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La banconota, le banche e il possesso dei beni reali.

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mincuo
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La banconota nasce precedentemente, in Oriente, ma l'impulso e la diffusione da noi avviene per merito degli orafi.
Gli orafi avevano il loro banco di lavoro e inoltre fungevano spesso da cambiavalute, anche al fine di acquisire l'oro per poi lavorarlo. Detenevano quindi quantità d'oro e perciò avevano casseforti e forzieri molto solidi, in ferro, per proteggersi dai furti. In un secondo momento proposero alle persone di custodire il loro oro, in cambio di una ricevuta nominativa del tipo: “Messer Antonio ha depositato qui in custodia presso di noi un'oncia d'oro, consegnabile (pagabile a vista) dietro presentazione di questa ricevuta”. Questa ricevuta fu chiamata “nota di banco” e successivamente poi prese il nome di “banconota” Per offrire questo servizio dapprima gli orafi chiesero un piccolo compenso, poi lo offrirono gratuitamente. Infine, e vedremo il perchè, pagarono loro stessi un compenso (interesse sui depositi) a chi depositava oro. Per la gente era un servizio molto utile, evitava di girare sempre con un sacchettino di monete d'oro, soggetti a rapine, e ancor più di lasciarlo incustodito nelle case quando erano a lavorare. Inoltre la banconota era nominativa, per cui, trattandosi in genere di cittadine non eccessivamente popolate, si conoscevano tutti, e se anche fosse stata rubata, il banco conosceva “Messer Antonio” e se qualcuno, ma non lui, si fosse presentato con la banconota a ritirare l'oro, non glielo avrebbero consegnato.
Perciò come ho detto era un servizio molto utile. Tuttavia bisognava vincere un po' la diffidenza iniziale della gente, ma il banco pagava sempre puntualmente l'oro a fronte di una ricevuta presentata.
Ora Messer Antonio si trovò un giorno a comprare delle pecore da messer Francesco. Quindi andò a ritirare l'oro necessario, e con quello pagò Messer Francesco. Ma anche Messer Francesco era cliente del banco, e quindi lì poi depositò l'oro avuto da Messer Antonio. Allora il banco disse “invece di tutto questo giro venite qui a combinare l'affare. Poi Messer Antonio semplicemente ”girerà”, con una sua semplice firma, il suo deposito a Messer Francesco”. Era nata la girata.
Nel frattempo erano sorti altri banchi, sia “su piazza” che “fuori piazza” del paese.
Ora però essendo che Messer Giuliano non era cliente dello stesso banco di Messer Antonio non si poteva girare il deposito d'oro di Messer Antonio, perchè i depositi erano custoditi in banchi diversi.
Allora il banco disse: “a fronte dell'oro depositato, posso anche emettere una nota di banco non nominativa, ma una nota di banco che dice che dà diritto a prelevare un'oncia d'oro a chiunque ne sia il portatore. Noi siamo d'accordo con gli altri banchi che questa sarà accettata ovunque. Ovunque uno si presenti con questa nota di banco al portatore gli daranno un'oncia d'oro”.
Era nata la banconota vera e propria.
Messer Antonio però disse “bello, ma ora io ho paura a girare con questa nuova nota di banco, mentre prima no, quando era nominativa. Se me la rubano chiunque può richiedere la mia oncia d'oro. Ma il banco disse. “La carta la puoi depositare, la custodiamo noi. Tu hai un conto nominativo, e lì hai custodita la banconota che vale un'oncia d'oro. Solo tu puoi prelevarla. Solo a te la diamo e a nessun altro, perchè la banconota è sì al portatore, ma il conto è nominativo, è di Messer Antonio e solo lui ne è titolare”.
Era nato il conto di deposito. Dapprima la gente ebbe diffidenza ma ogni volta che si presentava a chiedere l'oro aveva il suo oro, e così man mano la gente non lo richiedeva più, perchè la banconota era come l'oro, esattamente come l'oro. E lo era. Al 100%. Quindi la gente pagava con una banconota, e incassava una banconota da una vendita, e poi depositava una banconota e di fatto pochissimi con l'andar del tempo richiedevano fisicamente indietro l'oro depositato, o volevano dell'oro fisico in cambio di una banconota.
Fin qui tutto perfetto, nessun imbroglio. I banchieri però si accorsero che a fronte di 100 oncie d'oro avute in deposito poche oncie erano poi quelle richieste indietro fisicamente. Allora pensarono che loro avrebbero potuto stampare molte più banconote rispetto all'oro realmente detenuto e nessuno se ne sarebbe mai accorto.
A loro bastava solo tenere sempre oro sufficiente per le eventuali richieste fisiche, per cui chiunque avesse richiesto il proprio oro lo avrebbe avuto immediatamente. Ma erano appunto pochi a chiederlo e chi eventualmente lo faceva riceveva puntualmente e immediatamente l'oro a fronte della banconota presentata per cui diveniva un ulteriore involontario testimone e puntellava ancor più la fiducia di tutti. Che divenne poco alla volta assoluta ed ancor oggi, dopo secoli e secoli, è notevole, se non proprio immutata.
Riassumiamo: la carta era diventata oro. E lo era effettivamente. Ma lo fu realmente fino a che la banconota corrispondeva all'oro versato. Poi i banchieri emisero banconote per 20, 30 volte e più dell'oro che avevano realmente avuto in deposito o possedevano. Ma erano pochi, sempre meno, a volerlo l'oro, perchè la carta era diventata come l'oro. E lo era inizialmente. Inoltre depositare l'oro rendeva anche un po' perchè i banchi ora pagavano addirittura un interesse per avere oro. Infatti per loro ogni oncia d'oro significava poter emettere il controvalore di 20 oncie di banconote, e cioè i depositi d'oro erano per loro ulteriori riserve di oro fisico, che li cautelavano dalle eventuali richieste. Ma più oro avevano più potevano emettere multipli di banconote.
