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GZ - Il Masochismo Finto-liberista


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Avevo segnalato che nei sondaggi la maggioranza degli italiani vorrebbe la Merkel come premier e che più italiani vedono con favore la Troika (BCE, FMI e UE), cioè l'austerità, di quanti la giudicano nefasta. Chi sono questi italiani ? Ce ne sono tanti anche nei siti di economia e borsa indipendenti, cioè scritti da gente che non lavora per partiti, fondi, banche o istituzioni. Credo che ora quello più letto sia RischioCalcolato tenuto da Paolo Rebuffo e una decine di altri e vi si inneggia all'Austerità e all'Euro: "W l’Austerity (e L’Euro"). La logica è che l'Italia fa così schifo che se va a fondo bisogna bastonarla ("....tenere in vita questo sistema produttivo non abbia nulla di lungimirante, e credo che le attuali condizioni di ristrettezza del credito (in Italia) e di asfissia del mercato interno .... costringono chi resta a competere con le altre industrie internazionali abituate alla competizione globale")

Lo stesso genere di discorso, con diverse sfumature, lo trovi (oltre che alla Bundesbank e da Angela Merkel, Monti e Letta) anche in Oscar Giannino/Boldrin e Fermare il Declino, in Mario Seminerio di Phastidio che è un blog di economia molto letto, in Mercato Libero di Barrai e persino ora nella Milena Gabanelli. E come ho mostrato è anche, in modo più mascherato, la logica di Yoram Gutgeld di McKinsey che ha scritto il programma economico di Renzi.

Questa è ovviamente una logica assurda, oggi le banche italiane stanno facendo fallire anche le aziende buone negandogli il credito. Una volta che le aziende hanno chiuso non te le riapre la Merkel (che semmai ne è contenta) e non le riaprono i blogger finanziari e i giornalisti (o quelli della McKinsey, che si interessano solo di multinazionali e di grandi banche...)

Come mai questa forma di masochismo e di disprezzo per il proprio paese (in chi è in buona fede, per cui lasciamo perdere i politici e i loro "consigliori") ?

i) non aver mai vissuto o lavorato all'estero e non avere quindi termini di confronto. Io ho studiato ad un MBA a Los Angeles e vi ho vissuto circa quattro anni e un altro anno e mezzo a New York, qualche mese a Londra e ho lavorato in consulenza di strategia aziendale in giro per l'Italia, Napoli, Genova, Roma, Milano, Corning (New York). In questo modo mi sono resto conto, per confronto, che l'Italia perlomeno qui al nord non è affatto male ANCHE COSI' COME E' ORA. Anche con Monti, Berlusconi, Napolitano, Alfano, Vendola... Chi ha invece sempre vissuto in Italia (e crede a quello che legge sulla stampa estera) ha più difficolta a rendersene conto. Oscar Giannino come noto ha millantato di aver studiato all'estero e ha mentito, ma non ha mai neanche vissuto all'estero e così credo anche Rebuffo, Seminerio e gli altri. Se hai vissuto in America ad esempio, è piuttosto utile come termine di confronto per capire che devi salvare l'Italia ANCHE CON I SUOI DIFETTI ATTUALI

ii) lavorare in finanza e nei media e quindi non fare un mestiere utile come l'agricoltore, l'urologo, il meccanico, il piastrellista, il produttore di macchine utensili, il tecnico di lavatrici, il costruttore, il ferramenta, il cuoco, il fabbro... Di conseguenza non rendersi conto che una volta che le attività produttive chiudono in Italia non è come quando fai del trading e perdi dei soldi, ma se ne trovi degli altri subito dopo ricominci...

iii) pur lavorando in finanza ed economia, non sapere in realtà molto di economia monetaria, non conoscere la storia e la teoria economica, essersi sempre limitati alla lettura quotidiana delle pagine economiche e non aver letto i libri. Quindi non sapere come funziona il sistema monetario e credere che se mancano i soldi sia perchè l'Italia non è efficiente come la Germania e non perchè non abbiamo più la nostra Banca Centrale. Credere che la moneta sia una quantità data e non una passività creata ex-nihilo dallle banche, che i risparmi vengano prima degli investimenti, non capire l'equazione base di contabilità nazionale come (S-I) = (G-T)... Questo è anche comprensibile perchè i testi di economia, alla Bocconi o altrove, al capitolo sulla moneta raccontano palle e bisogna quindi fare uno sforzo andando oltre quello che si studia a scuola. Facendo l'esempio di questi blog, nessuno di loro ha mai studiato economia a finanza a livello di master e dottorato e il Mario Seminerio, che ha pubblicato un libro e che passa per economista in TV, ha una semplice laurea con una tesi di argomento sociologico e poi si è occupato di fondi comuni (in sostanza è uno che legge la stampa finanziaria).

