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Il 25 Aprile si può celebrare uniti senza la retorica ...

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albertgast
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[quote=Affus]

Il Emilia invece i partigiani combattevano contro queste brave persone:

A Marzabotto la violenza nazista
una strage di donne e bambini

chi provocò la strage di marzabotto furono i tupoi amici partigiani , informati bene !

i quali combattevano contro dei MILITARI (e non è la stessa cosa).
Cmq gli stessi partigiani così "sbagliati", in Toscana combattevano anche contro tutto questo:

12 agosto 1944
S. ANNA Dl STAZZEMA (Lucca)
Si tratta di uno degli eccidi più atroci compiuti dai tedeschi nell'Europa occidentale. È la tecnica poi esaltata da Walter Raeder, quella cioè che un esercito in ritirata deve lasciare dietro di sé solo "terra bruciata". La mattina del 12 agosto, 3 colonne naziste avanzano da direzioni diverse da Monte Ornato, dalla strada Pontestazzemese e dalla Foce di Farnocchia. Una quarta colonna ferma sopra Valdicastello bloccando le strade di accesso a S. Anna. Comincia un metodico e scrupoloso rastrellamento e il primo grosso nucleo di prigionieri è raccolto in località Vacchereccia. Poi, da tutte lo parti, con raffiche di mitra e facendo largo uso di lanciafiamme, si inizia l'orrendo massacro. Vengono trucidati 560 abitanti tra cui moltissimi vecchi, donne e bambini. In questo informe ammasso di cadaveri qualche giorno dopo, fuggiti i tedeschi, si potevano identificare solo 390 Martiri. La strage continua nei giorni seguenti, man mano che le truppe si spostano: 14 sono fucilati al Mulino rosso, 6 a Capezzano di Pietra Santa e 53 vengono impiccati a Bardine di S.Terenzio.
.da Repubblica del 29/10/1999... Otte era capoplotone nella 16a divisione dei granatieri corazzati delle SS, denominata "Reichsführer SS", che dal maggio '44 conduceva una disperata battaglia difensiva retrocedendo verso nord lungo la Riviera ligure. "Il nostro era il commando dei forsennati di Himmler". Alle spalle del fronte, le unità della 16a organizzavano frequenti spedizioni punitive contro i partigiani veri o presunti. A 17 anni Otte, classe 1925, era passato dal Reichswaffendienst (Servizio del lavoro) alle Waffen- SS: "Non andavamo tanto per il sottile", ammette, anche se sostiene di non aver ucciso nessuno in quella mattinata d'agosto. L'ordine di scatenare l'azione punitiva era arrivato la sera precedente. La pattuglia di Otte era non lontano da Pietrasanta. "La zona era piena di partigiani, ci diedero l'ordine di sparare a vista". Il villaggio aveva allora circa 300 abitanti, per lo più contadini poverissimi o minatori occupati nelle miniere di ferro e di zolfo. Ma nell' estate del '44, in quelle casette grigie, sparse sul pendio o raccolte nelle piccole frazioni di Vaccareccia, Bambini o Le Case, erano alloggiati anche circa 700 sfollati, per lo più donne e bambini provenienti da Pisa, da Pietrasanta o da Lucca.
La mattina del 12 agosto 1944 il cielo era di un azzurro splendente. Alcune donne accendevano i forni per cuocere il pane. Si era alzato presto anche Enrico Pieri, che allora era un bambino di 10 anni. La sera prima suo padre aveva abbattuto una mucca; aspettava il macellaio che avrebbe dovuto squartarla. I tedeschi attaccarono il villaggio contemporaneamente da varie direzioni. Pieri ricorda che alla frazione Franchi incominciarono a battere contro le porte urlando: "Rrrausss!" (fuori!)