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La conferenza di Bretton Woods...


Anonymous
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Qualche chiarezza e punti fermi!
La conferenza di Bretton Wood (città del New Hampshire USA) gettò le premesse per la costituzione della Banca mondiale e del Fondo Monetario Internazionale.
Bisogna fare qualche passo indietro e contestualizzare la conferenza, i fatti non sono come foto...

Partiamo dal periodo andato sotto la definizione di "guerra fredda".

"Il mio cuore è rattristato dai racconti delle masse di donne e bambini tedeschi in fuga verso ovest dappertutto, in colonne di quaranta miglia lungo le strade, davanti alle armate avanzanti.Sono assolutamente convinto che se lo meritano, ma ciò non mi impedisce di esserne rattristato" (Winston Churchill, in una lettera da Yalta a Clementine Churchill, moglie).

Nel corso degli anni compresi tra il 1947 e il 1953 anno della morte di Stalin e l'uscita di scena di Truman, la "guerra fredda" parve essere l'intermezzo "pacifico" tra la guerra calda combattuta sui fronti europei ed asiatico tra il '39 e il '45 e un'altra guerra calda che avrebbe visto inevitabilmente contrapposte le potenze occidentali, Stati Uniti in testa, e l'URSS. Così non fu, e così non poteva essere.
La "guerra fredda", in realtà, non fu che il risultato ideologico della confusione tra i processi di maturazione reale dei nuovi blocchi imperialistici e le esagerazioni e le distorsioni che il gioco diplomatico per sua natura sempre comporta.
Dietro il sipario della "guerra fredda" vi era infatti la realtà di un vasto processo di riarmo determinato dalla crisi di sovrapproduzione americana che si andava a combinare con gli effetti dell'indebolimento europeo e del sovraproporzionato peso concesso ai russi nell'Europa centro-orientale: Il tutto avendo come sfondo la necessità, unanimemente condivisa, di preservare il più a lungo possibile il risultato ottenuto dagli alleati sul campo del conflitto mondiale: l'impossibilità tedesca di guidare a breve scadenza un ulteriore tentativo di unificazione del continente.

Parlando di "guerra fredda", occorre sottolineare che essa fu un fenomeno essenzialmente europeo: in Asia, infatti, la guerra "calda" non ebbe mai termine, a partire dall'unificazione cinese per arrivare al Vietnam, passando per l'India, la Corea e l'Indonesia. L'arsenale ideologico della "guerra fredda" fu regolarmente utilizzato anche in queste aree, ma gli esiti furono del tutto differenti: mentre in Europa, all'ombra della "guerra fredda", è rimasta sostanzialmente pacifica dal 1945 fino al crollo di uno dei suoi principali protagonisti, l'URSS, l'Asia è stata il teatro privilegiato di quasi tutti i più sanguinosi conflitti del secolo di "pace".
Altrimenti detto, laddove, e fin quando, la spartizione tra le potenze vincitrici è stata possibile, queste hanno garantito la relativa tranquillità dei loro territori metropolitani, limitandosi semmai a soffocare nel sangue tutto ciò che poteva turbare l'ordine della spartizione, come gli anglo-americani in Grecia, i russi a Berlino, a Budapest e a Praga. A prezzo, naturalmente, della subalternità tedesca e della guerra calda in Asia.

Nel corso della seconda guerra mondiale e nell'immediato dopoguerra, gli Stati Uniti portano a compimento un processo economico - e quindi anche politico - durato una settantina di anni, in capo al quale la supremazia americana sulle altre potenze si manifesta in proporzioni assolutamente inedite. Il capitalismo statunitense, più concentrato e più dinamico dei suoi concorrenti, ha infatti colto nel secondo conflitto l'occasione per completare la sua ripresa, giungendo nel 1945, a dominare metà dell'intero prodotto mondiale e quindi a condizionare in maniera decisiva l'insieme dei rapporti tra le potenze.
La guerra ha effetti determinanti, immediati e a lungo termine, sull'economia americana. Con la legge "affitti e prestiti" del 1941, gigantesche ondate di ordinazioni e di aiuti finanziari americani si riversano in Europa. L'intervento diretto, poi completa il processo. Nel 1945 si pone perciò il problema del passaggio dall'economia di guerra, che ha dilatato enormemente la base produttiva, all'economia di pace. In vista di tale prospettiva, gli Stati Uniti operano già negli anni precedenti, premendo per ottenere la massima apertura del commercio internazionale e adeguando il sistema degli scambi all'avvenuto consolidamento della propria supremmazia.

