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I veri mandanti dell'ISIS e la Hathor-Pentalpha


oldhunter
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Anche se alquanto datato (è del 20 novembre 2015), l'articolo che segue mi pare particolarmente interessante e... appropriato per il momento attuale. Forse vale la pena rileggerlo attentamente e ponderare le parole del Magaldi.

I VERI MANDANTI DELL’ISIS E LA SUPERLOGGIA MASSONICA HATHOR-PENTALPHA

Carlo Tarallo intervista Gioele Magaldi

Intervista esclusiva a Gioele Magaldi, Gran Maestro del Grande Oriente Democratico e Presidente del Movimento Roosevelt, autore del best-seller “MASSONI. Società a responsabilità illimitata. La scoperta delle Ur-Lodges” primo volume di una trilogia, che sta anche per essere pubblicato in lingua spagnola, francese e inglese.


Magaldi, lei afferma nel suo libro “Massoni” che il nome “Isis” ha un significato legato a una superloggia massonica…

Come ho spiegato nel primo volume della serie di Massoni. Società a responsabilità illimitata, Chiarelettere Editore, l’Isis e il progetto politico-terroristico connesso sono una precisa e meditata creazione ad opera della Ur-Lodge Hathor-Pentalpha, una superloggia sovranazionale malignamente “eretica ed estremista” nei suoi fi-ni e nei suoi mezzi, persino rispetto agli ordinari circuiti massonici neoaristocratici e reazionari. Del resto, Isis o Iside è la stessa divinità egizia che, in determinati contesti mitologico-rituali, assume il nome di “Hathor… Tutto questo, comunque, viene spiegato minuziosamente nel libro Massoni, cosi come vi vengono profetizzati - con mesi e mesi di anticipo (il libro è uscito nel novembre 2014) - eventi quali i tremendi attentati terroristici di Parigi del 7 gennaio (episodio di “Charlie Hebdo”) e del 13 novembre 2015.
Le superlogge “Hathor-Pentalpha”, “Amun”, “Geburah”, “Der Ring” - alla guida di altre, loro satelliti - lucrarono enormi profitti geopolitici ed economici dalle guerre “preventive” al terrorismo dei primi anni ‘2000. Guerre che avrebbero avuto un senso solo se davvero fossero state volte ad “esportare” democrazia, libertà, laicità, diritti universali e infrastrutture materiali e immateriali in grado di garantire in Medio Oriente e altrove non so-lo istituzioni fondate sulla sovranità popolare e il pluralismo liberale, ma anche giustizia sociale e prosperità per tutti e per ciascuno. Cosi non fu. Quelle guerre, scatenate con il pretesto di abbattere “regimi canaglia” fiancheggiatori del terrorismo islamico, in realtà sono servite a scopi di ampliamento del potere e della ricchezza di un ristretto numero di gruppi massonici reazionari e neoaristocratici.


Cosa sono le superlogge massoniche?

Anzitutto occorre rammentare che il termine tecnico per denominarle è “Ur-Lodges”. Si tratta di logge molto potenti e speciali, di respiro e composizione sovranazionale, che cooptano tra i propri membri eminenti personaggi (sia uomini che donne) appartenenti alle Comunioni massoniche tradizionali (Gran Logge e Grandi Orienti) e anche profani e profane di particolare spessore e prestigio politico-sociale, economico-finanziario, mediatico, militare e culturale. E si tratta di contesti dove non ci si occupa soltanto di gestire il potere ai suoi massimi livelli globali, ma anche di cenacoli dove teorie e pratiche rituali ed esoteriche vengono coltivate con grande assiduità e scrupolosità. In effetti, a partire da fine Ottocento (momento di nascita delle prime, tra queste superlogge) e poi soprattutto nel corso del Novecento e nel primo quarto del XXI secolo, l’egemonia massonica e l’egemonia tout-court a livello planetario passa dalle tradizionali comunità massoniche organizzate su base nazionale a queste superlogge sovranazionali.


Perché una superloggia dovrebbe scatenare il terrore in Europa?

Da mesi, con la sceneggiata hollywoodiana sull’Isis e i suoi tagliatori di teste trasmessa worldwide, si è dapprima preparato il terreno. Poi è giunto il primo assaggio cruento nel cuore del Vecchio continente (vedi attenta-to alla sede della rivista “Charlie Hebdo”), quindi c’è stata una ulteriore escalation con l’episodio di venerdì 13 novembre 2015 e la strage di Parigi. Pur dissentendo da qualsivoglia paranoia complottista sulle numerologie di certi eventi, occorre rammentare che da quando, il venerdì 13 ottobre del 1307, il re di Francia Filippo il Bel-lo diede l’ordine di arresto dei Cavalieri Templari, “venerdì 13” è divenuto un significante importante e famigerato negli ambienti esoterici e massonici e poi anche nell’immaginario collettivo “profano”, tanto da dar vita, in tempi recenti, ad alcune serie filmografiche sul tema.
È in corso una lotta fratricida tra ambienti massonici neoaristocratici, egemoni da mezzo secolo, e la ripresa di attività dei circuiti latomistici progressisti, decisi ora ad invertire il corso antidemocratico e tecnocratico tanto della globalizzazione che della governance europea. Colpendo in un giorno molto preciso e particolare, le manovalanze terroristiche eterodirette dagli ambienti della Ur-Lodge Hathor-Pentalpha, intendevano conseguire due precisi obiettivi. Uno: dare un segnale infra-massonico ai circuiti liberomuratori progressisti e in particolare a una superloggia precisa, legata alla tradizione dei Templari e operante con particolare attenzione in Francia, in questi mesi… Dirò poi di che Ur-Lodge si tratti e che cosa stia cercando di fare sul territorio francese.
Due: grazie allo shock provocato e allo spauracchio della presunta impossibilità di garantire la sicurezza senza misure emergenziali, determinare sia in Francia che altrove un maggiore controllo politico, sociale e mediatico “autoritario”, mediante l’introduzione di eventuali modifiche costituzionali (vedi gli annunci di Hollande in tal senso) e di una sorta di “Patriot Act” europeo. In sostanza, dopo aver determinato una cinesizzazione del popolo europeo sul piano dei rapporti sociali ed economici (smantellamento del welfare, disoccupazione galoppante, crollo della domanda aggregata e dei consumi e conseguente aumento di manodopera a buon prezzo e con bassi salari) e dopo aver costruito una UE matrigna e antidemocratica (il Parlamento europeo, luogo di rap-presentanza della sovranità del Popolo europeo non ha il potere di fiduciare e sfiduciare un esecutivo politico continentale che sia sovraordinato alle strutture burocratiche comunitarie, invece di essere, come effettivamente è, subordinato alla dittatura tecnocratica della Bce, vero “dominus” non elettivo dell’attuale Europa), adesso si cerca di mortificare ulteriormente la vita democratica del Vecchio continente, introducendo, per mezzo della paura del terrorismo, leggi liberticide e autoritarie.


Il Procuratore nazionale Antimafia, Franco Roberti, ha detto che “forse dobbiamo essere pronti a rinunciare ad alcune delle nostre libertà personali, in particolare dal punto di vista della comunicazione” a causa della necessità di combattere con ogni mezzo il terrorismo. Cosa ne pensa?

