La difficoltà agevo...
 
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La difficoltà agevolata, della scelta ludica dell&#03


GioCo
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La scelta è un atto volontario, razionale o impulsivo, che avviene nel momento in cui si presentano più alternative possibili delle quali assumendone una, e talora più di una, si può tradurre il giudizio in una successiva e conseguente azione, ci dice wikicoipiedi.

Oggi cosa possiamo scegliere? Parrebbe di primo chito che la nostra sia una società della scelta o della grande offerta di spazi di libertà per il corpo e per la mente. Possiamo liberamente scegliere partner, casa, lavoro, cibo. Questi tre aspetti non secondari e inesistenti prima della rivoluzione industriale, hanno poi un corredo di altri sotto-spazi di libertà che si trascinano dietro, come la scelta di vestire, di apparire, di gestire il tempo libero, di discutere e di giudicare.

Tuttavia ogni scelta presuppone gli strumenti per poter manovrare all'interno dello spazio libero. Se sono in barca a vela, non avrò di certo la stessa libertà di manovra che ha una petroliera o una tavola da surf. Quindi il contesto e i mezzi cambiano radicalmente le possibilità di azione e di conseguenza governano le scelte, ben prima che possa l'intelligenza, l'ingegno o la bravura.

Il problema dell'era econocentrica dell'uomo è però che il governo della scelta è dettato dai tempi. La premessa che i tempi migliori siano quelli più brevi induce a fare affidamento sull'impulso, perché la ragione non ha spazio di manovra. Da una parte quindi occorre sempre più lungimiranza, capacità di previsione, saggezza nel costruire piani a diverso respiro (breve, medio e lungo periodo) dall'altra anche avere sensibilità nel captare i cambi di condizione, come pure nel gestire e persino inventare strumenti che ci garantiscano quel margine di sicurezza minimo.

La tecnologia sembra soddisfare questo imperativo: fornisce soluzioni semplici a problemi complessi, ma potremmo anche dire che fornisce la soluzione a problemi sollevati dalla stessa tecnolgia, a partire da quelli che Chaplin ci mostrava già in "Tempi Moderni". Il fatto che possa usare un navigatore per raggiungere i luoghi, mi facilita la vita che l'automobile aveva reso complicata geograficamente, ma al contempo crea il problema di mappare i luoghi e le posizioni relative di chi utilizza il navigatore. Cosa che rende obbligatorio vivere dentro una piscina elettomagnetica, per altro già resa densa dai cellulari, cioè una sollecitazione energetica diffusa ambientale a multifrequenza di cui praticamente nessuno ha la minima idea di cosa significhi. Semplicemente perché non è mai esistita una condizione del genere. La risposta non è però lo studio rigoroso e scientifico che randa note le ricadute sulla biosfera, ma l'attesa per poi avere fiducia che successivi interventi tecnologici possano risolvere gli eventuali problemi che dovessero emergere. Una soluzione certamente poco responsabile, oltre che del tutto irrazionale, ma comunque non trattabile per il sistema demoniocratico dentro cui viviamo. Finita qui? Beh, se fosse, sarei già contento, ma putroppo la demoniocrazia percola in ogni più piccolo afratto dove può fare danno e massimizza sempre le sue straordinarie prestazioni ... in peggio.
C'è ne abbastanza rimanere ghiacciati in una posa di ammirazione, basiti dal fascino orrendo che lo spettacolo della contemporaneità ci offre.

Pochi si sono resi conto che c'è stata una grossa svolta nella partita che voleva decidere del destino della compartecipazione alla costruzione del futuro collettivo. Non si è affatto trattato di una svolta tra pubblico e privato ma di un cambio di paradigma sociale: la scelta che nell'era della politica era diritto si è trasformata nell'era econocetrica in un lusso.
Se fai un contratto con una banca, una società telefonica o energetica, o di servizi in genere vitali, cioè da cui dipende la tua vita, il tuo futuro, la tua salute, tutto, quel contratto tutela colui che riesce a usarlo a proprio vantaggio a prescindere dal tuo stato, bisogno, necessità. Avendo premiato le multinazionali e obbligato il sistema bancario a passare da tutela del risparmio a tutela della speculazione e del mercato, non è praticamente possibile la difesa e lo Stato non è più un contrappeso efficace.

In questo contesto, lo spazio della scelta si riduce sempre più entro i confini del semplice svago. Che serve a reggere l'infinito dolore e fatica che procura la pressa demoniocratica, in cambio di niente.
Avremo tanta altra tecnologia, come i caschetti virtuali e mondi fantastici dentro cui sognare, ovviamente a carissimo prezzo sia per accedere a quella meraviglia, sia perché il suo utilizzo diffonderà nuovi e più gravi problemi che si aggiungeranno agli altri irrisolti.

