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Il debito pubblico italiano, quando e chi lo ha formato


Anais
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Lunedì, 5 Dicembre 20111916

Il debito pubblico italiano, quando e chi lo ha formato

Giorgio Arfaras*
Infografica: Carlo Manzo
Governo dopo governo, dagli anni Cinquanta a oggi, come si è evoluto il rapporto percentuale debito pubblico/Pil nel nostro Paese? Perché si è formato questo debito? Quali le responsabilità? Infografica con una analisi di Giorgio Arfaras, direttore della Lettera economica del Centro Einaudi.
Ved. Grafico al Link suindicato
Il debito pubblico in Italia
30 luglio 2011 - 07:00
Il debito pubblico, che si manifesta come le obbligazioni emesse dal Tesoro, si forma perché le spese dello Stato sono maggiori delle sue entrate – il deficit pubblico. La differenza, se non è finanziata con l’emissione di moneta, è coperta con l’emissione di obbligazioni. Si deve perciò andare alla ricerca della fonte: come si è formato il deficit.
Più o meno tutti i Paesi sviluppati hanno visto crescere smisuratamente la spesa pubblica a partire dagli anni Sessanta. Quelli che hanno registrato una crescita delle imposte non troppo distante dalla crescita della spesa, hanno oggi dei debiti contenuti. Altri, invece, hanno speso velocemente, con le imposte che crescevano lentamente. Da qui i grossi deficit, che cumulati, hanno prodotto un gran debito.
La spesa pubblica si divide in spesa pubblica “per lo Stato minimo”, e in quella “per lo Stato sociale”. La prima finanzia la polizia, i magistrati, i soldati. Ossia l’ordine, la giustizia, la difesa. La seconda finanzia i medici, gli infermieri, le medicine, gli insegnanti, ecc. Ossia l’istruzione e la salute. Le pensioni sono ambigue, perché sono pagate – attraverso un apposito organismo – a chi è in pensione da chi lavora, quindi sono un trasferimento, non proprio una spesa.
Premesso ciò, la spesa per lo stato minimo è rimasta all’incirca la stessa nel secondo dopoguerra, mentre è esplosa quella per lo stato sociale. Ed è qui il punto. Quest’esplosione è avvenuta in tutti i Paesi europei. Negli Stati Uniti un po’ meno, ma non troppo meno, se si fanno dei conti sofisticati. Dunque non è un fenomeno solo italiano. O meglio, l’Italia spende più di alcuni altri Paesi, ma non “troppo di più”. Il punto è che ha incassato di meno per troppo tempo. (I conti comparati sulla spesa pubblica per lo stato minimo e per quello sociale vanno fatti escludendo la spesa per interessi sul debito, che è il frutto del cumularsi dei deficit nel corso del tempo e non della spesa corrente).
Abbiamo così a che fare con un fenomeno storico. Se abbiamo a che fare con un fenomeno storico, allora la crescita del debito non è attribuibile – se non in minima parte – a un bravo o cattivo presidente del consiglio dei ministri. Il protagonista è il “Processo” e non l’“Eroe”.
In conclusione, l’Italia ha speso più di quanto incassasse per troppo tempo, e si trova oggi ad avere un gran debito pubblico. Fino a quando ha speso più di quanto incassasse? Fino a prima dell’ultimo governo Andreotti. Il conto è fatto guardando la spesa pubblica meno le entrate prima del pagamento degli interessi (il saldo primario). Intorno al 1990 il bilancio dello Stato va in pareggio prima del pagamento degli interessi. In altre parole, non genera un nuovo deficit prima di pagare gli interessi sul cumulato dei deficit prodotti nel corso della storia (il debito).
Da allora il saldo primario è stato o in avanzo, o in leggero disavanzo. Il deficit è stato il figlio del pagamento degli interessi sul debito cumulato. I deficit solo finanziari hanno però prodotto altro debito. La crescita economica (la variazione del PIL) non è mai stata troppo robusta, e perciò il rapporto debito su Pil o è rimasto stabile, o è appena sceso, o è cresciuto. Ultimamente il rapporto è cresciuto molto, perché il PIL (il denominatore) è caduto molto nel biennio 2008/2009 e non si è ancora ripreso.
*Direttore di Lettera economica del Centro Einaudi
Per approfondire:
1990-2010: vent’anni, tanto debito e poca crescita
Che rapporto c’è tra il debito pubblico dell’Italia e la crescita del Prodotto interno lordo? La variazione dell’indebitamento dipende certamente da quello che i governi fanno, ma anche da quello che fa per conto suo l’economia. Infografica con una analisi di Giorgio Arfaras, direttore della Lettera economica del Centro Einaudi.