Proprio il 14 novembre, sul sito ufficiale del Movimento Roosevelt (www.movimentoroosevelt.com), poi rilanciato anche sul sito di Grande Oriente Democratico (www.grandeoriente-democratico.com), è apparso un importante intervento intitolato “Strage a Parigi del 13 novembre 2015: il tragico avverarsi delle profezie di MAS-SONI e di Gioele Magaldi (risalenti al 2014) e un necessario impegno di tutti e di ciascuno per difendere demo-crazia e libertà, contro qualsivoglia deriva autoritaria e illiberale in stile Patriot Act sul suolo europeo e contro altre conseguenze strumentali e scellerate auspicate dai mandanti degli attentati di ieri (13 novembre) e del 7 gennaio 2015 in Francia”, articolo pubblicato il 14 novembre 2015 sul sito MR, di cui consiglio un’attenta lettura. Dopo qualche polemica ini
ziale, “a caldo”, rispetto a quanto da lui affermato, ho avuto modo di informarmi meglio sulla figura di Franco Roberti, procuratore antimafia e antiterrorismo, e in molti me ne hanno parlato come di persona seria, competente e amante della libertà e della democrazia. Credo, quindi, che quelle parole (anch’ esse dette “a caldo”, sull’onda dei fatti terribili che ci hanno tutti indignato e scosso) sul fatto di rinunci-are alla libertà, specie di comunicazione, in favore della sicurezza, siano state pronunciate in un momento di comprensibile e preponderante preoccupazione di assicurare al popolo italiano il massimo di tutela da minacce terroristiche.
Ma sono altrettanto convinto che Franco Roberti e i suoi collaboratori saranno in grado di lavorare alacremente sul lato della prevenzione e del controllo sapiente del territorio e dei luoghi più esposti a rischio, senza minimamente attentare alle libertà fondamentali dei cittadini. Del resto, il massone progressista Benjamin Franklin, uno dei massimi padri della nascita della prima Repubblica costituzionale e democratica al Mondo, gli Stati Uniti d’America, soleva affermare: “Chi è pronto a dar via le proprie libertà fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza, non merita né la libertà né la sicurezza”.
A proposito dei fatti di Parigi di venerdì scorso, vorrei aggiungere quello che mi hanno suggerito diversi amici fraterni onesti e scrupolosi, tra i quadri e i dirigenti dei servizi d’intelligence (di diverse nazioni) operanti in Francia, e in particolare a Parigi. E sa cosa mi hanno detto? Che senza una falla grossa come una casa nell’operato degli stessi servizi segreti occidentali e francesi (qualche agente infedele che, evidentemente, ha “collaborato” con i terroristi, tradendo con infamia i propri doveri e la propria dignità di uomo e di servitore dello Stato), quello che è accaduto venerdì 13 novembre non sarebbe mai potuto accadere.
Ma stiamo scherzando? Terroristi che arrivano indisturbati a pochi passi da dove si muove il Presidente della Repubblica e che vanno a fare il più atroce attentato in un locale che avrebbe dovuto essere scientificamente guardato a vista da servizi d’intelligence e sicurezza, in quanto già attenzionato in precedenza per possibili atti di terrorismo e violenza? Senza la connivenza di apparati deviati dell’intelligence militare e civile, tutto ciò non sarebbe stato assolutamente possibile. Ecco, dunque ci si prodighi per evitare, in Italia, le falle clamorose e ine-scusabili relative alla prevenzione degli attentati e al presidio capillare dei luoghi più esposti a rischi. E da questo punto di vista, in molti che lo conoscono bene, mi assicurano che Franco Roberti rappresenti una garanzia- per competenza, intelligenza e desiderio sincero di proteggere la popolazione esposta a minacce terroristiche- di prim’ordine.


Quando e come finirà, se finirà, questa tragedia?

La tragedia non finirà da sola. La sua fine dipende insieme dalle iniziative dei massoni progressisti nel contrastare i progetti di involuzione neo-feudale su scala europea, occidentale e globale e dal risveglio dell’orgoglio di tutti i cittadini comuni, latori pro-quota di sovranità. In questa prospettiva è stato fondato il Movimento Roosevelt, per unire in una alleanza comune élites progressiste e popolo sovrano desideroso di difendere con le unghie e con i denti tre secoli di conquiste democratiche e liberali.


Le sue verità sono sconvolgenti, lei vende tantissimi libri e gira l’Italia a spiegarle a tutti. Ha mai avuto una querela?

Ho ricevuto querele (stralunate) per diffamazione, in relazione alle attività del sito ufficiale di Grande Oriente Democratico, Movimento massonico d’opinione di cui mi onoro di essere Gran Maestro. Ma non ho ricevuto alcuna querela per questioni attinenti alla pubblicazione del libro Massoni. Società a responsabilità illimitata. La scoperta delle Ur-Lodges.


Nella massoneria, adesso, pensa di avere più amici o più nemici?

Ho sicuramente sia molti amici che molti nemici, all’esterno del network specifico di GOD, parte del più ampio campo di azione della Libera Muratoria progressista, di cui sono parte integrante. Tuttavia, da qualche tempo a questa parte accadono cose un po’ strane…
L’altro giorno, ad esempio, qualcuno mi ha iscritto ad un Gruppo “Massoneria” su facebook e poi, su quello stesso Gruppo, ieri, mercoledì 18 novembre, sono stato oggetto di minacce di esplicita violenza fisica e anche di morte, da alcuni massoni italiani, peraltro riconoscibili con nome e cognome. Sarà naturalmente mia cura, nelle prossime ore, allertare della cosa in modo adeguato sia le autorità giudiziarie competenti che l’opinione pubblica.

Fonte: italiaora.net
20 novembre 2015
Link: http://www.italiaora.net/i-veri-mandanti-dellisis-e-la-superloggia-massonica-hathor-pentalpha/

[/b]


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oriundo2006
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Un’aggiornamento qui da ultimo:
http://www.affaritaliani.it/cronache/bruxelles-il-gran-maestro-gioele-magaldi-414201.html
E’ interessante l’indicazione di Milano come probabile sede di un prossimo attentato in grande stile: non è da trascurare. C’ero già arrivato io per deduzione probabilistica …
Questo riferimento lo dò a tutti quei cultori del sito CDC che leggono e scrivono da Roma e dintorni, Forte Braschi et similia…e più non dico.


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Anche se alquanto datato (è del 20 novembre 2015), l'articolo che segue mi pare particolarmente interessante e... appropriato per il momento attuale. Forse vale la pena rileggerlo attentamente e ponderare le parole del Magaldi.

I VERI MANDANTI DELL’ISIS E LA SUPERLOGGIA MASSONICA HATHOR-PENTALPHA

Carlo Tarallo intervista Gioele Magaldi

Intervista esclusiva a Gioele Magaldi, Gran Maestro del Grande Oriente Democratico e Presidente del Movimento Roosevelt, autore del best-seller “MASSONI. Società a responsabilità illimitata. La scoperta delle Ur-Lodges” primo volume di una trilogia, che sta anche per essere pubblicato in lingua spagnola, francese e inglese.


Magaldi, lei afferma nel suo libro “Massoni” che il nome “Isis” ha un significato legato a una superloggia massonica…

Come ho spiegato nel primo volume della serie di Massoni. Società a responsabilità illimitata, Chiarelettere Editore, l’Isis e il progetto politico-terroristico connesso sono una precisa e meditata creazione ad opera della Ur-Lodge Hathor-Pentalpha, una superloggia sovranazionale malignamente “eretica ed estremista” nei suoi fi-ni e nei suoi mezzi, persino rispetto agli ordinari circuiti massonici neoaristocratici e reazionari. Del resto, Isis o Iside è la stessa divinità egizia che, in determinati contesti mitologico-rituali, assume il nome di “Hathor… Tutto questo, comunque, viene spiegato minuziosamente nel libro Massoni, cosi come vi vengono profetizzati - con mesi e mesi di anticipo (il libro è uscito nel novembre 2014) - eventi quali i tremendi attentati terroristici di Parigi del 7 gennaio (episodio di “Charlie Hebdo”) e del 13 novembre 2015.
Le superlogge “Hathor-Pentalpha”, “Amun”, “Geburah”, “Der Ring” - alla guida di altre, loro satelliti - lucrarono enormi profitti geopolitici ed economici dalle guerre “preventive” al terrorismo dei primi anni ‘2000. Guerre che avrebbero avuto un senso solo se davvero fossero state volte ad “esportare” democrazia, libertà, laicità, diritti universali e infrastrutture materiali e immateriali in grado di garantire in Medio Oriente e altrove non so-lo istituzioni fondate sulla sovranità popolare e il pluralismo liberale, ma anche giustizia sociale e prosperità per tutti e per ciascuno. Cosi non fu. Quelle guerre, scatenate con il pretesto di abbattere “regimi canaglia” fiancheggiatori del terrorismo islamico, in realtà sono servite a scopi di ampliamento del potere e della ricchezza di un ristretto numero di gruppi massonici reazionari e neoaristocratici.


Cosa sono le superlogge massoniche?