I banchi cominciarono a prestare queste banconote a chi doveva fare affari, aprire attività. Finanziarono intraprese e commerci. Chiedevano però un interesse a fronte di ogni banconota. Rispetto all'oro in cassa complessivamente i prestiti e gli interessi incassati erano perciò su un volume prestato di 20 30 volte l'oro effettivamente detenuto. Chiedevano però come garanzia, a fronte della banconota prestata, dei pegni reali, delle ipoteche, dato che loro prestavano una carta, la banconota, che era come l'oro. E lo era infatti per tutti. Quindi nel caso non fosse stata poi restituita la banconota loro restavano proprietari dei beni reali.
Ma loro, i banchieri, sapevano che a differenza dei primi tempi nei quali a tot carta corrispondeva esattamente tot oro, ora non era più così, e cioè loro sapevano che quella emessa era carta che non corrispondeva più a oro, e che c'era solo un ventesimo, o un trentesimo o anche meno di oro a fronte.
E quindi sapevano che in gran parte era solo carta, senza nulla a fronte. E ciò a differenza della gente che era sempre certa perchè quei pochi che rivolevano l'oro l'avevano sempre immediatamente, quello c'era sempre, poiché a tal fine i banchi tenevano appunto delle riserve di oro sempre sufficienti, in modo da non perdere credibilità e fiducia. L'unica cosa da controllare era di non emettere talmente tanta carta che la percentuale di richieste d'oro fisico superasse le riserve d'oro che loro detenevano. Il prestare molte volte le proprie riserve, e incassare interessi pari a tot volte le medesime, si chiama tecnicamente riserva frazionaria, ed è quello che fanno le banche anche oggi, con la differenza che anche quel minimo d'oro che prima c'era è stato completamente slegato, cioè la banconota è solo fiduciaria. Carta. E anche le riserve sono solo carta. Sapendo però che era carta che non corrispondeva più a oro, il banco aveva interesse a rimanere proprietario dei beni reali, non tanto a riavere indietro banconote, cioè della carta restituita, nonostante gli interessi ricevuti, i quali erano alla fin fine carta anch'essi. Per cui manovravano per far fallire le attività, per renderle insolventi e appropriarsi così dei beni reali, non per riavere indietro carta, che loro sapevano essere solo carta. Ora attenzione a un secondo aspetto. Oltre a prestare queste banconote, loro potevano semplicemente stamp
arle anche per comprarsi quel che volevano. Era oro. E lo era. A loro bastava stampare una banconota, scriverci la cifra, e con quella comprarsi un'azienda, un negozio, una partita di merci, o anche dell'oro, per aumentare le riserve. In particolare però compravano attività commerciali, o agricole, sulla piazza, non direttamente ma tramite parenti (successivamente furono le investment banks, o le finanziarie) a cui davano le banconote appunto per comprare tali attività. (Sono quei facoltosissimi mercanti venuti da lontano che ritroviamo così spesso nella letteratura dell'epoca) In realtà questi parenti erano solo dei prestanome, che erano grati e solidali poiché guadagnavano dall'esercizio dell'attività, ma il vero proprietario della stessa rimaneva sempre il banco. (Il banco non voleva intestati i beni e mai i banchi li avevano direttamente. Nel caso fosse mancata la fiducia nella carta e la gente fosse corsa in massa a chiedere indietro l'oro, il bnaco non aveva nulla e faceva semplicemente bancarotta. Il nome deriva dal fatto che veniva materialmente rotto il banco). Questi parenti, divenuti titolari di un commercio, poi in genere praticavano una concorrenza feroce, dietro direttiva del banco, cioè abbassavano sempre più i prezzi delle merci (dumping).
Le attività concorrenti man mano non reggevano più, ma il banco, che a loro aveva già prestato precedentemente, prestava ancora, dietro altri pegni, e a tassi di interesse maggiori, perchè maggiore era divenuto il rischio. Finchè costui prima o poi inevitabilmente falliva. Allora il banco veniva a riscuotere i pegni, esercitava le ipoteche, e diventava così proprietario dei beni reali, e se si trattava di un negozio, o di un commercio, insediava un altro suo parente. In questo modo veniva a costituire un monopolio su piazza.
Quindi in sostanza il banco diveniva proprietario di beni reali per due vie, o comprando ciò che voleva, cioè semplicemente stampando carta con scritta la cifra necessaria, o anche prestando carta, e poi producendo concorrenza sleale, facendo fallire le attività, e quindi riscuotendo i pegni e le ipoteche.
Forse può diventare più chiaro come i banchieri si insediassero in un posto, aprissero un banco, due banchi, tre banchi ecc...(ai Cristiani era spesso vietato) e dopo un po', come si rileva sempre dai documenti d'epoca, fossero immancabilmente i proprietari di molte o di tutte le attività, avessero il monopolio dei commerci, e come man mano la gente del luogo perdesse il lavoro, i negozi, e fosse spinta alla disperazione, e spesso si rivoltasse.
A questo si aggiunga poi che i banchi prestavano banconote anche alle stesse persone fisiche, a tassi elevati, in cambio di casa, mobili, oggetti. Per il banco anche un prestito a tasso elevato era senza alcun rischio, ma in generale qualunque operazione lo era. Il banco prestava le banconote, cioè solo carta, in fin dei conti.