Credo che il futuro che ci regala questa spirale sia descritta bene da un videogame recentemente accolto con un ovazione di consensi all'E3. Orrendo oltre ogni immaginazione, cruento e crudele oltre ogni ragionevole buon senso, spettacolare e repellente abbastanza da desiderarlo subito. Tanto non avremo scelta, non ce ne verrà data occasione.
Poi però sarà necessario chiedersi se quello che pensavamo solo un divertente passatempo, ci ha effettivamente sigillato dentro una realtà virtuale da incubo.
Non temete, lo avremo presto sui nostri digischermi globalisti.


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spadaccinonero
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GioCo

la nostra libertà è limitata alla scelta del colore della maglietta

di fatto siamo tutti obbligati a fare o dire determinate cose...

te lo immagini uno che dice in giro : "non voglio lavorare"?

si scatenerebbe il putiferio e questa persona verrebbe guardata con sdegno un po da tutti, persino da coloro i quali odiano dannatamente la propria occupazione ma devono per forza nasconderlo altrimenti il capo potrebbe licenziarli

solo un ricco può svegliarsi la mattina, mettere in tasca la carta di credito (che poi è un debito) e partire senza meta e senza preoccupazioni

tutti gli altri sono incatenati a dogmi ideologici, politici, religiosi

le nostre scelte sono assoggettate all'altrui consenso

nel mio piccolo ho sempre cercato di piacere a me stesso soltanto, fregandomene di ciò che dicono gli altri di me

questa è stata la mia filosofia di vita che mi ha portato per mano fino ad oggi

grazie per il tuo contributo GioCo

8)


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Primadellesabbie
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...nel mio piccolo ho sempre cercato di piacere a me stesso soltanto...

Quando si ha la fortuna di essere saggi...

...tutti gli altri sono incatenati a dogmi ideologici, politici, religiosi ...

...e quando purtroppo, no.


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Famed Member
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Ma allora lei è in malafede, GioCo, quando afferma di non essere in grado di esprimere i suoi pensieri correttamente?
Dal momento che in questo caso ci è riuscito egregiamente.


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[Utente Cancellato]
Famed Member
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spada, per essere coerente con quanto sopra ha affermato, le corre l'obbligo di sottrarsi a rispondere a pds.


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spadaccinonero
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spada, per essere coerente con quanto sopra ha affermato, le corre l'obbligo di sottrarsi a rispondere a pds.

penso che dopo questa mia risposta

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&p=277862#277862

non avrò ulteriori scambi d'opinione con l'ultras pds


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Primadellesabbie
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Chissà cosa crede di aver prodotto!

Sto seriamente considerando l'ipotesi, se le leggi me lo consentono e nessuno si sentisse offeso, di raccogliere tutti gli interventi su CdC del nostro eroe, citando la fonte, e provare a ottenerne un libriccino.

Alla prima occasione interpellerò un editore periferico, che ha una collana di piccole chicche sul sociologico, cui potrebbe interessare questa idea.

Si potrebbe ricavarne qualche soldino per il blog.

PS - Ricordo un precedente oramai introvabile, una esilarante raccolta di lettere al Corriere, che il giornale non aveva ritenuto di pubblicare per i più svariati motivi.


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spadaccinonero
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Chissà cosa crede di aver prodotto!

Sto seriamente considerando l'ipotesi, se le leggi me lo consentono e nessuno si sentisse offeso, di raccogliere tutti gli interventi su CdC del nostro eroe, citando la fonte, e provare a ottenerne un libriccino.

Alla prima occasione interpellerò un editore periferico, che ha una collana di piccole chicche sul sociologico, cui potrebbe interessare questa idea.

Si potrebbe ricavarne qualche soldino per il blog.

PS - Ricordo un precedente oramai introvabile, una esilarante raccolta di lettere al Corriere, che il giornale non aveva ritenuto di pubblicare per i più svariati motivi.

la tua maleducazione non ha limiti


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Primadellesabbie
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Tu, invece, di limiti ne hai in abbondanza..


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spadaccinonero
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Tu, invece, di limiti ne hai in abbondanza..

esponi le tue argomentazioni, ponimi delle domande appropriate
sono pronto al confronto dialettico

leggerai questo messaggio ogni volta che sarai irriguardoso nei miei riguardi senza mai metterti in gioco nella discussione


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Primadellesabbie
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E tre!


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GioCo
Noble Member
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Chissà cosa crede di aver prodotto!

Sto seriamente considerando l'ipotesi, se le leggi me lo consentono e nessuno si sentisse offeso, di raccogliere tutti gli interventi su CdC del nostro eroe, citando la fonte, e provare a ottenerne un libriccino.