iv) soffrire del complesso di sudditanza ideologica al cosiddetto "liberismo anglosassone" per cui ci sente dalla parte del profitto, del "mercato", della concorrenza e dell'efficienza, sfidando la melassa buonista sindacale vetero-socialista, statalista e protezionista. Quindi si lodano le aziende che licenziano per fare profitti e si globalizzano e si irridono quelli che vogliono proteggere la debole Italietta con inflazione e svalutazione. Questa immagine del mondo (liberismo/statalismo, Reagan/Thatcher come ispirazione, sana efficienza capitalista concorrenziale contro welfare state/socialismo) è però oggi uno specchietto per allodole. Anche qua è un problema di conoscenza superficiale del mondo economico, non capire che la globalizzazione è un gioco a carte truccate...

La realtà del XXI secolo è il capitalismo finanziario globalizzato attuale, che si basa sulla finanza e la speculazione immobiliare senza freni da una parte e il lavoro a basso costo del terzo mondo e Asia dall'altro è una forza distruttiva, parassitaria e regressiva

GZ
Fonte: www.cobraf,com
29.10.2013

"W l’Austerity (e L’Euro" di Paolo Rebuffo, Rischio Calcolato, 27 ottobre

Capisco molto bene le ragioni di coloro che invocano una politica espansiva ed quelle di coloro che chiedono un ritorno ad una valuta sovrana da svalutare convenientemente alle esigenze italiane.

Ma io penso, fermamente penso, che l’austerity e l’Euro siano la cura necessaria per ridare una speranza di futuro all’Italia e ai migliori italiani.

Un libro di Mario Seminerio definisce le politiche economiche europee (o tedesche) “la cura letale”. E io sono d’accordo questa è una cura letale, non sono d’accordo con l’estensore di Phastidio su “per chi” sia letale la cura tedesca.

Se guardiamo alle migliori aziende italiane, quelle che fanno qualità e che hanno il mondo come mercato di riferimento, ci accorgiamo che l’austerity non rappresenta un problema basta guardare dentro i bilanci di Luxottica, Barilla, Ferrero, Tod’s, ad esempio, per accorgersi che il problema “Italia” è marginale. Il problema è che poco meno del 30% delle aziende italiane può dirsi un player globale, il restante 70% ha come mercato di riferimento l’Italia stessa. Ovvero un paese con una curva demografica in caduta verticale, sempre più vecchio e stanco di consumare.

Io penso che tenere in vita questo sistema produttivo non abbia nulla di lungimirante, e credo che le attuali condizioni di ristrettezza del credito (in Italia) e di asfissia del mercato interno se da una parte distruggono o fanno spostare all’estero alcune produzioni, dall’altro costringono chi resta a competere con le altre industrie internazionali abituate alla competizione globale. Con il risultato di spingere il sistema privato verso efficenza e internazionalizzazione.

Ed è un passaggio necessario e che deve essere reso il più rapido possibile, tenere in vita aziende che operano solo sul mercato nazionale o peggio aziende che vivono di sussidi o nicchie protette (a scapito del prezzo di ciò che producono, come ovvio), è una follia destinata alla rovina.

Poi c’è lo Stato.

E qui se possibile la così detta auste
rity sta finalmente facendo il lavoro sporco sgretolando a uno a uno i così detti “diritti acquisiti”. Devo dire che negli ultimi mesi ho notato con soddisfazione un cambiamento positivo di linguaggio anche fra i media mainstream, è ormai chiaro a tutti che ulteriori aumenti della pressione fiscale corrispondono ad una accellerazione della fuga di uomini e capitali. E quando parlo di uomini non intendo emigrati con la valigia di cartone, no quelli restano qui attaccati al “welfare” (e magari vanno in piazza), parlo dei migliori.

I migliori italiani, quelli che hanno più coraggio di altri, quelli che sono si sono meglio prepartati, che hanno professionalità e capacità lavorativa tanto da non essere spaventati dall’idea di ricominciare una vita fuori. E fra questi “migliori” chi è costretto a rimanere attua altre forme di resistenza, ovvero lavora il meno possibile, tanto quanto è necessario per conservare la propria professionalità.

Ovviamente la classe dirigente al potere NON sta ancora raeagendo con azioni proattive a questa situazione ma si limita a conservare quanto è possibile con risorse sempre più scarse e aumentando la pressione sui patrimoni e nella compressine delle libertà personali.