La Conferenza di Bretton Wood, aperta nel 1944, getta le premesse per la costituzione della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale: mentre si sancisce il ridimensionamento della potenza finanziaria inglese, si impone il dollaro come principale mezzo di pagamento internazionale.
Ancor prima, nel 1943, era sorta l'UNRRA (United Nations Relief and Rehabilitation Administration) allo scopo di coordinare il flusso delle esportazioni, anche per l'immediato dopoguerra. Così, dopo l'inevitabile crollo produttivo del 1945, a partire dall'anno successivo si avvia la ripresa: gli Stati Uniti diventano i fornitori mondiali di beni per la ricostruzione. Compresa quella dell'URSS, a cui l'UNRRA fornisce aiuti per 200 milioni di dollari.

La sistemazione del meccanismo di "aiuti" avviene attraverso il piano Marshall che prende il nome dell'allora segretario di Stato di Truman. Questi, presentando il suo progetto il 5 giugno del 1945 afferma: "La nostra politica dovrebbe riuscire a riattivare nel mondo un'economia efficiente [...] Questi aiuti a mio giudizio non devono essere dati in maniera frammentaria [...] Ogni governo disposto a contribuire al compito della ricostruzione troverà piena collaborazione da parte degli Stati Uniti".
In circa quattro anni quasi 14 miliardi di dollari approdarono in Europa tramite un Comitato europeo di coordinazione economica cui aderiscono 16 paesi. La macchina economica europea si rimette in movimento, facendo leva - a dispetto delle stesse intenzioni americane nel corso del conflitto - proprio sul motore tedesco...


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Rosanna
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Bellissimo post, babuskin

le informazioni per capire le vicende pregresse sono sempre molto utili !!


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spadaccinonero
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ma tu non eri quello che sostiene la tesi del meno parole più fatti?

😯 😯 😯

p.s. un utente di cdc un certo Jor-el, ti fece un'intelligentissima domanda a cui come tua abitudine, non hai risposto...

la rimetto qui di seguito

In termini marxisti, come si fa a realizzare il socialismo se al proletariato togli tutte quelle categorie sociali che dirigono e organizzano la produzione (e la distribuzione) delle merci e le aggreghi alla borghesia, cioè alla classe dominante, quindi al nemico di classe? (Jor-el)

grazie per la tua risposta
😀


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Rosanna
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Forse le persone non rispondono perché il sito non dovrebbe essere impostato come una sorta di giudizio universale ... dove alcuni pongono domande inquisitorie, di ordine pregiudiziale ... oppure pretendono di avere sempre ragione ... a danno degli altri che invece avrebbero sempre torto ...

invece guarda caso, mi sembra che lo spirito del sito sia esattamente il contrario ... espressione dell'intento di fare ricerca di informazioni, in modo tale da poter giungere ad una interpretazione della realtà, il più possibile vicino alla "verità" ... che di per sé non può mai coincidere con una piena oggettività ...

invece gli utenti "dialoganti" del sito ... si dividono ... tra quelli che vogliono avere ragione a tutti i costi ... quelli che vengono quotidianamente sbeffeggiati ... e quelli che (giustamente) non rispondono ... perché tanto gli interlocutori non hanno alcuna intenzione di "dialogare" ... ma di fare "squadrismo ideologico preconfezionato" .... il trucco purtroppo lo conosciamo ...


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mincuo
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Non è malvagio questo post. Però sbaglia su una cosa.
Salvo parzialmente l'Italia e salvo la Germania, a causa dell'attuazione di buona parte del piano di "pastoralizzazione" dei Tedeschi del famigerato Morgenthau Jr., [piano che fu redatto tecnicamente da Harry Dexter White, il quale fu il principale protagonista di Bretton Wood e prevalse su J.M.Keynes e che fu poi riconosciuto e condannato come spia Sovietica], tutte le economie Europee avevano già recuperato all'incirca i livelli pre-conflitto.
Solo che mancavano i soldi, la valuta, cioè altrimenti detto il credito Internazionale per le rispettive valute.
Quindi essenzialmente non era un problema economico, ma finanziario.
Che si sarebbe potuto risolvere all'interno di un'area peraltro.
Solo che ai conquistadores USA (e anche URSS) questo non andava benissimo.

Il piano Marshall fu contemporaneamente un sistema per far planare dolcemente l'economia USA, drogata dalla guerra e dalla produzione per terzi (lend leasing), e in parte una colonizzazione finanziaria sotto il dominio del Dollaro.
Gli Europei infatti, detto un po' alla grezza per star breve, furono praticamente obbligati a comprare merci USA per avere finanziamenti in dollari.
Lì nasce buona parte del dominio del dollaro.
A contorno sempre Dexter White & C. (cioè quelli dietro di lui) crearono le strutture Internazionali, specie IMF e World Bank, a controllo dittatoriale USA, mascherato da "democrazia".
(Il solito trucco dell'Assemblea "democratica" eletta, che però non conta una cippa e dei 5 membri "permanenti" non eletti da nessuno e in carica nei secoli dei secoli, e a controllo USA, che realmente comandano).
Schema identico a IMF, World Bank, WTO, e anche ONU solo che lì c'è per i 5 "Permanenti" soltanto il diritto di veto, mentre nelle altre Istituzioni ci sono i voti "pesati" che comportano non solo il veto, ma di fatto l'attuazione delle politiche di indirizzo volute da loro.