Anzitutto occorre rammentare che il termine tecnico per denominarle è “Ur-Lodges”. Si tratta di logge molto potenti e speciali, di respiro e composizione sovranazionale, che cooptano tra i propri membri eminenti personaggi (sia uomini che donne) appartenenti alle Comunioni massoniche tradizionali (Gran Logge e Grandi Orienti) e anche profani e profane di particolare spessore e prestigio politico-sociale, economico-finanziario, mediatico, militare e culturale. E si tratta di contesti dove non ci si occupa soltanto di gestire il potere ai suoi massimi livelli globali, ma anche di cenacoli dove teorie e pratiche rituali ed esoteriche vengono coltivate con grande assiduità e scrupolosità. In effetti, a partire da fine Ottocento (momento di nascita delle prime, tra queste superlogge) e poi soprattutto nel corso del Novecento e nel primo quarto del XXI secolo, l’egemonia massonica e l’egemonia tout-court a livello planetario passa dalle tradizionali comunità massoniche organizzate su base nazionale a queste superlogge sovranazionali.


Perché una superloggia dovrebbe scatenare il terrore in Europa?

Da mesi, con la sceneggiata hollywoodiana sull’Isis e i suoi tagliatori di teste trasmessa worldwide, si è dapprima preparato il terreno. Poi è giunto il primo assaggio cruento nel cuore del Vecchio continente (vedi attenta-to alla sede della rivista “Charlie Hebdo”), quindi c’è stata una ulteriore escalation con l’episodio di venerdì 13 novembre 2015 e la strage di Parigi. Pur dissentendo da qualsivoglia paranoia complottista sulle numerologie di certi eventi, occorre rammentare che da quando, il venerdì 13 ottobre del 1307, il re di Francia Filippo il Bel-lo diede l’ordine di arresto dei Cavalieri Templari, “venerdì 13” è divenuto un significante importante e famigerato negli ambienti esoterici e massonici e poi anche nell’immaginario collettivo “profano”, tanto da dar vita, in tempi recenti, ad alcune serie filmografiche sul tema.
È in corso una lotta fratricida tra ambienti massonici neoaristocratici, egemoni da mezzo secolo, e la ripresa di attività dei circuiti latomistici progressisti, decisi ora ad invertire il corso antidemocratico e tecnocratico tanto della globalizzazione che della governance europea. Colpendo in un giorno molto preciso e particolare, le manovalanze terroristiche eterodirette dagli ambienti della Ur-Lodge Hathor-Pentalpha, intendevano conseguire due precisi obiettivi. Uno: dare un segnale infra-massonico ai circuiti liberomuratori progressisti e in particolare a una superloggia precisa, legata alla tradizione dei Templari e operante con particolare attenzione in Francia, in questi mesi… Dirò poi di che Ur-Lodge si tratti e che cosa stia cercando di fare sul territorio francese.
Due: grazie allo shock provocato e allo spauracchio della presunta impossibilità di garantire la sicurezza senza misure emergenziali, determinare sia in Francia che altrove un maggiore controllo politico, sociale e mediatico “autoritario”, mediante l’introduzione di eventuali modifiche costituzionali (vedi gli annunci di Hollande in tal senso) e di una sorta di “Patriot Act” europeo. In sostanza, dopo aver determinato una cinesizzazione del popolo europeo sul piano dei rapporti sociali ed economici (smantellamento del welfare, disoccupazione galoppante, crollo della domanda aggregata e dei consumi e conseguente aumento di manodopera a buon prezzo e con bassi salari) e dopo aver costruito una UE matrigna e antidemocratica (il Parlamento europeo, luogo di rap-presentanza della sovranità del Popolo europeo non ha il potere di fiduciare e sfiduciare un esecutivo politico continentale che sia sovraordinato alle strutture burocratiche comunitarie, invece di essere, come effettivamente è, subordinato alla dittatura tecnocratica della Bce, vero “dominus” non elettivo dell’attuale Europa), adesso si cerca di mortificare ulteriormente la vita democratica del Vecchio continente, introducendo, per mezzo della paura del terrorismo, leggi liberticide e autoritarie.


Il Procuratore nazionale Antimafia, Franco Roberti, ha detto che “forse dobbiamo essere pronti a rinunciare ad alcune delle nostre libertà personali, in particolare dal punto di vista della comunicazione” a causa della necessità di combattere con ogni mezzo il terrorismo. Cosa ne pensa?

Proprio il 14 novembre, sul sito ufficiale del Movimento Roosevelt (www.movimentoroosevelt.com), poi rilanciato anche sul sito di Grande Oriente Democratico (www.grandeoriente-democratico.com), è apparso un importante intervento intitolato “Strage a Parigi del 13 novembre 2015: il tragico avverarsi delle profezie di MAS-SONI e di Gioele Magaldi (risalenti al 2014) e un necessario impegno di tutti e di ciascuno per difendere demo-crazia e libertà, contro qualsivoglia deriva autoritaria e illiberale in stile Patriot Act sul suolo europeo e contro altre conseguenze strumentali e scellerate auspicate dai mandanti degli attentati di ieri (13 novembre) e del 7 gennaio 2015 in Francia”, articolo pubblicato il 14 novembre 2015 sul sito MR, di cui consiglio un’attenta lettura. Dopo qualche
polemica iniziale, “a caldo”, rispetto a quanto da lui affermato, ho avuto modo di informarmi meglio sulla figura di Franco Roberti, procuratore antimafia e antiterrorismo, e in molti me ne hanno parlato come di persona seria, competente e amante della libertà e della democrazia. Credo, quindi, che quelle parole (anch’ esse dette “a caldo”, sull’onda dei fatti terribili che ci hanno tutti indignato e scosso) sul fatto di rinunci-are alla libertà, specie di comunicazione, in favore della sicurezza, siano state pronunciate in un momento di comprensibile e preponderante preoccupazione di assicurare al popolo italiano il massimo di tutela da minacce terroristiche.
Ma sono altrettanto convinto che Franco Roberti e i suoi collaboratori saranno in grado di lavorare alacremente sul lato della prevenzione e del controllo sapiente del territorio e dei luoghi più esposti a rischio, senza minimamente attentare alle libertà fondamentali dei cittadini. Del resto, il massone progressista Benjamin Franklin, uno dei massimi padri della nascita della prima Repubblica costituzionale e democratica al Mondo, gli Stati Uniti d’America, soleva affermare: “Chi è pronto a dar via le proprie libertà fondamentali per comprarsi briciole di temporanea sicurezza, non merita né la libertà né la sicurezza”.
A proposito dei fatti di Parigi di venerdì scorso, vorrei aggiungere quello che mi hanno suggerito diversi amici fraterni onesti e scrupolosi, tra i quadri e i dirigenti dei servizi d’intelligence (di diverse nazioni) operanti in Francia, e in particolare a Parigi. E sa cosa mi hanno detto? Che senza una falla grossa come una casa nell’operato degli stessi servizi segreti occidentali e francesi (qualche agente infedele che, evidentemente, ha “collaborato” con i terroristi, tradendo con infamia i propri doveri e la propria dignità di uomo e di servitore dello Stato), quello che è accaduto venerdì 13 novembre non sarebbe mai potuto accadere.
Ma stiamo scherzando? Terroristi che arrivano indisturbati a pochi passi da dove si muove il Presidente della Repubblica e che vanno a fare il più atroce attentato in un locale che avrebbe dovuto essere scientificamente guardato a vista da servizi d’intelligence e sicurezza, in quanto già attenzionato in precedenza per possibili atti di terrorismo e violenza? Senza la connivenza di apparati deviati dell’intelligence militare e civile, tutto ciò non sarebbe stato assolutamente possibile. Ecco, dunque ci si prodighi per evitare, in Italia, le falle clamorose e ine-scusabili relative alla prevenzione degli attentati e al presidio capillare dei luoghi più esposti a rischi. E da questo punto di vista, in molti che lo conoscono bene, mi assicurano che Franco Roberti rappresenti una garanzia- per competenza, intelligenza e desiderio sincero di proteggere la popolazione esposta a minacce terroristiche- di prim’ordine.


Quando e come finirà, se finirà, questa tragedia?

La tragedia non finirà da sola. La sua fine dipende insieme dalle iniziative dei massoni progressisti nel contrastare i progetti di involuzione neo-feudale su scala europea, occidentale e globale e dal risveglio dell’orgoglio di tutti i cittadini comuni, latori pro-quota di sovranità. In questa prospettiva è stato fondato il Movimento Roosevelt, per unire in una alleanza comune élites progressiste e popolo sovrano desideroso di difendere con le unghie e con i denti tre secoli di conquiste democratiche e liberali.


Le sue verità sono sconvolgenti, lei vende tantissimi libri e gira l’Italia a spiegarle a tutti. Ha mai avuto una querela?

