Il 25 Aprile si può...
 
Notifiche
Cancella tutti

Il 25 Aprile si può celebrare uniti senza la retorica ...

Pagina 2 / 4

alonzo
New Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 3
 

Certo che con la moviola in campo tutto questo gossip non avrebbe senso


RispondiCitazione
Affus
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 3261
 

ma perchè, dico io, questi repubblichini perdevano tempo a interrogarli sti ragazzini seganalati dal parroco ?
ma dovevano direttamente strappargli le palle !

Siccome uno di 'sti ragazzini era un mio parente e non abbiamo nemmeno una tomba su cui piangere, è un piacere leggere di questi "auspici".
Purtroppo da allora è cambiato ben poco.
Adesso se la prendono coi barboni.
Ma gli "ideali" sono sempre gli stessi.

ecco , lei è uno che quando ragiona , ragiona solo in base a interessi personali, non ha un minimo di ideale . Gente della pasta asciutta direbbe qualcuno .
La bibbia ci insegna che Gionata per governare avrebbe dovuto far fuori Davide a tutti i costi ;era bello o era brutto, era in gamba o meno , doveva farlo fuori alla prima occasione .
Invece quei trogloditi incivili ci insegnano che ci sono dei sentimenti e degli ideali che vanno al di là degli interessi personali, che non erano pochi . Purtroppo questi sono gli italiani che hanno fatto il dopoguerra , sia da una parte che dall'altra .


RispondiCitazione
Affus
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 3261
 

vorrei aggiungere la certezza che chi narra e rievoca e' quasi sempre colui che e' sopravissuto , probabilmente il piu' vigliacco , venduto e traditore, praticamente una fonte cristallina.

Già, i sopravissuti.
Quelli che erano troppo vecchi o troppo giovani per combattere.
Quelli che avevano i tedeschi in casa e a cui dovevano fare da servi, ma erano i più "fortunati" perchè almeno non ti depredavano del cibo e a volte cascava anche qualche patata in brodo.
Salvo poi tentare di violentarti ogni volta che erano ubriachi.
Quelli che non erano andati in guerra perchè handicappati (esistevano anche allora, eh?).
QUEI sopravissuti, non solo quelli scappati l'8 settembre per nascondersi, hanno poi avuto figli ed hanno raccontato.
Il guaio che chi ascoltava, non ha poi a sua volta raccontato ai propri figli, o se lo ha fatto si è preso un "uffa, sempre le stesse cose".
Il risultato è il mondo che vediamo oggi, le frasi come quelle che leggiamo oggi, i politici che ci comandano oggi.
Forse gli italiani sono una razza che non riece ad evolversi.
Preferisce raccontarsi favole sul proprio passato e crederci.

è come quando ci convincevano sulla bontà del divorzio; ti prendevano il caso estremo, il caso limite , per fare una legge . ti raccontavano della moglie del carcerato all'ergastolo in che situazione si trovava e che non avrebbe piu potuto rifarsi una vita . ..
Il tedesco in casa era una triste necessità ..... per evitare i banchieri in casa che ti avrebbero succhiato il sangue,la tua vita e il tuo lavoro .... ...
Non si puo dire in quelle condizioni chi avesse torto e ragione !
Io a quei tempi avrei preso il fucile e mi sarei messo a sparare in aria , se non c'erano comunisti in giro che avrebbero voluto assoggettarci a stalin.


RispondiCitazione
Affus
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 3261
 

e non dite che non volevano assogettarci a Stalin perchè al sud solo questo si è visto di bello e di certo nei comunisti post ventennio .

io ho consciuto parenti comunisti che nascondevano le armi fino a ieri in attesa del grande giorno , del sagnale del benemerito per fare la sollevazione ; non dite sciocchezze , e lo sapevano tutti , ecco perchè nasce gladio !


RispondiCitazione
nerobruno
New Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 3
 

raccontiamo cosi' per sempre racconti raccontati, scritti e non ascoltati, sentiti e non letti, personali esperienze definitive e assolute come deve essre in questo incredibile verissimo show di truman. piu' che una moviola in campo serve il fermo immagine. presto il prof. S. HAWKING ci svelera' il segreto di tutte 'ste poco utili vite vissute.


