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la CGIL a favore delle trivellazioni a mare


paolodegregorio
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-la CGIL a favore delle trivellazioni in mare - di Paolo De Gregorio, 11 marzo 2016

Il segretario dei chimici della CGIL, Emilio Miceli, incurante dei gravissimi pericoli che comportano le trivellazioni alla ricerca di gas e petrolio, in un mare chiuso come il Mediterraneo, incurante dei solenni impegni presi dal nostro paese nella Conferenza internazionale di Parigi per ridurre le emissioni da combustibili fossili, non trova altro da dire che ci sarebbe un calo degli occupati e che l’Italia uscirebbe da un settore strategico con migliaia di ingegneri e manodopera specializzata in fuga.
Praticamente il maggior sindacato italiano non si è ancora accorto che i combustibili fossili appartengono al passato, che sono incompatibili con la vita sulla terra, e che bisogna urgentemente passare alle energie rinnovabili con scelte coraggiose che riconvertano in elettrico tutto il nostro fabbisogno energetico, a emissioni zero.

La prima cosa da ottenere, a livello politico, per attuare questa rivoluzionaria riconversione è la costituzione di un “Ministero per l’energia”, capace di studiare un progetto nazionale per l’autonomia energetica del nostro paese, da realizzare con manufatti frutto della nostra ricerca, fabbricati da industrie italiane, installati da ditte italiane, proteggendo con dazi questo settore per creare una forte occupazione interna.

La strategia da adottare è quella di individuare tre principali interventi da fare:
-il primo è quello di rendere autosufficiente energeticamente ogni casa singola, ogni capannone industriale e artigianale, ogni fattoria agricola, con pannelli fotovoltaici di ultima generazione, e ciò si può far partire subito, togliendo di mezzo ogni intralcio burocratico, tagliando le tasse e garantendo una rateizzazione di dieci anni
-per dare energia elettrica alle città, anche per il riscaldamento e la cucina, ci vogliono grandi centrali, tipo quelle a concentrazione inventate da Rubbia e già funzionanti in Spagna, integrabili con centrali eoliche e fotovoltaico tradizionale
-per l’autotrazione il discorso cambia e solo la ricerca può stabilire se è più fattibile ed economico l’idrogeno oppure spingere su batterie a litio caricate con il solare

Un’altra iniziativa, capace di ridurre di molto i gas serra, è togliere buona parte del traffico pesante sulle due più grandi arterie stradali che portano dal Nord al Sud e viceversa, l’autostrada del Sole e l’Adriatica, sfruttando “l’autostrada del mare”, con navi innovative e veloci, capaci di portare centinaia di TIR ognuna, in partenza quotidiana da Palermo e Brindisi, risalendo Tirreno e Adriatico fino a Genova e Trieste, con la possibilità di arrivare a Marsiglia se il mercato lo chiedesse

Il futuro è questo, basta lavorarci sopra, non ci sono impedimenti tecnici, anzi le tecnologie rinnovabili sono sempre più sofisticate, rendono di più e costano meno. Bisogna “solo” sconfiggere le lobby del petrolio e del gas e la pigrizia mentale, ma l’attuale sistema è veramente insostenibile.
I sindacalisti ed i politici aggrappati alle poltrone della conservazione, dell’ignoranza, della sottovalutazione dei cambiamenti climatici, devono essere combattuti come i peggiori nemici, ma soprattutto sostituiti da una nuova classe dirigente che fa della riconversione energetica un programma per assicurare un futuro alle nuove generazioni.
Paolo De Gregorio


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MarioG
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La prima cosa da ottenere, a livello politico, per attuare questa rivoluzionaria riconversione è la costituzione di un “Ministero per l’energia”, capace di studiare un progetto nazionale per l’autonomia energetica del nostro paese, da realizzare con manufatti frutto della nostra ricerca, fabbricati da industrie italiane, installati da ditte italiane, proteggendo con dazi questo settore per creare una forte occupazione interna.

