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Il divorzio di Un Rabbino e La Guerra nel nome di Dio


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Stasera lo sfavillante TG2 ha dato la singolare notizia secondo cui il rabbino Moishe Friedman sarebbe stato “scaricato” dalla moglie, quand’ella, guardando il telegiornale, apprese, con sommo orrore e raccapriccio, che il succitato rabbino ha abbracciato il presidente Ahmadinejad.

Ora: non so voi, ma a me, quando danno una notizia, vien da chiedermi non solo “che cosa mi stanno comunicando” ma anche (e soprattutto, in epoca di giornalismo-servo come la nostra) perché mi stanno comunicando qualcosa.

E’ il rabbino Friedman un eroe del gossip? Ha partecipato al “grande Fratello”? Fa parte dell’inesauribile scuderia degli “amici” di Maria De Filippi?

No.
Il rabbino Friedman è un rabbino (quindi ebreo, obviously:-)), appartenente al gruppo Neturei Karta, ortodosso, che ha espresso la sua opinione alla conferenza di Teheran sull’Olocausto. (1)
La Conferenza di Teheran, indetta per sottoporre all’opinione pubblica le tesi “non ufficiali” sull’Olocausto, è stata pubblicizzata dai media “embedded” come una conferenza “negazionista”. Cioè in cui si è "negato" l’evento storico dell’Olocausto, nel suo accadimento.

Alla conferenza sono state presenti numerose personalità del mondo accademico. Moltissimi ebrei, religiosi o meno. Tra essi, spicca, per esempio, Norman Finkelmann, figlio di due superstiti dei campi di concentramento nazisti. Uno che, se avessero negato l’Olocausto, per quello che mi è dato sapere sulla natura umana, non avrebbe sicuramente presenziato.

Ma torniamo al divorzio di Friedman, motivato, secondo il TG2, dall’abbraccio, visto in tv dalla moglie, tra lui ed Ahmadinejad.

Qui, Dacia Valent (2) racconta del suo incontro col rabbino, quando fu invitato in una sala di Montecitorio a commemorare l’11 settembre (insieme ad un imam e ad un frate comboniano) per stigmatizzare ogni strumentalizzazione, che il potere da sempre mette in atto, delle stragi e delle sofferenze dei sopravvissuti, per perpetuare logiche di guerra e di genocidio.

L’8 settembre, qualche giorno prima, che Friedman si recasse a Roma per l’incontro summenzionato, egli rischiò di essere rapito. Ne parla Blondet qui. (3)

Fatto sta che, invece, il rapimento fu sventato, che Friedman andò all’incontro e non solo: andò anche alla conferenza di Teheran. Dove non vi fu affatto “negazione” dell’Olocausto e neppure messa in discussione del numero di morti che comportò questo genocidio.
Vi fu, invece, stigmatizzazione di come, a fini “bellici” (per spacciare cioè lo “scontro di civiltà) l’Olocausto sia stato un argomento “forte” per giustificare la violazione dei diritti umani (4) e del diritto internazionale con cui Israele, quotidianamente, perpetra delitti contro il popolo palestinese, in nome di una presunta “minacciata” esistenza.

Laddove, invece, Neturei Karta ha sempre espresso una contrarietà sul piano politico (per ovvie ragioni) e religioso (con ragioni legate al credo ebraico, a seconda delle interpretazioni che ne vengono date) del sionismo.

Teniamo conto, e molto significativamente, che stanno preparando la guerra all’Iran, quando si leggono certe notizie.
Si sta parlando di un padre di 7 figli, rabbino, ma dissidente da anni dal sionismo: di lui il tg2 dice che “la moglie ha deciso di divorziare quando ha visto in tv il suo abbraccio con Ahmadinejad” (Ahmadinejad, in questo momento è in sudamerica a discutere con Chavez e altri capi sudamericani, di collaborazione per il petrolio e altre piacevolezze che farebbero venire a GW Bush come minimo l’allergia) . (5)
Il 12 gennaio, swissinfo (6) titola che Friedman è stato sbattuto fuori dalla comunità ebraica di Vienna, proprio per la sua partecipazione alla conferenza di Teheran.

Chi ha esperienza di divorzi, sa quanto incidano le vicende di “insuccesso lavorativo” e sociale sulla stabilità di una famiglia. Non è bello, non è nobile. Ma è umano, come molte altre cose.
Friedman è (era) un rabbino, papà di 7 figli, aspramente contestato da anni per le sue idee anticonformiste. Che ha rischiato (presumo più di una volta) la sua incolumità personale. Che alla fine, è stato sbattuto fuori dalla comunità ebraica di Vienna.
Il rabbino Friedman è una vittima della guerra. Di quella che si fa, di quella che si andrà a fare. Il rabbino Friedman, per essere stato coraggioso, si è fatto troppi nemici potenti. Ebreo, contrario, giustamente, alla più colossale strumentalizzazione di un genocidio che si sia fatta nel XX secolo, ha pagato per le sue idee. Personalmente. E a lui va tutta la mia personale solidarietà. E la mia ammirazione. E i miei auguri che con la moglie possa aggiustare tutto ed essere nuovamente felice.

Fonte: http://cloroalclero.blogspot.com/
15.01.07

Note:

1) http://antiamericanista.splinder.com/post/10240817
2) http://www.verbavalent.com/index.php?q=node/12
3) www.nonsolonews.it
4) http://www.aljazira.it/index.php?option=content&task=view&id=845&Itemid
5) http://verosudamerica.blogspot.com/2007/01/cattive-amicizie.html
6) www.swissinfo.org


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