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Il fondamentalismo islamico è braccio armato USA


Salvathor
Noble Member
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Di Salvatore Santoru

Le recenti triste vicende accadute in Nigeria , dove alcune ragazze sono state rapite da parte del gruppo terrorista " Boko Haram " , e in Sudan , dove una donna rischia la pena di morte solo perchè si è convertita al cristianesimo sposando un cristiano , riportano all'attenzione il problema del fondamentalismo islamico , così particolarmente sentito in Africa e Medio Oriente .

Il fondamentalismo islamico e l'islamismo politico sono caratterizzati da un forte spirito autoritario e guerrafondaio , maschilista e intollerante verso qualunque elemento non islamico .

Bisognerebbe chiedersi a chi giova tutto questo proliferare di esso, e la risposta è presto detta : all'imperialismo USA o " occidentale ", o meglio ai gruppi di potere che stanno dietro di esso .

La cosa può sembrare strana ai più : d'altronde il cosiddetto " Occidente " non è quello che nel nome della lotta al fondamentalismo islamico e dei diritti umani, ha iniziato le guerre in Afghanistan e Iraq ? ...

Perlomeno così viene detto, ma molto probabilmente la verità è un pò diversa .

Difatti stranamente il fondamentalismo islamico è sempre in simbiosi con gli obiettivi dell'imperialismo " occidentale ", e i paesi che creano più fastidio all' " Occidente " sono sempre quelli caratterizzati dall'islamismo moderato e laico ...

Pur con tutti i suoi problemi , la Libia con Gheddafi era un paese sostanzialmente laico, basato sull'Islam tollerante e rispettoso delle differenze culturali e religiose ...

Dopo la guerra scatenata dalla NATO, è diventata "un'incubatrice di gruppi terroristi" come affermato dallo stesso ministro degli Interni nigeriano Massoudou Hassoumi, e da lì il ritorno del proliferare dei vari gruppi fondamentalisti, tipo " Boko Haram " e altri...

Inoltre sia in Libia, in Egitto e in altri paesi attraversati dalla " primavera araba " non ci sono stati grossi miglioramenti, forse per il fatto che alle elitè " occidentali " che hanno finanziato essa, la democrazia e i diritti umani servono solo come paravento per i propri interessi economici e geopolitici, e preferiscono regimi teocratici piuttosto che paesi laici e sovrani con cui c'è poco da guadagnare .

Non a caso, i più importanti paesi islamici alleati dell' " Occidente " sono quelli più fondamentalisti, come l'Arabia Saudita, il Bahrein e altri paesi dominati da monarchie assolute e dove i diritti umani vengono costantemente violati e i diritti civili sono ben poco presi in considerazione,basti pensare che in Arabia ad esempio le donne non possono guidare, nè viaggiare da sole .

Un'eccezione storica può sembrare l'Afghanistan, ma se si studia la storia si scopre che i famigerati talebani sono stati sostenuti dagli USA prima di prendere il potere, e che la CIA, tramite i servizi segreti pakistani dell' ISI, ha praticamente creato alla fine degli anni ottanta, la base del moderno terrorismo islamista, ovvero " Al Quaida " ( che in arabo significa proprio " la base " ), inizialmente usata per contrastare i sovietici in Afghanistan, e in seguito nell'Europa dell'Est e sopratutto nell'ex Jugoslavia ( si pensi ai terroristi ceceni legati ai qaedisti o anche all'Uck albanese )

Continua su http://informazioneconsapevole.blogspot.it/2014/05/il-fondamentalismo-islamico-e-il.html


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katy
 katy
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Post: 64
 

Daltronde finchè c'è guerra c'è speranza viene da pensare!


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Primadellesabbie
Illustrious Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 5039
 

Che gli apparati di potere abbiano imparato a sfruttare la presenza di estremismo o terrorismo, per giustificare ed imporre stili di vita altrimenti ingiustificabili, a vantaggio di una dominazione culturale senza fondamento, é fatto oramai ampiamente assodato e verificabile.

Esempi di utilizzazione delle contrapposizioni religiose per finalità politiche se ne possono trovare da sempre.

Questa abitudine, mi permetta Salvathor, di giudicare, o addirittura processare, una civiltà a partire dai principi di un'altra lo trovo non solo intollerabile, ma altamente diseducativo e controproducente.

Che senso ha criticare la globalizzazione, quando ad ogni piè sospinto si tradisce una mentalità che agogna ad una unificazione molto più sostanziale e profonda di quella imposta dalla trionfante banalizzazione economico finanziaria?


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