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Illusione libica


Tao
 Tao
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Italia in guerra?. Renzi vuole intervenire in Libia, ma senza che si sappia in giro. Ma stavolta si è infilato in un gioco ben più complesso e pericoloso di quelli che ama giocare a colpi di alleanze variabili e discorsi fiume

Ě difficile credere che l’ambasciatore Usa Philips abbia parlato a vanvera, quando ha detto di aspettarsi 5000 uomini dall’Italia per l’intervento in Libia. Non sorprende perciò che Matteo Renzi, di solito oratore inarrestabile e sfiancante, taccia da giorni sulla questione, preferendo occuparsi dei sindacati della reggia di Caserta. Ma allora, che vuol fare Palazzo Chigi? Andare in Libia o no?

Tutto dipende, naturalmente, dal significato di “andare in Libia”. Per chiarire la questione dobbiamo tornare al decreto del 15 novembre 2015, con cui si ponevano i corpi speciali delle forze armate sotto il comando dell’Aise (servizi di sicurezza esterna), cioè di Renzi. Un decreto passato incredibilmente con 395 voti a favore, 5 contrari e 26 astenuti (tra cui Sel e M5S, che sarebbero gli “oppositori” di Renzi). Un decreto formalmente legale, come vuole il Quirinale, ma che sottrae al parlamento, con il suo consenso supino e preventivo, il controllo delle operazioni militari. Una carta in bianco al governo, insomma, per qualsiasi guerra presente o futura.

Successivamente, la parte attuativa del decreto è stata secretata in modo così maldestro, che tutti ne sono venuti a conoscenza. Di fatto, il solo D’Alema (che di guerra s’intende, avendone fatta una extraparlamentare nel 1999) ha parlato a suo tempo contro il decreto, sapendo come agiscono i nostri servizi, tra intrighi e inefficienza. La nebbia che circonda la morte dei due ostaggi di Sabrata e il ritorno degli altri due sembra proprio dargli ragione.

Ě chiaro ormai che Renzi vuole intervenire in Libia, ma senza che si sappia in giro. D’altronde, non è lo stesso “pacifista” che fa rifinanziare le missioni italiane all’estero e manda 500 uomini in Iraq a proteggere un’azienda italiana? Si direbbe però che questa volta si sia infilato in un gioco ben più complesso e pericoloso di quelli che ama giocare a colpi di alleanze variabili e discorsi fiume. Un conto è promettere ossessivamente un destino roseo a un paese prostrato dalla povertà e giocare sui decimali del Pil. Altra questione, ben più seria, è promettere agli Usa di intervenire e poi non mantenere le promesse, perché i sondaggi gli dicono che la stragrande maggioranza del paese non vuole nessuna guerra, e chiunque, da Berlusconi a Prodi, gli intima di non pensarci nemmeno. Gli americani, si sa, non si accontentano delle chiacchiere quando c’è da andare al sodo.

La verità è che la guerra in Libia c’è già e che americani, inglesi e francesi, senza avvertire nessuno, si stanno dando da fare da mesi tra il confine tunisino e quello egiziano. Appoggiando in sostanza il generale Haftar, sostenuto dall’Egitto ma odiato dal governo di Tripoli, che in sostanza è dei Fratelli musulmani. In queste condizioni, pensare che in Libia possa nascere un governo di unità nazionale, come vorrebbero le anime belle dell’Onu, e che l’Italia possa guidare la coalizione anti-Isis è una pia illusione, anzi fa francamente ridere.

L’Italia non guiderà nessuna coalizione diplomatico-militare, perché Usa, Francia e Inghilterra si fanno i fatti propri, oggi come nel 2011, e l’Italia ha ben poco peso nella faccenda, a onta degli squilli di tromba degli editorialisti con l’elmetto. D’altra parte, Renzi ha ben pochi alleati in Europa, non si può mettere contro Hollande e quindi dovrà ingoiare il rospo e accettare, al di là delle sparate propagandistiche, un ruolo subordinato, esattamente come Berlusconi nel 2011. Così, quello che farà l’Italia sarà mandare qualche decina di uomini a difendere i suoi interessi energetici, incrociando le dita e sperando che nessuno si faccia ammazzare. D’altronde il famoso decreto garantisce la necessaria riservatezza sulla faccenda.

Ma la guerra c’è, in un contesto in cui centinaia di bande e milizie, che fanno capo oggi a Tripoli e domani all’Isis, o viceversa, si sparano addosso senza tregua. E quindi le conseguenze si faranno sentire eccome, anche se l’Italia si nasconderà dietro il paravento della legalità internazionale o invierà un po’ di soldati alla volta. Sperando che l’Isis non se ne accorga. E sperando anche che con il tempo nessuno si ricordi più di Giulio Regeni, visto che l’Egitto è un nostro caro alleato.

Ormai, non è retorica dire che tutto il Sahara è in fiamme, dall’Algeria all’Egitto, grazie al genio politico di Sarkozy e Cameron, di Bush e di Blair (i comandanti dell’Isis in Libia vengono dall’Iraq). In questa situazione, l’abilità politica che funziona con Verdini e Alfano, o per tenere a bada la sinistra Pd, serve a ben poco. Giorno dopo giorno, scivoliamo in una guerra senza strategia e che gli altri hanno deciso per noi.

L’unica consolazione, ma è ben poca cosa, è che questa volta, diversamente dal 2011, nessun sessantottino pentito vuole la guerra in nome dei diritti umani.

Alessandro Dal Lago
Fonte: http://ilmanifesto.info
Link: http://ilmanifesto.info/illusione-libica/
4.03.2016


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Primadellesabbie
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Già abbiamo i politici tra i più dannosi (per i loro governati) del mondo, senza tema di smentita.