Se la persona non pagava, loro si prendevano il pegno, e quello era comunque l'obiettivo finale, ma se pagava gli interessi elevati loro allora avevano indietro molta più carta, e cioè quella era per loro nuovamente disponibile senza cioè doverne emettere di nuova, mantenendo le stesse riserve d'oro. Gli interesssi infatti sono carta che torna maggiorata, chi paga la preleva da carta che c'è in circolo, la toglie dal circolo evitando anche inflazione, e diventa disponibile per il banco che non necessita perciò di emetterne di nuova, e cioè non necessita di aumentare le sue riserve d'oro.
In generale poi il meccanismo di agire sui tassi di interesse, aumentandoli progressivamente, diminuendo nel contempo i prestiti, è volto a ritirare, cioè a drenare la liquidità dalla circolazione, contenendo inflazione.
Questo si usa fare sia quando la carta diventa troppa, sia soprattutto quando si vuol contrarre l'economia.
La liquidità abbondante e i prestiti a basso tasso favoriscono lo sviluppo dei commerci, delle imprese. Quando i banchieri vedevano prodotta ricchezza a sufficienza, il loro obiettivo era quello di prosciugare la carta in circolo, la liquidità, alzando i tassi anche rapidamente, e/o non concedendo più prestiti. Man mano così provocavano rallentamento, poi recessione, poi depressione, con conseguenti fallimenti, e successivi pignoramenti, attraverso i quali si appropriavano dei beni reali, perchè questo era e questo è da sempre l'obiettivo di chi sa che quella che ha messo in giro è solo carta stampata, solo e soltanto carta stampata, non più oro come all'inizio. L'obiettivo è sempre quello di trasformare la carta in beni reali. Queste, cioè le espansioni e successive contrazioni, in realtà pilotate dai tassi, sono chiamate da sempre dagli economisti “cicli economici” ma è una delle tante gigantesche frottole servite alla gente.
Quel che è cambiato successivamente è che questo schema fu poi applicato alle Nazioni intere.
Fu la creazione delle Banche Centrali. Che inizialmente erano in buona parte private. I banchieri cominciarono a prestare ai Re. Fare le guerre costa, le forniture militari costano, le armi costano.
I Re coniavano sì le monete metalliche, e su queste guadagnavano poi attraverso il signoraggio, cioè sul fatto che il valore nominale era superiore al valore intrinseco, cioè del metallo, ma questo denaro era insufficiente alle loro esigenze, specie quando c'era da finanziare campagne militari. L'emissione monetaria metallica era poi limitata dalla stessa quantità di metallo che era possibile coniare. In altri termini la liquidità era sempre scarsa, e gli stessi tributi non potevano che essere in qualche maniera commisurati al circolante, cioè al denaro in circolazione, poiché più di questo non ce n'era per soddisfarli, mentre la circolazione di banconote aumentava la liquidità. Il Re garantiva i prestiti, le banconote prestate, con le tasse dei cittadini. Le tasse stesse anzi diventarono la stessa legittimità della moneta, essendo la moneta quella adibita a soddisfarne il pagamento.
I banchieri vollero avere il controllo di queste tasse e sempre infatti li troviamo come esattori fiscali, ministri delle finanze o del tesoro dietro ogni monarca. Non vengono mai nominati, ma basta cercare.
Il debito però cresceva sempre, perchè questo era e questo è oggi il segreto, cioè far sempre crescere il debito, e renderlo impagabile. I Banchieri man mano ottennero che fosse nominata una Banca, Nazionale di nome, ma proprietà privata di fatto, e che fosse l'unica autorizzata a poter stampare il denaro.
I banchieri pretesero, e ottennero, tra i vari privilegi, che i nomi dei proprietari delle Banche Centrali fossero mantenuti segreti per legge. E così fu. La Banca Centrale, unica ora autorizzata, poi prestava le banconote al Re in cambio dei Titoli di Stato a loro volta garantiti dai risparmi e dalle tasse dei cittadini. I Governi furono spogliati della prerogativa di battere moneta che è una delle quattro fondamentali insieme a quella di fare leggi, imporre tributi, e costituire eserciti a difesa delle comunità.
La prima Banca Centrale, la Banca Nazionale di Amsterdam, nacque nel 1609 in Olanda, dove si erano rifugiati i facoltosissimi mercanti e banchieri espulsi dalla Spagna e dal Portogallo.
La seconda fu la Bank of England, fondata nel 1694 dopo la vittoria e l'esecuzione di Carlo I° da parte di Oliver Cromwell. Costui era finanziato dai banchieri Olandesi, sotto la guida di Manasseh Ben Israel, il quale riportò la comunità in Inghilterra dopo la loro ultima espulsione avvenuta 350 anni prima ad opera di Edoardo I°.
Le altre Banche Centrali seguirono una ad una. Seguì in particolare, dopo battaglie furiose, la FED (Federal Reserve) creata nel 1913, dopo la famosa riunione segreta di Jekyll Island. Il Federal Reserve Act fu fatto approvare il 23 Dicembre 1913 approfittando dell'assenza di molti Congressisti e Senatori per le festività Natalizie. Il resto è cronaca. L'interesse delle Banche Centrali era mantenere e accrescere il debito e renderlo impagabile. Poi prendersi i beni reali, tra
sferiti agli azionisti. Lo hanno fatto dapprima con tutti Paesi poveri, e susseguentemente si sono rivolte anche ai meno poveri. Non è poi cambiato moltissimo dal tempo degli orafi, solo un pochino più complicato. Ma questa è un'altra storia.


