Sarebbe bello sapere come mai ogni mattina due automobili di servizio e tre uomini di scorta presidino e accudiscano la passeggiatina di Massimo D’Alema e del suo Labrador nero che per differenti necessità visitano i giardini pubblici allestiti a spartitraffico, uno solo dei due telefonando. Si tratta forse di persona in pericolo? E se sì, per cosa? Per avere controllato con la consueta astuzia, ai tempi del Copasir, il segretissimo lavoro dei nostri Servizi ignari di essere a loro volta controllati dai cugini americani?
O forse si tratta di un privilegio a lento rilascio per certe alte cariche ricoperte nella remota Seconda Repubblica?
Quando gli accadde per una volta di agguantare Palazzo Chigi, giusto il tempo di far fuori Romano Prodi e bombardare gli ex compagni Serbi coadiuvato dai simpatici Rondolino & Velardi. Un’altra di accedere al dicastero degli Esteri e di tessere strategie di pace nella macelleria mediorientale con la fattiva collaborazione di Hezbollah. È il Mossad che lo minaccia? È Veltroni che aspetta il piatto freddo della vendetta? A meno che non siamo tutti fuoristrada. D’Alema non dà noia a nessuno e la scorta che paghiamo non è per lui. È per il Labrador.
Pino Corrias
Fonte: www.ilfattoquotidiano.it
13.07.2013
basta scorte ai politici.con quello che rubano possono benissimo pagarsele da soli.questo per tutti i personaggi in vista:dal papa all'ultimo semisconosciuto consigliere regionale.sanno che la gente vuole loro un gran bene perciò occorre la scorta.pagatevela che i soldi non vi mancano!
Mah, la scorta al cane la posso anche capire, ma a D'Alema...
Mah, la scorta al cane la posso anche capire, ma a D'Alema...
questa si candida a vincere il primo premio come battuta dell'anno. 😆 😆 😆