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Il terremoto è sempre atteso


Davide
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Per essere più sicuri in questa catena di catastrofi idrogeologiche la priorità numero uno è un cambio di mentalità.

Nell'ora del nuovo fortissimo terremoto con epicentro fra Norcia e Preci, non ci sentiamo sorpresi.
Due mesi fa, dopo il sisma di Amatrice, pubblicammo questa straordinaria intervista al geologo Emanuele Tondi:
E il geologo disse: 'Sapevamo già dal 2009 che il sisma avrebbe colpito lì'

Colpisce molto questo passaggio:

"Si possono verificare due possibili evoluzioni della sequenza sismica in atto, la prima, quella auspicabile, è che gli "aftershocks" vadano via via scemando. Però, poiché quando una faglia si attiva genera una instabilità in una vasta area, c'è anche la possibilità che si riattivino altre faglie, con la capacità di generare terremoti anche simili al "mainshock" della notte del 23 agosto. Da una personale valutazione, se si verificasse questa seconda evenienza, la zona che ha la probabilità maggiore di generare un terremoto è quella a nord di Norcia, nell'area di Preci".

L'articolo spiega bene che non si può prevedere il momento del sisma, ma si può decidere - cosa importantissima - dove investire per mettere in sicurezza.
Emerge con grande evidenza che la priorità numero uno della Repubblica Italiana è la vera Grande Opera: un piano idrogeologico di vaste dimensioni, che potrebbe dare lavoro e renderci più sicuri. Ma serve un cambiamento di mentalità: non si può insistere nella scriteriata e testarda rimozione della reale natura del nostro suolo.

Fonte: http://megachip.globalist.it
LInk: http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=126746&typeb=0&il-terremoto-e-sempre-atteso
30.10.2016


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Chi dovrebbe cambiare mentalità?
I comunisti?
Ma se sono gli unici che continuano a votare!
E guarda caso quali sono le zone maggiormente colpite?>:)


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cedric
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L'articolo spiega bene che non si può prevedere il momento del sisma, ma si può decidere - cosa importantissima - dove investire per mettere in sicurezza.
Emerge con grande evidenza che la priorità numero uno della Repubblica Italiana è la vera Grande Opera: un piano idrogeologico di vaste dimensioni, che potrebbe dare lavoro e renderci più sicuri. Ma serve un cambiamento di mentalità: non si può insistere nella scriteriata e testarda rimozione della reale natura del nostro suolo.

Ma a qualcuno è ben chiaro che mettere in sicurezza i paesini o anche intere città significa abbattere tutto e ricostruire tutto in ferro ? Per renderli sicuri occorre abbattere anche tutti i monumenti storici come le chiese, i palazzi nobiliari ed i castelli costruiti in mattoni ricostruendoli con lo stesso aspetto ma finti con strutture di acciaio ricoperte di plastica simil-mattone fatta col mais. Vuol dire quindi cambiare radicalmente l'aspetto dell'italia oppure trasformarla in una Gardaland, sicura ma pur sempre una Gardaland di ferro e plastica vegetale.

Chi dice che si possa intervenire sulle costruzioni in muratura esistenti per renderle sicure o è un incompetente oppure un volgare malfattore che vuole fare quattrini coi nostri soldi. Tutto quello che è costruito in mattoni o pietra ed è più alto di due piani è intrinsecamente insicuro e non resisterà mai ad un terremoto di grado 6.5. L'unica alternativa al ferro sono le case costruite con solo legno, sicure ma poco pratiche per farci vivere sessanta milioni di persone.

Quando (e non se) ci sarà un terremoto di grado 6.5 a Firenze o a Roma tutto il patrimonio artistico andrà distrutto: con terremoti, eruzioni vulcaniche ed alluvioni l'Italia non è un paese per vivere in sicurezza, al massimo si può sperare che il botto arrivi il più tardi possibile quando, come cantavano i Nomadi, non ci saremo.


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fastidioso
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A proposito di "assicurazione", sento la stessa puzza avvertita in questi giorni in cui si discettava di APE...


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cedric
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A proposito di "assicurazione", sento la stessa puzza avvertita in questi giorni in cui si discettava di APE...

Nessuna assicurazione (tranne quelle dei delinquenti) si sognerebbe mai di accettare una polizza che copra i costi di ricostruzione da terremoto. Una compagnia seria potrebbe farlo solo se i premi versati ripagassero il risarcimento in meno di 10 anni, come dire che se ti assicuri per un milione di euro devi pagare un premio di centomila euro l'anno. Ovviamente non la sottoscriverebbe nessuno.

In Italia la probabilità (o meglio la certezza) di un terremoto con danni è troppo alta per pensare ad una copertura assicurativa: coi soldi pubblici si garantisce l'assistenza immediata e magari un "anticipo" sui costi di avviamento delle nuove attività come ha fatto la Cassa Depositi e Prestiti alle ditte per il terremoto in Emilia. Poi i prestiti vanno restituiti e le perdite restano tutti a carico dei privati e delle ditte. Scordatevi le assicurazioni sui terremoti!


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Pensava forse ad Hollywood, cedric? :p


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Se vogliamo fare del bene cominciamo a evitare le psicosi e le ansie di un titolo simile. Non è sempre atteso. Perchè una cosa del genere solo gli stupidi la attendono ma può sempre arrivare.
Sapevi già nel 2009 che un sisma avrebbe colpito lì? Nessuno lo ha detto? Bene...al muro!

Se i sapeva non si doveva più vendere un solo mattone e tutto dal 2009 a oggi andava fatto diversamente . Altrimenti zitto muto e rassegnato.

Dire "io lo avevo detto" non riporterà in vita nessunp


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