Ho ricevuto querele (stralunate) per diffamazione, in relazione alle attività del sito ufficiale di Grande Oriente Democratico, Movimento massonico d’opinione di cui mi onoro di essere Gran Maestro. Ma non ho ricevuto alcuna querela per questioni attinenti alla pubblicazione del libro Massoni. Società a responsabilità illimitata. La scoperta delle Ur-Lodges.


Nella massoneria, adesso, pensa di avere più amici o più nemici?

Ho sicuramente sia molti amici che molti nemici, all’esterno del network specifico di GOD, parte del più ampio campo di azione della Libera Muratoria progressista, di cui sono parte integrante. Tuttavia, da qualche tempo a questa parte accadono cose un po’ strane…
L’altro giorno, ad esempio, qualcuno mi ha iscritto ad un Gruppo “Massoneria” su facebook e poi, su quello stesso Gruppo, ieri, mercoledì 18 novembre, sono stato oggetto di minacce di esplicita violenza fisica e anche di morte, da alcuni massoni italiani, peraltro riconoscibili con nome e cognome. Sarà naturalmente mia cura, nelle prossime ore, allertare della cosa in modo adeguato sia le autorità giudiziarie competenti che l’opinione pubblica.

Fonte: italiaora.net
20 novembre 2015
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Ma non si tratta forse di Horus, figlio di Isis ?

😉

Basta leggere nel Tempio di Luxor

• Horus era nato dalla vergine Isis-Meri il 25 Dicembre in una grotta/mangiatoia con la sua nascita annunciata da una stella all’Est e con la presenza di tre saggi.

• Il suo padre terrestre era chiamato “Seb” (“Joseph”).

• Egli era di discendenza regale.

• All’età di 12 anni, egli fu un insegnante bambino nel tempio, e a 30, egli fu battezzato, dopo essere scomparso per 18 anni.

• Horus fu battezzato nel fiume Eridano o Iarutana (Giordano)54 da “Anup il Battista” (Giovanni il Battista), che fu decapitato.

• Egli ebbe 12 discepoli, due dei quali furono i suoi “testimoni” ed erano chiamati “Anup” e “Aan” (i due “Giovanni”).

• Egli fece miracoli, esorcizzò i demoni e resuscitò El-Azarus (“El-Osiris”), dai morti.

• Horus camminò sull’acqua.

• Il suo epiteto personale era “Iusa”, “colui che diventa sempre figlio” di “Ptha”, il “Padre”. Egli fu così chiamato il “Santo Bambino”.

• Egli pronunciò un “Sermone della Montagna” ed i suoi seguaci raccontarono i “Detti di Iusa”.

• Horus fu trasfigurato sul Monte.

• Egli fu crocifisso tra due ladri, sepolto per tre giorni in una tomba, e risorto.

• Egli era anche la “Via, la Verità, la Luce”, il “Messia”, “L’Unto Figlio di Dio”, il “Figlio dell’Uomo”, il “Buon Pastore”, l’”Agnello di Dio”, “La Parola (Verbo) fatta carne”, la “Parola della Verità”, ecc.

• Egli era “il Pescatore” ed era associato col Pesce (“Ichthys”), l’Agnello ed il Leone.

• Egli venne per portare a compimento la legge.

• Horus era chiamato “il KRST”, o “l’Unto”.

• Come Gesù, “si riteneva che Horus avrebbe regnato mille anni”.

😉


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E’ interessante l’indicazione di Milano come probabile sede di un prossimo attentato in grande stile: non è da trascurare. C’ero già arrivato io per deduzione probabilistica …
Questo riferimento lo dò a tutti quei cultori del sito CDC che leggono e scrivono da Roma e dintorni, Forte Braschi et similia…e più non dico.

Basta ricordarsi Gladio...
Avremo i sequels...
Ciao.


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ANALISI SISTEMATICA DEL NEO-TERRORISMO ISLAMICO

di Gianfranco Carpeoro

26 marzo 2016

Premessa

La presente analisi è stata effettuata in base alle mie personali conoscenze ed esperienze, cumulando gli schemi delle più recenti vicende terroristiche con i tragici avvenimenti del 22 marzo 2016.

Partirò ovviamente dalle mie convinzioni circa le due premesse ipotetiche da porre alla base dei ragionamenti che svilupperò, e poi proporrò gli schemi che secondo me rendono attendibili le due ipotesi di partenza.

Infine vedrò di ragionare sui possibili sviluppi di questa situazione. Ovviamente sono solo ragionamenti e quindi non chiedetemi fonti e documenti: lo sapete che scrivo romanzi…

Prima ipotesi: La SOVRAGESTIONE

Il progetto di creare le premesse di un terrorismo islamico viene da lontano e risponde alle logiche oligarchiche così abilmente e utilmente descritte da Gioele Magaldi nel libro “Massoni” del quale non mi stancherò mai di consigliare la lettura.

La SOVRAGESTIONE trova le sue radici in una predominanza nella massoneria internazionale, particolarmente individuabile da dopo la seconda guerra mondiale, di una concezione oligarchica monopolistica del potere da parte degli ambienti della massoneria medesima e della finanza internazionale. L’unico dettaglio nel quale c’è una mia parziale non coincidenza con quanto sostenuto da Gioele è nel non riconoscere, da parte mia, una vera e propria componente massonica in senso iniziatico a questi ambienti, che io definisco invece contro-iniziatici e solo paramassonici. Ma, probabilmente, è solo un problema terminologico.

Per esempio, per tornare sul tema, mi risulta che l’influenza di tale paramassoneria sia stata determinante per sabotare all’epoca di Yalta il progetto sponsorizzato dai Rosa+Croce, di istituire due stati, uno per gli israeliani e uno per i palestinesi. Il tutto si concluse con la istituzione solo dello stato di Israele e non risulta niente affatto avventato definire tale esito come la premessa del sorgere di un progenitore del neoterrorismo islamico e cioè quello palestinese nella prima versione dell’OLP.

Altrettanto accadde in occasione dell’omicidio del povero Enrico Mattei, reo di voler sottrarre il mondo del petrolio arabo alla gestione economica, ma anche culturale, della lobby delle Sette Sorelle, in nome della sua formazione socialista, scarsamente sensibile al perpetuarsi del potere di certi sceicchi e califfi.

Intanto il progetto europeo di caratura liberalsocialista veniva definitivamente sabotato tramite l’omicidio del suo leader politico e spirituale Olof Palme, mettendo le basi di questa disgraziata Europa attuale, burocratica e disumana, unione solo di banche e burocratica distruttrice di economie produttive a favore di una finanza ormai astratta, estranea da ogni legittima aspirazione di popoli e individui.

Infine l’omicidio del leader ebreo Rabin, protagonista di una pax massonica, stavolta nel senso autentico, in Medio Oriente, che tanto aveva preoccupato i Signori della Guerra e del Terrore.

Stiamo parlando di una specie di Spectre, ma non soffermatevi sui nomi possibili, quelli li sapete o li potete individuare facilmente in quanto girano su web, perché altro non sono che l’espressione di una sistema astratto che deve essere, quello sì, smantellato in primo luogo culturalmente e poi politicamente, magari rispolverando ideologie spacciate per vecchie come quella di Eleanore Roosevelt, secondo la quale nessun sistema, nessun regime politico, nessuna dottrina sociale può essere giusta se ogni individuo, fino all’ultimo pigmeo africano, fino al più sfruttato lavoratore cinese o coreano, non può vivere con dignità o senza poter aspirare alla sua porzione di spazio spirituale e vitale, cioè di felicità.

Seconda ipotesi: La programmazione degli attentati

E così nel corso di decenni è stata creata una polveriera che si chiama Islam, ma darle questo nome è un abuso nei confronti della dottrina religiosa in questione, modificata, redatta, interpretata nell’ignoranza e nell’arretratezza, sponsorizzata dai satrapi del petrolio e dai potenti protetti dall’occidente per incrementare odio e integralismo da utilizzare per la autoconservazione di un potere assoluto e cieco. Quando si dice Islam, automaticamente si pensa al mondo arabo, ma la logica delle divisione etniche in questo caso non aiuta. Il popolo turco non è arabo, quello afgano tanto meno, e neanche la quasi metà del popolo indiano islamico e di quello africano.