RispondiCitazione
Affus
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 3261
 

ho sentito poi un tizio ,un esperto di geopolitica , che diceva che la colpa di mussolini sarebbe che al nord si era alleato allla piccola borghesia industriale e al sud alla borghesia terriera e ai latifondisti . Al sud anche ai reduci della grande guerra a dire il vero !!!!!
Scusate , di grazia , ma garibaldi ,mazzini e cavour , a chi si erano alleati per fare l'italia ? Non si erano alleati, per caso ,alla grande loggia orientale di londra , cioe ai colonialisti e schiavisti e alla mafia sicliana?
però garibaldi è un eroe che ha liberato l' italia !|!!!! E ci debbono ancora spiegare da chi e da che cosa ci ha liberati ; di grazia , forse dal tiranno affamotore di popolo ? Noi gia avervamo delle catene di spago e questo bastardo ce le ha fatte di acciaio !


RispondiCitazione
ziomarino
New Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1
 

A me mio padre mi ha raccontanto che quando era piccolo durante la guerra, i comunisti gli hanno chiesto di portarli dal parroco, lui ingenuamente li ha portati, e loro lo hanno ucciso così a freddo solamente perché era un parroco.

Sono d'accordo con Fini (e Berlusconi), la mistica della resistenza è stata riscritta dai vincitori, quegli stessi cui obbedivano non certo stinchi di santo come Garibaldi Cavour e Mazzini poi dalla stessa massoneria "santificati" nei libri di scuola, e gli uccisi a Salo' lo sono stati non solo per lealtà e onore, ma anche per amor di patria. Esattamente come chi per amor di patria uccideva parroci innocenti o combatteva contro i tedeschi.

E' raccapricciante vedere come la "sinistra", sempre più inesistente come forza politica perserveri nelle polemiche sterili e autolesioniste, puramente ideologiche, perchè vuole continuare a imporre la "versione ufficiale" dei vincitori.

Ed è così che in un venticinque aprile che avrebbe potuto essere di ripacificazione nazionale, per diventare un paese quasi normale con governi e opposizioni che servono il popolo senza continuamente delegittimarsi a vicenda, le uniche note stonate sono giunte, mi spiace dirlo, dai vari franceschini dalema di pietro e tutti quanti. Manco a farlo apposta non fanno altro che aumentare a dismisura la popolarità di Berlusconi.


RispondiCitazione
eresiarca
Prominent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 761
 

Un articolo di Maurizio Barozzi (non trovo la fonte).

LA RESISTENZA E IL 25 APRILE

Il MITO STORIOGRAFICO DELLA RESISTENZA venne creato, più o meno, a metà degli anni ’60, in particolare quando Roberto Battaglia diede anima, forma, corpo e sostanza storiografica ad episodi e avvenimenti bellico-politici del tutto insignificanti con il suo: "Storia della Resistenza italiana" (Einaudi).

In realtà, ancor peggio del Risorgimento, che pur in alcune zone aveva avuto una partecipazione popolare, sostanzialmente non ci fu alcuna opposizione militare della popolazione verso i tedeschi e la RSI.

E la attestazione di questo fatto storicamente inequivocabile la si trova nelle stesse decisioni e atti degli Alleati che non vollero mai riconoscere ai cosiddetti “partigiani” alcuna qualifica di combattenti.

Per gli Alleati, infatti, non aveva senso dare la qualifica di “combattenti” alle bande partigiane che mai impegnarono seriamenti il nemico in combattimenti, o al semplice desiderio, comunque presente in buona parte della popolazione, che la guerra finisse al più presto e magari, con l’augurio che arrivassero gli Alleati.

Nè Churchill, nè Eisenhower inteso mai avallare una presunta “Resistenza”.

Questa è una realtà storica, che nessuna celebrazione di Stato, romanzo letterario o finction televisiva potrà mai cambiare.

Gli stessi Alleati inoltre, obtorto collo, dovettero riconoscere – e lo riconobbero! - che l’unica partecipazione popolare, con attività militare, sia pure esigua rispetto al totale della popolazione (circa 800 mila italiani) fu quella della REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA ai cui combattenti venne riconosciuta questa qualifica (ripetiamo: negata invece ai partigiani!).

