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Il Vino Veritas - Parte I - II - racconto fantasia


enzosabe
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Con la postazione della prima parte 8circa un mese fa) avevo scritto che la seconda sarebbe stata postata dopo circa 5-6 giorni.

Nel frattempo la Fantasia mi ha regalato un’altra parte (quella del discorso del Capo con il suo collaboratore) per cui quasi tutta l’originaria seconda parte diventa la terza (che viene pubblicata lunedì). Penso che ne sia valsa la pena.
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Nota: nella prima parte la parola "inalterato" diventa "incorrotto".

Il vino “Veritas”

Racconto regalato dalla Fantasia ad Enzosabe (in CDC)

“Il sogno inconfessabile di qualsiasi truffatore è che la sua vittima non si faccia mai domande”. Enzosabe (in CDC)

I Devibereperforzailmiovino (nome di fantasia) era da tempo immemorabile una famiglia di viticultori. Erano conosciutissimi perché producevano degli ottimi vini. Il più rinomato dei loro vini si chiamava “Veritas”: questo vino aveva conquistato col tempo fama e la preferenza della gente. Chi lo beveva aveva sempre lodato la sua eccellente qualità. Il suo sapore e il suo odore erano apprezzati da tutti e la prova era che non si trovava più nessuno che osasse affermare il contrario: le entusiastiche degustazioni che venivano fatte ogni giorno da migliaia, poi da decine di migliaia di consumatori costituivano di per sé una prova talmente schiacciante che anche tutti i concorrenti avevano smesso da tempo di mettere in dubbio questo fatto. Tanto, che il motto che ormai da decenni e decenni era stampato prima sulle botti e poi sulle casse in cui veniva consegnato era: “Il vino Veritas non ha bisogno di pubblicità: cammina da solo e ovunque con i propri piedi”.

E finì che non poteva mai mancare di stare sulle tavole importanti per essere bevuto prima che i re facessero accordi con i propri pari, che le città si alleassero fra di loro, che i mercanti concordassero il prezzo di vendita delle spezie e soprattutto prima che i fidanzati si scambiassero la promessa di eterno amore …, sì, perché il vino Veritas possedeva una qualità sconosciuta a qualsiasi altro vino : non solo quella di far dire la verità, ma anche quella di aprire gli occhi e di far vedere la realtà così com’era. Addirittura, raccontava una antica e mai verificata leggenda pagana, anche gli Dei’ se lo facevano consegnare per il tramite di alcuni ignoti incaricati e che prima di giudicare sulle cose umane secondo i loro infallibili parametri divini, ne assaggiassero quel tanto che bastava per comprendere, giustificare ed eventualmente perdonare le azioni umane e questo fino a quando il vino Veritas sarebbe rimasto incorrotto, concludeva la leggenda.

Ora avvenne che i membri delle ultime generazioni dei Devibereperforzailmiovino, contagiati dalla nuova mania globale di fare soldi, si erano posti il problema di come fare maggiori profitti, in fretta e senza troppa fatica. Ecco che al vino Veritas iniziarono ad aggiungere un vino di minore qualità che era conosciuto con il nome di “Mendacium”: dapprima in piccole dosi, poi sempre in maggiori quantità e infine sorpassando di gran lunga la quantità del vero Veritas. Il loro ragionamento era: “se lo facciamo di nascosto e aumentiamo le quantità del Mendacium gradatamente, accompagnando il tutto con una rassicurante pubblicità sulla invariata qualità del Veritas, nessuno se ne accorgerà e lo potremo vendere ancora al prezzo del vero del Veritas”. Nella comunità però si diffuse lentamente la contraria idea che il vino Veritas non era più buono come quello di una volta e la gente aveva timidamente iniziato a percepire che qualcosa era cambiato ed alcuni a parlarne con disfavore nelle locande. Qualche entusiasta ne aveva addirittura mandato qualche bottiglia in un laboratorio per capire cosa non andasse.

Ora accadde anche che i Devibereperforzailmiovino erano molto influenti nel paese. Venuti a conoscenza del non più lusinghiero chiacchiericcio popolare e non tollerando che la gente iniziasse a sollevare dubbi o raccogliesse prove contrarie a quanto dichiarato da loro stessi riguardo al Veritas, ben pensarono di poter risolvere il problema, non eliminando il Mendacium dalla miscela, bensì facendo passare dai loro parenti e amici nel Consiglio comunale una delibera che imponesse come pena a tutti coloro che avessero messo apertamente in dubbio la versione ufficiale sul Veritas ad “offrire” anonimamente per una settimana e a proprie spese nella locanda del misfatto un bicchiere di vino Veritas a chiunque lo avesse voluto consumare. Il tutto fu accompagnato, contrariamente alla tradizione, da una adeguata campagna informativa sulla invariata bontà del vino Veritas.
La mattina del giorno dopo, per tutta risposta, sul muro posteriore del Municipio apparve questa scritta: “Da oggi il vino Veritas cammina solo con l’aiuto delle stampelle”.
Solo le persone più informate del paese lo vennero a sapere.

