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Il caso Veronesi: sotto il fuoco incrociato

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Stodler
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Il caso Veronesi: sotto il fuoco incrociato, solo per essersi detto ateo

Umberto Veronesi, noto oncologo, firma un libro di memorie dal titolo Il mestiere di uomo. Nel quale si sofferma sulla sua vita e sul suo lavoro, a contatto diretto con la malattia e la sofferenza. Repubblica riporta in anteprima un estratto, in cui Veronesi racconta il suo rapporto con la religione e il passaggio dalla fede alla non credenza. L’oncologo ricorda con stima e affetto un prete, don Giovanni, che frequentava la famiglia. E persino la sua esperienza da “inappuntabile chierichetto”. La sofferenza del sacerdote quando gli rivela di aver perso la fede. Dopo tanti anni, per tragica fatalità, Veronesi incontra il prete colpito da un cancro. I due rinnovano l’amicizia cordiale: “Iniziò così un periodo di conversazioni e di scambio intellettuale sul senso della vita, della scienza e della fede, che segnò per sempre il mio pensiero”. Il sacerdote però ha ormai un male incurabile e Veronesi gli promette di non farlo soffrire: “Mi fu molto grato per questo, perché non faceva parte di quei credenti che ritengono che il dolore avvicini a Dio. La nostra ultima sera insieme mi disse: «Ti ringrazio per la carità che dimostri, anche senza fede. C’è tanta fede senza carità»”.

L’oncologo non ricorda il “primo giorno senza Dio”: “sicuramente dopo l’esperienza della guerra non misi mai più piede in una chiesa, ma il tramonto della fede era iniziato molto prima”. Il suo anticonformismo fin da adolescente “mal si conciliava con l’integralismo della dottrina cattolica che era stata il fondamento della mia educazione di bambino”. È segnato dalla guerra, tocca “con mano anche la follia del nazismo”: “non ho potuto non chiedermi, come fece Hannah Arendt prima e Benedetto XVI molti anni dopo: «Dov’era Dio ad Auschwitz?»”. Anche la scelta di dedicarsi alla medicina era “profondamente legata in me alla ricerca dell’origine di quel male che il concetto di Dio non poteva spiegare”. Un male “ancora più inspiegabile della guerra” diventa “il cancro”, contro cui si dedica per alleviare in senso laico e concreto le sofferenze di tante persone. “Allo stesso modo di Auschwitz, per me il cancro è diventato una prova della non esistenza di Dio“, dice Veronesi. “Come puoi credere nella Provvidenza o nell’amore divino quando vedi un bambino invaso da cellule maligne che lo consumano giorno dopo giorno davanti ai tuoi occhi? Ci sono parole in qualche libro sacro del mondo, ci sono verità rivelate, che possano lenire il dolore dei suoi genitori? Io credo di no, e preferisco il silenzio, o il sussurro del «non so». Perché accade — e per i bambini oggi succede sempre più spesso — che il dubbio diventi concreta speranza e poi guarigione, e quando questo avviene, è pura gioia”, conclude il chirurgo.

Una pagina toccante, che mostra l’umanità di Veronesi e che dovrebbe far riflettere credenti e non sul problema irrisolvibile del male (teodicea). Parole dal forte impatto emotivo, maturate in tanti anni di lotta al cancro e a quotidiane quanto inspiegabili sofferenze. Ma che non hanno mancato di scatenare la reazione dei polemisti clericali. Con annessa distorsione e strumentalizzazione di considerazioni che meriterebbero più attenzione. Ma il giornalismo confessionale in Italia funziona purtroppo così.

C’è chi, come Andrea Mercenaro nella sua rubrica su Il Foglio, lo schernisce accusandolo di aver “trovato la prova provata che Dio non esiste”. Su Avvenire Gianni Gennari parla di “pagina forte e anche bella, che conferma motivi di stima e apprezzamento”. Ma c’è un ma: è “costruita con l’intento chiaro di presentare la negazione di Dio come conseguenza logica dell’esperienza di vita”. Sarebbe un “proselitismo personale ovviamente legittimo”. Così “legittimo” che secondo Gennari proprio Veronesi dovrebbe fare invece l’apologia del cristianesimo: “tanti uomini, anche uomini di scienza e cultura come Veronesi potrebbero dire per esperienza ripetuta e personale che certe “parole” e proprio di quella fede ebraico-cristiana cui egli allude, fondano almeno speranze, o addirittura certezze di «verità che possono lenire» il dolore dell’umanità”. Quindi fornire una risposta di comodo che soddisfi l’interlocutore credente.