Nessuna agiografia storica, costruita a tavolino, e nessuna caricatura di episodi, riportati nelle innumerevoli pubblicazioni resistenziali, dove si “trasformano” i desideri dei pur tanti antifascisti italiani, in veri e propri atti di resistenza militare, mai avvenuti, può cambiare la Storia.

Non possono essere considerati una partecipazione popolare e neppure una realtà militare gli sparuti gruppi di GAP e SAP, che nelle stesse grandi metropoli oscillavano tra i 20 e i 50 elementi al massimo i quali, oltretutto, compivano imprese “mordi e fuggi”, sparando proditoriamente alle spalle, dileguandosi immediatamente e senza indossare alcuna divisa o segno distintivo. Nè mai ebbero a presentarsi per evitare rappresaglie, da loro stessi provocate, sui civili.

Non possono essere considerati una partecipazione popolare e neppure una realtà militare la massa dei renitenti alla leva (figurarsi erano fuggiti proprio per non combattere!), frammisti a sbandati e qualche idealista, che si rifugiarono sulle montagne, ove rimasero prossocchè inoperosi. Solo una falsa filmografia e la retorica libraria resistenziale ha voluto moltiplicare, come i pani e i pesci, alcuni rari casi di attentati compiuti da questi rifugiati sulle montagne, inventando addirittura le mai esistite “5 giornate di Napoli”.

I partigiani alla macchia, infoltitisi solo negli ultimi mesi di guerra, scesero verso le città solo dopo che i tedeschi, concordata la resa, si ritiravano nei loro acquartieramenti.

Le tanto strombazzate divisioni dell’Oltrepò paveve o le divisioni di Moscatelli, cominciarono timidamente a mettere fuori il muso dalle montagne solo dopo l’occupazione Alleata di Bologna del 21 aprile 1945 e la evidente rinuncia dei tedeschi a combattere. Ma, comunque, entrarono a Milano solo il 27 e il 28 aprile, più per fare una “passerella” festosa, con le loro divise americane nuove, mai sporcate da azioni belliche, che compiere un ultima impresa epica.

Le stesse fonti cielleniste, per esempio, affermano che a Como e addirittura il 27 aprile!, i componenti del CLN erano in tutto 50 (date le fonti occorre anche calare il numero) e per giunta prudentemente clandestini!

Studiando attentamente il famoso "Incontro all'Arcivescovado", dove Mussolini voleva conseguire un indolore passaggio dei poteri per poi ritirarsi verso il Nord in attesa degli sviluppi della situazione, ed invece si vide chiedere da Cadorna & Co. una resa incondizionata, storici seri hanno sorriso al pensiero che, se Mussolini avesse veramente accettato la resa, i ciellenisti non erano neppure in grado di riceverla ovvero di occupare i palazzi governativi e la consegna di migliaia di militi fascisti, per mancanza di uomini.

Una volta andati via i fascisti di Pavolini da Milano, ovvero vero le 5 del mattino del 26 aprile, il CLNAI potè far occupare la Prefettura, ma lo dovette fare la Guardia di Finanza passata ufficialmente dalla parte della Resistenza! E stiamo parlando di episodi del 25, 26, 27 aprile.

Ovviamente poi, tra il 27 e il 28 aprile i banchetti di arruolamento di "partigiani dell'ultim'ora" si riempirono di iscrizioni (spesso buone per una pensioncina o un riconoscimento futuro).

E, sempre ovviamente, ci si scatenò nei massacri indiscriminati degli sconfitti (sconfitti dalla FF.AA. Alleate, si intende).