In realtà la religione islamica, riadattata a strumento permanente di supporto a regimi politici integralisti e assoluti, neganti ogni diritto e ogni libertà democratica, fautori di sistemi sociali dove c’è chi ha tutto funzionalmente allo sfruttamento di chi non ha nulla, è diventata il collante di popolazioni quasi abbrutite dall’ignoranza e dal bisogno tramite una rete di imam e presunti padri spirituali la cui presenza e la cui legittimazione era stata la prima cosa assolutamente proibita dal Profeta. Per carità esistono persone preparate, brave e comunque in buona fede anche nel mondo islamico, ma sono marginalizzate e la consistente parte sana di quelle popolazioni è, nella sua maggior parte, dormiente e passiva di fronte a questo scempio.

Ecco che dalla disperazione del popolo palestinese, dai flagelli vari, siccità, malattie, povertà del popolo africano, dalle drammatiche divisioni tra popoli asiatici, nasce e si diffonde una vera e propria figura antropologica: il terrorista. Al terrorista viene offerta per decine di anni la prospettiva simbolica che gli ha consentito di accettare il rischio di sacrificare la sua vita: il riscatto sociale.

Ma questo valeva in pieno per la vecchia figura del terrorista che viveva ancora nei territori dove percepiva direttamente la sofferenza del suo popolo, ma in che misura vale oggi che i neoterroristi vivono nelle nostre città, nella realtà o a volte nel sogno di quella che noi chiamiamo presuntuosamente “integrazione”? Il problema è che quella che noi chiamiamo “integrazione” è stata solo la trasmissione di schemi consumistici e disumanizzanti che non solo non ha soppiantato il potenziale esplosivo del vecchio terrorismo, ma ne ha fatto solo impallidire all’ennesima potenza quel minimo di ragioni/torti etico ideali che ne consentiva la comprensione e manteneva un minimo di possibilità di recupero umano e sociale.

Aiutata dalla sapiente diffusione di nuove droghe raffinate e di ulteriori adattamenti snaturanti della religione islamica, la mutazione antropologica del terrorista si è ulteriormente evoluta: da esseri comunque umani a macchine del terrore. Addestrato e reso dipendente da varie droghe, in campi adeguatamente finanziati e organizzati, questo esercito di neoterroristi è oggi pronto a spargersi nelle nostre città come metastasi di un carcinoma e noi siamo impotenti.

Ma è un esercito SOVRAGESTITO, anche se dubito molto che chi ne fa parte ne sia consapevole. Di volta in volta viene utilizzato per scopi a volte tattici a volte strategici, a seconda delle circostanze, e se da qualche anno si rivolge contro l’Europa, non è certamente perché il SOVRAGESTORE vuole distruggerla, ma perché vuole e ha interesse che rimanga così. Il neoterrorismo deve impedire che l’Europa si liberi dal giogo monetario delle banche e dalla soggezione al potere finanziario, di cui la conservazione di un potere politico utile e comodo per la conservazione dello status quo nella sua complicità o nella sua ignoranza, debolezza, egoismo o incompetenza. IL NEOTERRORISMO SALDA IL RAPPORTO TRA IL POPOLO E IL POTERE COL COLLANTE
DELLA PAURA. Come era già accaduto ai tempi di Al-Qaeda e delle Torri Gemelle…

Ovviamente ho trattato del perseguimento da parte della SOVRAGESTIONE di un obiettivo primario, ma a volte la decisione di un atto di terrorismo risponde anche ad obiettivi secondari: punire o intimidire governi o enti economici o militari relativamente ad atti specifici che vanno interpretati, quindi, avendo una esatta conoscenza contestualizzata della situazione di quel luogo o di quella regione. In osmosi con la configurazione generale troviamo in gran quantità in giro ipotesi debunkeristiche secondo le quali gli attentati sarebbero tutta una finzione… Decine di utili idioti cercano fotogrammi nei filmati, gaffe di testimoni, esitazioni di giornalisti a caccia del falso, contravvenendo la regola aurea che una bugia, se deve essere con complicità sostenuta da decine di persone, è destinata a una vita brevissima. Anche su questo c’è una SOVRAGESTIONE: da un lato dire che i morti sono finti evita al potere di poter essere definito assassino ma solo un po’ cialtrone, dall’altro evita una seria e scrupolosa indagine sulla chiave portante del neoterrorismo.

La SOVRAGESTIONE: un ristretto numero di persone che hanno legami di potere o fanno parte della finanza e della politica internazionale, che a loro volta manovrano, ed è indifferente se consenzienti o inconsapevoli, pezzi di governi, di amministrazioni, di servizi segreti, logge massoniche o paramassoniche, strutture religiose di varia estrazione, e istituzioni bancarie e parti o esponenti dell’economia o dell’imprenditoria privata, una rete ad anelli dove la regola aurea viene ampiamente rispettata: ogni anello conosce solo e soltanto l’anello che gli è immediatamente superiore e quello che gli è immediatamente inferiore e nulla più.

Primo schema operativo: la tecnica della pluralità di attentati

Nella programmazione di un atto terroristico, una volta decisa la destinazione geografica generale in base all’obiettivo strategico, è da qualche anno in uso, come protocollo introdotto per primi da ambienti CIA e MOSSAD, di duplicarne o triplicarne le effettuazioni per garantirsi almeno un risultato “positivo”. Questo ovviamente solo quando lo scopo sia strategico e cioè relativo a un condizionamento su larga scala del modo politico, economico e sociale nazionale e internazionale. Invece quando lo scopo sia tattico (eliminazione di un pericolo al sistema, realizzazione di un interesse particolare, condizionamento o intimidazione non a larga scala, ma di un singolo soggetto che debba o non debba fare una determinata scelta), allora in tal caso la tecnica della effettuazione di atti terroristici plurimi è poco adottata per evidenti motivi di opportunità, a meno che la modalità dell’atto sia di non essere interpretabile in base all’obiettivo specifico, nel qual caso la pluralità suddetta avrebbe solo una funzione di depistaggio.

Nel medesimo protocollo della pluralità degli atti terroristici, recentemente è stata introdotta proprio dal neoterrorismo islamico (che l’ha mutuata dai tempi dell’OLP, poi da Hamas e nell’Intifada) la modalità dell’ESCALATION, e cioè una serie progressiva di episodi minori di violenza e di terrore che “prepari il terreno” al clou della iniziativa neoterroristica. Ciò è funzionale a ingenerare, ex post, dopo la fase finale, nell’opinione pubblica e nei media, la convinzione che non ci sia nulla di casuale, che l’organizzazione neoterroristica sia il massimo dell’efficienza, e che la vita di tutti dipenda solo dalla sua volontà e dalle sue scelte perché lo stato e la popolazione vengono colti non di sorpresa, ma per la maggior parte delle volte in stato di allerta.

Un primo caso clamoroso di neoterrorismo possiamo riscontrarlo nel famigerato 11 settembre 2001 dove gli aerei vocati a schiantarsi su obiettivi piuttosto eclatanti erano due (o forse tre). Si tratta di un caso di pluralità di atti senza escalation in quanto la efficienza del sistema americano non faceva ritenere opportuno creare lo stato di allerta. Peraltro l’organizzazione terroristica dell’evento era Al-Qaeda, guidata da una famiglia con collegamenti e interessi economici con gli States e con formidabili collegamenti con l’Arabia Saudita e gli Emirati partner storici degli americani.

Successivamente riscontriamo i fatti di Parigi. L’attentato relativo al giornale Charlie Hebdo è stato un attacco terroristico avvenuto il 7 gennaio 2015 contro la sede del giornale satirico suddetto, a Parigi. Nell’attentato sono morte dodici persone e undici sono rimaste ferite. Dopo il primo attentato, il 9 gennaio un complice degli attentatori si è barricato in uno dei supermercati della catena kosher Hypercacher a Porte de Vincennes, prendendo alcuni ostaggi e uccidendo un poliziotto più altre quattro persone. Appare chiaro in questo caso che la seconda azione non era preventivata e quindi si è trattato di una iniziativa che aveva un obiettivo singolo, il giornale e chi vi lavorava, e sotto il profilo dell’organizzazione siamo ancora nella sfera di Al-Qaeda.