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Iacopo67
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E' un bell'articolo scritto bene. Grazie Mincuo.


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mandal2010
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Si,bell`articolo.Grazie


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Georgejefferson
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Ne e'pieno il web di queste ricostruzioni storiche,buona sintesi comunque.Cosa garantisce comunque la verita storica dei secoli scorsi,a parte la versione di ricercatori formulata tramite documenti passati?Lo stesso legittimo scetticismo applicato alla verita ufficiale puo essere applicato a quella non...non credi?Riguardo alla riserva frazionaria,ci sono ipotesi presunte autorevoli che dichiarano come essa sia superata da decenni,nel senso,sa di truffa...ma sembra che ora sia molto peggio.Chi ritiene che ora I PRESTITI CREINO I DEPOSITI dice in sintesi che non si moltiplica piu i pani e pesci partendo da un deposito iniziale,ma li si crei dal nulla con il solo limite dell'asset di bene reale a garanzia da parte del richiedente...come a dire...si son evoluti...Fatto sta che contabilmente sono soldi che VANNO E VENGONO,debiti annullati alla restituzione.Soldi nuovi al netto sono solo gli interessi derivanti dai titoli sovrani,ne deriva che l'abbattimento dei deb.pubblici provoca impoverimento del settore privato


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mincuo
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Ne e'pieno il web di queste ricostruzioni storiche,buona sintesi comunque.Cosa garantisce comunque la verita storica dei secoli scorsi,a parte la versione di ricercatori formulata tramite documenti passati?Lo stesso legittimo scetticismo applicato alla verita ufficiale puo essere applicato a quella non...non credi?Riguardo alla riserva frazionaria,ci sono ipotesi presunte autorevoli che dichiarano come essa sia superata da decenni,nel senso,sa di truffa...ma sembra che ora sia molto peggio.Chi ritiene che ora I PRESTITI CREINO I DEPOSITI dice in sintesi che non si moltiplica piu i pani e pesci partendo da un deposito iniziale,ma li si crei dal nulla con il solo limite dell'asset di bene reale a garanzia da parte del richiedente...come a dire...si son evoluti...Fatto sta che contabilmente sono soldi che VANNO E VENGONO,debiti annullati alla restituzione.Soldi nuovi al netto sono solo gli interessi derivanti dai titoli sovrani,ne deriva che l'abbattimento dei deb.pubblici provoca impoverimento del settore privato

1) Non ho visto il web pieno di spiegazioni, e soprattutto non ho visto mai i giornali pieni, nè a scuola spiegare un pò. Quello che importa qui è il concetto di quale sia lo scopo, il significato,l'essenza della banconota, che è l'appropriazione di beni reali. (E anche di potere, perchè poi si comprano giornali, uomini, influenza ecc...). L'altra cosa che importa è che effettivamente bastava stampare un pezzo di carta, che per tutti era oro, e con quello si comprava.
2) Io ho voluto scrivere un pezzo semplice, eliminando anche alcune questioni. Ad esempio il deposito è una liability. Era una prassi, ma fu discussa nell'800 e vide alcune sentenze che provvidero una forzatura giuridica. Infatti come significato e come diritto naturale il deposito era un servizio di custodia, nè più nè meno come far custodire mobili a un magazzino. Non era un finanziamento e non era un investimento, non prevedendone i termini. Quindi fu contestato che entrasse nello stato patrimoniale.
3) La verità storica è garantita da tutti i passaggi che hai, nei secoli, e da una documentazione vastissima. Basta anche solo prendersi 4 o 5 volumi di Alexander del Mar, che non a caso pur essendo un gigante del 900 viene tenuto nascosto. E nessuna persona competente dubita di questa ricostruzione storica, mai sentito nella mia vita. E io di finanza mi occupo.
4) Non è che ci sia "chi ritiene oggi" che la moneta (scritturale ed elettronica) sia creata come credito da banche commerciali. Lo è infatti e lo è in grandissima parte. E' una forma di creazione, ed è successiva e parallela alla storia raccontata, cioè un'evoluzione dei sistemi monetari. Le banconote fanno ben poco oggi. E nemmeno oggi c'è il "parente che viene da lontano" a cui intestare i beni reali. Sono nate a suo tempo le società finanziarie, le investment banks, e poi in grande stile la BIS, le clearing houses, gli Hedge Funds, i dark pool, tutto lo shadow banking di oggi e un pò di paradisi fiscali, e di perdite fittizie di banche (il famoso trader che perde miliardi e nessuno controllava che chi ha esperienza sa quanto sia possibile col mark to market e i sistemi di controllo..)
5) La concentrazione progressiva di beni in poche mani è dimostrabile, nelle epoche e nei soggetti, come anche la costituzione di monopoli a quelli collegati. Io non parlo "in generale". Il fatto che stampando semplicemente uno potesse acquisire ricchezze enormi, e che avere quelle e non certo girare carta che lui sapeva essere carta senza niente a fronte e che poteva sempre perdere la fiducia delle persone, fosse il suo interesse reale, ho cercato di spiegarlo in modo volutamente semplice, ma nessuna persona seria lo metterebbe in discussione storicamente, oltrechè logicamente. Io non parlo per fare confusione George Jefferson, ma per chiarire alla gente. Se devo parlare tecnicamente di sistemi monetari lo faccio in modo diverso e con le persone i adeguate. Qui il mio interesse era che capissero come è nato, chi ne sono beneficiari, che scopo ultimo ha e come e perchè quello rimane identico a 700 anni fa, nonostante sia molto più complesso. Così uno prova, se vuole, a ragionare, e a vedere se trova dei paralleli e delle coincidenze anche con ieri, oggi e domani con l'appropriazione di servizi e beni pubblici. Chi invece prova a mescolare gli argomenti, a confonderli, quello, George Jefferson, vuole fare confusione alla gente, non chiarezza. Certamente io dovevo star dentro a un articolo, non a un volume, e certamente dovevo essere meno tecnico possibile, in modo che potesse comprendere una persona qualunque, quindi ho forzatamente un pò semplificato, ma non c'è nulla che non sia sostanzialmente vero.