Parte II

Furenti per l’affronto subìto, i Devibereperforzailmiovino fecero sì che i loro parenti e amici in Consiglio indicessero subito una riunione d’urgenza per far approvare una delibera che punisse con una pena più severa chi si azzardasse ancora a mettere pubblicamente in dubbio la verità ufficiale sul vino Veritas: e così fu. Il testo della delibera che uscì fuori dopo una lunga riunione recitava: “Chiunque osi mettere in dubbio l’ottima qualità del vino Veritas o usi figurativamente articoli di ausilio alla deambulazione riferendoli al vino Veritas è condannato a bere ogni giorno e per dieci anni, a proprie spese, un litro di vino Veritas . A fini educativi, ai gendarmi è fatto immediato obbligo di portare con loro anche un imbuto e un litro di vino Veritas per l’immediata applicazione della pena al trasgressore sul posto del misfatto”.

Al termine della riunione che si concluse quando il gallo aveva orgogliosamente fatto già sapere a tutti che era pronto a compiere il suo lavoro giornaliero e la luce del nuovo giorno si apprestava a scacciare tutte le ombre che si nutrivano della notte, il Capo del partito che aveva presentato la proposta e tutti coloro che avevano votato a favore si apprestarono ad uscire, come era prescritto, dall’entrata principale del Municipio per comunicare la delibera alla cittadinanza che, in assenza di qualsiasi obiezione immediatamente espressa, sarebbe subito entrata in vigore.
Anche un rappresentante della famiglia dei Devibereperforzailmiovino aveva partecipato, quale massimo esperto in materia, alla riunione e in questa sua qualità aveva proposto una bozza che era stata giudicata proprio la più adatta a quel che si voleva ottenere.

