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Iris: non allinearsi all'UE!


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Iris Canonica: "Allinearci all'UE? No grazie!"

di Iris Canonica (*) - 30 ottobre 2014

Il voto del 9 febbraio, contro l'immigrazione di massa, continua a tenere banco, sia all'interno della Svizzera, sia all'esterno fra i paesi europei, dove l'avanzata dei partiti euroscettici ha di fatto rimesso in discussione alcuni punti fondanti dell'Unione Europea, come quello della libera circolazione delle persone.

In Svizzera, alle stizzite e sgangherate reazioni iniziali di qualche politico, sconfessato nel suo credere e nel suo operare dal verdetto popolare, hanno fatto seguito altrettante dissennate e irrispettose proposte, come quella avanzata dal presidente del Consiglio di Stato (**) ticinese, Manuele Bertoli, volta addirittura a rivotare sull'oggetto citato. Da febbraio, sono andate anche intensificandosi le posizioni di quanti hanno voluto relativizzare il diritto elvetico e le specificita' del nostro Paese, a favore di una sempre maggior omologazione delle nostre leggi a quelle europee.

I politici che sostengono questa via dovrebbero dire chiaramente che, quella che qualcuno definisce molto corretta mente "adesione strisciante all'UE", si traduce in una sostanziale perdita di sovranita' per la Svizzera, con la conseguente cancellazione delle specificita' e delle liberta' elvetiche, come i diritti popolari, perche' di adesioni "a' la carte" all'UE non ce ne sono.

Il club degli ex

Gli ex politici, in manco di visibilita' mediatica, e le personalita' - si fa per dire - locali che nelle scorse settimane hanno lanciato un appello per rilanciare il dialogo con l'UE (come se questo gia' non esistesse), con l'obiettivo di riaprire il dibattito sull'adesione all'UE, queste cose le sanno molto bene.

Al di la' delle varie sparate di questo o quel gruppetto, il rapporto con l'UE e' un tema strategico importante, soprattutto in chiave prospettica. E non solo dal punto di vista degli interessi economico-commerciali, che sono si' rilevanti, ma che le imprese del nostro Paese (che, per la cronaca, ha un tasso di competitivita' al top della scala mondiale) hanno saputo affrontare con grande capacita', guardando oltre un Vecchio continente in declino, per posizionarsi con successo su uno scacchiere internazionale che presenta aree di grande potenzialita'.

Democrazia? Connais-pas!

Gli organismi che guidano e controllano l'Unione Europea - lo sappiamo bene noi e lo sanno ancora meglio certi Paesi dell'area - accusano un deficit democratico di non poco conto, visto, tra l'altro, che i vari commissari (parificabili a ministri) e la pletora di burocrati-eurocrati non soggiacciono ad alcun controllo popolare. Come se non bastasse, negli ultimi anni ci si e' messa anche la crisi economica e finanziaria di un continente che arranca sotto un pesante fardello di debiti pubblici. Al riguardo, le cifre sono impietose, se solo pensiamo che nei 18 paesi che compongono l'Unione Economica e Monetaria (UEM), la cosiddetta zona euro, il debito pubblico per rapporto al Prodotto Interno Lordo (PIL) si situa al 90,9% (rilevazione 2013).

Per i 28 paesi dell'UE, il debito pubblico sul PIL raggiunge l'85,4%, percentuali, comunque le si guardi, ben lontane dal limite massimo del 60% fissato a suo tempo dal trattato di Maastricht e destinate, purtroppo, ad aumentare a breve termine. La crisi finanziaria innescata dalla tracimazione dei debiti pubblici europei e' ben lungi dall'essere risolta, mentre le misure di rigore finanziario adottate da alcuni governi hanno avuto risvolti pesantissimi in termini sociali. In questo contesto si inseriscono i problemi di una crescente immigrazione, anche interna all'UE. Non e' certo un caso se negli ultimi tempi alcuni governi, come quello di Angela Merkel, hanno proposto di limitare una serie di prestazioni sociali a quegli immigrati dell'UE che non esercitano delle attivita'.

L'esempio inglese

Ancor piu' sta facendo l'Inghilterra (membro dell'UE, ma non dell'UEM), che, a onor del vero, non ha mai avuto, anche storicamente, un grande feeling con il potere centrale europeo. All'inizio di questa settimana, il primo ministro Cameron ha ribadito senza mezzi termini la necessita' per il Regno Unito di un referendum nel 2017 per stabilire se restare o meno nell'Unione Europea. Lo stesso governo di Londra intende inoltre mettere un freno ad un'immigrazione che sta avendo effetti oltremodo pesanti.

Anche alla luce di quanto sta avvenendo a casa loro, i politici e gli eurocrati di Bruxelles hanno poco da fare la voce grossa contro la Svizzera, che non fa fortunatamente parte dell'UE e dove, fino a prova del contrario, il voto popolare non solo si rispetta, ma si applica pure. Piaccia o meno a lor signori.

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(*) gia' sindaco di Bidogno, confluito amministrativamente nel nuovo comune di Capriasca. E' una socialista assai indipendente nel pensiero. La paragonerei ad un anziano capo indiano, con la differenza che e' nativa delle Prealpi. UE, sei messa assai male se perfino a Bidogno hanno capito come stanno le cose.

(**) governo cantonale


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