RispondiCitazione
eresiarca
Prominent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 761
 

Il testamento di Benito Mussolini

http://www.youtube.com/watch?v=e7xgo5I1nYA


RispondiCitazione
albertgast
Active Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 7
 

Bene, prendo atto di questa "nuova" verità, che non sarà più la verità dei vincitori, ma è sicuramente la verità dei perdenti.
E sicuramente NON è la Verità, ma un'altra verità.
A questo punto la discussione non mi interessa più.
La mia vita ormai l'ho vissuta quasi tutta, non essendo mai stata comunista, ma cercando di non guardare la realtà con l'occhio del fanatico.
Quello che vedo al giorno d'oggi mi ricorda molto quello che mi raccontava mio nonno.
Magari sono solo coincidenze e anche per l'Italia verrà un bel periodo di diritti affermati e libertà per tutti.
Per il momento vedo un paese dove ci stanno togliendo anche il diritto di morire come ci pare e dove la libertà di stampa sta precipitanto verso l'80° posto nel mondo, solo per fare due esempi a caso.
Credo che chi ha scrito prima di me sia molto più giovane di me (se non sono nostalgici) e quindi auguro a tutti buona prosecuzione.
Qualsiasi cosa verrà, io non potrò farci nulla, ma non ne avrò nemmeno la responsabilità.
L'unica cosa che ho potuto fare l'ho fatta: passare la mia conoscenza ai miei figli.


RispondiCitazione
Affus
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 3261
 

A me mio padre mi ha raccontanto che quando era piccolo durante la guerra, i comunisti gli hanno chiesto di portarli dal parroco, lui ingenuamente li ha portati, e loro lo hanno ucciso così a freddo solamente perché era un parroco.

Sono d'accordo con Fini (e Berlusconi), la mistica della resistenza è stata riscritta dai vincitori, quegli stessi cui obbedivano non certo stinchi di santo come Garibaldi Cavour e Mazzini poi dalla stessa massoneria "santificati" nei libri di scuola, e gli uccisi a Salo' lo sono stati non solo per lealtà e onore, ma anche per amor di patria. Esattamente come chi per amor di patria uccideva parroci innocenti o combatteva contro i tedeschi.

E' raccapricciante vedere come la "sinistra", sempre più inesistente come forza politica perserveri nelle polemiche sterili e autolesioniste, puramente ideologiche, perchè vuole continuare a imporre la "versione ufficiale" dei vincitori.

Ed è così che in un venticinque aprile che avrebbe potuto essere di ripacificazione nazionale, per diventare un paese quasi normale con governi e opposizioni che servono il popolo senza continuamente delegittimarsi a vicenda, le uniche note stonate sono giunte, mi spiace dirlo, dai vari franceschini dalema di pietro e tutti quanti. Manco a farlo apposta non fanno altro che aumentare a dismisura la popolarità di Berlusconi.

Ci sono anche altre storie .
c'era un tedescone negli ultimi mesi della resistenza che tutte le mattine col suo camion si fermava vicino a una piazza di milano e portava da magiare roba presa alla mensa ufficiali ecc. alle donne affamate e famiglie affamate . C'e un articolo storico che se lo trovo lo posto . Ebbene i partigiani vedendo che la gente parlava bene di certi tedeschi a causa di questo tedescone che tutte le mattine portava da magiare quello che riusciva a raccolgiere in giro , lo fecero saltare in aria con tutto il suo camion ! Ecco questi erano i partigiani diMIlano !


RispondiCitazione
Affus
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 3261
 