Ma alla fine si arriva ad un punto di rottura, dal mio piccolo osservatorio sto registrando una straordinaria accellerazione nello sgretolamento della base imponibile che deriva dal reddito e dal consumo, il che costringe la nostra classe dirigente politica a fare scelte entrambe impopolari:

O ridurre la Spesa Pubblica
O Aggredire con violenza il patrimonio degli Italiani
Oppure entrambe le cose.
In ogni caso il risultato netto è un crollo della fiducia nei partiti tradizionale e l’emersione di movimenti populisti i quali hanno il compito di dare la spinta finale alla distruzione dell’attuale sistema italiano.

Quindi io se ne avessi ancora il diritto, voterei per l’Austerity e l’Euro, la vie più brevi alla soluzione del problema italiano.


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Anonymous
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La logica del tanto peggio tanto meglio, insomma.
a volte funziona. a volte no.


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novaragiacomo
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Post: 346
 

Gli italiani sono masochisti, gli piace essere bastonati...

http://conoscererendeliberi.wordpress.com/


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rocks
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Ovviamente Tao tenta di semplificare il problema. Semplificando si compiono errori.
Si riferisce a gente che non è stata all'estero e che non ha studiato. Qualcuno lo ha fatto e qualcuno no. Se per esempio si fa riferimento a Noise from Amerika si vede che qui la maggior parte dei bloggers sono accademici (dottorati) e che insegnano/ricercano all'estero. Poi non credo neanche siano a favore della Merkel. Giannino ormai è lo spauracchio mediatico in cui quelli di Fermare il Declino e purtroppo che gli ha fatto allontanare una buona fetta di elettorato. Ma Giannino è uno e credo anche, nonostante gli manchino i titoli accademici, che gli sia riconosciuta una certa capacità di farsi da solo.
Per rimanere nel semplice credo neanche che su NfA la Merkel sia considerato un idolo. Non erano neanche sostenitori dell'Euro. Pragmaticamente e con delle loro ragioni, sostengono che una volta entrati uscirne sarebbe dannoso e quindi è più conveniente cercare una soluzione interna. Cioè, il problema secondo certa gente, non è Merkel si/no, austerity si/no. E' cosa si fa effettivamente per favorire la crescita, combattere l'escalation del debito+interessi e cosa si fa per il paese (istruzione, sanità, pensioni). Costoro quindi sono stati critici con Monti e lo sono con Letta. Questi ultimi governi sono austeritari tout court.


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Georgejefferson
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Registrato: 2 anni fa
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E' Zibordi che scrive Rocks,non Tao.

Il pragmatismo e' un punto di vista soggettivo.Il punto di vista "pragmatico" di alcuni e' la visione del mondo che ostenta la competitivita come fine a se stessa e "sempre giusta" a prescindere.Si puo capire la buona fede di alcuni,che ritengono l'onesta competizione come "dato di fatto",in antitesi c'e' il punto di vista che essa non sia mai esistita,ma un gioco truccato all'origine che rende la retorica sull'efficenza e competitivita...una chimera,una illusione di mondo onesto che non c'e',e quindi illusione,sogni irrealizzabili dove un altro pragmatismo rinfaccia tutto questo.E allora,dove sta il pragmatismo?Nel soggetto che se ne fa portavoce,e quindi puo solo cercare condivisione di opinione.Mai verita assolute "pragmatiche"da anteporre all'idealismo.


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rocks
Eminent Member
Registrato: 2 anni fa
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Se parliamo dei contenuti dell'intervento di Zibordi, mi sembrano comunque un po' fuorvianti e sbagliati.
Parlando di competitività la faccenda si fa complessa e infatti dopo aver letto tanto di quello che hai scritto, ma anche ascoltando altri come te che danno il 90% di responsabilità di quello che succede in Italia alle lobbies internazionali e ai politici muppets che abbiamo qui, mi chiedo: ma quindi cosa bisognerebbe fare secondo te?
Da quel che scrivi traspare che tutto il mondo è truccato. Ma pensi sia così a tutti i livelli? Oppure c'è un modo di rendere la vita più semplice alle persone semplici. Di rendere più facile fare impresa, pagare le tasse, muoversi, divertirsi?
Esempio. Potrebbe essere che la tifoseria violenta in Italia sia un problema più difficile da sradicare che in altri paesi. Ma perché in Inghilterra gli stadi sono pieni e la gente è seduta e non ci sono inferriate e gabbie? Non è che forse chi decide le regole, il sistema giudizizario, etc. in Italia non funziano? E se non funziano è per incompetenza diffusa o perché qualcuno vuole che ci sia casino allo stadio?


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