- Cacciarono la gente dalle case. Una donna che era rimasta sulla porta venne fucilata sul posto. Poco dopo ricacciarono in cucina la famiglia Pieri e quella dei vicini, e incominciarono a sparare. A un tratto il piccolo Enrico sentì qualcuno sussurrargli all'orecchio. Era Grazia, la figlia dei vicini, di quattro anni più grande. Riuscì a nascondersi sotto la scala e ad attirare il piccolo accanto a sé. Alla fine uno dei carnefici ispezionò ancora una volta la cucina. "Una delle mie zie si muoveva ancora", ricorda Pieri. "Quello la finì con un colpo di fucile". Poi gettarono paglia sui cadaveri e appiccarono il fuoco. I bambini riuscirono a fuggire prima che tutto crollasse. Passarono la giornata nascosti nell'orto. Quando il piccolo Enrico ritornò tra le macerie di casa aveva perso la madre (che era al quarto mese di gravidanza), il padre e le due sorelline. Oggi 65enne ripete: "Erano venuti con l'intenzione di uccidere". Del resto, anche Otte conferma: "C'era l'ordine di sterminare i partigiani". E aggiunge: "In quelle zone di montagna, si riteneva che lo fossero praticamente tutti. Ovviamente gli uomini, ma anche le donne. Quelle potevano essere pericolosissime".
In varie occasioni, la Wehrmacht aveva dato l'ordine di uccidere anche i civili. Ma in nessuno di questi ordini si era mai parlato dei bambini. Sembra però che a Sant'Anna, in qualche caso, fosse stata proprio la vista dei bambini a scatenare una sorta di raptus sanguinario. "Quando li sentivano piangere, s' innervosivano, diventavano furiosi", hanno detto alcune sopravvissuti. Quel 12 agosto '44 vennero trucidati più di 110 bambini. Il più piccolo aveva 20 giorni. All'inizio, Heinz Otte si era tenuto in disparte. Ma dopo la prima sparatoria, fu anche lui coinvolto. "Ho spalancato la porta di uno di quei cascinali", ricorda. "Era stipato fino all'impossibile! Ho contato più di venti civili rintanati". Allora aveva chiamato i camerati. "Disinfestate quella tana", aveva ordinato il capo. E qualcuno aveva puntato il mitra. "Drrrrr". Otte imita il mitra e dice, guardando la moglie: "Eh sì, Gerda, era questa la musica".
Verso mezzogiorno a Sant'Anna di vivo non c'era praticamente più nessuno. Otte ricorda che quando si allontanò con i suoi uomini, sotto i platani c'era una montagna di cadaveri. "Erano accatastati davanti a un grande crocefisso". Si era già allontanato quando alcuni soldati finirono di scaricare i mitra in chiesa, su un bell'organo antico dietro l' altare. Con una granata spezzarono anche la fonte battesimale in marmo. Poi gettarono sui morti i banchi della chiesa, cosparsero il mucchio di benzina e appiccarono il fuoco. Il giorno successivo il parroco accorso da un villaggio vicino contò, solo sulla piazza, 132 cadaveri carbonizzati. Nel villaggio vennero poi trovate e identificate circa 400 vittime. I superstiti ricordano che le SS scesero a valle cantando. Poco dopo la fine della guerra, nel giugno '47, gli inglesi accusarono di questa strage e di altri crimini di guerra il tenente generale delle SS Max Simon, ex comandante della 16a divisione corazzata dei granatieri. Al processo, a Padova, Simon asserì di non sapere nulla e non fu possibile provare il contrario.
Nel settembre del '44 i militari Usa trovarono a Sant'Anna i resti di ossa e numerosi denti di bambini, e oltre alle testimonianze dei superstiti raccolsero anche la deposizione di un disertore delle SS. Le copie di quei documenti furono poi inviate in Italia, ma a Roma finirono nel fondo di un magazzino e solo per puro caso quelle carte ingiallite sono state riportate alla luce.......(armadio della vergogna).