Successivamente, nel 2015, la Francia fu vittima di numerosi attentati terroristici di matrice islamica fondamentalista, compiuti da affiliati o sostenitori dello Stato Islamico, cioè dell’Isis. Il 19 aprile una donna, Aurélie Châtelain, fu assassinata dallo studente algerino Sid Ahmed Ghlam, il quale aveva inoltre pianificato alcuni attacchi a due chiese di Villejuif, a Parigi, più la Basilica del Sacro Cuore. Il 26 giugno, a Saint-Quentin-Fallavier, il trentacinquenne Yassin Salhi, di origini marocchine, uccise e decapitò il proprio datore di lavoro, per poi fotografarsi insieme alla testa mozzata della vittima ed inviare la fotografia in Siria tramite WhatsApp; dopodiché aveva tentato di distruggere una fabbrica di gas con un furgone imbottito di bombole esplosive. Il 13 luglio quattro giovani tra i 16 e i 23 anni, tra cui un ex-militare, avevano presumibilmente progettato un attacco contro l’installazione militare di Fort Béar di Port-Vendres, nei Pirenei Orientali, con l’intenzione di filmare una decapitazione di un ufficiale. Il 21 agosto, su di un treno ad alta velocità proveniente da Amsterdam e diretto a Parigi, tre militari americani in borghese e un cittadino britannico in vacanza scongiurarono un attacco riuscendo a bloccare il terrorista, il ventiseienne Ayoub al-Qahzzani, poco prima che aprisse il fuoco con il suo Kalashnikov; nel tentativo di immobilizzarlo, tre persone rimasero ferite. Infine, il 29 ottobre fu scongiurato un altro attentato contro alcuni soldati della Marina Francese a Tolone, nel dipartimento di Var.

In altri termini una ESCALATION. Ciò fino all’attentato multiplo del 13 novembre 2015 al teatro Bataclan, allo Stade de France e a tre ristoranti parigini, in cui hanno trovato la morte 130 persone. Durante gli eventi seguenti all’attentato sono morte in totale otto persone: i due responsabili, il complice di Porte de Vincennes, quattro ostaggi di quest’ultimo e una poliziotta, portando così il totale a venti morti. La cronologia degli eventi ci dice che erano stati programmati in modo sequenziale: prima lo stadio, poi il teatro, poi i ristoranti. Quello programmato allo stadio avrebbe dovuto comportare una autentica strage ma pare, come lui stesso ha ammesso dopo il suo arresto, che chi avrebbe dovuto esserne l’artefice suicida, Salah Abdeslam, che avrebbe voluto farsi saltare allo Stade de France, come altri membri del commando islamista, mentre era in corso la partita Francia-Germania, poi abbia fatto “marcia indietro”. Viene da chiedersi, se la grande strage dello Stade de France avesse avuto luogo, gli ostaggi del teatro sarebbero stati ugualmente sterminati?

In ogni caso a Bruxelles il 18 marzo 2016 Salah Abdeslam viene arrestato. 4 giorni dopo, attacco all’Europa, terrore a Bruxelles: attentati in aeroporto e nel metrò, 31 morti e 250 feriti, Isis rivendica, due fermi, cinque r
icercati. Le deflagrazioni (due bombe sono esplose, una è stata ritrovata inesplosa) hanno colpito lo scalo internazionale Zaventem nella hall delle partenze, accanto al banco della American Airlines, un’altra bomba è esplosa alla fermata Maelbeek della Metropolitana, vicino alle sedi delle istituzioni Ue. Usato lo stesso esplosivo delle stragi di Parigi. E proprio sull’esplosivo conosciamo un ulteriore protagonista, Najim Laachraoui. Anche Najim Laachraoui è coinvolto negli attacchi in Belgio, oltre che in quelli del 13 novembre a Parigi. Infatti Najim Laachraoui, 25 anni, è ritenuto l’artificiere degli attacchi all’aeroporto e alla metropolitana in Belgio. Dopo l’arresto, la settimana scorsa, di Salah Abdeslam, il nemico pubblico numero uno dell’attacco a Parigi del 13 novembre 2015, prosegue la caccia per lui e per Mohamed Abrini, entrambi ricercati da mesi. Non è chiaro ancora se Laachraoui sia stato nel commando dei quattro in azione, ma si ritiene che abbia confezionato gli esplosivi e che fosse già ricercato dal 4 dicembre per gli attentati di Parigi. Il Dna di Laachraoui era stato trovato anche sul “materiale esplosivo usato negli attacchi” di Parigi, quelli che hanno causato la morte di 130 persone. L’uomo era stato fermato – sotto la falsa identità di Soufiane Kayal – ai primi di settembre al confine austro-ungarico in compagnia di Salah Mohamed Abdeslam e Belkaid. Come gli altri, Laachraoui fa parte di una rete di 90 martiri inviati dal Califfato in Europa, stando alle rivelazioni fatte prima di morire da Abdelhamid Abbaud, leader delle stragi parigine. Di questo gruppo, 30 sono stati neutralizzati da novembre in poi. Agli altri si sono uniti criminali comuni e foreign fighter appena rientrati dalla Siria. Tra loro alcuni esperti di esplosivi, come sarebbe Laachraoui.

Quindi ecco gli anelli di congiunzione tra i fatti di Parigi e quelli di Bruxelles. Ecco perché niente ESCALATION, nonostante il doppio atto terroristico. Non ce ne era bisogno.

Secondo schema operativo: la scelta simbolica della data e l’utilizzo di un linguaggio “avverso” o estraneo per gli esecutori

A suo tempo, tanto io che Gioele Magaldi avevamo indicato la evidente correlazione della data dei precedenti episodi neoterroristici di Parigi, il 13 novembre 2015, con la tragica conclusione della vicenda dei Templari. Ed entrambi avevamo sottolineato come tale riferimento volesse esprimere simbolicamente la firma degli attentati come di origine paramassonica da parte della cd massoneria reazionaria e oligarchica.

Potete ritenere una coincidenza che la data prescelta per gli episodi di Bruxelles sia il 22 marzo, cioè la stessa data del decreto di soppressione dell’Ordine del Tempio nel 1312, poi diffusa per pubblica lettura il 3 aprile dello stesso anno come bolla “Vox in Excelso”, dal papa Clemente V? Quindi stessa firma, stessa provenienza, stessa SOVRAGESTIONE.

Ma c’è di più. Se fosse stato l’Isis e non la SOVRAGESTIONE ad aver scelto la data, sarebbe alquanto strano: il 22 marzo del 1457 Johannes Gutenberg completava la stampa del primo libro, la Bibbia (!); nel 1831 veniva istituita la Legione straniera, in perenne guerra coi berberi arabi (!); nella stessa data, nel 1945, in Egitto, al Cairo, nasceva la Lega araba che l’Isis vede come il fumo negli occhi (!), sebbene alcuni stati delle stessa lega stiano facendo il doppio gioco; e nel 2004 in Israele/Palestina veniva ucciso a Gaza il fondatore e capo spirituale di Hamas, sceicco Ahmed Yassin (!).

D’altro canto, rivelatore è esaminare il linguaggio “avverso” all’Isis contenuto nella data e come venga utilizzato. Nelle letture liturgiche del giorno in questione della Chiesa Cattolica troviamo:

Is 49,1-6

Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all’estremità della terra.

(Secondo canto del Servo del Signore)

Dal libro del profeta Isaìa

Ascoltatemi, o isole, udite attentamente, nazioni lontane; il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome. Ha reso la mia bocca come spada affilata, mi ha nascosto all’ombra della sua mano, mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto nella sua farètra. Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria». Io ho risposto: «Invano ho faticato, per nulla e invano ho consumato le mie forze. Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore, la mia ricompensa presso il mio Dio». Ora ha parlato il Signore, che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele – poiché ero stato onorato dal Signore e Dio era stato la mia forza –, e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d’Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all’estremità della terra».

In effetti questo passo del profeta Isaia è la profezia della restaurazione del regno di Israele, cioè di Giacobbe e della sua discendenza, uno dei passi fondanti della rivendicazione esclusiva da parte degli ebrei di quelle terre cosi contestate. Curioso no?

Ma l’ulteriore lettura liturgica “avversa”, ma potrei dire controversa, di quella data è questa:

Vangelo Gv 13,21-33.36-38

Uno di voi mi tradirà… Non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte.

Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte».

Curioso: il tema del tradimento, prima riferito a Giuda, ma, successivamente, proprio a Pietro, il primo papa, il fondatore della chiesa di Roma, tanto odiata dall’Isis. Beh, vero, all’Isis potrebbe anche andar bene dare del traditore a Pietro, ma forse il tema è un altro e ancora una volta l’Isis non c’entra nulla.

