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Blondet - Anche se in mutande, quello dei Parassiti è

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Arcadia
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Anche se in mutande, quello dei Parassiti è totalitarismo

Maurizio Blondet
2 dicembre 2015 

Lo sapete già. A San Donà di Piave un insegnante di fisica, Fabio Bianco, si presenta in classe travestito da donna, parrucca bionda, minigonna. “Erano cinque anni che pensavo di farlo”. I media sono dalla sua parte, povero trans su cui una assessora retriva ha invocato provvedimenti disciplinari. Provvedimenti che comunque non arriveranno: né dall’istituto tecnico dove insegna il trans pubblico, né dall’Ufficio scolastico provinciale: dove si proclama, fanno sapere ai giornali, “il della professoressa (è subito “professoressa”, ndr.) di indossare i vestiti che desidera e manifestare la propria identità di genere”.

Vorrei esaminare la questione da un altro lato: quello del potere. Voi che lavorate nel settore privato, avete questo potere? Voglio dire: un giorno vi viene voglia di esibire la vostra natura di trans e vi presentate di punto in bianco in minigonna e parrucca bionda all’ufficio, che so, nell’officina meccanica dove lavorate ad aggiustare le auto, nella banca dove lavorate allo sportello, alla concessionaria Fiat dove cercate di vendere la nuova Punto…che ne dite, lo fareste? Senza temere conseguenze? Non avreste paura di essere licenziati, messi da parte, boicottati dai colleghi stessi?

Insomma: credete che nel privato possiate farlo? No. Nel “privato” dove galoppa la disoccupazione perchè c’è la crisi dal 2008, dove bisogna sfiancarsi per salvare voi e l’azienda dal fallimento, dove siete esposti alla competizione globale, non avete questo potere. Non potete vestirvi come cavolo vi salta l’uzzolo. Non volete rischiare di essere messi alla porta o comunque emarginati dai colleghi che si affannano sgobbare perché c’è il rischio che la fabbrica, la ditta, il negozio chiudano come è avvenuto al 25% delle attività economiche private italiane. Che non torneranno più.

E’ questo il punto: gli statali hanno il potere e lo esercitano senza alcun limite, a loro totale arbitrio, come gli salta; e come al solito, nel più totale ed aperto disprezzo per “gli utenti”, che poi siamo noi che gli paghiamo lo stipendio. Il culattone di San Donà ha sbattuto in faccia il suo gender ad alunni e famiglie senza alcun riguardo, infischiandosene del “servizio educativo” per il quale è pagato, perché come statale può fare quel che vuole. Ha il potere. Anzi adesso due: il potere di cui gode come statale, e quello di cui gode come transessuale,, potente lobby intoccabile – se la toccate urla alla discriminazione, e tutti i media la difendono.

Statali licenziabili? No, tranquilli.

Contrariamente a voi, essi hanno il potere.

Difatti hanno preteso di non essere licenziabili, e l’hanno imposto ai politici tremebondi o complici. Fino al punto che l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, il mostro sacro dei sindacati, è stato modificato sì in modo da rendere più facili i licenziamenti: ma esclusivamente ai privati. Nel settore pubblico – si sono affrettati ad assicurare i politici – non si applica la “riforma Fornero”. Ora, questa è lesione di un principio basilare del diritto: l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge.

Gli statali hanno questo potere: di non essere eguali ai miserabili che gli pagano lo stipendio. Se lo sono preso, ce l’hanno e se lo tengono con gli artigli adunchi, protetti dai sindacati e dal governo stesso.

Adesso è accaduto un fatto. La Cassazione, in una sentenza contro un licenziamento di un fancazzista pubblico (di Agrigento: reintegrato, e ti pareva, per vizio di forma), ha tuttavia ammesso che “è innegabile” che l’articolo 18, che facilita i licenziamenti, si applica anche alla pubblica amministrazione.