Il Capo avviandosi verso l’uscita del Municipio e intrattenendosi oziosamente con un suo strettissimo collaboratore, gli confidò con orgoglio: “Mai saremmo riusciti ad ideare un testo così in linea con il futuro se non avessimo avuto il decisivo intervento dell’esperto di turno che ha già esaminato per noi tutti gli aspetti concreti della questione … abbiamo davvero compiuto un moderno capolavoro normativo … una deliberazione a scatola chiusa si potrebbe dire: lui ha scritto e noi abbiamo approvato paro paro … è una procedura da ripetere assolutamente per tutte le questioni che i vari esperti ci vorranno proporre e per tutte quelle che stanno già al nostro vaglio … “.
Quando il collaboratore gli chiese quale era la più urgente, il Capo in preda all’euforia per essere riuscito a far approvare la delibera rispose: “Quella di impedire che il Sole sorga”.
Visto che il collaboratore non riusciva a intuire il perché bisognasse impedire un qualcosa che accadeva regolarmente ogni giorno da millenni, il Capo proseguì: “Ma proprio non riuscite a vedere cosa sta succedendo? La luce con cui il Sole colpisce le cose sta diventando sempre più i
ntensa … e sta facendo sì che i cittadini stiano iniziando a vedere tutto quello che volevamo che rimanesse in ombra … e il riverbero che li sta raggiungendo sta offendendo i loro occhi e il loro intelletto … e sta danneggiando anche noi …., bisogna trovare urgentemente un rimedio …, mi capite?“.
Visto che l’interlocutore ancora non ci arrivava, continuò: “Gli occhiali da sole e le creme protettive da spalmare sulla pelle che vengono ripetutamente consigliate dai nostri esperti non bastano più ad impedire che la luce del Sole arrivi a rischiarare le loro menti e a riscaldare i loro animi … , l’esperto che mi è apparso spuntando non so da dove alcuni giorni orsono per farmi presente la necessità e l’urgenza della cosa e che si è qualificato come il Patriarca in persona dei Devibereperforzailmiovino, mi ha detto che l’ideale sarebbe far sì che la luce del Sole non li raggiunga proprio … in modo che vivano così come vivono delle persone che stanno in una caverna in cui la luce naturale non giunge mai …”.
Al che l’interlocutore chiese come potessero vedere qualcosa al buio … quanto meno il contenuto delle loro delibere. Il Capo rispose: “No, non mi sono spiegato sufficientemente … approfitteremo del buio per scrivere su una prima parete superiore della caverna, che però non deve essere raggiungibile perché altrimenti si accorgerebbero del trucco, quello che vorremo che vedano e una volta fatto questo illumineremo il tutto – il Patriarca mi ha già detto che lui personalmente porterà la fiaccola per fare luce e gestirà il servizio di illuminazione oltre a suggerirci di volta in volta cosa scrivere e cosa proiettare - e lì sopra leggeranno la descrizione di un fatto mai accaduto e che però crederanno che si sia realmente svolto sotto i loro occhi …, nel frattempo, sempre approfittando del buio che regna in tutta la restante caverna, sulla parete opposta metteremo uno schermo che fungerà da muro e prima di farla illuminare faremo un botto … e tutti si volteranno e si precipiteranno dalla parte opposta per vedere cosa sta succedendo e vedranno quello che sta scorrendo sullo schermo ... e crederanno di star vedendo un’altra scena reale che non è mai avvenuta … poi ripeteremo le cose utilizzando volta per volta tutte le altre pareti disponibili della caverna …”.
“E quando tutte le pareti saranno finite?” chiese il collaboratore.
“E poi man mano che andiamo avanti e approfittando del buio che abbiamo fatto calare sulla prima parete, cancelleremo quanto vi avevamo scritto sopra e facendo qualche piccola modifica di facciata la utilizzeremo per scriverci o per far vedere loro qualcosa di nuovo nell’aspetto ma totalmente ripetitivo nella sostanza ma che in realtà comunque non esiste … e ripeteremo la stessa cosa con le tutte le altre pareti della caverna … e questo fino all’infinito: al suono della nostra musica trascorreranno tutta la loro vita, dalla culla alla bara, correndo freneticamente da una parete all’altra della caverna senza aver tempo di farsi domande, convinti che il loro mondo sia tutto lì e che noi gliene stiamo preparando uno ancora migliore e soprattutto che non esista nulla oltre la parete … così crederanno di essere liberi ma in realtà saranno prigionieri in qualcosa che gli consentirà di muoversi appena …, di vedere tutto ma in realtà vedranno solo quello che noi vogliamo che vedano …, di sapere tutto ma conosceranno una verità distorta … , di decidere ma faranno quello che vogliamo noi … e questo sarà per tutti, non solo per coloro che finora liberamente ci cascano” disse il Capo.
“E se qualcuno scoprisse che fuori della caverna esiste il Sole e informasse gli altri?” chiese il collaboratore.
Il Capo rispose: “Lo faremo dichiarare un pazzo visionario dagli esperti o se necessario attraverso i giornali lo caricheremo pubblicamente con tanti di quei difetti da farlo apparire un nemico pubblico … e questo anche se si trattasse della persona più pura di questo mondo”.
Il collaboratore chiese chi doveva dunque godere della luce del Sole e di tutto il ben di Dio che stava fuori della caverna.
Il Capo rispose: “Sarà tutto mi … cioè nostro: il Patriarca mi ha portato con la sua macchina lassù in cima alla montagna più alta e mi ha promesso che ci avrebbe dato tutto quello che si vedeva da lassù se fossimo riusciti a far approvare una delibera del genere”.
L’interlocutore pur non capendo tutte le implicazioni, ma capendo l’immediato vantaggio che gliene sarebbe derivato chiese quale era il suo piano d’azione.
Il Capo rispose: “Il Patriarca mi ha già fatto presente che non ci dovrebbe essere alcun problema se procediamo in una certa maniera perché c’è stato già un precedente … e mi ha già consegnato il testo che dovrà essere trascritto sulla delibera da pronunciare molto prima che il Sole spunti e che diverrà immediatamente esecutiva …”.
Alla domanda del perché proprio allora e quale contenuto avrebbe avuto la delibera, il Capo rispose con sicurezza: “Uscirò allo stesso modo di come sto uscendo adesso per leggere la delibera sul vino Veritas e pronuncerò esattamente queste parole: ”Fermati, o Sole!”” e vedendo che la curiosità già accesa di tutti i presenti si stava trasformando in un incendio, proseguì: “ … e se dopo millenni di spensierata libertà cercherà di fare il furbo proprio con noi, sarà la volta buona che finalmente lo mettiamo dietro le sbarre, quello scocciatore”.
Tutti i compagni di voto trovarono l’idea non solo fattibile ma anche opportuna e prima di avviarsi all’uscita per comunicare la delibera sul vino Veritas, iniziarono a confabulare eccitati per le nuove prospettive che una delibera con siffatto rivoluzionario contenuto avrebbe loro portato.

Parte III

E finalmente uscirono tutti sulla scalinata rialzata del Municipio: il loro passo era ondeggiante ...


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