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Il Presepe arruolato in guerra

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Stodler
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Il Presepe arruolato in guerra

di Giorgio Cremaschi

Sono ateo e padre di figlie non battezzate, ma ho sempre fatto il Presepe. Come Luca Cupiello nella commedia di Eduardo, il Presepe mi piace perché trovo bello guardarlo e soprattutto costruirlo. Ora sono in dubbio se farlo ancora.

Ho visto un presepe brandito come arma da Matteo Salvini davanti alla scuola di Rozzano. Ho visto l'onorevole Gelmini cantare "Tu scendi dalle stelle"come inno di lotta sempre davanti alla stessa scuola. Ho letto il commento del sottosegretario all'istruzione Faraone, indignato per la rinuncia ai nostri valori. Mi pare cha Matteo Renzi abbia usato toni simili. Una crociata politico mediatica ha così occupato il centro dei talkshow.

Su un fatto praticamente inesistente, il normale rifiuto di un preside a due mamme di organizzare fuori orario e fuori programma canti di Natale, non dunque la cancellazione della celebrazione della festa, si è costruito uno scenario di guerra. Ora non mi stupisce che i Mass media italiani siano capaci di costruire autentici falsi e di far ruotare attorno ad essi tutto il confronto politico e di opinione pubblica che loro stessi alimentano. Nelle guerre la macchina del falso è la prima a mettersi in moto. Così i manifestanti per l'ambiente a Parigi sono stati accusati di profanare il sacrario delle vittime del terrorismo, quando è stata la polizia di Hollande a caricarli brutalmente e a calpestare i fiori. Ci sono video e foto che documentano questo ma il nostro giornale e telegiornale unico ha titolato sulla vergogna degli oltraggi perpetuati dai manifestanti. Franti rise al racconto dei funerali del re, racconta il libro Cuore con lo stesso sdegno.

Lo stessa macchina del falso ha dunque prodotto il caso di Rozzano, chiarendo subito che lo scopo era quello di aprire un dibattito sui nostri valori e sul coraggio di difenderli. Di fronte ai terroristi che uccidono gridando Allah Akbar non festeggiare il Natale come si deve diventa cedimento di fronte al nemico, collaborazionismo persino. Il figlio di Luca Cupiello, che nella già citata commedia afferma più volte che il Presepe non gli piace, diventa l'archetipo del traditore.

Il Presepe diventa così un'arma della guerra identitaria che si scatena in difesa della nostra civiltà, arma che si può imbracciare senza scandalo. Il vescovo segretario della Cei Nunzio Galantino è abituato ad usare toni forti ed è subito sceso in campo in difesa del Natale minacciato. Ma non ha sentito il bisogno di dire nulla contro questo uso violento del Presepe. Ma come, l'invenzione di S. Francesco viene usata per bassa speculazione politica ed elettorale e il vescovo Galantino non ha il coraggio di dire: giù le mani dal Presepe?

Tutto questo mi spaventa e non tanto perché così si fa distrazione di massa dai problemi veri. Questo è ovvio, ma a me spaventa proprio ciò verso cui il regime mediatico sta orientando l'opinione pubblica: si vuole prepararla alla necessità e alla inevitabilità della guerra: “Vogliono abolire il Natale per farci festeggiare il Ramadan e vorremmo cedere come il vile preside di Rozzano? Oppure vogliamo combattere per i nostri valori?”. Sono i nostri mostri di sempre che vengono così evocati e a me dispiace molto che cerchino di nasconderli tra le statuette del Presepe.

I terroristi legati all'Isis, per quanto feroci, non hanno certo la forza per far regredire alle guerre di razza e di religione le nostre società. Se questa regressione si manifesta lo stesso, è per cause sociali politiche e culturali che stanno tutte qui da noi e la caccia alle streghe di Rozzano lo dimostra.