Quale migliore occasione, per un governo che vuole “fare le riforme”, per cominciare davvero a licenziare il buon terzo di fankazzisti che rubano il posto e lo stipendio all’Italia impoverita? Perché nemmeno quelli del comune di Sanremo che timbravano il cartellino per i colleghi, anche in mutande, sono stati licenziati…Invece:

“No, no, stiano tranquilli!”, s’è precipitata a dichiarare la ministra competente: “No. Riformuleremo la norma in modo che non si applichi ai pubblici dipendenti”.

http://economia.ilmessaggero.it/economia_e_finanza/statali_licenziabili_cassazione_pa-1391842.html

Cioè, la lesione del diritto a loro vantaggio deve restare. Questo è potere, signori. E che potere. I politici stessi, che hanno ricevuto istruzioni dall’estero per essere “riformisti” ossia tagliare le inefficienze pubbliche, ne hanno paura: è il potere, tanto da essere temibili..

Voi siete temibili, nel settore privato? Potete esigere che a voi una legge – che si applica agli altri – non venga applicata? Voi potete far paura ai politici?

Voi non avete potere. Voi pagate, con le tasse, non solo gli stipendi, ma anche gli sprechi e le corruzioni di cui questi si rimpinzano, e dovete tacere e subire. Loro vi sbattono in faccia il loro potere. Sono la Casta.

La prova ultima è che tre milioni di dipendenti pubblici “sono in agitazione”: da tre anni senza rinnovo contrattuale! Che scandalo! Poverini!, urla la Cigl-Cisl-Uil! Vogliono gli aumenti!

“Volemo l’aumento!”

Dite voi, nel privato, se avete avuto aumenti negli ultimi non dico tre, ma cinque – anzi sette anni.

Nel privato, ringraziate Dio se dopo tutti questi anni avete ancora un posto. I giornali sono pieni di titoli tipo: “Frena la crescita, frena il lavoro”, la crisi morde. La disoccupazione è altissima – nel privato. Nel pubblico, però, se ne fregano se il paese intero (quello che li paga) scende nella miseria: loro vogliono l’aumento, son già tre anni che non glielo diamo.

Loro hanno stipendi medi del 15% superiori ai nostri; i loro dirigenti sono pagati come il presidente degli Stati Uniti, anzi di più. Invece, milioni di dipendenti privati l’hanno perso e campano scendendo nella fossa della miseria, mese dopo mese, affossati dalla burocrazia pubblica più costosa, spoliatrice ed ostile del mondo. Ostile, anzitutto, al lavoro onesto; non ci credono che lavorate onestamente – non possono crederci, giudicando da se stessi. Sicuramente state nascondendo dei soldi al Fisco, ossia a loro, che “vonno l’aumento”!

Senza contropartita. Questo è Potere, ragazzi. Potere assoluto, totale, dispotico. M’è già capitato di riferire che se le ASL delle altre regioni adottassero i costi standard della Lombardia, lo stato avrebbe 80 miliardi di euro in più. Forse che Renzi non vuole avere 80 miliardi extra da spendere in qualche bonus a pioggia? o per rispettare il Patto di Stabilità (e Crescita!) come gli ordinano gli euro-oligarchi? Non gli farebbe comodo? Eccome se gli farebbe comodo. In teoria, basta che ordini per legge o decreto: da domani,, tutte le Regioni adottino gli stessi costi standard della Lombardia – la Lombardia dove si ruba, stiano tranquilli, non si fanno mancare nessun lusso di sardanapali regionali –

ma almeno mostrano che si può, rubacchiando, offrire un servizio decente ai malati.

Niente. Impossibile. Le altre Regioni nemmeno hanno preso atto . I loro fancazzisti della locale Sanità continuano a rubare e malversare sugli acquisti delle siringhe e delle lavanderie, come se niente fosse, intascando e dilapidando 80 miliiardi. Ogni anno. E questo solo nella Sanità. Pensate solo quanto rubano negli altri settori, e sono almeno il doppio. Vogliamo azzardare? I fancazzisti come ente collettivo si intascano in malversazioni, sprechi inefficienze, 150 miliardi di euro. E non si può farli smettere.