Anche Mario Giordano su Libero sminuisce il pensiero di Veronesi, scomodando la “logica” e bollandolo di “banalizzazione”. Perché Dio permette il male? Vivaddio, “la risposta a questa domanda è così intima che non si può discutere su un giornale”. E infatti Giordano si prende la briga di rispondere su un giornale, con una serie di domande retoriche pretestuose che puntano proprio alla banalizzazione del discorso, di cui accusa l’oncologo. Non poteva mancare, nel finale, l’accusa all’ateo di volersi sostituire a Dio (il punto centrale “non tanto la difficoltà ad ammettere l’esistenza di Dio. Quanto la difficoltà ad ammettere che Dio non è lei”).

Tra le risposte c’è quella del fisico Antonio Zichichi, che si lancia in una serie di elucubrazioni su Il Giornale per “dimostrare” che Dio invece esiste e non è incompatibile con la scienza. Parte da lontano, il terremoto di Lisbona che ispirò Voltaire per il Candido. E non si accorge nemmeno di finire per vestire i panni di Pangloss, mentre tenta di convincerci in conclusione che “la scienza però non ha mai scoperto nulla che sia in contrasto con l’esistenza di Dio” e che “l’ateismo, quindi, non è un atto di rigore logico teorico, ma un atto di fede nel nulla”.

Ma a ben vedere, è la sua idea di scienza ad essere asservita alla religione, mentre tenta di metabolizzare i dubbi e le crepe che proprio le innovazioni e le scoperte scientifiche portano al quadro di presunta perfezione “logica” della fede. Si pensi anche solo alla rivoluzione antropologica e filosofica che ha portato l’evoluzionismo prima di tutto nel suo teorizzatore, Darwin, che proprio da lì iniziò a diventare agnostico. Quella di Zichichi è piuttosto una rassicurazione psicologica ad uso personale da uomo di cultura, condita con espressioni altisonanti ma apodittiche e tutt’altro che scientifiche del tipo “la speranza ha due colonne” ovvero fede e scienza; “se c’è una logica deve esserci un Autore”; “Cristo è il simbolo della difesa dei valori della vita e della dignità umana”.

Si può convenire sul fatto che l’onere della prova spetti a chi afferma l’esistenza di Dio: evidentemente per tante persone le argomentazioni, persino quelle pseudo-scientifiche di Zichichi e dei suoi emuli, o gli esempi di vita “santa” non sono sufficienti. Le repliche stizzite da parte cattolica scatenate dalla riflessione pacata e sentita di Veronesi dimostrano, quelle sì in maniera lampante, come il clima culturale in Italia è ancora profondamente immaturo quando si parla di ateismo, tanto meno il giornalismo. Quando un non credente osa esprimere anche sottovoce le sue idee, viene subissato di risposte da crociati punti nel vivo, che spesso si riducono ad attacchi personali, denigrazione dell’ateismo cui vengono attribuiti tutti i mali, apologetica spicciola che brandisce come una clava la “ragione”, marketing delle conversioni, indignazione perché non si affronta il tema come si “dovrebbe” fare (ovvero a modo loro). Intanto giornali e televisioni (pure pubbliche) pullulano di racconti positivi di testimonial che esaltano la fede o che tramite essa trovano soluzioni e conforto, con un chiaro intento propagandistico.

L’asimmetria comunicativa è evidente e l’influenza clericale sui media pervasiva. Veronesi invece rappresenta una mosca bianca, che suscita fastidio e pronta reazione dai guardiani della morale anche perché ha proposto un esempio di alternativa laica. Senza pagare il pedaggio di una sudditanza t
roppo spesso pretesa. Ma quanto ha scritto andrebbe preso per quello che è: non una sfida, ma l’esperienza personalissima di un uomo che si confronta in maniera sofferta e rispettosa con il dolore e che non vi trova motivi per credere. Tante persone si aggrappano alla fede per aggirare certi dilemmi esistenziali o momenti di crisi. Tanti altri invece, da atei o agnostici, non sono convinti, preferiscono vivere in maniera differente: cercano la felicità, il significato e costruiscono la loro etica in questo mondo e nelle relazioni con gli altri. Tutti, gli atei come i credenti, meritano rispetto e comprensione, nella consapevolezza che non si potrà mai essere d’accordo su certi temi ma si può e si deve convivere. Per questo Veronesi ha tutta la nostra stima, nonché solidarietà per le ingenerose e superficiali critiche ricevute, o per gli attacchi anche peggiori. Il suo peccato? Aver mostrato che gli atei esistono. Anzi, che hanno delle ragioni. E persino dei sentimenti.