Alla prima occasione interpellerò un editore periferico, che ha una collana di piccole chicche sul sociologico, cui potrebbe interessare questa idea.

Si potrebbe ricavarne qualche soldino per il blog.

PS - Ricordo un precedente oramai introvabile, una esilarante raccolta di lettere al Corriere, che il giornale non aveva ritenuto di pubblicare per i più svariati motivi.

Anche io ho considerato l'ipotesi, studio anche in questa prospettiva, di pubblicare uno scritto. In effetti però non so ancora se lo farò, in mezzo alla bolgia di pubblicazioni attuale, rischia di essere un niente con l'unica funzione di esaltarmi l'ego. Mi sfugge invece il contributo di questo post, nel senso che non lo so interpretare nelle intenzioni e quindi rinuncio a entrare nel merito. In quanto alla legalità non credo sia il problema, il problema forse è capire perché ci si debba prendere la briga di fare una cosa del genere. Qualunque risposta non riesco a vederla onorevole. Ma forse è un mio limite.
Nei tempi in cui alberga la confusione e ci si può arrogare il diritto di giudicare le persone prima degli argometi, come nei tribunali dell'inquisizione, dogamticamente, ogni giudizio che si concentra sull'identità costruisce la nostra personale disgrazia. Così come costruì la disgrazia dell'inquisizione. Anche se i motivi che muovono in quel giudizio, ci paiono al momento del tutto leciti.


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Primadellesabbie
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...ci si può arrogare il diritto di giudicare le persone prima degli argometi...

Su questo unico passaggio farei un'obiezione, nel senso che non é questo il caso, anche se dietro le parole si finisce, anche inconsapevolmente, per intravvedere qualcuno.

Attribuisco a questo strumento di conversazione, attraverso i nomignoli, una valenza positiva tra altre negative, proprio in questa stranezza di non conoscere l'interlocutore e di non doversi abituare alla sua presenza fisica che impone/estorce un giudizio, con il quale anche i più esercitati si trovano a dover fare i conti. Terreno ancora in parte inesplorato.

PS - Perdonami l'intrusione, credo di aver avvertito il tuo tatto.


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GioCo
Noble Member
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...ci si può arrogare il diritto di giudicare le persone prima degli argometi...

Su questo unico passaggio farei un'obiezione, nel senso che non é questo il caso, anche se dietro le parole si finisce, anche inconsapevolmente, per intravvedere qualcuno.

Attribuisco a questo strumento di conversazione, attraverso i nomignoli, una valenza positiva tra altre negative, proprio in questa stranezza di non conoscere l'interlocutore e di non doversi abituare alla sua presenza fisica che impone/estorce un giudizio, con il quale anche i più esercitati si trovano a dover fare i conti. Terreno ancora in parte inesplorato.

PS - Perdonami l'intrusione, credo di aver avvertito il tuo tatto.

Non so se ti è utile, ma non c'era proprio niente nel mio tentativo. Erano ragionamenti generici e banali non riferibili ne riferiti a nessuno in particolare. Se dico che si può mollare un grave dalla Torre di Pisa osservando il risultato perché si eleva verticalmente per parecchi metri dal suolo, non mi riferisco per forza a quanto fatto da Galileo. Sto evidenziando solo quanto ognuno può constatare di proprio. Posso poi associare l'idea a quanti dal cavalcavia lanciano sassi contro le automobili, come fantasticare sui disastri che può provocare l'impatto sulla terra di un meteorite, ma non dire che siccome si può lanciare sassi dal cavalcavia e sperimentare l'impatto di meteoriti allora pensare ai gravi significa seminare gratuitamente danni al prossimo nonché adorare cataclismi. No?

La matematica, come la geometria, si avvale sempre di costrutti di base segnatamente banali (perchè non devono essere soggetti a opinione) per costruire poi deduzioni non banali. Ma è impossibile dissociare qualsiasi esperienza dall'individuo, renderla impersonale. La matematica come la geometria è un esperienza, che si radica con l'esercizio. Quindi è impossibile dire qualsiasi cosa senza che passi senza il suo proprio dietrologismo.
E' impossibile astrarre dall'individualità chi trasmette e chi riceve. Quindi è poi lasciata sempre all'individuo la scelta di esaltare la parte astratta o quella identitaria. Di guardare il Prof perché "ci ha i calzoni sbrenci" o imparare il teorema di Pitagora che sta spiegando.
Ovviamente, sta all'intelligenza di ciascuno tenere i due lati del messaggio separati e sapere se preferisce esaltare il lato individuale o quello astratto.

Di volta in volta questa scelta porta a conseguenze differenti: non sto indicando quella buona, non sto indicando niente altro che esserne consapevoli. Tutto qui: a me basta.


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