In morte del partigiano Silvio Ortona

Ortona
“E’ morto Silvio Ortona, il partigiano Lungo, che amava dire, lui così
schivo e serio e giusto, di aver contribuito alla liberazione di Vercelli.
Di lui, morto a Torino, a 88 anni, in modo silenzioso e in punta di piedi,
così com’era vissuto, si ricordano i “vecchi” politici della sinistra
storica”. Con queste parole La Stampa commenta agiograficamente la morte del
“partigiano-ebreo che amava Cogne”, minimizzando però sull’episodio che più
di tutti caratterizzò la vita del “Lungo”, ovvero quello dell’eccidio
dell’ex-Ospedale psichiatrico di Vercelli avvenuto il 12 maggio del 1945.
Eppure “Silvio Ortona, ebreo scampato ai lager, cugino di Primo Levi, era un
uomo buono, leale, giusto”, scrive ancora Donata Belossi su La Stampa l’11
marzo 2005, cosa su cui ci permettiamo di dissentire assolutamente. E ciò
sia detto senza offesa alcuna alla memoria ed al rispetto che si deve ad
ogni persona, ma Silvio Ortona fu anzitutto colui il quale si assunse la
responsabilità di aver dato l’ordine di uccidere tutti quei prigionieri
repubblicani, molti dei quali sedicenni e diciannovenni, che vennero
barbaramente trucidati dai suoi partigiani comunisti. Erano militi della R.S
I. senza colpe particolari e men che meno senza processo alcuno, che furono
barbaramente pestati a sangue dopodiché ancora vivi fatti stendere a decine
sul piazzale antistante all’ex-Ospedale (laddove vi era un comando
partigiano), per essere poi maciullati vivi dalle ruote dei camion che
andarono avanti e indietro fino a ridurre tutto ad informe poltiglia. Ancora
oggi i famigliari di quelle vittime, dopo avere tentato per decenni tramite
ogni canale possibile, non sanno dove i loro congiunti siano finiti. E il
“buono, leale e giusto” Silvio Ortona comandò tale eccidio, anche se
giustificati dubbi farebbero invece ritenere che lui, grazie all’immunità
parlamentare essendo in seguito stato eletto deputato del P.C.I., se ne sia
assunta la responsabilità per coprire altri: ma di ciò non v’è prova alcuna.
Alcuni prigionieri furono fucilati invece a Larizzate, ed altri ancora
barbaramente trucidati sul ponte del canale Cavour a Greggio nel vercellese,
dove ancora al presente nel sabato più vicino al 12 Maggio ogni anno avviene
una toccante commemorazione di queste vittime della guerra civile. Su questo
episodio contribuimmo grazie soprattutto alle ricerche storiche
dell’antifascista ed archivista statale Giuseppe Crosio, alla realizzazione
di un servizio televisivo ad opera del giornalista Paolo Pisanò fratello del
più noto storico e senatore Giorgio (1) che andò in onda su di una emittente
privata milanese. Tempo dopo realizzammo anche vari articoli giornalistici
ed alcune interviste in merito, fino a quando decidemmo nel corso della
stesura del libro Storie comuniste in bianco e nero (ed. Menhir, Vercelli,
2001), di intervistare proprio Silvio Ortona per avere da lui la sua
versione dei fatti, anche e soprattutto per confrontarla con le molte dei
parenti delle vittime. Era il 28 giugno 2001 ma Ortona, superato un lungo
momento di imbarazzato silenzio, declinò energicamente dicendo che lui “non
partecipava a nessuna ricostruzione” dell’eccidio. Queste stesse parole
furono riportate sul nostro libro con tanto di virgolette e ad esse non
seguì mai nessuna smentita; non solo, ma nel 2004 l’episodio fu riportato
anche su un volume storico di altissima tiratura citando la fonte e i fatti
(2) che nel frattempo si erano ulteriormente allargati. Nel corso del 2002
infatti, durante un ulteriore approfondimento sullo studio dell’eccidio,
emerse che Ortona collaborava invece ancora a riviste legate ai vari
Istituti storici per la Resistenza, contraddicendo così di fatto quel che a
noi disse in quell’occasione, e cioè che lui non si occupava più da tempo di
cose legate a quegli anni di guerra. Seguì quindi a distanza di un anno
esatto una nostra seconda telefonata, questa volta più decisi ad andare in
fondo soprattutto perché sembrava legittimo e più storico un confronto tra
le due parti. Ma Ortona questa volta, realizzato subito chi fossimo e cosa
volessimo, rispose istericamente di “non voler fare nessuna ricostruzione,
che la cosa non lo interessava minimamente buongiorno e grazie, buongiorno e
grazie, buongiorno e grazie!”. Curioso comportamento per un uomo “serio,
giusto, buono e leale […] una delle persone rare capaci di assumersi la
responsabilità politica di un fatto, l’eccidio dell’Opn (3), di cui, in
verità, non fu testimone né diretto né indiretto. Né avrebbe potuto essere
altrimenti”, come invece scrive il noto quotidiano. Curioso davvero, anzi
sconcertante, anzi stridente. Nel frattempo, da ormai sessant’anni, le
famiglie non possono nemmeno portare un fiore sulla tomba dei loro congiunti
per questo recentemente è stato posto un cippo commemorativo di fronte
all’ex-comando partigiano di Via Trino a Vercelli (4). In conclusione una
vicenda piuttosto brutta, soprattutto se si pensa al tempo trascorso da quei
tragici giorni; non si venga poi però a raccontare che il cosiddetto
“revisionismo” si nutrirebbe di antisemitismo, idee ambigue e fasulle o di
grossolane falsificazioni storiche. Sarebbe invece auspicabile che a
qualcuno dei portatori insani di queste teorie venisse invece per una volta
nella vita intenzione di manifestare onestà intellettuale, laddove il caso
di Ortona potrebbe proprio contribuire ad accendere un sereno dibattito
peraltro mai iniziato sulle tante questioni (5) mai affrontate prima: quella
degli scheletri occultati negli armadi della nostrana Resistenza.