Valentino Salvatore

http://www.uaar.it/news/2014/11/19/veronesi-fuoco-incrociato-essersi-detto-ateo/


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spadaccinonero
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fa più scalpore il fatto che uno come lui sostiene che gli inceneritori non fanno venire il cancro

del suo essere ateo o no me ne sbatto altamente in tutta franchezza

sostiene che i oltre i 65 anni bisognerebbe passare a miglior vita per far posto ai giovani

DOTTò HAI SUPERTO LA SOGLIA

DAI UN BUON ESEMPIO


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luiginox
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veronesi ha sostenuto anche che le scorie delle centrali nucleari in fondo non erano poi così temibili;tant'è vero che nell'ultimo referendum faceva da testimonial alla fazione pro-nucleare.a quei tempi pensavo (andreotti docet)che lo facesse per aumentare il numero dei suoi potenziali clienti... in quanto al suo outing sull'ateismo fatti suoi.anch'io sono ateo e tutto finisce lì.


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spadaccinonero
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veronesi ha sostenuto anche che le scorie delle centrali nucleari in fondo non erano poi così temibili;tant'è vero che nell'ultimo referendum faceva da testimonial alla fazione pro-nucleare.a quei tempi pensavo (andreotti docet)che lo facesse per aumentare il numero dei suoi potenziali clienti... in quanto al suo outing sull'ateismo fatti suoi.anch'io sono ateo e tutto finisce lì.

mi chiedo come possa fare scalpore il credo di un prezzolato ottuagenario...
lo pagano anche perché si fa baluardo della propaganda atea(da poco sbarcata anche nel mondo arabo)?


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Stodler
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A parte che si esce dal topic, vorrei ricordare che non è solo Veronesi a ridimensionare (si badi bene, non ad escludere) i danni da radiazioni, basti dire che per esempio a Chernobyl le persone ricoverate per aver subito pesanti radiazioni una buona parte sono ancora in vita (da wikipedia: fra i 1057 soccorritori di emergenza, 134 hanno contratto la sindrome da radiazione acuta e di questi 28 sono morti nei mesi successivi; dei 134 altri 19 sono morti negli anni fra il 1987 e il 2005, ma per varie cause non necessariamente e direttamente imputabili all'esposizione alla radiazione, anzi in molti casi sicuramente no; fra la popolazione all'epoca di età 0-18 anni si sono registrati negli anni 1986-2005 4.000 casi di tumore alla tiroide, 9 sono morti per degenerazione del tumore, e altri 6 sono morti ma per cause diverse non imputabili al tumore. 4 morti per la caduta dell'elicottero dal quale stavano spegnendo le fiamme.)

Sia ben chiaro non che mi piacciono gli incidenti nucleari, solo che certe stime su milioni di morti trovano il tempo che trovano.

Per il resto, visto che la superstizione fa propaganda ad ogni piè sospinto, non vedo perchè la ragione debba tirarsi in dietro.

Anche perchè se fosse per la chiesa nemmeno le vaccinazioni si farebbero.


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spadaccinonero
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A parte che si esce dal topic, vorrei ricordare che non è solo Veronesi a ridimensionare (si badi bene, non ad escludere) i danni da radiazioni, basti dire che per esempio a Chernobyl le persone ricoverate per aver subito pesanti radiazioni una buona parte sono ancora in vita (da wikipedia: fra i 1057 soccorritori di emergenza, 134 hanno contratto la sindrome da radiazione acuta e di questi 28 sono morti nei mesi successivi; dei 134 altri 19 sono morti negli anni fra il 1987 e il 2005, ma per varie cause non necessariamente e direttamente imputabili all'esposizione alla radiazione, anzi in molti casi sicuramente no; fra la popolazione all'epoca di età 0-18 anni si sono registrati negli anni 1986-2005 4.000 casi di tumore alla tiroide, 9 sono morti per degenerazione del tumore, e altri 6 sono morti ma per cause diverse non imputabili al tumore. 4 morti per la caduta dell'elicottero dal quale stavano spegnendo le fiamme.)