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mincuo
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@George Jefferson N.B. I soldi VANNO e VENGONO, come dici tu in maiuscolo, ma non sempre gli ASSET A GARANZIA. Le quote d'azienda a pegno delle banche a fronte dei fidi VANNO, ma alle volte non VENGONO. E poi cambia il CDA, in quei casi. Anche le ipoteche sugli immobili alle volte VANNO ma non sempre VENGONO. Ultimamente in USA e in Spagna ad esempio non sono molto "venute" Ma si parla poco di dove e a chi poi sono successivamente cedute. E VANNO anche le speculazioni al ribasso su alcuni titoli le cui quotazioni piombano, ma poi chi prende quota di controllo non gliene frega niente del prezzo che va e viene, visto che lui si tiene il controllo e non deve alienare, cioè vendere. E quello magari era il suo scopo. Il ribasso (dumping) del parente del 1300 ai negozi concorrenti e questo tipo di speculazione non sono poi così distantissimi concettualmente. Nè altre cose anche molto più sofisticate in fondo sono distantissime.


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mincuo
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Comunque siccome non è mai troppo tardi per imparare dammi tu Jefferson una spiegazione diversa. Dunque un banchiere riceveva un'oncia d'oro, stampava 20 (o più) banconote di carta con scritto "vale un'oncia d'oro", e questo è pacifico, non è un'ipotesi, è un fatto. Hai copie, registri quel che vuoi, a quintali. Mettiamo si limitasse anche solo a prestarle e le ricevesse poi indietro cogli interessi (che sono sempre carta). Lui sa che è carta ma si diverte a giocare colla carta per 30 anni, sempre col rischio che la gente perda fiducia nella carta e chieda indietro l'oro, che non c'è, c'è un ventesimo. E rischia anche il collo per questo. Quindi lui ha lavorato tutta la vita per giocare colla carta, che può sempre diventare carta straccia da un giorno all'altro, questa è la spiegazione? O l'ha invece, fintantochè la carta è ritenuta un valore, sempre cercata di trasformare in beni reali? E non ha anche provveduto a intestarli altrove, perchè sia mai che la fiducia nella carta fosse venuta meno, allora in banca non ci sarebbe stato l'oro ma ci sarebbero stati però gli atti di proprietà dei terreni, negozi, merci, case ecc...E invece non c'erano mai e anche questo è un fatto. Pure lì quintali di documenti.
Spiega tu, ma spiega chiaro però.


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Georgejefferson
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Grazie in anticipo se volontariamente manteniamo un approccio costruttivo e rispettoso...mincuo...ne e' pieno il web mi riferisco ovviamente NON al mainstream,figurati nei TRADIZIONALI cartacei o televisivi.Che sia tabu l'argomento a livello di massa si sa,e da sempre.Mi riferisco a chi tratta l'argomento piu o meno in modo serio..ho letto decine di volte tale ricostruzione piu o meno simile in tanti luoghi web,e tutti gli interessati amatoriali come me passano per quella ricostruzione(a dire il vero qualche accenno agli orafi e abitudini conseguenti le fa anche wikipedia)...comunque,io personalmente credo a quello che hai descritto,non cerco di confutarlo il mio intento era..lo ammetto,un po provocatorio per cercare un dialogo ed approfondire alcuni aspetti.

Cominciamo col dire una cosa(e' una mia convinzione relativa,non verita assoluta)diffondere interesse all'argomento e' impresa immensa,ritengo esista come una specie di TABU auto indotto inconsciamente nelle masse,senza voler passare per argomenti metafisici...sembra che il nascondere ed il NON INCENTIVARE VOLONTARIAMENTE la curiosita sull'argomento(essendo protratto da secoli questa omissione verso tutti i canali informativi ed educativi) abbia prodotto a livello collettivo come una specie di rimozione inconscia alquanto irrazionale.Dico irrazionale perche riguardo a tanti altri argomenti del vivere sociale vige la ricerca e curiosita razionale,ma su quello no.Difficile spiegare bene cosa intendo...Parlo con parenti ed amici,parlo di tutto ma come tocco l'argomento sento come una specie di rifiuto A PRESCINDERE al dibattito.Questo e' il problema principale...come tu stesso dicevi,l'autorita si discute poco,si accende il cervello di fronte ad uno qualunque,ma diversamente verso l'autorita costituita....continua

vedo che hai aggiunto un altro post,purtroppo il tempo e' sempre poco,appena posso proseguo...in risposta all'ultimo post...io non ho niente da spiegare che gia non ci sia scritto,anche da parte della tua competenza molto utile,parlo piu ideali futuri ed impianti ideologici di ognuno,anche se forse la parola ideale non ti piace,tutti abbiamo piu o meno visioni ideali del mondo...ti chiedero come e' il tuo...a dopo


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Georgejefferson
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Domanda...nel bene o nel male,esiste una correlazione tra 1:l'aumento smisurato dell'utilizzo della moneta fiat (insomma non merce/allo scoperto)negli ultimi secoli...e 2:l'accelerazione della tecnologia e commercio?...