Ci manca solo che cresca l'autorità dei militari, già fuori controllo (vedi sparacchiatori dell'Oceano Indiano), sempre pronti, ma con esiti, stando alla storia, molto poco incoraggianti.

Sarà poco entusiasmante, ma speriamo che qualcuno sia prudente, e prevalga, e pazienza se questo dovesse essere Prodi.


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annibale51
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Io spero che si facciano scelte sagge. So che non avverrà nulla di ciò che auspico ma se penso che prima o poi l' Italia sarà costretta a lasciare l' Euro (spero al più presto) con cosa faremo ripartire il manufatturiero e i trasporti?...con i muli? Non è piacevole dirlo ma dopo la autentica CASTRONERIA del 2011 contro Gheddafi (e segnare bene coloro che l' hanno compiuta) l' Italia dovrebbe mandare non 5.000...bensì 50.000 militari in Libia, ben determinati, super armati, disposti a tutto, per stabilizzare il paese, per aiutare i libici amici, per rimediare all' errore del 2011...e quindi per non farci FREGARE i pozzi. Gli americani capiranno!


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Servus
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In effetti niente traspariva su giornali e TV, almeno fino a quando Prodi, e di seguito Berlusconi (ma solo dopo Prodi), hanno dichiarato che la guerra non è cosa da poco e che non dobbiamo buttarci dentro.

E così Renzi, per lavarsene le mani, rimanda tutto al parlamento.


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Primadellesabbie
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...quindi per non farci FREGARE i pozzi. Gli americani capiranno!...

Sorvoliamo sui 50.000, sicuri che i lettori non siano proprio tutti caduti dal pero...

I pozzi libici e gli americani?

Vediamo un po'.

I pozzi, prima che arrivasse Gheddafi a nazionalizzarli, appartenevano alla compagnia petrolifera di un certo Hammer, che di nome faceva Armand, amicone di Lenin per inciso, di nazionalità statunitense, fuggito per un pelo decollando al buio, dall'aeroporto di Tripoli, al momento del colpo di stato del colonnello.

Quiz.

Secondo voi gli americani starebbero a guardare i nostri 50'000 Pasqualino che, al comando dell'invitta Pinotti, pompano il petrolio di Hammer nei loro tascapane per rivenderselo a Forcella? Come la chiameranno "operazione Bascapé 2"?

Attenti che non ci accusino di ricettazione e ci facciano pagare anche quello pompato dall'ENI in questi anni, invece.


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annibale51
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@ primadellesabbie. Anche se hai ragione io non sarei tanto pessimista, un Italia che fa gli affari propri sarebbe rispettata da tutti...soprattutto angloamericani...notoriamente persone sveglie. Anzi ti direi che dovremo essere noi, per la nostra posizione geografica, ad allearci con chi ci rispetta. Il problema non sono i Pasqualino...sono i Cadorna e ti assicuro che io vedo solo Cadorna da 30 anni a questa parte.


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Primadellesabbie
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... io non sarei tanto pessimista...

Che dio ti ascolti.

...Il problema non sono i Pasqualino...sono i Cadorna...

I problemi sono...problemi, soprattutto quando non sono risolti, e noi non abbiamo risolto, e nemmeno affrontato, né quello dei Pasqualino né quello dei Cadorna, anzi ci abbiamo campato.

Perché notoriamente siamo furbissimi.

E adesso, con questo pò pò di cultura, ardiamo dal desiderio di infilarci in tutti i pasticci che si rendono disponibili.

E per essere sicuri di non mancarne uno, abbiamo chiamato i boy scout e le loro amichette di pic nic a sistemare i nostri affari, così noi possiamo andare alle Maldive o a Sharm, a dimenticare di poter vivere facendo le stenografe e i pizzaioli.


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annibale51
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ç primadellesabbie, hai ragione siamo furbissimi...azz...complicato sopravvivere coi muli!


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Primadellesabbie
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.azz...complicato sopravvivere coi muli!

Hai mai avuto occasione di osservare i famosi conduttori di muli abbruzzesi al lavoro? Magari intenti a far portare, dai loro animali, la legna tagliata fuori dal bosco?

Forse adesso sarà difficile perché si usano le macchine, ma se ti dovesse capitare non perdere l'occasione.

E ti sfido ad individuare durante le operazioni, a partire dalle modalità della conduzione e dai mezzi impiegati, quale sia l'uno e quale...l'altro.


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annibale51
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No, non ho mai visto i conduttori di muli abruzzesi, incompenso tanti anni fà vidi il vecchio contadino che abitava vicino a noi alle prese con dei buoi a trainare un carro. Eravamo alla fine degli anni '60. Che ricordi! Si chiamava Sante ed aveva fatto la guerra (la prima). Beh...chiaro che a governar buoi o muli non deve essere mica semplice, credo che ci voglia un po' di bastone e un po' di carota.


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Primadellesabbie
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E magari un po' di olio di ricino, non era difficile individuare la fine scuola.


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annibale51
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già...tutti furbissimi gli italiani.


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Primadellesabbie
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Si, siamo convinti e sicuri di essere furbissimi.

Figurati che ci prestiamo a testare le medicine conto terzi, e anche quando la cura si é rivelata letale siamo disposti a testarla di nuovo.

E i padroni del baraccone non devono neanche insistere, facciamo tutto da soli, troviamo le ragioni per convincerci che la cura, nonostante tutto, era buona. Il paziente é deceduto per l'umidità eccessiva, le troppe attenzioni, la porta che non era ben chiusa...

Ognuno ai propri posti, proviamo di nuovo! E boia chi molla!

Furbissimi...


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