Un'ultima cosa: bisognerebbe anche considerare che tutte queste nefandezze compiute durante la guerra, venivano dopo un ventennio di manganelli, olio di ricino, libertà negate, torture, desaparecidos (sì non ci siamo fatti mancare nulla, nel ns piccolo), e molta molta miseria. Non scuso la violenza di alcuni partigiani, ma non considerare il prima e la gravità dei precedenti è da miopi.
Forse ci vorrebbe un Pansa anche dall'altra parte, ma dubito che ci sarà.


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radisol
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I combattenti della Resistenza ufficialmente riconosciuti furono 120.000.

E' probabile fossero di più, non tutti avevano, nel dopoguerra, modo e voglia di andare a "registrarsi" ma le stime massime non vanno oltre 250.000, quindi anche in questo caso una importante minoranza, ma comunque una minoranza.

Ma tutte le rivoluzioni della storia furono portate avanti da minoranze, anche più infime di questa ... è ad esempio, senza allontanarsi troppo geograficamente, il caso del Risorgimento italico ....

E' senz'altro vero che le sorti della seconda guerra mondiale, in Italia, furono certamente determinate soprattutto dallo scontro tra gli eserciti anglo/americano da un lato e nazista dall'altro.

Ma è anche vero che pure la rivoluzione russa difficilmente avrebbe avuto successo senza l'appogio tattico ad esempio della Germania di allora ...

Quindi, il discorso di Fini è valido fino ad un certo punto ... come regge poco l'argomento sul fatto che come d'incanto tutti divennero antifascisti .... inannzitutto questo è un classico legato a tutte le sconfitte belliche in qualunque parte del mondo ..... ad esempo i generali argentini ed il loro regime caddero solo in seguito alla sconfitta militare nella guerra delle Malvinas ..... così come Salazar in Portogallo crollò in seguito alla sconfitta militare nelle colonie africane che innescò la rivolta interna dei "capitani di Aprile" .... ma va anche detto che eventi epocali come quelli di una guerra persa fanno regolarmente vacillare coscienze ed opinioni politiche .... non è infatti un mistero il fatto che, a parte una piccola parte di "cospiratori storici", quasi tutti usciti da carceri e confino o tornati dall' estero nel settembre 1943 .... la stragrande maggioranza dei combattenti partigiani erano stati a loro volta fascisti convinti durante il ventennio Ed allora ? Come dicevo, la storia ha sempre funzionato così .... Perchè forse le classi dirigenti attuali degli ex paesi "comunisti" dell' Est ( con l'unica eccezione della Polonia) non provengono pressochè tutti ( a cominciare da Putin, ultimo capo del Kgb !) dalla vecchia nomenklatura "comunista" ?
Ed allora, di cosa stiamo parlando ?
Ed anche se personalmente sarei d'accordo ad evitare, dopo oltre 60 anni, troppa retorica ed agiografia della Resistenza ( che, come tutte le guerre civili, ha avuto sicuramente i suoi errori ed anche i suoi orrori anche se difficilmente paragonabili a quelli della cosiddetta "controparte" ) ... mi sembra che fare questo sia molto difficile nel momento in cui oggi al potere in Italia ci sono proprio gli eredi ( dichiarati e non, a mio giudizio la Lega ed il Berlusca sono più eredi del fascismo della stessa A.N.) di quel ventennio ?


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afragola
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basta con afusse' ...pago 20.000 euro a chi gli da foco a sto falsificatore e manipolatore della storia .....fuoco e fiamme come la fiamme che ami brutto tossico


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Affus
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basta con afusse' ...pago 20.000 euro a chi gli da foco a sto falsificatore e manipolatore della storia .....fuoco e fiamme come la fiamme che ami brutto tossico

se fossi foco brucerei lo monno !!!!!


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chisciotte
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si afra ti quoto.... afusse afffan..


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Affus
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I GAP E L’ECCIDIO DI PIAZZALE LORETO Riapre il processo all’ufficiale delle SS che il 10 agosto l944 fece uccidere a Milano quindici partigiani.Inizia così una nuova campagna politica. Nessuno ricorda che la strage avvenne per ritorsione dopo che i comunisti avevano ucciso 5 soldati tedeschi e 13 civili italiani, innocenti, tra i quali 3 bambini.
Paolo Pisanò

Si è aperto il 28 novembre scorso a Torino il processo contro l'ex capitano delle SS Theodor Emil Saevecke, già comandante della "Sichereit" tedesca a Milano fra il settembre 1943 e l'aprile 1945 (oggi ottantaseienne vicedirettore del controspionaggio di Bonn in pensione), accusato dell'eccidio di 15 partigiani in piazzale Loreto, avvenuto il 10 agosto 1944. Tutto è pronto per l'apertura del secondo revival giudiziario dopo il processo di Roma contro Erich Priebke. Ciascuno ha fatto la sua parte per preparare la scena sulla quale, come da copione, dovrà essere nuovamente condannato il Male, glorificato il Bene e, soprattutto, riaffermata la santità della Resistenza, madre della Repubblica.
Ha fatto la sua parte il dottor Pier Paolo Rivello, procuratore militare di Torino, che lo scorso anno ha riaperto il caso dopo oltre mezzo secolo di "archiviazione provvisoria"; l'hanno fatta i consiglieri comunali milanesi dell'Ulivo e di Rifondazione comunista che hanno fatto approvare (in un consiglio a maggioranza di centro-destra) una mozione per la costituzione del Comune di Milano come parte civile contro l'ex ufficiale delle SS; l'ha fatta L'Unità che ha dedicato cinque pagine del suo supplemento settimanale al nazista e alla sua scandalosa carriera postbellica" nella democraticissima Germania di Bonn; l'ha fatta anche l'amministrazione di centro-destra del Comune di Milano che, nel candore del suo bimestrale di informazione a distribuzione gratuita (n. 3 - ottobre 1997), ha accennato al tragico evento di cinquant'anni or sono con queste incredibili parole: "10 agosto. Milano ricorda i martiri di piazzale Loreto, i 15 partigiani fucilati dalle camicie nere il 10 agosto 1944, come rappresaglia per un attentato (senza vittime) a un camion tedesco in Porta Venezia".
C'è tutto perché lo spettacolo edificante possa cominciare: il boia nazista, le camicie nere , il pretesto risibile (un botto innocuo senza vittime) e, infine, le 15 vittime della barbarie nazifascista. Manca solo un dettaglio: la verità.