Questo è Potere. Potere totalitario. Potere maligno e insieme stupido.

Perché se fossero in grado, se volessero,se si degnassero di tagliare i costi- diciamo la metà – che sono i costi delle loro inefficienze, disonestà e incompetenze, l’Italia sarebbe una potenza economica. Avrebbe i soldi anche per pagare quei “precari” che aumentano nel settore pubblico, anche nella Sanità e nella scuola – e sono assunti perchè? Per fare il lavoro che i fissi stipendiatissimi non fanno, che lavorano per un boccone di pane e che in certe Regioni nemmeno ricevono lo stipendio – perché tutto il denaro va a pagare

gli stipendi ai fancazzisti fissi e privilegiati. Avremmo i soldi per pagare aumenti ed addestramenti ai poliziotti, che sono i più sacrificati nel settore pubblico. Potremmo pagare un’integrazione ai milioni di pensionati con 500 euro mensili, che potrebbero pagare le bollette – potrebbero aumentare i famosi consumi da cui, ormai, dipende la “crescita”…niente, non si può. Il Corpo collettivo dei parassiti inadempienti s’incamera 150 miliardi annui, o li spreca e li malversa, e non ci si può fare niente: invece, il tizio che Renzi ha messo all’INPS sta ingegnandosi e spremendosi per inventare un modo di tagliare le pensioni. Private, ovvio.

Questo è il potere. Potere Totale.

Loro chiudono i musei, e vanno a discutere “l’agitazione”. Si presentano agli studenti travestiti da troie. All’ATAC stampano biglietti falsi. A Roma, i tecnici addetti alle concessioni edilizie: “Si presentano e spaventano con ipotesi di abuso”, per farsi pagare mazzette: come quelli della Ndrangheta.- A Sanremo vanno a timbrare in mutande e poi scappano a fare shopping. Vigili urbani, al 60 per cento si dichiarano inabili al servizio in strada, con tanto di certificato medico, e sono pagati per far niente (Napoli): potrebbero morire, hanno contratto malattie tremende. I loro dirigenti comunali inseriscono apposta errori nei bandi di gara, per lucrare e far lucrare con il successivo contenzioso. Fanno quello che vogliono, hanno l’avanzamento automatico, sono del tutto insindacabili, inamovibili, illicenziabili. E si lamentano.

Sento ad una radio una telefonata: è uno del Corpo Forestale dello Stato. “Ci vogliono militarizzare! E nessuno ci difende!”. Che tragedia, li vogliono trattare come trattano i Carabinieri. E loro soffrono. Si ribellano. Scenderanno in agitazione. Bruceranno i boschi…

Questo è Potere. Siamo sotto un regime totalitario, malvagio e distruttivo. E stupido. Che ci sta facendo scendere nella fossa.

http://www.maurizioblondet.it/la-dittatura-totalitaria-dei-parassiti-in-mutande/


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lanzo
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Il deputato Luxuria - che si prende fior di quattrini da noi contribuenti ha aperto la strada, grazie SEL e PD e non si sa che lavoro faccia - siamo alla frutta.


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clausneghe
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D'altra parte, se lo Stato, entità virtuale quanto criminale, mafia legale a tutti gli effetti, non avesse un occhio di riguardo per i suoi picciotti, figli di Mammona, non potrebbe regnare con il Potere di vita e di morte che esercita sui suoi sudditi.
Dove c'è lo Stato non c'è libertà, ma ci sono tanti privilegi per i suoi boiardi. 😉
E smettetela di pensare: Lo Stato siamo noi.
Nulla di più falso, più falso ancora del "Arbeit macht frei" di Hitleriana memoria. 👿


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mincuo
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GioCo
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Guai a fare "dello Stato" un essere vivente autogeno, costituito da un solo blocco identitario e da un solo carattere costitutivo, così come la categoria generica "degli approfittatori" statali, in piena deregolamentazione e privatizzazione galoppante e di beni primari, come l'acqua e l'energia.