Lodovico Ellena

(1) specifichiamo questo perché un nostro articolo in merito attirò
l’attenzione dell’Istituto per la storia della Resistenza “Cino Moscatelli”,
che su di un sito internet ci accusò di ignoranza in quanto nemmeno in grado
di scrivere correttamente i nomi degli autori di riferimento per le nostre
ricerche storiche. Contattati quindi i responsabili del sito internet
facemmo notare che l’equivoco era loro: l’articolo accusatorio sparì
immediatamente, ma di scuse per i poco edificanti epiteti a noi indirizzati
e rimasti on-line per settimane manco a parlarne.

(2) Raffaello Uboldi, 25 aprile 1945, ed. Mondadori, Milano, 2004, pag.
324. “Silvio Ortona […]interrogato dallo storico Lodovico Ellena a proposito
di queste stragi, risponderà di “non essere interessato a operazioni
revisionistiche”

(3) “Opn”, sic et simpliciter: forse in questo modo più anonimo e
discreto il lettore distratto si farà qualche domanda in meno…

(4) puntualmente danneggiato da ignoti vandali che ci si augura almeno
essere ignoranti del fatto.

(5) troppe e forse sta proprio qui il problema, come peraltro ormai
evidente al grande pubblico grazie al libro di Giampaolo Pansa Il sangue dei
vinti, volume che ha avuto il merito di divulgare qualche pagina di un ben
più immenso capitolo di storia.


RispondiCitazione
albertgast
Active Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 7
 

Il Emilia invece i partigiani combattevano contro queste brave persone:

A Marzabotto la violenza nazista
una strage di donne e bambini

LA STRAGE di Marzabotto del 29 settembre 1944 è stata senza alcun dubbio la più violenza mattanza messa a segno dai nazisti in Italia. Per ferocia e per numero di vittime. Nonostante la si sia sempre chiamata strage di Marzabotto, coinvolse numerosi paesi emiliani tra cui appunto quello che ha dato il nome alla strage.

La strage si fa risalire al maresciallo Albert Kesserling che ne fu mandante, mentre l'esecutore materiale si chiamava Walter Reder, maggiore delle SS soprannominato "il monco" perchè aveva lasciato l'avambraccio sinistro a Charkov, sul fronte orientale, racconta Arrigo Petacco sul portale della guerra di liberazione.

Reder arrivò in Emilia a fine settembre sulle tracce della brigata partigiana Stella Rossa. Per tre giorni, a Marzabotto, Grizzana e Vado di Monzuno, il maresciallo delle SS compì la più tremenda delle sue rappresaglie. In località Caviglia i nazisti irruppero nella chiesa dove don Ubaldo Marchioni aveva radunato i fedeli per recitare il rosario. Furono tutti sterminati a colpi di mitraglia e bombe a mano.

Nella frazione di Castellano fu uccisa una donna coi suoi sette figli, a Tagliadazza furono fucilati undici donne e otto bambini, a Caprara vennero rastrellati e uccisi 108 abitanti compresa l'intera famiglia di Antonio Tonelli (15 componenti di cui 10 bambini).