LA MENSA DI PROPAGANDA DEL MARESCIALLO “CARLUN”
La verità sul perché, la mattina del 10 agosto 1944, quindici antifascisti detenuti a San Vittore (Andrea Esposito, maglierista; Domenico Fiorano, industriale; Umberto Fogagnolo, ingegnere; Giulio Casiraghi, tiratore di gomena; Salvatore Principato, insegnante; Renzo Del Riccio, operaio; Libero Temolo, operaio; Vittorio Gasparini, dottore in legge; Giovanni Galimberti, impiegato; Egidio Mastrodomenico, impiegato; Antonio Bravin, commerciante; Giovanni Colletti, meccanico; Vitale Vertemarchi, Andrea Ragni e Eraldo Pancini) furono condannati a morte assieme ai loro compagni Eugenio Esposito, Guido Busti, Isidoro Milani, Mario Folini, Paolo Radaelli, Ottavio Rapetti, Giovanni Re, Francesco Castelli, Rodolfo Del Vecchio, Giovanni Ferrario e Giuditta Muzzolon è tutt'altra.
Perché, mentre Giuditta Muzzolon veniva graziata e per gli altri dieci la pena di morte veniva commutata in "condanna in penitenziario, qualora non si verifichino atti di sabotaggio", i primi quindici furono portati in piazzale Loreto e fucilati? Per un innocuo botto dimostrativo senza vittime ai danni di un autocarro tedesco?
No. Il sangue del 10 agosto 1944 era stato provocato da altro sangue sparso 48 ore prima precisamente alle 7,30 dell'8 agosto, al margine della stessa piazza (angolo viale Abruzzi-Loreto) quando una bomba "gappista" (GAP Gruppi di Azione Patriottica, organizzazione terroristica del Partito comunista italiano) era esplosa tra la folla compiendo una strage che era costata la vita a cinque soldati tedeschi e tredici civili italiani fra i quali una donna e tre bambini, rispettivamente di tredici, dodici e cinque anni.
Ecco i nomi dei civili italiani che morirono sul colpo nell'attentato gappista o nei giorni successivi, tutti per "ferite multiple da scoppio di ordigno esplosivo": Giuseppe Giudici, 59 anni; Enrico Masnata, Gianfranco Moro, 21 anni; Giuseppe Zanicotti, 27 anni; Amelia Berlese, 49 anni; Ettore Brambilla, 46 anni; Primo Brioschi, 12 anni; Antonio Beltramini, 55 anni; Fino Re, 32 anni; Edoardo Zanini, 30 anni; Gianstefano Zatti, 5 anni; Gianfranco Bargigli, 13 anni; Giovanni Maggioli, di 16 anni.
Rimasero inoltre feriti più o meno gravemente: Giorgio Terrana, Letizia Busia, Luigi Catoldi, Maria Ferrari, Ferruccio De Ponti, Luigi Signorini, Alvaro Clerici, Emilio Bodinella, Antonio Moro, Francesco Echinuli, Giuseppe Formora, Gaetano Sperola e Riccardo Milanesi.
Dei cinque soldati tedeschi uccisi, i cui nomi non furono annotati nei registri civili italiani, è rimasta memoria solo di un maresciallo di nome Karl, che per la sua mole era stato soprannominato dai milanesi di Porta Venezia "El Carlùn" (il Carlone). Quel nomignolo che Karl, maresciallo di fureria, se l'era guadagnato fermandosi ogni mattina, all'angolo fra viale Abruzzi e piazzale Loreto, con i suoi camions per distribuire alla popolazione verdura, patate e frutta che la "Staffen - Propaganda” acquistava al mercato di Porta Vittoria, aggiungeva agli avanzi delle mense militari e regalava ai milanesi, tutti, a quell'epoca, dannatamente a corto di viveri. Un'operazione di "public relations", si direbbe oggi, intrapresa dalle Forze Armate tedesche nei confronti dei civili e che, dati i tempi di fame, aveva riscosso un successo immediato. Troppo, per la sensibilità antifascista della "GAP" di Milano, comandata da Giovanni Pesce, detto "Visone", tutt'oggi vivente e quindi in grado di ricostruire nei dettagli l'azione che venne decisa e attuata per spezzare il feeling alimentare promosso dalla Wermacht con i milanesi.