(2 dicembre 2015)


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PietroGE
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Tutto questo mi spaventa e non tanto perché così si fa distrazione di massa dai problemi veri. Questo è ovvio, ma a me spaventa proprio ciò verso cui il regime mediatico sta orientando l'opinione pubblica: si vuole prepararla alla necessità e alla inevitabilità della guerra: “Vogliono abolire il Natale per farci festeggiare il Ramadan e vorremmo cedere come il vile preside di Rozzano? Oppure vogliamo combattere per i nostri valori?”. Sono i nostri mostri di sempre che vengono così evocati e a me dispiace molto che cerchino di nasconderli tra le statuette del Presepe.

I terroristi legati all'Isis, per quanto feroci, non hanno certo la forza per far regredire alle guerre di razza e di religione le nostre società. Se questa regressione si manifesta lo stesso, è per cause sociali politiche e culturali che stanno tutte qui da noi e la caccia alle streghe di Rozzano lo dimostra.

L'articolo di Cremaschi dimostra in modo chiarissimo l'abisso che esiste tra la sinistra e i buonisti di ogni posizione e colore da una parte, e la realtà dall'altra.
-La guerra c'è già da anni, basta vedere come vengono trattati i cristiani nel mondo e prendere atto che ormai è arrivata in Europa. Prima o poi arriverà sotto il portone di casa anche a coloro che si aggrappano con le unghie e con i denti al sogno dell'internazionalismo proletario e della lotta di classe contro il capitalismo internazionale.
-Chi parla di cause sociali e politiche per uno scontro che è invece di civiltà fa bene a non fare il presepe. Che si occupi degli interessi della classe lavoratrice che, anche se in percentuale minima e sempre decrescente, lo ha eletto a suo rappresentante. Almeno farà qualcosa di utile.


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Giovina
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Ma fammi il piacere.....


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Stodler
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Ecco puntuali le dame di carità ...


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Giovina
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Sempre dopo il damo.....


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Jor-el
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Ho frequentato le scuole elementari negli anni '960. C'era l'ora di religione, ma non si faceva né il presepe, né l'albero di Natale. In compenso sotto Natale c'era una vacanza di 15 giorni.


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spadaccinonero
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Ecco puntuali le dame di carità ...

8)


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MarioG
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Ecco puntuali le dame di carità ...

Ti piace o' presepe?


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yakoviev
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Ho frequentato le scuole elementari negli anni '960. C'era l'ora di religione, ma non si faceva né il presepe, né l'albero di Natale. In compenso sotto Natale c'era una vacanza di 15 giorni.

Esatto, la stessa cosa che ho scritto anch'io a commento di un altro post sull'argomento: "Io ho fatto le elementari a Firenze, dal 60 al 65, durante i "bei tempi andati" quando non c'era il "politically correct", il multietnicismo etc. Mai fatto un Presepe a scuola, niente canti, cori e simili né mamme rompicoglioni, niente recite etc. Mi pare che qualcuno (i custodi?) mettesse qualche decorazione e stop, in attesa delle vacanze. Queste le mie "tradizioni" a scuola." Penso addirittura che questa smania di presepi, recite, canti etc. sia paradossalmente figlia non della "tradizione", ma degli anni 70-80


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Jor-el
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Ho frequentato le scuole elementari negli anni '960. C'era l'ora di religione, ma non si faceva né il presepe, né l'albero di Natale. In compenso sotto Natale c'era una vacanza di 15 giorni.