E' uno scherzo maldestro della fantasia che emerge dal massaggio emotivo plutocrate dei mass media, come parlare di "mafia" o "Mc Donald" nei termini di entità a se stanti. Sono solo paraventi per evitare che siano esposte le responsabilità di persone fisiche, le ombre dietro quei paraventi. Queste identità giuridiche esprimono una galassia di intenti pragettuali, desideri e pulsioni che premono tutte per essere "libere di agire" nei contesti, dove in verità non esiste una politica dei contesti o contestuale.

E' evidente che l'insegnante deve potersi esprimere liberamente, anche nella sua identità sessuale preferita, meno evidente è che lo faccia da un giorno all'altro e in autonomia "a sorpresa" in un luogo dove si pianifica ogni intervento. Questa persona andrebbe sanzionata per aver condotto un comportamento educativo non conforme alla richiesta dell'istituto. Altrimenti potremmo affermare che un docente che si sveglia una mattina e mette bombe "finte" in istituto, o porta delle armi, può farlo per educare alla difesa dal terrorismo. Cioè si permette a chiunque di tenere qualunque comportamento improvviso lasciando al singolo la repsonsabilità di gestire le ricadute educative.

Per il resto, l'azione è evidentemente autoritorsiva e l'insegnante è un cretino a tutto tondo, peccato che Blondet non lo capisca e agisca nel verso meno auspicabile. Se voleva dare un segnale di apertura alla sua causa omosessuale questa persona in verità ci ha dato uno straordinaria occasione per farla a pezzi.
L'unica cosa che non va fatta è creare una categoria inesistente di potere statale partendo dal caso, in una situazione dove l'economia asfissiante è concepita apposta per dividere gli interessi comuni tra comuni cittadini. E' evidente che se ho un lavoro statale cercherò di difenderemi e che in Italia il lavoro meglio difeso permane quello statale per questioni politiche, ma da qui a inveire con chi se ne approfitta, è strategicamente idiota oltre ogni ulteriore commento.


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mincuo
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E smettetela di pensare: Lo Stato siamo noi.
Nulla di più falso, più falso ancora del "Arbeit macht frei" di Hitleriana memoria.

"Arbeit macht frei" era uno slogan dell'SPD (Sozialdemokratische Partei Deutschlands, Partito Socialista Tedesco) e poi ufficialmente del Governo di Weimar, (Cancellieri Wilhelm Marx e poi Hermann Müller) a partire dal 1928, per descrivere gli effetti della loro politica di grandi programmi di lavori pubblici per porre fine alla disoccupazione. Programmi che non iniziarono neanche. Fecero invece un'austerity feroce, specie poi dal 1930 con Heinrich Brüning, portando la disoccupazione generale al 30% e quella industriale al 50% se considerati anche i sussidiati con una miseria che bastava appena per una settimana.
Lo slogan fu poi mantenuto e continuato dai Nazionalsocialisti. (Che i lavori pubblici li fecero da subito, cioè dal 1933 quando andarono al potere, e in 5 anni la disoccupazione la ridussero a zero. E non con gli armamenti, che iniziarono dal '36. Dopo Inglesi, Americani, Francesi e Polacchi.
E partendo circa da zero, a differenza di quelli, date le limitazioni imposte ai Tedeschi sugli armamenti col Trattato di Versailles del 1919).


N.B. Unemployement rates in industry = tassi di disoccupazione nell'industria.

Particolari scomparsi poi dai libri.
Quelli per i teleutenti, si intende.
Dove l'origine e l'uso del motto: "Arbeit macht frei" è proprio sparito.
E per la disoccupazione vengono magnificati i risultati strepitosi del New Deal di Roosevelt.
Senza mettere i dati però.
Che sono quelli del grafico sopra (in rosso).

Niente mai contesto e dati per il teleutente.
Ci sono i "concetti" per lui.
A iosa.