Sia ben chiaro non che mi piacciono gli incidenti nucleari, solo che certe stime su milioni di morti trovano il tempo che trovano.

Per il resto, visto che la superstizione fa propaganda ad ogni piè sospinto, non vedo perchè la ragione debba tirarsi in dietro.

Anche perchè se fosse per la chiesa nemmeno le vaccinazioni si farebbero.

si domani andiamo tutti a Fukushima e ci facciamo un bel bagno così vediamo se le dicerie sulle radiazioni sono vere o no

stodler in quanto a stupidaggini le spari ogni giorno più grosse

i vaccini fanno male, sono un mera roulette russa e la chiesa non c'entra assolutamente nulla

quando facevo il militare sono stato plurivaccinato
dopo qualche giorno iniziai a star male e fui ricoverato
rimasi in ospedale per due settimane e non sapevano di preciso cosa avessi
fortunatamente sono tornato in forma ma da allora soffro di reflusso gastrico, un bel regalino che mi ricorderà sempre di quegli anni

sei caldamente invitato a riflettere prima di scrivere le tue solite fandonie fondate sulle stronzate propagandate da tg2 e affini

grazie


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Stodler
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A parte che si esce dal topic, vorrei ricordare che non è solo Veronesi a ridimensionare (si badi bene, non ad escludere) i danni da radiazioni, basti dire che per esempio a Chernobyl le persone ricoverate per aver subito pesanti radiazioni una buona parte sono ancora in vita (da wikipedia: fra i 1057 soccorritori di emergenza, 134 hanno contratto la sindrome da radiazione acuta e di questi 28 sono morti nei mesi successivi; dei 134 altri 19 sono morti negli anni fra il 1987 e il 2005, ma per varie cause non necessariamente e direttamente imputabili all'esposizione alla radiazione, anzi in molti casi sicuramente no; fra la popolazione all'epoca di età 0-18 anni si sono registrati negli anni 1986-2005 4.000 casi di tumore alla tiroide, 9 sono morti per degenerazione del tumore, e altri 6 sono morti ma per cause diverse non imputabili al tumore. 4 morti per la caduta dell'elicottero dal quale stavano spegnendo le fiamme.)

Sia ben chiaro non che mi piacciono gli incidenti nucleari, solo che certe stime su milioni di morti trovano il tempo che trovano.

Per il resto, visto che la superstizione fa propaganda ad ogni piè sospinto, non vedo perchè la ragione debba tirarsi in dietro.

Anche perchè se fosse per la chiesa nemmeno le vaccinazioni si farebbero.

si domani andiamo tutti a Fukushima e ci facciamo un bel bagno così vediamo se le dicerie sulle radiazioni sono vere o no

stodler in quanto a stupidaggini le spari ogni giorno più grosse

i vaccini fanno male, sono un mera roulette russa e la chiesa non c'entra assolutamente nulla

quando facevo il militare sono stato plurivaccinato
dopo qualche giorno iniziai a star male e fui ricoverato
rimasi in ospedale per due settimane e non sapevano di preciso cosa avessi
fortunatamente sono tornato in forma ma da allora soffro di reflusso gastrico, un bel regalino che mi ricorderà sempre di quegli anni

sei caldamente invitato a riflettere prima di scrivere le tue solite fandonie fondate sulle stronzate propagandate da tg2 e affini

grazie

Avendo scelto di dare ragione alla scienza (ragionevolmente si intende), dato che da 2 secoli la vita media si allunga e non dimunisce, le prove che dicono balle gli scenziati le devi fornire tu, ma che siano prove, non dicerie.