ps.non e'una domanda retorica per giustificare il sistematico furto da parte dei potentati delle risorse del pianeta,ma uno spunto di riflessione per capire meglio il potenziale teorico e ideale dello strumento moneta


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Iacopo67
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Mincuo, la storia che hai scritto mi sembra logica e sensata.
Non mi intendo di finanza, e avrei una curiosità che forse tu puoi togliermi;
Ogni tanto si legge che nel mondo della finanza girano quantità enormi di denaro, molto di più che non nell'economia reale; così tanti soldi che ci si potrebbero comprare tutti i beni reali della terra più volte.
Se questo è vero, non capisco come mai questi soldi poi rimangono abbastanza confinati nel mondo della finanza.
Io mi immaginavo che prima o poi questa marea di denaro si sarebbe riversata nell'economia reale, per comprare ogni cosa, e che questo avrebbe portato all'iperinflazione, e che proprio la paura dell'iperinflazione o anche solo dell'inflazione dovrebbe spingere i signori della finanza a comprare beni reali prima che la loro moneta astratta perda valore.
Ma passano gli anni e questo non sembra che accada.
Come mai ?


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mincuo
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Domanda...nel bene o nel male,esiste una correlazione tra 1:l'aumento smisurato dell'utilizzo della moneta fiat (insomma non merce/allo scoperto)negli ultimi secoli...e 2:l'accelerazione della tecnologia e commercio?...

ps.non e'una domanda retorica per giustificare il sistematico furto da parte dei potentati delle risorse del pianeta,ma uno spunto di riflessione per capire meglio il potenziale teorico e ideale dello strumento moneta

Penso di sì, di avere anche letto a suo tempo qualcosa. Però esiste anche questo: dall'anno 0 al 1800 la popolazione mondiale è arrivata a 1 miliardo. Dal 1800 al 1900 è raddoppiata, dal 1900 ad oggi da 2 a 7 miliardi. In mezzo il balzo dell'industrializzazione, dal telaio meccanico al vapore ecc...La moneta fiduciaria aveva possibilità illimitate. D'altronde i tally sticks erano bastoni di legno intagliati del valore anche di 20.000 Sterline, con valore legale e per pagare le tasse. E durarono per 700 anni fino al 1800 mi pare in Inghilterra.
La possibilità maggiore di finanziare, o la creazione di liquidità molto maggiore non era un male, specie dove la crescita dell'attività reale andava di pari passo. Il problema dei "potenti" è non che non abbiano contribuito a alla crescita, anzi. E' un problema di diseguaglianze, di monopoli, e di potere che ha avuto conseguenze distorsive, diciamo così.


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mincuo
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Mincuo, la storia che hai scritto mi sembra logica e sensata.
Non mi intendo di finanza, e avrei una curiosità che forse tu puoi togliermi;
Ogni tanto si legge che nel mondo della finanza girano quantità enormi di denaro, molto di più che non nell'economia reale; così tanti soldi che ci si potrebbero comprare tutti i beni reali della terra più volte.
Se questo è vero, non capisco come mai questi soldi poi rimangono abbastanza confinati nel mondo della finanza.
Io mi immaginavo che prima o poi questa marea di denaro si sarebbe riversata nell'economia reale, per comprare ogni cosa, e che questo avrebbe portato all'iperinflazione, e che proprio la paura dell'iperinflazione o anche solo dell'inflazione dovrebbe spingere i signori della finanza a comprare beni reali prima che la loro moneta astratta perda valore.
Ma passano gli anni e questo non sembra che accada.
Come mai ?

Dunque: molta finanza è debito/credito in funzione degli interessi. Ad esempio chi ha un titolo, e chi l'ha emesso. Il sottostante è sempre rifinanziato di fatto. Poi un'altra parte è leva, cioè in realtà chi compra/ vende 100, compra non 100 ma la variazione e spende (garantisce) mettiamo 5. Ma risulta aver comprato 100. Poi un'altra parte è appunto tutto il mercato finanziario (tanti) che si alimenta di soldi, i soldi sono la sua merce. I "soldi" in giro rispetto all'economia reale sono tanti e molti sono aspettative su economia semplicisticamente. Dire "se andassero tutti all'economia" è un pò così, se vanno tutti in tasca alla gente ma non crescono i beni prodotti allora hai inflazione alta. Ma oggi semmai il problema è che tu hai già sovracapacità produttiva. Quindi il denaro si parcheggia e si accumula man mano su finanza un pò anche per quello.


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Georgejefferson
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Questa una mia riflessione sulla proprieta della moneta

"buco normativo, è una questione giurisprudenziale e filosofica"....Le norme giuridiche e filosofiche non sono leggi naturali ma idee umane,condivise o meno.Quindi prima bisognerebbe creare progressivamente le basi culturali di comprensione della moneta e delle sue funzioni cosi come sono state pensate e possono venir pensate.Dato che tali basi culturali sono enormi e complesse,bisognerebbe dare avvio scolastico alla materia economica fin dalle scuole primarie...per generazioni,prima di avere una opinione pubblica ragionevole e matura.
Dato che non e'mai stato fatto (volutamente o meno) esiste un buco di comprensione enorme nelle masse,tale da risultare difficile,a breve termine, la piena e ragionata scelta sulla giustezza o meno della questione,dato il mancato apprendimento e approfondimento nella gente comune da millenni.Questa naturalmente e'solo la mia opinione e provo ad esprimerla.

Primo...bisogna allargare la comprensione di 2 tipi di moneta storicamente presente da sempre e ben diversi..LA MONETA MERCE E LA MONETA FIDUCIARIA.