I nazisti misero a ferro e a fuoco l'intera Marzabotto distruggendo anche 800 appartamenti, una cartiera, un risificio, quindici strade, sette ponti, cinque scuole, undici cimiteri, nove chiese e cinque oratori. Infine, la morte nascosta: prima di andarsene Reder fece disseminare il territorio di mine che continuarono a uccidere fino al 1966 altre 55 persone. In totale, le vittime di Marzabotto, Grizzano e Vado di Monzuno furono 1.830.

Fra i caduti, 95 avevano meno di sedici anni, 110 ne avevano meno di dieci, 22 meno di due anni, 8 di un anno e quindici meno di un anno. Il più giovane si chiamava Walter Cardi: era nato da due settimane. Dopo la liberazione Reder, che era riuscito a raggiungere la Baviera, fu catturato dagli americani. Estradato in Italia, fu processato dal tribunale militare di Bologna nel 1951 e condannato all'ergastolo. Dopo molti anni trascorsi nel carcere di Gaeta, fu graziato nel 1985 per intercessione del governo austriaco. Morì pochi anni dopo in Austria senza mai essere sfiorato dal rimorso.

(13 gennaio 2007 - Repubblica)


RispondiCitazione
Affus
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 3261
 

Il Emilia invece i partigiani combattevano contro queste brave persone:

A Marzabotto la violenza nazista
una strage di donne e bambini

LA STRAGE di Marzabotto del 29 settembre 1944 è stata senza alcun dubbio la più violenza mattanza messa a segno dai nazisti in Italia. Per ferocia e per numero di vittime. Nonostante la si sia sempre chiamata strage di Marzabotto, coinvolse numerosi paesi emiliani tra cui appunto quello che ha dato il nome alla strage.

La strage si fa risalire al maresciallo Albert Kesserling che ne fu mandante, mentre l'esecutore materiale si chiamava Walter Reder, maggiore delle SS soprannominato "il monco" perchè aveva lasciato l'avambraccio sinistro a Charkov, sul fronte orientale, racconta Arrigo Petacco sul portale della guerra di liberazione.

Reder arrivò in Emilia a fine settembre sulle tracce della brigata partigiana Stella Rossa. Per tre giorni, a Marzabotto, Grizzana e Vado di Monzuno, il maresciallo delle SS compì la più tremenda delle sue rappresaglie. In località Caviglia i nazisti irruppero nella chiesa dove don Ubaldo Marchioni aveva radunato i fedeli per recitare il rosario. Furono tutti sterminati a colpi di mitraglia e bombe a mano.

Nella frazione di Castellano fu uccisa una donna coi suoi sette figli, a Tagliadazza furono fucilati undici donne e otto bambini, a Caprara vennero rastrellati e uccisi 108 abitanti compresa l'intera famiglia di Antonio Tonelli (15 componenti di cui 10 bambini).

I nazisti misero a ferro e a fuoco l'intera Marzabotto distruggendo anche 800 appartamenti, una cartiera, un risificio, quindici strade, sette ponti, cinque scuole, undici cimiteri, nove chiese e cinque oratori. Infine, la morte nascosta: prima di andarsene Reder fece disseminare il territorio di mine che continuarono a uccidere fino al 1966 altre 55 persone. In totale, le vittime di Marzabotto, Grizzano e Vado di Monzuno furono 1.830.

Fra i caduti, 95 avevano meno di sedici anni, 110 ne avevano meno di dieci, 22 meno di due anni, 8 di un anno e quindici meno di un anno. Il più giovane si chiamava Walter Cardi: era nato da due settimane. Dopo la liberazione Reder, che era riuscito a raggiungere la Baviera, fu catturato dagli americani. Estradato in Italia, fu processato dal tribunale militare di Bologna nel 1951 e condannato all'ergastolo. Dopo molti anni trascorsi nel carcere di Gaeta, fu graziato nel 1985 per intercessione del governo austriaco. Morì pochi anni dopo in Austria senza mai essere sfiorato dal rimorso.

(13 gennaio 2007 - Repubblica)

chi provocò la strage di marzabotto furono i tupoi amici partigiani , informati bene !


RispondiCitazione
alonzo
New Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 3
 

arbitro cornutooo!


RispondiCitazione
Pagina 2 / 4
Condividi: