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Il delitto di Avetrana. I pugliesi come i pakistani?


Tao
 Tao
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 33516
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Non tutte le ciambelle mediatiche riescono col buco. La prima metà della settimana aveva visto stampa e sopratuttto tv andare in brodo di giuggiole con la storia di Novi di Modena, e il tragico fatto di sangue che si era abbattutto su una famiglia di immigrati pakistani. Khan Hamad Butt, il capofamiglia, aveva assassinato domenica scorsa sua moglie Shahnaz per aver osato sostenere il rifiuto da parte della loro figlia ventenne, Nosheen, del matrimonio combinato con un cugino. La stessa Nosheen aveva subito il selvaggio assalto di suo fratello Umair che, nel probabile intento di emulare suo padre, l’aveva presa a sprangate. Soltanto oggi Nosheen è stata risvegliata dal coma farmacologico, e ancora ignora la morte di sua madre.

Le modalità dell’uxoricidio, sei colpi di pietra alla testa della donna nel giardino di casa, davano felice licenza per parlare di “lapidazione”. Trattandosi di una famiglia di pakistani l’elemento barbarico-rituale ci stava molto bene. Noi italiani avevamo uno spunto per scuotere la testa al primitivismo patriarcale di un’altra cultura asiatico-musulmana e congratularci con noi stessi per aver deciso di nascere nella civilissima Europa.

Che choc psicologico deve essere stato per quelli che maggiormente si erano crogiolati in questa narrativa orientalista quando ieri sera, nella trasmissione “Chi l’ha visto”, condotta da Federica Sciarelli, davanti a 3 milioni 680 mila telespettatori — il 15,29% di share — si veniva a sapere che la quindicenne Sarah Scazzi, scomparsa dalla sua casa di Avetrana il 26 agosto scorso, era stata strangolata con una cordicella da suo zio Michele Misseri, 54 anni, nel garage della sua casa. A detta dello stesso stesso omicida il cadavere è stato poi sottoposto ad abusi sessuali, e infine, condotto nel bagagliaio dell’auto in un podere di periferia di proprietà dell’uomo stesso, gettato in una cisterna per la raccolta delle acque. Il cadavere appena ritrovato è ora in stato di “colliquazione”, si disfa cioè al minimo contatto.

Il delitto ha coronato un ciclo di avances da parte dell’uomo sempre respinte da Sarah, che per l’amicizia con la figlia dell’omicida, Sabrina, trascorreva moltissimo del suo tempo nella casa dove troverà la morte. Il giorno prima della delitto Sarah aveva parlato a sua cugina della persecuzione da parte di suo zio. In serata la ragazza ne aveva parlato con suo padre, decidendo inconsapevolmente il destino di Sarah.

Anche qui, quanto a primitivismo culturale non si scherza. Un torbido e sanguinoso dispiegarsi di passioni verso un’adolescente vista come proprietà sessuale del patriarca. Anche nella civilissima Europa.

Qualcuno a nord erigerà una difesa psicologica contro questa irruzione di realtà pensando che tra pugliesi e pakistani non c’è grande differenza. Ma quanto è grande la patria del proprio pregiudizio?

Gianluca Bifolchi
Fonte: http://subecumene.wordpress.com/
Link: http://subecumene.wordpress.com/2010/10/07/il-delitto-di-avetrana-i-pugliesi-come-i-pakistani/
8.10.2010


Citazione
Maria Stella
Noble Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 1429
 

Esatto "primitivismo culturale", la strada per il progresso è lunga, si dispiega per gradini, e non è facile, è da poco che abbiamo seppellito la vergogna del delitto di onore, ma qualche zombi laido ogni tanto esce dagli inferi, e fa orrore, perchè non è più la norma, e c'è ancora molta strada da fare, moltissima.

Altrove però certi delitti entrano quasi nella normalità e la donna "se la è voluta"

Altri Paese hanno tempi diversi , prendiamone atto senza fare morale e senza ipocrisie, e rendiamoci conto che appunto poichè le conquiste sulla via del progresso non sono ultimate, inondare chi ancora è indietro, di gente che è ancora più indietro, serve solo a mettere su l'Italia e forse sull'Occidente , un bel pietrone, affichè per molte generazioni resti e si confermi, come Paese arretrato.

Bifolchi e molti altri sembrano fregarsene e mette tristezza tanta cieca ottusità e tanto disinteresse per il proprio Paese, solo in nome.. già in nome di che ? Non è utile nemmeno a chi è ancora indietro, esser spostato a contatto di usi e costumi che creano loro disagio, conflitti.. omicidi. Perchè non fargli seguire il normale iter senza forzature, contenti del fatto che le conquiste tecniche in ogni caso permettono contatti, incontri , scambi, che accelereranno il processo, ma rispettando i ritmi naturali?

Il rispetto, ecco la parola magica: dove è il rispetto? La trasmissione della Sciarelli ce lo ha indirettamente detto: IL rispetto in Italia, non esiste, c'è rimasta l'ipocrisia ed il rispetto è stato seppellito , morto .


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