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riefelis
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Ennesimo articolo senza senso di Blondet che non merita solamente di non essere letto.


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ComeDonkeyKong
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Blondet si è cretinissimamente allineato alla propaganda imperante contro tutto ciò che è pubblico e a favore della privatizzazione anche dell'aria.
Interessante notare la tecnica: si parte dalla descrizione di qualcosa che accade o è accaduto in un contesto particolare, per poi rilevare che chi è nel pubblico avrebbe dei "privilegi" (cosa non scontata, e poi il concetto di privilegio andrebbe un po' meglio definito). Poi si fa il confronto con il privato, dove ormai i lavoratori non hanno quasi più diritti, essendo stata legalizzata ogni forma di schiavitù (in realtà anche nel pubblico, ormai...).
Dopodiché, il discorso non viene posto nella giusta prospettiva, vale a dire: se nel pubblico i lavoratori dipendenti hanno (ancora) diritti e tutele, è giusto che le stesse condizioni siano assicurate anche ai lavoratori dipendenti del settore privato. Al contrario, si pretende l'abolizione di ogni sorta di diritto e garanzia per tutti i lavoratori: io sto male, quindi devi stare male anche tu.
Non ci si pone il problema di quanto sia ingiusto che un padrone imponga ai propri dipendenti un determinato modo di presentarsi fisicamente, arrivando ad intromettersi in scelte che riguardano la persona nell'intimo.
Tutto ciò ad ovvio vantaggio dei padroni, di quelli che veramente rapinano lo Stato a dovere (banche, finanziarie, soggetti più o meno loschi che acquistano aziende pubbliche per un tozzo di pane... quanti esempi abbiamo solo in Italia?).


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ckgmlz
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E smettetela di pensare: Lo Stato siamo noi.
Nulla di più falso, più falso ancora del "Arbeit macht frei" di Hitleriana memoria.

"Arbeit macht frei" era uno slogan dell'SPD (Sozialdemokratische Partei Deutschlands, Partito Socialista Tedesco) e poi ufficialmente del Governo di Weimar, (Cancellieri Wilhelm Marx e poi Hermann Müller) a partire dal 1928, per descrivere gli effetti della loro politica di grandi programmi di lavori pubblici per porre fine alla disoccupazione. Programmi che non iniziarono neanche. Fecero invece un'austerity feroce, specie poi dal 1930 con Heinrich Brüning, portando la disoccupazione generale al 30% e quella industriale al 50% se considerati anche i sussidiati con una miseria che bastava appena per una settimana.
Lo slogan fu poi mantenuto e continuato dai Nazionalsocialisti. (Che i lavori pubblici li fecero da subito, cioè dal 1933 quando andarono al potere, e in 5 anni la disoccupazione la ridussero a zero. E non con gli armamenti, che iniziarono dal '36. Dopo Inglesi, Americani, Francesi e Polacchi.
E partendo circa da zero, a differenza di quelli, date le limitazioni imposte ai Tedeschi sugli armamenti col Trattato di Versailles del 1919).


N.B. Unemployement rates in industry = tassi di disoccupazione nell'industria.

Particolari scomparsi poi dai libri.
Quelli per i teleutenti, si intende.
Dove l'origine e l'uso del motto: "Arbeit macht frei" è proprio sparito.
E per la disoccupazione vengono magnificati i risultati strepitosi del New Deal di Roosevelt.
Senza mettere i dati però.
Che sono quelli del grafico sopra (in rosso).

Niente mai contesto e dati per il teleutente.
Ci sono i "concetti" per lui.
A iosa.

Salve. Potrebbe, gentilmente, suggerirmi qualche trattato e/o link di approfondimento sull'argomento WWII -e sulla Storia in generale- affrontato dal punto di vista revisionista? Chiedo venia anticipatamente qualora abbia già scritto a riguardo in altri post, ma non ne ho trovato traccia.
Grazie infinite.