Esatto, la stessa cosa che ho scritto anch'io a commento di un altro post sull'argomento: "Io ho fatto le elementari a Firenze, dal 60 al 65, durante i "bei tempi andati" quando non c'era il "politically correct", il multietnicismo etc. Mai fatto un Presepe a scuola, niente canti, cori e simili né mamme rompicoglioni, niente recite etc. Mi pare che qualcuno (i custodi?) mettesse qualche decorazione e stop, in attesa delle vacanze. Queste le mie "tradizioni" a scuola." Penso addirittura che questa smania di presepi, recite, canti etc. sia paradossalmente figlia non della "tradizione", ma degli anni 70-80

La prova provata è che io - che recito a memoria Piemonte, La cavallina storna, l'Infinito (censurata), La pioggia nel pineto e persino Lorelei (ho studiato tedesco alle medie) - non so le canzoni di Natale (tranne Jingle bells e Do They Know It's Christmas, ma per "colpa" di mia figlia, della Disney e dei Duran Duran).
Massssì, ecco da dove viene tutta la bella tradizione natalizia della mia infanzia: dal caro vecchio Walt!


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haward
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A me ed ai miei compagni delle Elementari hanno insegnato Bella Ciao.


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Jor-el
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Non c'entra niente, ma mi è venuto in mente che mia madre, comunista figlia di comunisti nipote di comunisti (il mio bisnonno fu un importante capo partigiano), m'insegnò a cantare "Faccetta nera".
Le piaceva la melodia.


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Primadellesabbie
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Il presepe, a ben guardare, potrebbe avere una funzione molto singolare di questi tempi, é stato proposto da S. Francesco, come alternativa alle Crociate, assieme alla solenne festività del Corpus Domini.

Il senso era che celebrare la sacralità dei Luoghi Santi presso di noi, come é implicito nell'evocazione attraverso la ricostruzione degli eventi con la costruzione del presepe, e l'Ostensione per le strade durante il Corpus Domini, che suscitò emozioni enormi quando fu istituita, rendessero superfluo il pellegrinaggio e tutti i sanguinosi scontri relativi.

Come si sa, S. Francesco si recò in Palestina ed incontrò le massime autorità mussulmane, conobbe di persona la situazione ed aveva l'autorità indispensabile per proporre ciò che fece.

Per gli atei o presunti tali, con tutti i diritti di esserlo, ma senza il diritto di eccedere nel loro entusiasmo fino ad interferire in cose che non li riguardano, "Il Natale ha 5.000 anni" di Francesco Saba Sardi dovrebbe dar loro soddisfazione, e la tranquillità necessaria a non buttarsi sempre in prima fila a sgomitare.


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orckrist
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Quello che io continuo a non capire è in che modo il Natale e i suoi simboli possano offendere l'Islam, che venera Gesù come un grande profeta.

Mentre altre religioni se ne fregano tranquillamente.

Questa "questione" mi sembra solo il proverbiale sasso nello stagno dei ranocchi.

Nel frattempo ci stanno trascinando in un baratro di menzogne e guerra.
Su questo sì si dovrebbe discutere aspramente.


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PietroGE
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GUERRA AL NATALE reloaded : Il Circo equestre

http://www.ilgiornale.it/news/politica/nella-guerra-natale-finiscono-macello-anche-bue-e-lasinello-1200916.html

Nella guerra al Natale finiscono al macello anche il bue e l'asinello
Titolo dell'articolo in rima!!

Estratti dall'articolo :

...La linea è chiara: il Natale va festeggiato laicamente (!!!). Per questo, spazio all'universale Babbo Natale oltre che all'immancabile abete, ma porte sbarrate per la greppia, Gesù Bambino, Maria, Giuseppe, pastori e animali vari.....
Ad Agordo, nel Bellunese, la scuola materna ha dichiarato ospiti non graditi San Nicolò e il suo asinello, emblemi di una tradizione natalizia da queste parti portata avanti da quei chierichetti incalliti dell'Auser, l'associazione di volontariato della Cgil: per gli insegnanti il quadrupede potrebbe spaventare i fanciulli.....
A Fonte Nuova, alle porte di Roma, appuntamento decembrino confermato all'asilo comunale «Peter Pan», ma con copione rivisitato in chiave contemporanea: via il Bambinello, demodè. Ed al posto dei Re Magi statuine raffiguranti migranti (!!!!!!), per non offendere musulmani e figli di single e divorziati


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