La strategia da adottare è quella di individuare tre principali interventi da fare:
-il primo è quello di rendere autosufficiente energeticamente ogni casa singola, ogni capannone industriale e artigianale, ogni fattoria agricola, con pannelli fotovoltaici di ultima generazione, e ciò si può far partire subito, togliendo di mezzo ogni intralcio burocratico, tagliando le tasse e garantendo una rateizzazione di dieci anni
-per dare energia elettrica alle città, anche per il riscaldamento e la cucina, ci vogliono grandi centrali, tipo quelle a concentrazione inventate da Rubbia e già funzionanti in Spagna, integrabili con centrali eoliche e fotovoltaico tradizionale
-per l’autotrazione il discorso cambia e solo la ricerca può stabilire se è più fattibile ed economico l’idrogeno oppure spingere su batterie a litio caricate con il solare

Si' certo, si comincia a fare tutto questo. (Chissa', ci vorranno dieci, venti anni?)
Tutto ottimo, fa gia' venire l'acquolina in bocca.
Ma INTANTO si usa il gas e il petrolio che si ha a disposizione.
Senno' succede come con il nucleare: PRIMA si sono chiuse centrali funzionanti, sostituendole con delle CHIACCHIERE (comprando nel frattempo energia nucleare dall'estero).
Capisco che ormai abbiamo fatto il callo a:

"un calo degli occupati e che l’Italia uscirebbe da un settore strategico con migliaia di ingegneri e manodopera specializzata in fuga. "

Allora andiamo avanti cosi'! Bravi!


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MarioG,
non ho capito il suo intervento e in linea di massima sono d'accordo (è un caso!) con ciò che ha evidenziato di paolodegregoorio.


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MarioG
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MarioG,
non ho capito il suo intervento e in linea di massima sono d'accordo (è un caso!) con ciò che ha evidenziato di paolodegregoorio.

Mi sembrava molto semplice:
il degregorio dice: lasciamo il gas dov'e' (cioe' compriamo quello che ci serve) mentre contempliamo meravigliosi progetti futuri.
Mi duole che sia d'accordo, anche fosse una volta sola.


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illupodeicieli
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Non so se avete visto , mercoledì scorso, "la Gabbia" : circa la questione del mare ceduto ai francesi, per giunta aree pescose. Ebbene si faceva presente come aver ceduto queste aree lo è stato fatto in cambio di altre dove, guarda caso, ci sarebbe gas o petrolio o che ,secondo studi e ricerche condotte ad esempio da società australiane (che avevano avuto i necessari permessi), sarebbero interessanti. La domanda è anche perché mai puntare su queste risorse (petrolio eccetera) a scapito di turismo e pesca? Da ricordarsi, circa il nucleare, che la Francia ci fornisce ,se non ricordo male , energia elettrica (che immagino paghiamo): non è che questo conti qualcosa nei rapporti con questa nazione? Per quello che riguarda le autostrade del mare c'era stata una proposta, valida o meno che possa apparire, che prevedeva proprio di adoperare il mare per spostare le merci e le persone: anche se occorrerebbe razionalizzare i costi. Basta vedere cosa costa spostarsi, per noi sardi, sia che si tratti di aereo che di nave. In ogni caso trivelle o no, i nostri pescatori, sardi liguri e toscani, sono fottuti, e noi con loro.


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Mi sembrava molto semplice:

Anche a me! Appunto!
Dire costernata è poco! Delusa anche. Ho parlato del conte veneziano Giuseppe Volpi di Misurata che era presidente della SADE società di produzione dell'energia elettrica prima che l'ENEL roteasse sulla fantasia degli stercorari. Forse crede che si vivesse nelle caverne alla luce delle candele? E' doveroso conoscere la storia, certo non quella dell'utero in affitto.

il degregorio dice: lasciamo il gas dov'e' (cioe' compriamo quello che ci serve) mentre contempliamo meravigliosi progetti futuri.
Mi duole che sia d'accordo, anche fosse una volta sola.

Quello da contemplare non sono i progetti futuri ma quelli passati.


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paolodegregorio
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l'interpretazione delle mie parole è inutile, vanno lette semplicemente e non mi sembra che facciano riferimento alla contemplazione del passato nè al futuro, ma parlano di iniziative da prendere


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