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totalrec
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Ennesimo articolo senza senso di Blondet che non merita solamente di non essere letto.

Pur condividendo il disgusto di Blondet per l'insegnante culattone di San Donà di Piave, devo dire che partire da questo pagliaccesco episodio (frutto, più che altro, dell'indolenza e del menefreghismo di certi presidi) per attaccare tutta la scuola e addirittura il settore pubblico nel suo complesso, è un'operazione ignobile quanto quella subìta dal frocione siliconato. Una tipica operazione "à la Blondet", insomma. Faccio l'insegnante e posso dire, senza tema di smentita, che gli insegnanti il "potere" di cui parla Blondet ce l'hanno solo se sono culattoni; in quanto culattoni e non in quanto insegnanti. Se invece, per incidente e per pura disgrazia, sono insegnanti normali, con famiglia e magari - orrore degli orrori - addirittura competenti nella loro materia, allora poveri loro, altro che potere...
Posso anche dire che i più attivi sostenitori e giustificatori di questi teatrini scolastici, sono gli stessi alunni (almeno fino a che il culattone non capita nella loro classe), i quali, con la maleducazione ed ebetificazione da social network che li contraddistingue, rappresentano spesso, non meno dei loro docenti, il lato osceno dell'Italia. Ho lavorato vent'anni e più nel privato, prima di passare al pubblico, in infinite aziende: e posso dire che anche in reparto i comportamenti "devianti" erano non solo tollerati, ma strumento di avanzamento professionale. OK, forse non si veniva in fabbrica vestiti come Tootsie, ma la checca era anche lì intoccabile e inamovibile, esattamente come nel settore pubblico. Perché non esiste, contrariamente a ciò che pensa Blondet, una differenza rilevante tra pubblico e privato: i privati sono semplici sfigati che vorrebbero lavorare nel pubblico per poter (secondo ciò che credono loro, ovviamente) malversare di più e con meno preoccupazioni. Tra i miei alunni, quelli che più si lagnano della "corruzione dei politici", sono anche quelli che, se lasci la borsa incustodita, ti ci mettono le mani dentro per fregarti i 10 euro o che tentano di scopiazzare il compito dal cellulare appena giri gli occhi. Sono solo italiani. La dicotomia privato-pubblico, come molte che vanno oggi per la maggiore, è una costruzione teorica creata ad esclusivo uso di chi spera di ottenere la clemenza della corte additando, come si fa nei processi ai mariuoli analfabeti, il mariuolo più ladro e più schifoso di lui.

(GF)


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MarioG
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Blondet si è cretinissimamente allineato alla propaganda imperante contro tutto ciò che è pubblico e a favore della privatizzazione anche dell'aria.

Mi sembra che sia lei ad aver frainteso.
Da nessuna parte si trova un invito a "privatizzare".
La critica e' su tutt'altro piano


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ComeDonkeyKong
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Blondet si è cretinissimamente allineato alla propaganda imperante contro tutto ciò che è pubblico e a favore della privatizzazione anche dell'aria.

Mi sembra che sia lei ad aver frainteso.
Da nessuna parte si trova un invito a "privatizzare".
La critica e' su tutt'altro piano

Il messaggio è evidente, e ovviamente non è esplicito.
Si può ben criticare la corruzione e il malcostume che imperversano nel settore pubblico, ma imperniare tutta la critica sul fatto che sia una vergogna avere dei diritti in quanto lavoratori ed essere umani è l'anticamera della giustificazione ideologica delle privatizzazioni dissennate dei servizi.
Oltretutto, ci dimentichiamo del malcostume e degli orrori che ritroviamo nel privato? E di cosa significa e ha significato, anche semplicemente al livello del servizio che offrono, non solo dal punto di vista della vita che fanno i loro dipendenti, avere poste, autostrade, fornitori di energia, etc. privati?
Se al lavoro un dipendente privato è vessato, mobbizzato, minacciato di licenziamento o ritorsioni nel caso si metta in malattia o in maternità, la cosa va denunciata come un abuso ai suoi danni, non come una condizione di normalità che va estesa al settore pubblico. Se ci sono abusi da parte dei lavoratori, questi vanno evidentemente combattuti, ma certo non aiuta il fatto di privarli di diritti e schiacciarli psicologicamente. Se mi poni in una condizione schiavile, non sentirò mai di essere parte dell'azienda, e non avrò mai interesse a comportarmi bene con essa.


