I debiti? Basta non...
 
Notifiche
Cancella tutti

I debiti? Basta non pagarli..


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 33516
Topic starter  

Vedo in rete l’infittirsi di fantasiose speculazioni sul tema della restituzione del debito. Molte persone apparentemente razionali si chiedono se non potremmo uscire disinvoltamente dalle peste evitando di restituire il denaro a chi ce lo ha prestato e ripartendo da zero. I bambini quando sono spaventati da qualcosa si coprono gli occhi con le mani e dicono “vattene via, vattene via”, poi riaprono gli occhi sperando che il babau non ci sia più. Perché non provare qualcosa del genere anche col problema del nostro debito?

A beneficio di chi si accinge a seguire solo ora la crisi del nostro debito, e desidera un terreno solido per fare il primo passo, vorrei richiamare l’ABC della questione. L’Italia non è la Grecia. I nostri conti sono sostanzialmente in ordine, il deficit dello stato è sotto controllo: in una situazione di normalità potremmo tranquillamente fare fronte alle nostre obbligazioni e ripagare in toto il nostro debito, capitale e interessi, e alle scadenze convenute. Dunque perché i mercati non si fidano più di noi?

Partiamo da un paradosso. La via crucis delle borse in queste ultime settimane ha riguardato non solo il collocamento del nostro debito e la sua contrattazione sul mercato secondario, ma anche la borsa azionaria, che di per sé non c’entrerebbe molto. E in Italia – questo è il paradosso – la caduta verticale dei corsi azionari ha riguardato il nostro comparto bancario, giudicato a ragion veduta tra i più solidi e affidabili del mondo. Perché le nostre banche vanno a picco? Perché i loro portafogli sono pieni di titoli di stato del governo italiano, che sono al centro della bufera. Di conseguenza le banche dovranno presto mettere in conto grosse perdite, e l’investitore prende le distanze. Ho fatto questa digressione per dire che se prendesse piede questa moda di dibattere sulla simpatica possibilità di non pagare i debiti, e questo tema entrasse nel sentiment degli italiani (cittadini comuni e classe politica), le azioni bancarie si disintegrerebbero de tutto e i capitali stranieri verrebbero in Italia a fare razzia di asset finanziari a prezzi di saldo. Non sono sicuro che la fantasia italica ci sia buona consigliera al momento.

Ma perché i titoli di stato di un paese fondamentalmente solvibile come l’Italia stanno incontrando difficoltà così serie? Beh, tenete ben chiari in mente questi due punti: 1) l’Italia ha uno dei debiti pubblici più grandi del mondo; 2) l’Italia in tempi recenti ha dato prova, anno dopo anno, di non essere capace di crescere economicamente.

Mettete ora questi due dati in due particolari contesti. Il primo è quello di una perdurante recessione globale che rende febbrili i mercati. Il secondo è il dato stagionale di un’estate in cui, tradizionalmente, il volume degli scambi è molto ridotto e manovre speculative che avrebbero un effetto ridotto in altri momenti, possono ora contare su un effetto leva che produce cambiamenti sensibili sulle quotazioni. La speculazione al ribasso sui nostri titoli è riuscita a segnare qualche punto, e ciò ha impressionato anche investitori che, fuori da logiche speculative, hanno cominciato ad alleggerire i loro portafogli dei titoli italiani. Naturalmente al momento del collocamento di nuovi titoli di credito, di fronte a questa crisi di fiducia verso l’Italia, le aste determinano interessi più alti sul nostro debito, per remunerare il maggior rischio percepito. Il che a sua volta peggiora ulteriormente la situazione, perché aumenta l’onere degli interessi da pagare negli anni futuri. Così, se in principio era materia controversa se l’Italia appartenesse o meno al gruppo dei PIGS (Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna), da venerdì i nostri BTP hanno uno spread sulla Germania superiore ai Bonos spagnoli. Cioè il nostro paese viene percepito più a rischio di insolvenza della Spagna.

Berlusconi ha sicuramente ragione ad accusare la crisi globale per le difficoltà dell’Italia, ma: a) sotto di lui il debito pubblico è cresciuto; b) nel decennio appena trascorso la mancata crescita economica del paese si è prodotta nella cornice di otto anni di berlusconismo su dieci. Erano questi i due fattori critici da cui siamo partiti, ricordate? Enorme debito pubblico e mancata crescita. Così ci ha conciato il presidente-manager, tra Bunga-Bunga, processi brevi per accelerare la prescrizione dei suoi vecchi procedimenti penali, e processi lunghi per rimandare sine die le sentenze di quelli iniziati da poco.

In che modo se ne uscirà? Questo governo vuole tranquillizzare i mercati con grossi tagli allo stato sociale che avranno un prevedibile effetto depressivo sulla nostra economia (cioè cresceremo ancora di meno), nel frattempo la barra del timone rimarrà saldamente nelle mani di Papi, il capo di governo più disprezzato dalla stampa economica di tutto il mondo. I sacrifici saranno tutti sulle spalle degli italiani meno danarosi, e il loro effetto sarà probabilmente lo stesso delle enormi privatizzazioni degli anni novanta: un po’ di cash nelle casse dello stato, che respirerà per qualche tempo, ma senza risolvere alcun vero problema strutturale.