UNA ININTERROTTA CACCIA ALL’UOMO
Il risultato fu che la mattina dell'8 agosto 1944, i terroristi del Partito comunista si mescolarono alla piccola folla che si accalcava come di consueto davanti alle ceste del "Carlùn" e infilarono in una di queste la bomba ad alto potenziale che, poco dopo, avrebbe seminato la strage indiscriminata: 18 morti e 13 feriti, quasi tutti poveracci milanesi.
Diciotto morti e tredici feriti innocenti, tutti assolutamente dimenticati, abrogati, cancellati dalla memoria storica, politica e giudiziaria italiana. Come se fossero indegni di ricordo, di pietà, di giustizia. Li ha dimenticati Giovanni Pesce detto “Visoni”, “medaglia d’oro al valor partigiano", il quale nei libri da lui scritti sulla sua militanza gappista non ha mai raccontato questa azione che pure non è di poco conto (18 morti e 13 feriti in un colpo solo e senza subire perdite rappresentano un risultato ragguardevole); li ha ignorati, a quel che sembra, il procuratore militare Pier Paolo Rivello riaprendo il caso Saevecke; li ignorano L'Unità, l'Ulivo e Rifondazione comunista nelle loro rievocazioni e mozioni; li ignora persino l'amministrazione comunale di Milano (di centro-destra) che avalla senza fiatare la mutilazione della verità storica, con l'abituale viltà, sul suo periodico d'informazione e nei suoi atti politici.
E se, ancora dopo 53 anni, tutti ignorano (o vogliono ignorare), perfino nella sua tragica essenzialità, la strage gappista indissolubilmente legata alla fucilazione del 10 agosto 1944, figuriamoci se qualcuno ricorda ciò che accadde fra il massacro e la rappresaglia. Eppure, in quelle ore disperate, mentre la gestione dei rapporti fra militari tedeschi e popolazione passava dalle "public relations" della Staffen-Propaganda e del defunto maresciallo Karl, alla Gestapo del capitano Saevecke, si impegnò un braccio di ferro durissimo fra le autorità fasciste, contrarie alla ritorsione, e i militari tedeschi i
nferociti che non volevano sentire ragione.
Si oppose il prefetto Piero Parini, che arrivò a minacciare le dimissioni; si oppose il federale Vincenzo Costa; si oppose Mussolini, intervenendo direttamente sul maresciallo Kesselring e su Hitler. La prova è, tra l'altro, negli atti del processo politico subito nel dopoguerra da Vincenzo Costa il quale, nel suo diario ("Ultimo federale", Il Mulino, 1997) ricorda: "Alle 14 (del 9 agosto, ndr) mi trovavo nell'ufficio dei capo della provincia quando arrivò una nuova telefonata del duce; abbassato il ricevitore, Parini mi permise di ascoltare la voce inconfondibile del capo. Tra l’altro egli disse: “il maresciallo Kesserling ha le sue valide ragioni; ogni giorno nel Nord soldati o ufficiali tedeschi vengono proditoriamente assassinati... Ha deciso di attuare la rappresaglia. Ma sono riuscito a ridurre a dieci le vittime... Ho interessato il Fhurer: spero ancora””.
Proprio mentre le autorità fasciste e i militari tedeschi si contendevano le vite degli ostaggi appese a un filo, i gappisti milanesi colpirono di nuovo. Anche questo è stato dimenticato. Alle 13 del 9 agosto 1944 un terrorista in bicicletta, armato di pistola, fulminò con un colpo alla nuca, davanti alla porta di casa, in via Juvara 3, il capitano della Milizia Ferroviaria, Marcello Mariani, sposato con quattro figli. Mentre l'uomo agonizzava nel suo sangue, un secondo gappista, di copertura, ferì a revolverate Luigi Leoni, della brigata nera "Aldo Resega", che era sopraggiunto e si era gettato all'inseguimento del primo. L'uccisione di Mariani fu il fatto che decise la sorte dei quindici sventurati rinchiusi a San Vittore. Fra l'ottobre 1943 e il novembre 1944 i gappisti milanesi uccisero 103 fascisti in agguati come quello di via Juvara. Il fondatore della "Ia GAP", Egisto Rubini, catturato a Sesto San Giovanni alla fine di febbraio 1944, si suicidò nel carcere di San Vittore nel marzo successivo per non tradire i suoi compagni sotto tortura. “Medaglia d’oro alla memoria”.