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Ossimoro
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La prova ultima è che tre milioni di dipendenti pubblici “sono in agitazione”: da tre anni senza rinnovo contrattuale! Che scandalo! Poverini!, urla la Cigl-Cisl-Uil! Vogliono gli aumenti!

Dal sito ARAN pare che l'ultimo CCNL del comparto Ministeri si riferisca al periodo 2008-2009. Ad oggi quindi sono fermi da 6 anni.

https://www.aranagenzia.it/index.php/contrattazione/comparti/ministeri/contratti

Non riguarda i dirigenti.


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MarioG
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Guai a fare "dello Stato" un essere vivente autogeno, costituito da un solo blocco identitario e da un solo carattere costitutivo, così come la categoria generica "degli approfittatori" statali, in piena deregolamentazione e privatizzazione galoppante e di beni primari, come l'acqua e l'energia.

Non e' una categoria generica, e' abbastanza specifica, e gli esempi portati dovrebebro essere abbastanza eloquenti.
Il discorso "privatizzazioni", lo ripeto, e' completamente estraneo al punto di vista dell'articolo.

E' evidente che l'insegnante deve potersi esprimere liberamente, anche nella sua identità sessuale preferita, meno evidente è che lo faccia da un giorno all'altro e in autonomia "a sorpresa" in un luogo dove si pianifica ogni intervento.

Giudizio leggermente contorto e di dubbia interpretazione.
Avrebbe dovuto prima scrivere una lettera alla preside dicendo: "domani vengo a scuola in parrucca e gonna per esprimere la mia "identita'" sessuale preferita"?
(strano come "l'identita' " sia diventata una variabile dipendente...)
Cosi' andava bene?

Questa persona andrebbe sanzionata per aver condotto un comportamento educativo non conforme alla richiesta dell'istituto. Altrimenti potremmo affermare che un docente che si sveglia una mattina e mette bombe "finte" in istituto, o porta delle armi, può farlo per educare alla difesa dal terrorismo. Cioè si permette a chiunque di tenere qualunque comportamento improvviso lasciando al singolo la repsonsabilità di gestire le ricadute educative.

Capisco... e' l'aspetto improvviso che la sconcerta...

Per il resto, l'azione è evidentemente autoritorsiva e l'insegnante è un cretino a tutto tondo, peccato che Blondet non lo capisca e agisca nel verso meno auspicabile. Se voleva dare un segnale di apertura alla sua causa omosessuale questa persona in verità ci ha dato uno straordinaria occasione per farla a pezzi.

Gia'! Caduto su una nobile causa...
Per curiosita': nello specifico come si potrebbe portare avanti la causa in maniera consona? E inoltre: portarla "avanti" ... dove?

L'unica cosa che non va fatta è creare una categoria inesistente di potere statale partendo dal caso, in una situazione dove l'economia asfissiante è concepita apposta per dividere gli interessi comuni tra comuni cittadini.

Non capisco perche' dice "inesistente".
Dopotutto dal "caso" e' certo partito, ma poi la panoramica e' stata abbastanza ricca. O forse non ha letto per intero?

... ma da qui a inveire con chi se ne approfitta, è strategicamente idiota oltre ogni ulteriore commento.

Ci lasci almeno l'invettiva contro chi si approfitta.


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Arcadia
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Morale dell'art., per ciò che leggo, e che gli "statali" sn intoccabili xè garantiscono autoreferenzialità alla Casta politica predona. e chi se ne frega se a discapito di tt gli altri cittadini. quelli sn sl figli di puttana da mungere.


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