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spadaccinonero
Illustrious Member Guest
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A parte che si esce dal topic, vorrei ricordare che non è solo Veronesi a ridimensionare (si badi bene, non ad escludere) i danni da radiazioni, basti dire che per esempio a Chernobyl le persone ricoverate per aver subito pesanti radiazioni una buona parte sono ancora in vita (da wikipedia: fra i 1057 soccorritori di emergenza, 134 hanno contratto la sindrome da radiazione acuta e di questi 28 sono morti nei mesi successivi; dei 134 altri 19 sono morti negli anni fra il 1987 e il 2005, ma per varie cause non necessariamente e direttamente imputabili all'esposizione alla radiazione, anzi in molti casi sicuramente no; fra la popolazione all'epoca di età 0-18 anni si sono registrati negli anni 1986-2005 4.000 casi di tumore alla tiroide, 9 sono morti per degenerazione del tumore, e altri 6 sono morti ma per cause diverse non imputabili al tumore. 4 morti per la caduta dell'elicottero dal quale stavano spegnendo le fiamme.)

Sia ben chiaro non che mi piacciono gli incidenti nucleari, solo che certe stime su milioni di morti trovano il tempo che trovano.

Per il resto, visto che la superstizione fa propaganda ad ogni piè sospinto, non vedo perchè la ragione debba tirarsi in dietro.

Anche perchè se fosse per la chiesa nemmeno le vaccinazioni si farebbero.

si domani andiamo tutti a Fukushima e ci facciamo un bel bagno così vediamo se le dicerie sulle radiazioni sono vere o no

stodler in quanto a stupidaggini le spari ogni giorno più grosse

i vaccini fanno male, sono un mera roulette russa e la chiesa non c'entra assolutamente nulla

quando facevo il militare sono stato plurivaccinato
dopo qualche giorno iniziai a star male e fui ricoverato
rimasi in ospedale per due settimane e non sapevano di preciso cosa avessi
fortunatamente sono tornato in forma ma da allora soffro di reflusso gastrico, un bel regalino che mi ricorderà sempre di quegli anni

sei caldamente invitato a riflettere prima di scrivere le tue solite fandonie fondate sulle stronzate propagandate da tg2 e affini

grazie

Avendo scelto di dare ragione alla scienza (ragionevolmente si intende), dato che da 2 secoli la vita media si allunga e non dimunuisce, le prove che dicono balle gli scenziati le devi fornire tu, ma che siano prove, non dicerie.

stodler è innegabile che un vaccino contro l'epatite ti rende immune dalla stessa ma è innegabile che tali vaccini possano crearti problemi non da poco

con l'innalzamento dell'età pensionabile penso che la vita media potrà solo abbassarsi

gli scienziati spesso e volentieri dicono balle, dato che loro sono la fonte delle informazioni che abbiamo è quindi impossibile sentire valide campane fuori dal coro

come prove vuoi che ti invii la mia cartella clinica dell'epoca?


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MM
 MM
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Non sono un credente "tipico" e non possiedo prove, neppure per me stesso, che un Dio esiste, dirò anzi che poco mi importa che un Dio esista o non esista però, seguendo certi ragionamenti e basandomi sulla sola mia opinione, potrei dire che l'esistenza di un Veronesi può già essere considerata una prova che un Dio non esiste mentre l'esistenza di un Di Bella può essere considerata una prova della esistenza di un Dio.


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Primadellesabbie
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Premetto che mi guardo dall'entrare nel merito del comportamento professionale o politico di Veronesi, di cui non so nulla, nel valutare quanto illustrato qui.

Vorrei far notare che, quella specie di dissociazione che coglie molte persone, che si confrontano con la spiritualità, può essere affrontata pensando che, nell'intento di indagare sul Principio, coloro che hanno costruito l'edificio religioso hanno percorso due diverse strade, a seconda della propria indole e delle proprie possibilità.

Alcuni si sono riferiti all'idea di un Dio "umanizzato", tenuto in certo qual senso "responsabile" di ciò che accade. Altri hanno percepito un Punto d'Inizio, sede di ogni potenzialità e di ogni sviluppo.

Far convivere questi due concetti (queste due divinità), sovrapponendoli, é arduo, impossibile, porta inevitabilmente ai ragionamenti che mi pare di scorgere nell'articolo, eppure nella nostra religione si é voluto (o dovuto, visto il punto di partenza) fare così.

Ogniqualvolta le strade sembravano prendere direzioni diverse si sono accesi i roghi, inesorabilmente.

Potrà continuare così?


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MM
 MM
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Come ho scritto, mie opinioni personali.

Continua così, finché è funzionale così o finché è utile così oppure perché non si riesce a fare diversamente, date la caratteristiche di esperienza e di evoluzione proprie degli "spiriti" che utilizzano questo piano materiale. Forse continuerà così per sempre.