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Anonymous
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Mi fa piacere che interessa...

Aggiungiamo altri particolari.
Il riarmo e il potenziamento militare dei paesi occidentali costituì per anni la direttrice fondamentale della politica americana in Europa. Il contenuto di tali tendenza fu espresso chiaramente nella dottrina che prese il nome dal Presidente degli Stati Uniti che l'aveva formulata insieme al diplomatico G. Kennan nel 1947, per Harry Truman: ogni mossa russa doveva essere "contenuta", contrapponendole una contromossa in grado di bloccarla. Si motivava perciò un attivo intervento americano in Europa teso al contenimento della pressione esercitata dall'Unione Sovietica.

Tale politica, che ebbe il suo risultato più spettacolare nella reazione al blocco di Berlino, era resa necessaria dalla sovrapproduzione americana, conseguenza del suo impegno nella guerra mondiale appena terminata: era lo sviluppo della ripresa spezzata dalla crisi bellica.
Un complicato processo, teso alla formazione di due blocchi economici e militari contrapposti, si accompagna alle tappe del riarmo europeo e trova il suo strumento fondamentale nella costituzione del Patto Atlantico, già progettato da Truman fin dal 1946 e realizzatosi infine nel 1949.
Il primo atto americano in quella sede fu di avviare ingenti forniture di armamenti ai membri del Patto (un miliardo e mezzo di dollari per il biennio 1949-1950), costringendo però al contempo quegli stessi Paesi ad accollarsi spese per 5,5 miliardi di dollari. Se alcuni avvenimenti, quali il già citato blocco di Berlino o l'esplosione della prima atomica russa nel 1949, sono debitamente utilizzati dagli Stati Uniti per accelerare le fasi del riarmo, la guerra di Corea (1950-1953) finì per esserne la molla decisiva.

Tra il '50 e il '53, gli Stati Uniti quadruplicarono le proprie spese militari, passando da 12,3 a 51,2 miliardi di dollari, e trasformarono il "piano Marshall" in un programma di riarmo, al punto che dei sette miliardi di dollari distribuiti tra il 1950 e il 1951, ben cinque sono destinati a finanziare armamenti.
Non solo, ma la combinazione tra la guerra calda coreana e la "guerra fredda" europea contribuisce a sbloccare la questione cruciale del riarmo tedesco, fattore imprescindibile del riarmo europeo. Le complesse trattative sulla partecipazione del nuovo stato tedesco occidentale al blocco atlantico si trascinano a lungo, impigliate soprattutto nelle resistenze francesi, finché la guerra di Corea non interviene a sbloccarle, costringendo la pur riluttante Parigi ad accomodarsi all'ombra protettiva di Washington.

Ma quando i due blocchi, l'un contro l'altro armati, sembravano aver assunto una fisionomia definitiva, i processi reali ricominciano a spingere nella direzione opposta: i russi, dopo l'assaggio coreano, rinunciano definitivamente all'idea di estendere all'Asia ciò che la benevolenza interessata degli USA ha consentito loro di ottenere in Europa, avviando così quel "disimpegno" che porterà di lì a non molto la rottura con Pechino; le vecchie potenze coloniali europee iniziano a percorrere quel viale del tramonto che le porterà a perdere, nel giro di un quindicennio, un impero costruito nel secoli. Così, gli stati Uniti si trovano ad essere effettivamente i soli padroni del pianeta nel momento stesso in cui la inesorabile ripresa delle potenze sconfitte getta le basi per una totale rimessa in discussione dell'ordine di Yalta.

La sconfitta tedesca, che rappresenta di fatto la sconfitta dell'Europa nel suo insieme, lascia tuttavia insoluto un nodo cruciale: già all'indomani della guerra, infatti la Germania diventa il perno attorno a cui ruota la tensione fra i due blocchi. la sua spartizione, burrascoso oggetto di trattative nel corso stesso del conflitto, diventa inevitabile alla luce di un nuovo "equilibrio di potenza", inserendosi nel quadro di una più estesa spartizione dell'Europa da cui trarrà giovamento soprattutto l'Unione Sovietica.
La debolezza russa combinata all'interesse strategico degli Stati Uniti a controbilanciare un inevitabile futuro rafforzamento tedesco ed europeo costituivano dunque gli ingredienti principali della divisione della Germania: si può perciò affermare che la proposta di Stalin di riunificare il paese, lanciata agli inizi degli anni '50, altro non poteva essere che una trovata demagogica, tesa a suscitare sentimenti unitari di simpatia nei confronti dell'URSS dentro e fuori la Germania, proprio in un momento in cui le sole armi che tuonavano sulle rive opposte dell'Elba erano i cannoni della propaganda.

