Israele adesso preferisce Gheddafi

L'ANALISI-

Fonte Secolo XIX pag 8
16-03-2011

L'ANALISI ISRAELE ADESSO PREFERISCE GHEDDAFI
IBRAHIM REFAT
Messo con le spalle al muro, il colonnello Gheddafi cerca disperatamente di convincere l'Occidente di essere utile alla sicurezza del Mediterraneo compreso quella di Israele. In un'intervista rilasciata alla tv turca "Trt" ha dichiarato nel caso di fine del suo regime l'instabilità si diffonderà nell'intera regione, compreso Israele. A Tel Aviv qualcuno gli crede. E un falco di destra come il ministro degli Esteri, Avigdor Liberman, avrebbe definito Gheddafi «uomo credibile». Una tesi non condivisa dal capo dello Stato israeliano Shimon Peres, il quale ha liquidato il colonnello come «la faccia brutale della dittatura», e aggiunto: «Sarebbe un'ironia della storia se la Libia rimanesse senza Gheddafi, che aveva espresso sempre il desiderio di vedere un Medioriente senza Israele». Secondo le fonti militari israeliane la caduta del regime libico dopo quello egiziano di Mubarak, e la mancanza di potere a Tripoli potrebbe esporre i confini sud di Israele a un grosso rischio. Quindi la minaccia del colonnello di una possibile infiltrazione di al-Qaeda in Libia nel caso del crollo del suo regime viene giudicata plausibile. Nella sua disperata difesa di restare al suo posto il dittatore libico aveva pure ribadito alla tv francese "France 24" il suo diritto di schiacciare la rivolta in atto nel suo paese usando come paragone la repressione scatenata da Israele contro Hamas nella striscia di Gaza verso la fine del 2008: «Gli israeliani sono entrati a Gaza con i carri armati per combattere gli estremisti e noi stiamo facendo la stessa cosa qui». Molti osservatori hanno riscontrato in quelle parole una difesa indiretta della repressione israeliana contro i palestinesi. Gheddafi, come altri leader arabi, aveva utilizzato la causa palestinese per coalizzare gli arabi attorno la sua figura. Ma il suo entusiasmo negli ultimi tempi è scemato.