quantitativi spaventosi di armi d’attacco Usa, l’ipotesi di un assalto dei necrofori occidentali all’Iran, preparato dalla rivoluzione verde cara ai coglioni dirittoumanisti, si fa concreto. Non rimane che l’Iran come grande stato nazionale islamico, non domato. Non rimane che l’Iran come trincea tra le armate occidentali e quelle dell’India sionistizzata ai blocchi di partenza, e l’Asia centrale, la Russia, la Cina, il resto del mondo. Intollerabile per i cannibali di Washington, Tel Aviv e Bruxelles.
Per cui non sapere da che parte stare in questa congiuntura, significa davvero non aver capito niente e lavorare per il Re di Prussia. Quanto a veli, turbanti e barbe, lasciamo questi arnesi alle fisime teodem di Giuliana Sgrena e del suo codazzo di ginocrate, vivandiere dei lanzichenecchi.

Fulvio Grimaldi
Fonte: http://fulviogrimaldi.blogspot.com
Link: http://fulviogrimaldi.blogspot.com/2010/02/iran-una-lezione-agli-utili-idioti.html
11.02.2010


Citazione
mazzi
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 455
 

Il primo passso era rincretinire le masse, il secondo imporre alle masse rincretinite cosa pensare.

Tuttavia a tutto ci dovrebbe essere un limite.

Mi domando:

questo castello di menzogne tramite il quale questi farabutti rincoglioniscono la gente e dettano legge al mondo, non gli casca mai addosso?


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cris79
Estimable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 148
 

"questo castello di menzogne tramite il quale questi farabutti rincoglioniscono la gente e dettano legge al mondo, non gli casca mai addosso?"

il mondo funziona così da quando l'uomo esiste 🙂
al massimo cambiano i giostrai ma la giostra sempre quella rimane..


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sacrabolt
Prominent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 821
 

il manifesto

Gruppi di sostenitori dell'opposizione si sono invece radunati in altre zone del centro di Tehran, e sul web sono corse nel pomeriggio notizie e filmati di sporadici ma violenti scontri con forze dell'ordine. Repressione violenta, se saranno confermate le notizie rimbalzate su Twitter, la rete di micro-messaggi su internet: si parla di due, forse tre giovani manifestanti uccisi, tra cui una ragazza di 27 anni.

punto informatico

Nel 2009 infatti, nonostante gli sforzi fatti per mettere a tacere la protesta, Twitter è stato per molti giorni uno dei pochi canali attraverso cui fluivano le informazioni riguardanti gli eventi che hanno sconvolto la capitale del paese in occasione delle elezioni presidenziali.

A quanto pare la borghesia tecnologica di Tehran ha ancora il suo giocattolino twitter, alla faccia delle denuncie di un interet blindato.Stranamente, come per le precedenti sommosse, anche stavolta è il sito dell'IRNA a non funzionare.


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