Ora, questo pezzo vuole essere breve e parte da alcuni stimoli. Tra cui tutto il pensiero che riduce ogni osservazione a una dicotomia: alto-basso, giorno-notte, inspiro-espiro e via così.
La verità io non la so e non la spaccio, se cercate spacciatori di verità troverete montagne di libri e di persone che vi accontenteranno. Come le droghe, la verità circola e fa il suo lavoro, buono o cattivo che sia. Personalmente non mi occupo di verità perché sono ignorante, ma così ignorante che mi viene da piangere solo a pensarci.
Ad esempio l'altro giorno sono andato in gita sul monte Sacro sopra Varese a visitare la casa museo villa Pogliaghi, di cui non sapevo nulla. La visita era più che altro un tentativo di passare il tempo accompagnando il mio assistito da educatore. Avevo già visitato altre case museo a Milano tra cui il Poldi Pezzoli scoprendo dei piccoli tesori nascosti ma non mi aspettavo niente da quella visita. Nell'uscire ho commentato con la guida lo straordinario altorilievo che c'era nella stanza più grande dicendo che era davvero impressionante. Lei mi ha risposto: "ma è il gesso della porta principale del Duomo di Milano...". Gulp! La mia solita figuraccia.
Allora, devo confessare che la prima cosa che ho pensato appena l'ho vista era proprio che somigliava alla porta del Duomo, conoscendola poi molto bene date le infinite volte che mi sono preso la briga di analizzarla dalla piazza. Ma a parte l'imperdonabile ignoranza nel sapere che proprio il Pogliaghi ne era l'autore, il problema era che non avevo mai potuto osservare con tanto dettaglio le figure nella loro integrità, dato che la porta è in metallo così annerito dallo smog che è difficile coglierne l'aspetto generale, a parte il nero. Questo non giustifica la mia ignoranza sul suo autore però!
Quindi riconosco di essere ignorante anche delle materie di cui ci si aspetterebbe che dovrei saperne qualcosa. Della Milano dove vivo da sempre e della sua storia ad esempio che a me piace ascoltare e studiare quando posso. Almeno quella minima principale che dovrebbe conoscere qualsiasi individuo dov'è nato.
Quindi non aspettatevi da me alcuna verità. Ciò che a me interessa sono i principi e sopra di essi la coerenza. Quindi ad esempio che essere onesti con se stessi è una fatica che non tutti hanno la possibilità di sostenere. Come non tutti sollevano da terra più di 100 Kg come fa Sergio Massidda. Io ad esempio non ne sollevo facilmente neppure 30 di Kg, sono deboluccio. Questo quindi mi fornisce dei privilegi e dei limiti, insieme. Come sempre, come ripeto spesso, non esiste nessun sistema di difesa che non possa diventare di offesa e viceversa. Come non esiste nessun arma che non possa essere rivolta contro chi la brandisce. Per ciò chi possiede i propri limiti, semplicemente li conosce e questo è un vantaggio. Piccolo, ma pur sempre un vantaggio.
Ma passiamo all'argomento. Non so se è vero che la notte segue il giorno o che se respiro devo alternare l'espirazione all'inspirazione. Le piante ad esempio respirano ma i polmoni non ce l'hanno. Esistono nel cosmo poi pianeti che non conoscono mai la notte perché hanno sistemi binari e ternari che non gli fanno mai conoscere il buio delle tenebre e non è neppure detto che non ci possa essere vita su una tale superficie.
Insomma, noi tendiamo a guardare quello che ci interessa escludendo poi tutto il resto e in questo modo giustifichiamo retroattivamente l'esperienza dandogli significato, come guardandola con un paio di occhiali colorati per dire che è di quel colore. Questo principio che continuo a ribadire e che ho chiamato "mutua esclusione" ha infinite sfaccettature. Si tratta del principio che ci permette di dire che "il vaso è vuoto". La mutua esclusione non è solo "giusta" ma fondamentale per reggere tutta la nostra esperienza. Ci occorre per selezionare il minimo indispensabile senza dover cumulare spaventosi teraflop di informazioni che non ci servono a un ca%%o, come farebbe un super-computer anche quantistico che ha il solo pregio di analizzare più velocemente caterve di spazzatura per ricavare l'ovvio. Cioè ad esempio quello che sapevamo già ma che non volevamo accettare, tanto che ci vuole una macchina super-complessa e super-costosa per obbligarci a prenderne atto e anche allora con fatica. Ma di questo ora come ora è difficile parlare, altra acqua deve passare sotto i ponti prima che sia chiaro quanto ho appena affermato. Per ora rimangono solo parole scritte al vento o come in questo caso "nel nulla virtuale".
Ma già un computer quantistico ci suggerisce che forse la dicotomia "0-1" è criticabile per tantissimi altri aspetti. Ad esempio che lo stato intermedio viene rimosso. Però, però guarda te la natura che sempre dovrebbe farci da maestra, dice che proprio quel passaggio è pregno di significato. Ad esempio che i predatori tendono a muoversi all'imbrunire o all'alba, più difficilmente invece sfruttano la notte o il giorno. In genere se lo fanno è perché sono particolarmente affamati o disperati. Oppure che l'assenza dei riti di passaggio così importanti per determinare nella psiche dell'individuo il suo ruolo affermabile di adulto, non avendoli sostituiti con niente di adeguato e non avendo nemmeno provato in tal senso a porci una pezza, ha prodotto una serie di pesanti disagi sociali moderni, tra cui la voglia di trasgressione suicida giovanile e l'eterna giovinezza del mai cresciuto bamboccione del mondo mercificato.
Insomma, se inspiriamo ed espiriamo lo dobbiamo a un passaggio minuto e sfuggente che proprio perché è così effimero, non è difficile da cancellare. Ma nell'evidenza evidente, proprio questo causa un patimento infinito che poi è difficile da recuperare anche solo quando rivolgiamo l'attenzione verso un respiro consapevole.