Detto ciò, le religioni sono cosa umana e come ogni cosa vengono utilizzate, a scopo di potere, di "ego", di manipolazione.

Un Punto di Inizio può rendere anche una migliore idea ma è anch'esso fallace. Non esiste un Punto di Inizio. Anche se comprendo ciò che si vuol significare.


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Primadellesabbie
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@ MM

Qualche volta é utile provare ad analizzare senza esprimere giudizi, se si vuole capire o aiutare a capire e impostare una conversazione su un tema.

Altrimenti si finisce per fare il gioco (non é il tuo caso) di certi esagitati perennemente all'opera, che si sbracciano in continuazione distribuendo pareri, inevitabilmente banali e slegati, a destra e a manca, che lasciano il tempo che trovano, ma avvolgono tutto in una spessa nebbia che impedisce, a quelli che sono in grado di farlo, di capirsi.


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MM
 MM
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Qualche volta è utile, qualche volta no. Difficile stabilire quando, quanto e come.
D'altra parte, la discussione si basa su opinioni espresse dal Veronesi, verso cui non provo alcun astio o disprezzo, sia chiaro, anzi.
La mia non era una opinione diretta all'individuo Veronesi, alla sua persona, ma una opinione esprimente una valutazione relativa al metodo utilizzato per giungere a una conclusione.
In questo caso Veronesi, come altri, utilizzano un contesto che è privo certamente di fede così come è privo di logica, di razionalità, infine è privo di qualsiasi scienza o aspetto scientifico.
Spero di aver chiarito.


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Primadellesabbie
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@ MM

Senz'altro, e non ce n'era bisogno.

Nell'impostazione che proponevo:

Premetto che mi guardo dall'entrare nel merito del comportamento professionale o politico di Veronesi, di cui non so nulla, nel valutare quanto illustrato qui.

Vorrei far notare che, quella specie di dissociazione che coglie molte persone, che si confrontano con la spiritualità, può essere affrontata pensando che, nell'intento di indagare sul Principio, coloro che hanno costruito l'edificio religioso hanno percorso due diverse strade, a seconda della propria indole e delle proprie possibilità.

Alcuni si sono riferiti all'idea di un Dio "umanizzato", tenuto in certo qual senso "responsabile" di ciò che accade. Altri hanno percepito un Punto d'Inizio, sede di ogni potenzialità e di ogni sviluppo.

Far convivere questi due concetti (queste due divinità), sovrapponendoli, é arduo, impossibile, porta inevitabilmente ai ragionamenti che mi pare di scorgere nell'articolo, eppure nella nostra religione si é voluto (o dovuto, visto il punto di partenza) fare così.

Ogniqualvolta le strade sembravano prendere direzioni diverse si sono accesi i roghi, inesorabilmente.

Potrà continuare così?

c'é anche il proposito di conciliare posizioni non dialogiche, che si manifestano regolarmente quando si toccano questi tasti, e che, sembrano non avere altre vie d'uscita che una sterile contrapposizione.


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MM
 MM
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Il tema "Dio" è oltremodo spinoso.
E' un tema che, come tanti ma a volte con maggiore enfasi e a volte con maggior "violenza", sia pure verbale, viene spesso affrontato come si affrontano le partite allo stadio.
D'altra parte, si crede che la spiritualità debba essere affrontata con serietà filosofale o con paludamenti sacerdotali e questo può renderla materia antipatica.
Non è questo lo scopo della vita, non è questo il ruolo e la funzione della vita. Tutte queste asprezze sono da evitare, soprattutto è da evitare l'eccessiva litigiosità, la rabbiosità, restituendo all'essere umano il carattere e la dignità della vita che gli appartiene e che può e deve svolgere come meglio gli aggrada, attraverso i suoi propri mezzi e le sue proprie facoltà, nel suo tempo e nel suo momento storico di vita, nel riconoscimento del momento della sua evoluzione. Comunque vada.

Si tratta di ego e di paure, di desideri e di sensi, di emozioni umane, di speranze, di aspettative, di amarezze e di delusioni.
Si tratta forse di ricerca all'esterno di e da sé di ciò che invece deve essere ricercato all'interno di e da sé, cercando di non lasciarsi troppo coinvolgere dalle emozioni.


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