Riguardo alla moneta merce (es.l'oro) essa e'intrinsecamente un valore di per se (anche se sempre valore convenzionale consuetudinario perche riconosciuto dai piu per l'uso storico che se ne e'fatto,o se ne fa ora) quindi appare legittimo che la proprieta sia di chi la possiede gia...se poi tale proprieta all'origine sia avvenuta con fatti illeciti ed ingiusti (vedi obbligo forzoso di estrazione verso gli schiavi in tempi passati,vedi aquisizione di proprietà tramite il TRUCCO della riserva frazionaria e relative insolvenze date dalla distorsione volontaria dei mercati ) questa e'una questione che si dovrebbe risolvere e/o argomentare a livello giudiziario ed etico e va oltre il senso del mio ragionamento.

Riguardo alla moneta fiat,che e'l'argomento principe dato che ne siamo immersi ormai globalmente...bisogna chiarire alcuni punti.

All'atto dell'emissione essa e'un mero simbolo di rappresentanza,senza valore in realta anche se chi ne viene in possesso (in una economia gia avviata) puo comprare cio che vuole.Quindi bisogna fare un distinguo importante.
La domanda di chi sia la proprieta,si riferisce al simbolo senza valore (all'emissione) o ai beni e servizi aquistabili dopo,ad economia avviata?
Essa (essendo simbolo) nasce come ipoteca del lavoro/ricchezza futura.
In una situazione iniziale di emissione (Nazione,anno zero) ,i beni e servizi non sono ancora esistenti,verranno creati poi con la spesa dello stato in deficit ,dove per deficit si intende la spesa di simboli non ancora rappresentativi di beni e servizi presenti(dovendo ancora partire il lavoro) come "patto sociale"...

La moneta che emette lo Stato direttamente,rappresenta un debito verso la collettivita,un deficit..essendo rappresentativa di beni e servizi non ancora esistenti.Quindi il CONCETTO di moneta che NASCE COME DEBITO (moneta fiduciaria e NON merce) e'giuridicamete giusto a mio parere,come sopra spiegato.
Ora,se vediamo lo Stato IDEALMENTE,COME ENTE PREPOSTO ALL' INTERESSE DI TUTTI,la proprieta del simbolo emesso(rappresentante di beni e servizi futuri) e'sua,quindi di conseguenza della collettivita (dato che esso dovrebbe rappresentare la collettivita).Se pero per ipotesi,stabilissimo la proprieta della moneta(emessa senza valore intrinseco all inizio)AL SINGOLO INDIVIDUO,come consegna in parti uguali e gratuitamente ,la gente non avrebbe in mano niente di usabile(In una situazione iniziale di emissione),dato che i beni e servizi che tale moneta deve rappresentare non sono ancora stati prodotti,a meno che tutti fiduciariamente e volontariamente decidessero di lavorare DOPO la riscossione del simbolo,e risulterebbe assai improbabile a livello aggregato ottenere questa fiducia reciproca.
Va da se quindi in conlusione,che la proprieta' del simbolo scoperto sia dello Stato,e dello Stato soltanto...essendo (dovrebbe essere)la moneta fiat,uno strumento derivante da un patto sociale capace di sviluppare ed arricchire una data societa(lo sviluppo,sostenibile o meno,pur se importantissimo,riguarda un'altro discorso,essendo scelte politiche),sopratutto anche per le implicazioni gravi che ne conseguono dal suo uso sbagliato e conseguentemente inflattivo,se spesa generalmente con investimenti non produttivi e fuori dalle dinamiche del moltiplicatore keynesiano.La totale gestione di essa non e'altresi pensabile essere rivolta ad interessi privati,cosa che...aime',ritengo succeda allo stato attuale.Il fatto che lo stato ora segua interessi privati non inficia il mio ragionamento che sottolinea l'ideale,e non la realta attuale


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Georgejefferson
Famed Member
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Mincuo,ed anche chi legge,provate a leggere quel che sto postando,derivano da un certo democrito,sono spunti di riflessione interessanti,sopratutto sul finale:

A cosa servono le tasse, perché esistono e perché sono sempre esistite?

Per comprendere il concetto di tassa, occorre prima aver ben chiaro il concetto di sovranità.

Essere il signore di una determinata area significa qualcosa in più che esserne il proprietario, significa avere diritto di vita, di morte e di sfruttamento di qualunque cosa, persona o animale che si trovi in quell’area. Il sovrano fa ciò che vuole, senza dover rendere conto a nessuno di ciò che fa o di quello che decide. Questo concetto venne espresso in modo compiuto dalla famosa frase di Luigi XIV quando disse: Lo Stato sono Io. Lui era il Re, il Sovrano, e quindi a lui si rifacevano la somma delle istituzioni e i poteri della nazione.Il salto di civiltà provato timidamente negli ultimi secoli e' stato quello di cercare come unica legittimazione di sovranità...quella rappresentante gli interessi di tutti,come ricerca di una vera democrazia da attuare a piccoli passi insieme alla ricerca crescente di livello civile e culturale delle masse opportunamente stimolate al pensiero autonomo,solidale e responsabile.

Chiarito questo concetto fondamentale, ci imbattiamo nel secondo concetto che dobbiamo necessariamente capire, se vogliamo comprendere cosa sono le tasse, cioè il concetto di denaro.