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loco
 loco
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Materialeresistente, tu propri non ce la fai a superare con il cuore e con l'intelletto la carriolata dei lughi comuni che spari?!?
Massimo Fini, non è assolutmante fascista, anzi, l'articolo mi sembra più che imparziale; rivelatore di verità ampiamente dimostrate da storici autorevoli, che ormai hanno chiarito che la Resistenza è stato Un FALSO MITO, che ha diviso l'Italia e ha coperto l'ennesimo capitolo di storia grigia del nostro paese. La resistenza come i palestinesi?!? Se fossi una persona onesta ed intelligente, ti dovresti prendere a schiaffi da solo, per l'enormità che hai detto!
Il ruolo dei palestinesi, fu impersonato dai repubblichini COGLIONE!!
Anche Fini, che si origina dalla sinsitra, riconosce il merito e il valore, LA DIFFERENZA DI STILE E DI LIVELLO, CHE VENNE RICONOSCIUTA ANCHE DAL NEMICO INGLESE! Questo basta e avanza a zittirvi e relegarvi al vostro credo cieco e fanatico! Per fortuna, il mondo e popolato ache da persone di valore e non da laidi ipocriti come voi. Qui l'ideologia, centra poco, ma questo i tarati come te non lo capiranno mai.. LA PURA ED INEQUIVOCABILE VERITA' E' CHE LA RESISTENZA FU L'ENNESIMO FALSO STORICO, SU CUI SI COSTRUI L'IDEOLOGIA DELL'ITALIETTA REPUBBLICANA. MERITO E RISPETTO A TUTTE LE PERSONE ONESTE E DI BUONA VOLONTA' COME MASSIMO FINI, CHE CERCANO DI RISTABILIRE LA VERITA', SU UNA STORIA CHE DEVE SMETTERE DI ESSERE MANIPOLATA!


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Melkitzedeq
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I combattenti della Resistenza ufficialmente riconosciuti furono 120.000.
E' probabile fossero di più, non tutti avevano, nel dopoguerra, modo e voglia di andare a "registrarsi" ma le stime massime non vanno oltre 250.000, quindi anche in questo caso una importante minoranza, ma comunque una minoranza.

Secondo il noto storico Giovanni Sabbatucci sarebbero stati tra i cento e i duecentomila, nel momento di massima espansione della resistenza, ovvero a ridosso del 25 aprile.


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radisol
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Duecentomila o duecentocinquantamila non cambia la sostanza del discorso ...

Del resto, minoranza per minoranza, i fascisti al tempo della marcia su Roma nel 1922 erano certamente ancora meno e non sarebbero mai andati al governo se monarchia, agrari ed industriali non l'avessero voluto .....e nessuno butti lì che ha poi vinto le elezioni ... le elezioni successive alla marcia del 1922, oltre ad essere pesantemente "taroccate" e svoltesi in un allucinante clima di intimidazione e di violenza sin dentro i seggi, furono vinte dai fascisti in alleanza con numerosi altri partiti, compresi i liberali di Giolitti e Croce .... poi nel 1925 Mussolini pensò bene di sciogliere tutti i partiti, tranne il suo, e quindi anche gli alleati elettorali di qualche anno prima ....

Ma al di là di questo ci tengo a chiarire una cosa sull'oggi ... Massimo Fini sicuramente non è un fascista ... le sue origini politiche sono nel Partito Socialista di cui fu anche, mi sembra, consigliere comunale a Milano ... anche se ebbe ad inizio anni novanta, come del resto altri sicuramente non fascisti - da Oreste Scalzone a Pietro Valpreda passando per Giorgio Bocca e per l'altro ex socialista Gianfranco Funari - un pericoloso innamoramento per la Lega Nord agli albori di questo partito ....