Torniamo un po’ indietro… La stampa, un traditore aveva cercato di spacciarcelo in questa vicenda: si trattava di Salah Mohamed Abdeslam. Evidentemente “istruiti” da opportune veline fabbricate dai servizi segreti francesi e belgi, i media lo descrivevano come l’u
omo più ricercato d’Europa, il nemico pubblico numero uno, ma anche come l’unico degli attentatori di Parigi ad essere rimasto in vita ricercato dagli stessi miliziani dell’Is, per i quali il giovane francese di origine marocchina residente in Belgio poteva essere un traditore, reo di non essersi fatto saltare in aria, di aver mancato l’ultimo mortale obiettivo probabilmente fissato nel XVIII arrondissement. Oggi, arrestato Salah Mohamed Abdeslam in Belgio il 18 marzo, gli investigatori rendono noto come stesse preparando nuovi attentati, anche se il collegamento operativo e organizzativo con gli atti neoterroristici di Bruxelles è ancora solo un’ipotesi. Quindi, se si unisce a questo quadro la sostanziale copertura degli ambienti islamici cittadini di Bruxelles, che ha fatto sì che il neoterrorista potesse vivere tranquillo a casa sua, Salah Mohamed Abdeslam era effettivamente un traditore? E le non chiare circostanze che, solo dopo molti mesi, hanno portato al suo arresto, sono attività investigative o soffiate nel senso del cd “fuoco amico”? È stato scaricato effettivamente dall’ISIS, avendo come Pietro rinnegato la sua Chiesa, o solo la sua famiglia?

In effetti Salah non è l’unico in famiglia a essere coinvolto negli attacchi di Parigi, con lui c’era anche il fratello Brahim, morto kamikaze dopo essersi fatto esplodere – lui sì – sulla terrazza del bar Comptoir Voltaire nell’XI arrondissement. Salah ha 26 anni, il fratello Brahim Abdeslam ne ha 31. Entrambi sono nati a Bruxelles, figli di immigrati marocchini con cittadinanza francese, vivono a Molenbeek, un quartiere situato a ovest del centro di Bruxelles, caratterizzato da una grande concentrazione di stranieri provenienti dal Nordafrica e più in generale dai paesi arabi. I genitori di Salah e Brahim hanno vissuto in Algeria quando era sotto il controllo della Francia, sono cittadini francesi. Anche Salah e Brahim sono cittadini francesi come gli altri due fratelli Abdeslam e la sorella. Abdaramane è un autista della metropolitana in pensione, e Yamina fa la casalinga, la gente del suo quartiere la descrive come «una persona gentile, allegra e carina». L’altro fratello è Mohamed, è stato un impiegato del municipio di Molenbeek per circa dieci anni. Il suo capo lo ricorda come un uomo garbato, che è stato anche membro del gabinetto dell’ex sindaco Philippe Moureaux, uno di spicco per la vita del quartiere.

Chi lo conosceva parla di Brahim come di un tipo tutto sommato tranquillo, fumava cannabis e, sì, in passato aveva fatto qualche stupidaggine, ma sostanzialmente era un ragazzo a posto, non era un violento. Aveva studiato come elettricista, ma poi non aveva esercitato il mestiere. Si era sposato, secondo il rito civile e non secondo quello religioso, con una ragazza di nome Niama. Il matrimonio era durato due anni, poi i due si erano separati. L’ex moglie, intervistata dal quotidiano britannico Daily Mail, lo definisce come una persona più che altro pigra, con un buon carattere e che non aveva mai manifestato atteggiamenti violenti. Le sue giornate erano tutte uguali, le passava a fumare cannabis e a dormire. Brahim era il proprietario di Le Béguines, un bar a Molenbeek. 9 giorni prima degli attentati, il locale è stato chiuso a seguito di un’ordinanza della polizia che ha imposto un fermo dell’attività per 5 mesi, dopo che nella struttura era stata trovata della cannabis. Piccoli guai con la giustizia che si ripetevano periodicamente, a maggio 2015 Brahim era stato colto sul fatto durante una rapina a un bar-tabacchi, il suo arresto era stato addirittura ripreso dalla tv belga.

Salah Abdeslam, il fratello minore, oggi in fuga per l’Europa, era il direttore del bar del fratello. A 26 anni conduceva una vita di eccessi. Molte delle testimonianze degli amici lo descrivono infatti come una persona in perenne stato di eccitazione, sempre alla ricerca di qualcosa di estremo. Non valeva la pena andare a trovarlo a casa prima delle tre del pomeriggio, passava il suo tempo a dormire perché in genere usciva e rientrava a tarda notte o il mattino seguente. Secondo qualcuno «era sempre fatto e conduceva una vita dissoluta. Ossessionato dalle donne, ogni sera ne portava a letto una diversa». Eppure tra le molte voci c’è anche chi lo descrive come «un ragazzo carino, timido e gentile» come ha fatto il presidente di un centro giovanile di Molenbeek, Moustafa Zoufri. Per Mohamed Abdeslam, uno dei suoi fratelli non coinvolti negli attentati, Salah è soprattutto un tipo molto intelligente. Intelligente e irrequieto. Fin da giovane, infatti, si era contraddistinto per avere un animo piuttosto turbolento tanto da aver causato in passato l’incendio della sua stessa casa di famiglia. Incapace di condurre una vita stabile, prima di lavorare come direttore del locale del fratello, Salah era impiegato in un’azienda di trasporti a Bruxelles da cui fu licenziato nel febbraio 2011 dopo aver commesso troppe assenze ingiustificate.

Tutti e tre i fratelli, Brahim, Mohammed e Salah, hanno avuto dei guai con la legge già all’inizio del 2000 ed erano stati chiamati a comparire di fronte al tribunale di Bruxelles per traffico di droga.

Il percorso di radicalizzazione di Brahim e Salah inizia però solo 5 anni fa, nel 2010, dopo che Salah trascorre un periodo in carcere scontando una condanna per furto con scasso e traffico di droga. È allora che comincia a frequentare Abdelhamid Abaaoud, considerato l’architetto degli attacchi terroristici di Parigi e degli ultimi attentati attribuiti a ISIS che erano stati organizzati e non erano andati a buon fine. Salah entra a far parte delle milizie dello Stato Islamico nel 2013, impara tutto quello che c’è da sapere sulla clandestinità, su come eludere i servizi di sicurezza e il monitoraggio dell’intelligence. Sia lui che Brahim avevano smesso di bere e di fumare da tre mesi, avevano iniziato a comportarsi in maniera regolare e a fare sport. Qualcuno del quartiere sostiene che si stessero preparando alla guerra, altri invece affermano di non essersi accorti di nulla. Il fratello Mohammed vedeva Salah e Brahim cambiati: «non bevevano più, non fumavano più e andavano alla moschea», ma non credeva – assicura in un’intervista televisiva – che quello fosse il segno di una loro radicalizzazione. Non credeva che dietro ci fosse un piano, un progetto come quello messo in atto il 13 novembre a Parigi. Le tracce seguite dagli inquirenti aprono la prospettiva di un probabile viaggio in Siria di Salah, che sarebbe proprio quest’estate passato per l’Italia, per poi da Bari imbarcarsi su un traghetto per la Grecia e successivamente, ad agosto, rientrare in Belgio sempre attraversando da sud a nord il nostro Paese.

C’è tanto nella data del 22 marzo. Troppe coincidenze allusive relative alla cultura occidentale e non a quelle islamiche. Due pontefici “traditori”, Pietro perché per tre volte rinnega il Cristo, Clemente V perché sopprime i Templari. I quattro giorni dalla cattura di Salah, il “traditore”. Gli altri riferimenti, secondari della data. E la lettura liturgica del giorno, Isaia, la restaurazione del regno di Israele. Nei breviari si scrive così: Is 49,1-6; Is, l’abbreviativo usato dai servizi di intelligence per ISIS…

Terzo schema operativo: la scelta degli obiettivi

La scelta degli obiettivi del neoterrorismo appare strategicamente ragionata dalla sovragestione con una evoluzione molto particolare che costituisce la riproposizione del vecchio modulo terroristico. In effetti Al-Qaeda aveva colpito nei fatti dell’11 settembre 2001 dichiarando una specie di stato di guerra al nemico dichiarato: gli Stati Uniti di America. Colpire le Torri Gemelle o addirittura il Pentagono era colpire direttamente un nemico dichiarato, era l’atto iniziale di una guerra su un territorio, mai in precedenza direttamente nel mirino del Terrore. ISIS cambia modo. Francia e Belgio, nonostante le gravi responsabilità
della prima nelle vicende libiche, non sono nemici diretti del mondo arabo, anzi. E neanche l’Unione Europea. Quindi appare chiaro che la scelta è di affermare l’identità dell’ISIS con atti di terrore che destabilizzino e intimidiscano non un nemico attuale, ma anche solo un nemico del tutto potenziale.