È evidente che la ricchezza di un paese sia direttamente proporzionale alla sua capacità di produrre dei beni e a quella di saperli scambiare. Per rendere possibile lo scambio dei beni, lo stato sovrano inventa una unità di misura che faccia da mediatore tra compratore ed acquirente. Il denaro è quindi un unità di valore nominale, non di valore reale (questo concetto è fondamentale), che rappresenta un debito che lo stato ha nei confronti di se stesso. Tutto il denaro non è altro che una rappresentazione di un debito dello Stato.Una volta inventato il denaro, lo stato sovrano si ritrova davanti una serie di problemi.
In primo luogo occorre che i cittadini accettino di scambiare i loro beni con la moneta emessa dallo stato sovrano, in secondo luogo è necessario avere uno strumento di controllo e di moderazione del mercato, con lo scopo di mantenere l’ordine sociale e di equilibrare il rapporto armonico e di collaborazione fra i cittadini, i quali devono essere soggetti alla sovranità dello stato.

Lo strumento per conseguire questi risultati sono le tasse.I cittadini sono costretti ad accettare la moneta nazionale come unità di scambio, perché su ogni transazione commerciale viene imposta una tassa che lo stato accetta solo se espressa in moneta nazionale, il che comporta che la transazione debba necessariamente avvenire utilizzando quella valuta e non altre forme di pagamento.
Lo stato sovrano, inoltre, emette nuova valuta per implementare gli investimenti produttivi, i quali però vanno controbilanciati da una crescente imposizione fiscale, per evitare che la forbice tra ricchi e poveri diventi insostenibile. Lo stato teoricamente non ha alcun interesse a favorire determinati ceti nel confronto con altri. L’unico interesse che ha è quello di esercitare la propria sovranità ed è ampiamente provato che questo è maggiormente agevolato da un clima di collaborazione sociale, piuttosto che da un clima di scontro di classe.

Bene, questo in teoria. In pratica assistiamo ad un tentativo di occupazione dello stato da parte di un’oligarchia, il cui scopo è quello di togliere sovranità agli stati a suffragio universale, per appropriarsene. Questo fenomeno è noto con il nome di deregulation, ovvero la dismissione dell’intervento dello stato nel mercato, a partire dalla rinuncia alla sovranità monetaria. Lo stato non più sovrano, non essendo più il proprietario della moneta, deve chiederla a prestito dai mercati, a cui dovrà poi restituirla e la può restituire solo imponendo tasse sempre più alte ai propri cittadini.Ma l’aumento delle tasse provoca una recessione delle attività produttive, attraverso la carenza di liquidità, nonché un calo dei consumi, che provoca nuova recessione, nuova disoccupazione, calo ulteriore dei consumi e nuova recessione. Il tentativo dei governi di tamponare questo circolo vizioso stratassando i lavoratori e lasciando immuni le classi più abbienti, nella speranza che queste investano in attività produttive che creino occupazione, quindi facciano ripartire i consumi e creino le condizioni di nuova crescita, è quanto di più stupido, ridicolo e inetto si possa immaginare. Non solo non succede, ma in questo modo si crea un clima di indignazione tra quelli che le tasse le pagano, nei confronti degli evasori, alimentando il disordine sociale, già gravemente compromesso dalla perdita del reddito e dai sempre più pressanti problemi di sopravvivenza che investono intere categorie sociali.
A quelli che hanno avuto la pazienza di leggere fino questo punto devo ancora dire una cosa.

Non dobbiamo pero pensare che l’oligarchia che ha architettato tutto questo sia contro lo stato in senso lato e la sua sovranità. Al contrario essi sono schierati nel costruire uno stato forte e tirannico. Il loro accanimento per demolire la sovranità dello stato a suffragio universale(anche se ancora lontano dalla vera democrazia) deriva solo dalla volontà di occupazione delle istituzioni stesse e dopo che questo sarà avvenuto completamente si formeranno le condizioni di un nuovo ordine sociale di tipo dittatoriale e la sovranità nazionale sarà ripristinata in maniera ancora più forte e autoritaria.Si tratta di un colpo di stato globale, di riportare la sovranità degli stati alla condizione precedente la rivoluzione francese.


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mincuo
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Jacopo67. Io so che per una persona è istintivo pensare a TUTTO/NIENTE TUTTI/NESSUNO 0/100. SUBITO/MAI. Quindi: tutti potenti / nessuno potente. La banca compra tutto il mondo / non compra niente. Compra tutto ora / mai. Invece non è così. Soprattutto in una società complessa e matura dopo che lo sviluppo industriale vorticoso dei primi anni non è più quello.
Lo stesso per inflazione: o iperinflaziione / o niente inflazione. Ma vai a vedere delle serie storiche: l'inflazione c'è sempre, non te ne accorgi ma c'è il 2% 3% o 5% e questo vuol dire tanto in pochi decenni. Questo è il dollaro come perdita di valore e come crescita di moneta: http://www.takeshiyashima.com/images/stories/Dollar_devaluation_chart.jp g" target="_blank">http://www.takeshiyashima.com/images/stories/Dollar_devaluation_chart.jp g"/> &imgrefurl= http://www.takeshiyashima.com/us/my-blog/62-current-economy/283-40th-year-anniversary-since-end-of-gold-standard-and-future-prospect-of-economy&h=381&w=600&sz=37&tbnid=_aCQ_G-umOKbEM:&tbnh=79&tbnw=125&zoom=1&usg=__GhJXXZ68HvULcHkhQzZfogAtqjw=&docid=r2aIGkVSJFBHfM&hl=it&sa=X&ei=eqomUP7JKM6N4gTo8YHwDg&sqi=2&ved=0CFkQ9QEwAg&dur=1203Poi ci sarebbero da dire molte altre cose. Spero però di averti risposto.


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