Ma il problema vero di Fini non sono eventuali simpatie per la destra ( che quella "atlantista" e governativa da Berluskoni a Gianfranco Fini sino ormai alla stessa Lega gli faccia schifo è un dato certissimo ) quanto la sua assoluta, continua, maniacale e narcisistica volontà di stupire i propri lettori .....

Cosa che lo porta, a mio giudizio, a forzare spesso anche i propri reali convincimenti pur appunto di stupire ...


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Affus
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I combattenti della Resistenza ufficialmente riconosciuti furono 120.000.
E' probabile fossero di più, non tutti avevano, nel dopoguerra, modo e voglia di andare a "registrarsi" ma le stime massime non vanno oltre 250.000, quindi anche in questo caso una importante minoranza, ma comunque una minoranza.

Secondo il noto storico Giovanni Sabbatucci sarebbero stati tra i cento e i duecentomila, nel momento di massima espansione della resistenza, ovvero a ridosso del 25 aprile.

mio nonno filippo dice che nel momento della massima espansione i partigiani erano cinque o sei milioni , ma secondo mia nonna erano quattro cornutazzi .


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Affus
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Duecentomila o duecentocinquantamila non cambia la sostanza del discorso ...

Del resto, minoranza per minoranza, i fascisti al tempo della marcia su Roma nel 1922 erano certamente ancora meno e non sarebbero mai andati al governo se monarchia, agrari ed industriali non l'avessero voluto .....e nessuno butti lì che ha poi vinto le elezioni ... le elezioni successive alla marcia del 1922, oltre ad essere pesantemente "taroccate" e svoltesi in un allucinante clima di intimidazione e di violenza sin dentro i seggi, furono vinte dai fascisti in alleanza con numerosi altri partiti, compresi i liberali di Giolitti e Croce .... poi nel 1925 Mussolini pensò bene di sciogliere tutti i partiti, tranne il suo, e quindi anche gli alleati elettorali di qualche anno prima ....

Ma al di là di questo ci tengo a chiarire una cosa sull'oggi ... Massimo Fini sicuramente non è un fascista ... le sue origini politiche sono nel Partito Socialista di cui fu anche, mi sembra, consigliere comunale a Milano ... anche se ebbe ad inizio anni novanta, come del resto altri sicuramente non fascisti - da Oreste Scalzone a Pietro Valpreda passando per Giorgio Bocca e per l'altro ex socialista Gianfranco Funari - un pericoloso innamoramento per la Lega Nord agli albori di questo partito ....

Ma il problema vero di Fini non sono eventuali simpatie per la destra ( che quella "atlantista" e governativa da Berluskoni a Fini sino ormai alla stessa Lega gli faccia schifo è un dato certissimo ) quanto la sua assoluta, continua, maniacale e narcisistica volontà di stupire i propri lettori .....

Cosa che lo porta spesso, a mio giudizio, a forzare spesso anche i propri reali convincimenti pur appunto di stupire ...

senta , prima di continuare a parlare di elezioni e di voti,anzi di democrazia proprio voi , dovete prima dimostrare che De gasperi e Togliatti che gestirono il referendum sulla Repubblica ,abbiano vinto effettivamente le elezioni .
Ecco dovreste fornire un pò di prove che vinse effettivamente la Repubblica , perchè se per caso vinse la monarchia con uno scarto di ben 4 milioni di voti , come si presume sia stato , allora tutta la storia della costituzione e della repubblica imposta agli italiani, è una emerita truffa e tradimento ! Una menzogna perpetuata coscientemente ! Coloro che ci hanno parlato di democrazia in tutti questi anni sono stati i primi a non crederci mai e a fondare tutto su una clamorosa truffa per perpetuare negli anni il loro potere sull'italia e gestirla secondo la loro falsa ideologia .