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Luca Martinelli
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1984
 

tutto qui? tutto cosi' semplice? la realta' è piu' complessa, ma evidentemente al centro Einaudi fanno finta di niente. Chissa' se dicendo ai cervelloni del centro che i titoli di stato non sono titoli di debito bensi' titoli di sconto gli facciamo venire l'ulcera. Magari non sanno cos'è un titolo di sconto....


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Anonymous
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 30947
 

Non viene nemmeno preso in considerazione che se lo stato avesse potuto autonomamente emettere moneta senza debito oggi semplicemente non ci sarebbe debito. Ancora una volta ripropongo la fatidica domanda: se lo stato può emettere obbligazioni (che usa per acquistare denaro a strozzo da fornitori privati che lo creano dal nulla) allora PERCHE' NON SI STAMPA DIRETTAMENTE IL DENARO DA SOLO??? Forse perchè è un ottimo sistema (il migliore a dire il vero) per ingrassare i privati a spese dello stato?
Dire poi che lo stato italiano "non ha tassato abbastanza" sarebbe una bella battuta comica se non fosse invece drammatica.


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mimmogranoduro
Eminent Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 20
 

non la volete proprio finire,eppure continuate ad insistere come se niente fosse:
facciamo cosi:che valore ha un metro cubo di banconote da 500 euro su una isola deserta?ad occhio e croce il valore della carta e dell inchiostro più lo stampaggio,in parole povere pochi euro.
Ma se popoliamo l isola?allora ogni banconota varrebbe 500 euro,ammesso che gli abitanti decidano di usarla,altrimenti tornano a valere i pochi euro iniziali.
La moneta aquista valore nel momento in cui è il popolo ad attribuirsene la proprietà,siccome in democrazia il popolo è sovrano la moneta appartiene al popolo,quindi lo stato che rappresenta il popolo ha il potere di stampare moneta a suo piacimento,perchè è il popolo che glielo chiede,allora la bce che stampa e presta moneta a debito a che titolo lo fà?ovviamente è una operazione illeggittima ,illegale ed andrebbe perseguita legalmente per truffa e usura.quando comincerete a capire questo allora vi potete spacciare per economisti,in attesa siete e rimarrete servi di quei ladri che hanno creato questo sistema illegale e lo hanno reso legale grazie alla corruzzione istituzionale perpetuata nel tempo-è una vergogna che gente che ha studiatio ed insegna in facolta di economia si prestino così vergognosamente a questa truffa legalizzata,VERGOGNATEVI.


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vimana2
Famed Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 2528
 

Ma basta con queste scemenze che l'italia ha speso più di quanto incassato!

Quando è successo tutto questo?
Dopo la riforma del 1981!!!

Porca troia, l'italia prima del 1981 poteva fare quello che voleva, comprare i titoli di stato tramite la banca di italia, acquistare una valanga di titoli di nuova o vecchia emissione ( pubblici o privati ) tramite i mercati aperti ( con nuova valuta ovviamente ), decidere il tasso ufficiale di sconto e molto altro, tutte le banche commerciali erano statali.....basta non se ne può più con queste minkiate.....


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