Gettate le basi della spartizione, la Germania rientra nel processo di riarmo innescatosi con la "guerra fredda", rappresentandone anzi, per importanza strategica, il fulcro. Come il piano Marshall non poteva non concentrarsi sulla Germania, altrettanto accade allorché quello stesso piano avvia il riarmo. Sono i dollari americani, in definitiva, a dare inizio alla "riabilitazione" tedesca. Il consiglio interalleato, installatosi nel paese alla fine del conflitto, diventa l'organo esecutore delle decisioni assunte al vertice di Potsdam nell'estate del 1945: spartendosi le quattro zone d'occupazione, gli Alleati stabilivano che il popolo tedesco avrebbe dovuto convincersi" di aver subito una disfatta totale e di non poter sfuggire alla responsabilità delle sciagure che aveva attirato su se stesso [...] rendendo inevitabili il caos e le sofferenze".
Sulla base di questi stessi principì etici, circa un milione di tedeschi scampati ai massacri del conflitto trovarono la morte nei campi di concentramento aperti dagli americani e dai francesi e altre centinaia di migliaia scompariranno per sempre nelle deportazioni e nei gulag russi...


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mincuo
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A Yalta il mondo fu sostanzialmente diviso in zone rosse (di dominio URSS), zone bianche (di dominio USA) e zone grigie dove potevano competere.
E che servivano anche a entrambi per svuotare periodicamente i magazzini di armi.
Le armi sotto un certo profilo sono una merce qualunque.
Va venduta e va consumata. E in più va rinnovata.
Ma per consumarla bisogna fare guerre.
Fu la dottrina dei conflitti limitati.
Ne hanno fatto le spese in tanti, travestite da motivazioni ideologiche.
Sincere magari, nelle intenzioni di molti, ma in buona parte pilotate e aizzate in realtà.


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Anonymous
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E Berlino?

Berlino subisce la stessa sorte del resto del paese: il tentativo compiuto dall'URSS di impadronirsi dell'intera città con il blocco delle vie di comunicazione tra il 1948 e il 1949 si risolve in un fallimento. Gli Stati Uniti, gettando sulla bilancia un ingente sforzo finanziario, forzano il blocco per via aerea ed escono vincitori dalla prima prova di forza della "guerra fredda".
Il territorio tedesco d'anteguerra viene mutilato delle regioni ad oriente della linea formata dai fiumi Oder e Neisse: con tale assegnazione "provissoria", la Polonia viene compensata dei 180.000 Km quadrati acquisiti dall'URSS attraverso la spartizione tra Hitler e Stalin del 1939, e riconosciuta ora dagli Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia. da quei territori, quasi sette milioni di abitanti di lingua tedesca costituiscono il grosso dei più di tredici milioni di profughi tedeschi espulsi dai vari paesi passati sotto il controllo russo.
Il problema della ricostruzione tedesca, cozzando nelle contraddizioni del suo smembramento, accelera i tempi per la costituzione di due nuovi Stati, gravitanti attorno ai due blocchi economici e militari. L'obiettivo americano viene posto dal segretario di stato Byrnes, il 6 settembre 1949, in questi termini: La ricostruzione dell'Europa sarebbe lenta e precaria se la Germania, con le sue grandi risorse di ferro e di carbone, fosse trasformata in un ospizio.

Si spiega così come gli Stati Uniti siano i primi ad eliminare il regime di limitazioni previsto dall'occupazione, fondendo poi, nel gennaio del 1947, la loro zona con quella inglese e, nell'aprile 1949, con quella francese, quando Parigi si rassegna ad accettare la creazione di un governo federale tedesco in cambio di un controllo internazionale sul bacino della Ruhr. Con l'istituzione della Banca centrale e la riforma monetaria, viene di fatto sancito ciò che le ripetute conferenze al vertice avevano lasciato insoluto: la creazione delle due germanie.

Fonti: Troppe. (non da wiki ecc, ma dai libri).


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spadaccinonero
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cito

"Fonti: Troppe. (non da wiki ecc, ma dai libri)."

ah, beh, se lo dice lo "scienziato" possiamo dormire su 7 cuscini

😆


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