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afragola
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Il ruolo dei palestinesi, fu impersonato dai repubblichini COGLIONE!!
questo un altro che si fa le pippe
come osi paragonare a dei santi a esseri immondi ,come ste marionette in mano tedesca ma vergognati di fare questi paragoni che denotano un immensa e lorda ignoranza ....tieniti il revisore fini enon scassarci il cazzo puzzone assatanato e frustrato
mo i delinquenti incalliti vogliono essere riabilitati ...e gli diamo pure una bella pensione ..vergognati ruba pane a tradimento se osi parlare e postare lordura lo devi a quelli che ruppero il culo alle tue amate camicie nere lordone pussa vie


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radisol
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beh, per la verità, al referendum su monarchia o repubblica del 1946, i fascisti - per motivi ovvii e comprensibili per chi conosce un minimo la storia - sostennero anche loro la tesi repubblicana.

quindi non vedo sinceramente di cosa stiamo parlando ...

o meglio io credo di saperlo ... credo che la maggior parte di quelli che oggi si dichiarano "di destra" o anche più apertamente "fascisti" in realtà con quel complesso fenomeno storico hanno da spartire un'unica cosa ...

e cioè l'anticomunismo ....

per il resto, molto spesso, non sanno nemmeno di cosa stanno parlando ...

è illuminante in questo senso proprio la polemica, ormai vecchia e ritrita, sul referendum istituzionale del 1946 .... dove appunto oggi è difficile trovare qualcuno che sappia appunto la chiarissima posizione repubblicana dei fascisti di allora in quella competizione elettorale.

e questo per il semplicissimo motivo che l'immaginario di destra odierno - basato esclusivamente sull'egoismo sociale e sull'anticomunismo, peraltro in un momento in cui non esiste certamente più alcun "pericolo comunista" - si identifica naturalmente con la tesi monarchica, cioè quella più beceramente conservatrice e reazionaria ...

insomma, io sono inguaribilmente antifascista, ma credo pure che il fenomeno fascista sia stato qualcosa di storicamente molto più serio e complesso che non la becera ed "atlantica" destra italica di oggi ...


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loco
 loco
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Lordo foglio di quei 4 BALORDI CHE SI CREDEVANO SOLDATI! Per le merde come te, il cesso equivale ad una angolo di paradiso! Vatti a studiare la storia CAZZO PIENO D'ACQUA! No-global al caviale! Sei un pezzente! Almeno il fasciSmo è morto con Onore e non alleandosi con le DEMOPLUTOCRAZIE! Ma quale mangia pane a tradimento! Stai zitto merda! Che I laidi come hanno sigillato la storia! Esseri immondi siete voi.. Come diceva Montanelli: "Il male assoluto esiste solo nelle menti di chi lo concepisce": E LA STORIA CI INSEGNA CHE ONDE EVITARE GLI IMPOSTORI E I FALSIFICATORI COME TE, CONTINUINO A PROLIFERARE, LA STORIA DEVE ESSERE SEMPRE RIVISTA! LA STORIOGRAFIA E' REVISIONISTA PER DEFINIZIONE, diceva De Felice. STUDIA CAPRA!


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Affus
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beh, per la verità, al referendum su monarchia o repubblica del 1946, i fascisti - per motivi ovvii e comprensibili per chi conosce un minimo la storia - sostennero anche loro la tesi repubblicana.

quindi non vedo sinceramente di cosa stiamo parlando ...

o meglio io credo di saperlo ... credo che la maggior parte di quelli che oggi si dichiarano "di destra" o anche più apertamente "fascisti" in realtà con quel complesso fenomeno storico hanno da spartire un'unica cosa ...

e cioè l'anticomunismo ....

per il resto, molto spesso, non sanno nemmeno di cosa stanno parlando ...

è illuminante in questo senso proprio la polemica, ormai vecchia e ritrita, sul referendum istituzionale del 1946 .... dove appunto oggi è difficile trovare qualcuno che sappia appunto la chiarissima posizione repubblicana dei fascisti di allora in quella competizione elettorale.

e questo per il semplicissimo motivo che l'immaginario di destra odierno - basato esclusivamente sull'egoismo sociale e sull'anticomunismo, peraltro in un momento in cui non esiste certamente più alcun "pericolo comunista" - si identifica naturalmente con la tesi monarchica, cioè quella più beceramente conservatrice e reazionaria ...

insomma, io sono inguaribilmente antifascista, ma credo pure che il fenomeno fascista sia stato qualcosa di storicamente molto più serio e complesso che non la becera ed "atlantica" destra italica di oggi ...

non ho ancora capito che c'entra questa " dotta " considerazione su come votarono i fascisti con quella dei quattro milioni di voti nascoti o con un referendum taroccato dove i comunisti sono stati sempre abili maestri .
Forse si sta alla larga perchè a corto di argomenti ?


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