Il vino dei contadi...
 
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Il vino dei contadini e gli angeli rinascimentali


Tibidabo
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Guardate questo angelo annunziante rinascimentale se vi piace o no

Ma soprattutto questa che secondo me è una meraviglia...non fosse per quel gioco troppo audace dei veli...

Ossia tecnicamente è spettacolare ma qualcosa che dal punto di vista "manuale pittorico" gli ci si avvicina nell'arte del XV secolo si trova...quel gioco di veli invece è così fuori dagli schemi che dopo un po' ci si rende conto che non poteva essere...ma il quadro è splendido e struggente come il miglior Botticelli...volendo anche meglio per quella Madonna che porta la sua bellezza luminosa in modo così malinconico, con un senso di triste presagio per la sorte del bambino che porta in braccio...

E' un quadro del 1920 opera di uno dei più celebri falsari della storia, Umberto Giunti.
E quell'angelo dalla attonita bellezza adolescenziale è di Alceo Dossena, stessi anni 20 del '900 (per la verità di questo il sospetto viene che non sia genuino ma è comunque bellissimo...eppure non comparirà mai in nessuna storia dell'arte...).

Oggi discutere di fare il vino del contadino è come mettersi a dipingere dei Botticelli o a scolpire delle angeli rinascimentali simil senesi. E' fare i falsari.

A meno che...

Però se non si parla dell' "a meno che", di quella ragione per la quale la bellezza dell'opera non basta e occorre la sua collocazione storica nella "vita" reale degli uomini, ossia dell'essenza più importante della creazione artistica, più ancora dell'intervento dell'artefice stesso; se non si parla del motivo profondo per cui quella pittura, quella musica, quella scultura per quanto a volte più belle delle opere dell'epoca che stanno imitando restano inevitabilmente ai margini del museo, ai margini del ricordo e della storia; se non si parla di questo sia l'arte che il vino de contadino restano dei semplici "falsi" buoni per le illusioni o per delle fruizioni di una volta sola.

PS: Questo se lo comprò Hermann Goering, "Cristo e l'adultera", spacciato per un Vermeer ma opera di Han van Meegeren, noto falsario che vendette anche a Himmler e addirittura all'allora direttore del museo Boijmans-Van Beuningen di Rotterdam.

Alla fine della guerra lo arrestarono con l'accusa di traffico di opere d'arte e lui per discolparsi dovette dipingere per i giudici questo "Cristo fra i dottori"

Sono molto belli anche se non ho capito che c'entrano con Vermeer...però, qui è la chiave, se fossero dei veri quadri del seicento sarebbero considerati dei capolavori, varrebbero decine di milioni e invece, nonostante la qualità, sono completamente al di fuori della storia in dell'arte e nel mercato sarebbero solo oggetto di collezionismo spicciolo.

Come mai?

Qui è la questione del vino dei contadini.


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Deheb
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Bello il parallelismo, mi è piaciuto


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MarioG
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Come mai? Boh.
L'arte è una convenzione.
Certo che se si capovolgesse il quesito, cioè si immaginasse il giudizio che susciterebbero certe opere moderne proiettate 5 secoli fa...
Si troverebbero dei Goering del '500 che comprerebbero dei tagli di Fontana?


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MarioG
Famed Member
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Comunque la questione è legata anche al 'culto' della storia. Una umile casa di Pompei ha per noi grande valore, anche se per i contemporanei non ne aveva. Cos'è che risveglia questo nostro interesse? Secondo me si va alla ricerca di quello che ci può collegare a loro a dispetto di un agente distanziante come è il tempo. Il fatto che l'opera del falsario susciti interesse solo sotto l'aspetto del virtuosimo è dovuto a questo, che si presume che l'autore metta nell'opera una distanza solo artificiale.


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Tibidabo
Noble Member
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MarioG;236058 wrote: Comunque la questione è legata anche al 'culto' della storia. Una umile casa di Pompei ha per noi grande valore, anche se per i contemporanei non ne aveva. Cos'è che risveglia questo nostro interesse? Secondo me si va alla ricerca di quello che ci può collegare a loro a dispetto di un agente distanziante come è il tempo. Il fatto che l'opera del falsario susciti interesse solo sotto l'aspetto del virtuosimo è dovuto a questo, che si presume che l'autore metta nell'opera una distanza solo artificiale.

Se fosse come dici fra qualche secolo anche i van Meegeren venduti a Goering acquisterebbero valore ma credo proprio che non succederà.

A parte la scultura romana soprattutto di epoca imperiale che al di là dei ritratti e delle decorazioni edili era fatta in buona parte di riproduzioni greche in bilico fra copie e falsi, le opere contraffatte non aumentano il loro valore se non, forse, per qualche collezionista eccentrico.

Casomai quello che colpisce e dovrebbe far riflettere è che per determinare se un quadro attribuito a un certo grande pittore è autentico devono ricorrere ad analisi scientifiche.
Il problema è che la expertise è molto redditizia per il critico e la tentazione di essere quello che ha scoperto il Caravaggio o il Leonardo perduto evidentemente spinge a grosse imprudenze come nel caso dei Vermeer venduti a Goering per i quali basta fare in rapido confronto su google image per capire che non c'entrano nulla con lo stile di Vermeer.


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