La sovragestione decide, in altri termini, di affermare l’esistenza del neonato Stato islamico, con atti rivolti su soggetti ritenuti deboli, come l’Europa, teatro di divisioni e di distinguo opportunistici tra stati, e quelli ritenuti più deboli sotto il profilo della sicurezza interna, la Francia e il Belgio, sono stati colpiti perché più ospitali nei confronti del mondo islamico, nell’illusione per ora tramontata di sostenere e rafforzare un Islam “moderato”. Perché la possibilità di una leadership nel mondo islamico, di una quanto mai inerte e inattiva componente moderata, è comunque il primo pericolo, sia pure del tutto potenziale, per ISIS: per lo stesso motivo per il quale il primo nemico della struttura clericale sono stati gli eretici e non gli atei o i credenti di altre religioni, o i primi nemici del comunismo integralista sono stati i socialisti e i comunisti non “ortodossi”.

Ma questo interessa alla SOVRAGESTIONE solo per motivare profondamente l’integralismo islamico costruendo la figura del nemico. I veri interessi e i veri obiettivi sono altri. E la vera firma simbolica della SOVRAGESTIONE la troviamo nella scelta, di enormi risvolti esoterici, degli obiettivi dell’ultima azione neoterroristica, quella di Bruxelles. Aeroporto e Metropolitana. Alchemicamente “Quod superius est inferius”. Cattolicamente “Così in cielo come in terra”. Perché iniziato vero è colui che cerca in sé l’orma della divinità, controiniziato è colui che crede di essere Dio. E l’ISIS è solo il braccio armato, ma anche il panno rosso del torero agitato davanti al povero toro. Non c’è nulla di religioso in tutto questo. Perché chi crede di essere Dio non ha bisogno, in alcuna forma, di Dio.

Sviluppi

Il neoterrorismo, per come si prospetta la situazione, ha per ora realizzato pienamente gli obiettivi strategici della SOVRAGESTIONE e gli obiettivi tattici del suo braccio armato, l’ISIS. Gli obiettivi strategici sono portare guerra e terrore Urbi et Orbi (aeroporti e metropolitane), non consentendo a nessuno di individuare il presupposto fondamentale di una guerra che si possa combattere con successo e cioè il teatro dei fatti bellici, il cd “campo di battaglia”. Il resto del mondo (parlare solo di Occidente sarebbe riduttivo) non sa dove difendersi, oltre a non conoscere il vero avversario, che è la SOVRAGESTIONE prima dell’ISIS.

La stessa creazione dello Stato islamico appare come l’ennesima brillante intuizione strategica di disegnare un campo di battaglia che produca nuove stragi, ma che sia anche lontano dai veri interessi in gioco, non manifestando infine ciò che si deve veramente distruggere e alimentando altresì l’odio delle popolazioni avvelenate dall’integralismo islamico contro chi è costretto ad ammazzargli amici e familiari. Le intelligence delle varie nazioni coinvolte dovrebbero sapere che la SOVRAGESTIONE ha da tempo preparato almeno tre progetti di stati islamici diversamente collocati da quello attuale, in caso di crollo e disfatta del medesimo.

Come l’Italia dovrebbe sapere, solo in termini di consapevolezza, non in termini di intimidazione o paura, che qualunque suo coinvolgimento operativo in iniziative sul territorio dell’ISIS, comporterà che muti la sua natura da obiettivo potenziale a obiettivo effettivo. I terreni ipotizzabili di una azione neoterroristica, anche sotto il profilo simbolico proprio della SOVRAGESTIONE, oggi sono due: Roma, ovviamente, e la Sicilia, Palermo per esempio.

Certamente l’ISIS sarebbe da disgregare, ma nella consapevolezza che gli altri stati islamici sono pronti per sorgere, o la stessa ISIS per risorgere altrove. Occorre che, contestualmente alle manovre di sicurezza attuali, entri a tutti gli effetti nel mirino delle analisi e della costruzione di strategie la SOVRAGESTIONE e ciò può avvenire solo tramite una bonifica delle proprie strutture di potere del mondo occidentale, cosa resa difficile dalle attuali zone oscure di contiguità. L’operazione culturale, sociale, politica, ma anche iniziatica, è quella di contrapporre al riscatto escatologico e ipotetico degli integralismi religiosi e non, la concreta, quotidiana, ricostruzione del vero Tempio, che è l’Uomo. La vera scommessa dell’Occidente è la nascita di un Neoumanesimo.

Grazie per l’attenzione

Carpeoro

Link: http://paolofranceschetti.blogspot.it/2016/03/analisi-sistematica-del-neo-terrorismo.html
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spadaccinonero
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magaLLi starà scrivendo un nuovo libro dove i massoni buoni, rigorosamente progressisti, amici dell'euro e degli immigrati combattono contro i massoni cattivi ovviamente conservatori, pro monete nazionali nonché razzisti/fascisti e infine maschilisti

😉

questi cri cri della seconda infornata sono pure fan di roosvelt che a mio avviso tanto stinco di santo non era...


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haward
Honorable Member
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Mesi fa ho abboccato e mi sono comprato il libro di Magaldi. Un'intelligente operazione di depistaggio per una discreta fascia di appassionati del settore e nulla più. Naturalmente in tali contesti vengono "rivelate" anche tutta una serie di notizie interessanti ma, ovviamente, tutto rimane rigorosamente ben al di sotto della soglia minima della verità.


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mincuo
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Io non ho comprato il libro ma avuto alcune pagine. Un cumulo di fesserie per babbioni. Una modesta ricerca d'archivio è sufficiente.
Ho piacere per lui comunque che ci fa un po' di quattrini.


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Scifraroc
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pur non avendo le basi culturali di Mincuo anche io dopo avere letto le prime 10 pagine del libro in questione ho intuito che avrei fatto meglio a spendere meglio i miei soldi......


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Black_Jack
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Io non ho comprato il libro ma avuto alcune pagine. Un cumulo di fesserie per babbioni. Una modesta ricerca d'archivio è sufficiente.
Ho piacere per lui comunque che ci fa un po' di quattrini.

Sì, mi sono fermato dopo qualche decina di pagine.

Purtroppo anche persone intelligenti si sono avvicinate al movimento di quell'individuo.


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spadaccinonero
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Post: 10314
 

scusate ma... cosa si può pretendere da un libro che si trova sulla destra appena entri nientepopodimeno che alla feltrinelli?

😆

io l'ho letto l'estate scorso (me lo prestò un vicino) e posso dire che lo si può paragonare ad un romanzo...

il succo del discorso è

ci sono persone che operano nell'ombra e sono buone mentre altre che altrettanto operano all'oscuro dei più ma sono cattive

ovviamente magaLLi e co stanno con dalla parte giusta, quella che vuole il "progresso"

evidentemente avrà preso ispirazione da Naruto dove i ninja del villaggio della foglia combattono contro i ninja malvagi dell'akatsuki


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cedric
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Post: 1697
 

...Questo riferimento lo dò a tutti quei cultori del sito CDC che leggono e scrivono da Roma e dintorni, Forte Braschi et similia…e più non dico.

Certo che se quelli di forte braschi frequentano CdC per cercare informazioni e magari potenziali "attivisti" siamo messi davvero bene, solo i belgi arriverebbero a tale livello di idiozia......


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Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
 

...Questo riferimento lo dò a tutti quei cultori del sito CDC che leggono e scrivono da Roma e dintorni, Forte Braschi et similia…e più non dico.

Certo che se quelli di forte braschi frequentano CdC per cercare informazioni e magari potenziali "attivisti" siamo messi davvero bene, solo i belgi arriverebbero a tale livello di idiozia......

Basta pagare e tutti fanno finta di essere idioti...
E' sempre e solo questione di SOLDI !!!

😉


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