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la grande caccia


proxer
Estimable Member
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“La Grande Caccia è cominciata. Quando dovremo difendere noi stessi, invece dei civili iracheni massacrati, tutto sarà più chiaro.” Alberto Asor Rosa, marzo 2003.

Non vi fu bisogno né dell’intervento delle forze armate americane né di quello dell’esercito europeo e neanche della polizia e dei carabinieri.
Scese in campo, per colpire senza pietà i ribelli, l’immane massa reazionaria della ‘middle class’ italiana: un esercito composto da milioni di piccoli e medi imprenditori, liberi professionisti, commercianti, agenti delle assicurazioni, concessionari, assessori, consulenti, appaltatori, faccendieri, geometri, esattori, promotori, pubblicitari, programmatori, stilisti, estetisti…
Occorreva troncare gli indugi e prendere l’iniziativa; occorreva dimostrare che esisteva un largo fronte proprietario e imprenditoriale deciso a non tollerare più gli scioperi degli operai e la Costituzione nata dalla Resistenza.
I ribelli e i sospetti furono disfatti nel giro di pochi giorni dal ‘popolo delle partite iva’ incarnato da uomini e donne con gli occhiali scuri e i giubbotti antiproiettile, lettori di “Capital”, “Quattroruote”, “Sub”, “Gente-Money”, “Chi”, “Class”, “Guns”, “Armi”, “Commando”.
Fu questa ‘middle class’, armata delle sue carabine, fucili col cannocchiale, rivoltelle, lanciarazzi, che si assunse il compito di bonificare il paese e ristabilire l’ordine, la disciplina e la sicurezza. I militanti dei centri sociali e dei sindacati che avevano sfilato sino a pochi giorni prima per la difesa dei diritti, del lavoro e della democrazia furono accerchiati, premuti e travolti dalle divisioni supermotorizzate di questa ‘middle class’ alla guida dei suoi ‘4 x 4’, rally, camper, fuoristrada, station wagon, gipponi, slitte, cingolati, motociclette; furono mitragliati dal cielo e dal mare per mezzo di aerei privati, elicotteri, deltaplani, yacht, catamarani, gommoni, motoscafi; furono inseguiti e stanati da cani lupo, mastini, dobermann…
Le emittenti televisive pubbliche e private, all’unìsono, con la stessa trionfale esultanza, salutarono la discesa in campo di questi crociati estemporanei, difensori della sicurezza, dell’ordine e della qualità della vita, magnificandone il coraggio e soprattutto l’efficienza, nel mentre i programmi televisivi e radiofonici venivano continuamente interrotti da ‘spot’ pubblicitari, ritenuti la migliore arma ideologica, ben più efficace di qualsiasi appello patriottico, per difendere il sistema e i valori per cui i ‘Rambo’ e i ‘Brave Heart’ della grande ‘middle class’ si stavano battendo.
In quella gigantesca battuta di caccia gli antagonisti, gli insegnanti sovversivi e i sindacalisti irriducibili furono investiti dagli automezzi, abbagliati dai fari, storditi da sirene e musiche ad altissimo volume, sbranati dai cani, soffocati dai lacrimogeni, affogati nelle piscine. I superstiti, rinchiusi in palestre, galoppatoi, garage, tavernette, furono finiti con archi e balestre, mazze da baseball, da hockey, da golf… L’occasione fu troppo invitante per non essere colta, e così la grande ‘middle class’ decise di completare l’opera liberandosi anche, una volta per tutte, di negri, zingari, accattoni, lavavetri, drogati, malati di Aids, handicappati ed extracomunitari, preferibilmente islamici.
Quando il safari fu terminato, coloro che avevano sempre deplorato gli eccessi, gli esponenti delle forze moderate e responsabili del paese, proposero una tregua e invitarono le parti al negoziato, fingendo di dimenticare che una delle due non esisteva più…»
Mi sveglio di soprassalto, mentre rivoli di sudore freddo mi rigano la fronte e le tempie; è il mattino di un giorno feriale; i raggi del sole filtrano fra le stecche degli avvolgibili e dall’esterno giungono i rumori della vita quotidiana, realtà consueta e irrefutabile; nell’appartamento del vicino si sente il radiogiornale che annuncia: “L’ex sottosegretario all’Economia interrogato per circa quattro ore alla Procura di Roma. Il premier: contro di noi una montatura vergognosa. Slittato a domani mattina il previsto arrivo all’aeroporto di Ciampino di due dei tre militari feriti nello scontro a fuoco di ieri in Afghanistan. Danneggiate a Palermo le statue di Falcone e Borsellino. Crisi: Usa, via libera alla riforma di Wall Street”.
In particolare, le notizie della borsa, questa preghiera mattutina dell’uomo post-moderno, sono il nepente che mi rassicura e mi rasserena; il terrore generato dall’incubo si dissolve a poco a poco e penso che, nel suo continuo oscillare fra l’estremo e il banale, è da quest’ultimo lato che batte per noi, finora, il pendolo della storia.


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