Gianluca Bifolchi
Fonte: http://subecumene.wordpress.com
Link: http://subecumene.wordpress.com/2011/08/07/i-debiti-basta-non-pagarli/
7.08.2011


Citazione
stefanodandrea
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 748
 

A)
"e i capitali stranieri verrebbero in Italia a fare razzia di asset finanziari a prezzi di saldo". No, basta una norma che conceda allo Stato la prelazione o che qualificando alcuni beni come strategici escluda la possibilità che siano acquistati da soggetti stranieri. Poi c'è la possibilità della nazionalizzazione, che è prevista dalla nostra Costituzione. L'ordinamento europeo non lo consente? Noi decidiamo di dare valore prioritatio alla Costituzione che "impone" la nazionalizzazione (art. 43). Dunque non si paga il debito, si lasciano fallire le banche e lo Stato le riacquista a prezzi stracciati.

B)
"1) l’Italia ha uno dei debiti pubblici più grandi del mondo;"
E che significa? Il debito del giappone è pari, in percentuale, a quasi il doppio di quello italiano. Dunque la spiegazione non è quella che tu offri. Questo punto lo possiamo dare per certo.

C)
2) "l’Italia in tempi recenti ha dato prova, anno dopo anno, di non essere capace di crescere economicamente".

Questa proposizione è vera. Quando si è verificato questo fenomeno? Dal 1992. Dal trattato sull'unione monetaria. Dalle privatizzazioni. Da tangentopoli. Dallo smantellamento delle partecipazoni statali. dalla distruzione del NOSTRO MODELLO DI SVILUPPO. Fino a quell'anno crescevamo più della media dei paesi europei.

Proprio non va. Queste cose lasciamole scrivere a Davide Giacalone o ad Amato.


RispondiCitazione
dana74
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 14377
 

A)
"e i capitali stranieri verrebbero in Italia a fare razzia di asset finanziari a prezzi di saldo". No, basta una norma che conceda allo Stato la prelazione o che qualificando alcuni beni come strategici escluda la possibilità che siano acquistati da soggetti stranieri. Poi c'è la possibilità della nazionalizzazione, che è prevista dalla nostra Costituzione. L'ordinamento europeo non lo consente? Noi decidiamo di dare valore prioritatio alla Costituzione che "impone" la nazionalizzazione (art. 43). Dunque non si paga il debito, si lasciano fallire le banche e lo Stato le riacquista a prezzi stracciati.

B)
"1) l’Italia ha uno dei debiti pubblici più grandi del mondo;"
E che significa? Il debito del giappone è pari, in percentuale, a quasi il doppio di quello italiano. Dunque la spiegazione non è quella che tu offri. Questo punto lo possiamo dare per certo.

C)
2) "l’Italia in tempi recenti ha dato prova, anno dopo anno, di non essere capace di crescere economicamente".

Questa proposizione è vera. Quando si è verificato questo fenomeno? Dal 1992. Dal trattato sull'unione monetaria. Dalle privatizzazioni. Da tangentopoli. Dallo smantellamento delle partecipazoni statali. dalla distruzione del NOSTRO MODELLO DI SVILUPPO. Fino a quell'anno crescevamo più della media dei paesi europei.

Proprio non va. Queste cose lasciamole scrivere a Davide Giacalone o ad Amato.

straquoto!


RispondiCitazione
materialeresistente
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 393
 

Il Giappone ha un debito pubblico che è del 203% del P.I.L., una popolazione che invecchia con un tasso di razzismo pari a quello del buon Borghezio, per questo motivo a loro la famosa A l'hanno ridotta al lumicino (varrebbero meno di noi x standard e poors), i bot giapponesi sono nelle mani delle banche giapponesi che finanziano il deficit dell stato grazie anche a tassi d'interesse tra i + bassi al mondo. Quanto dureranno prima di scoppiare pure loro?
L'Argentina ha fatto default, è costato morti ed impoverimento generalizzato. Le teorie di quelli che pensano che non pagare il debito non ha conseguenze "sociali" è una roba che fa ridere. Tutto questo casino avviene mentre 3.600 miliardi di ricchezza finanziaria sono concentrati per il 50% nelle mani del 10% delle famiglie italiane. Se non si riparte da lì, e se non si prende coscienza che questo sviluppo diseguale garantisce pochi a scapito dei tanti, vuol dire solo darsi delle martellate sui coglioni. Non pagare i debiti e basta in questa situazione non serve ad una mazza.


RispondiCitazione
stefanodandrea
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 748
 

Chi ha detto che un default non avrà conseguenze sociali? Certamente fa ridere. Io non ho mai visto un solo uomo o un solo popolo che abbia raggiunto un obbiettivo senza sacrifici. E i grandi obiettivi richiedono sempre immani sacrifici. La sinistra socialista europea pensava di aver costruito un sistema che si sarebbe retto senza nuovi sacrifici. Quando le cose cominciavano a non andare non si è opposta ai debiti per finanziare i consumi e ha sostituito il sol dell'avvenire con il telefonino a rate. I sacrifioci ci devono essere. Sono coloro che non vogliono i sacrifici, come mezzo per raggiungere obiettivi che sarebbe opportuno cominciassero finalmente a tacere e a comprendere quanto sono inconsistenti. Purtroppo, come sai, la sinistra è piena di tali inutili "pensatori".


RispondiCitazione
Condividi: