Notifiche
Cancella tutti

La Grecia, l'Euro, la geopolitica. Perché &egrav


cdcuser
Honorable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 555
Topic starter  

La Grecia, l'Euro, la geopolitica. Perché è una questione complessa
di Pier Luigi Fagan.

CRONACA N.100 (22.02.15)
Segnaliamo il Rapporto GEAB n.92 sulla questione euro-Grecia. Il rapporto è prodotto da LEAP2020, il think tank fondato da Franck Biancheri che produce previsioni su i macroscenari politico-economici.
Il punto di vista GEAB è in genere europeista-democratico, alternativo al mainstream liberal-finanziario, critico con il potere anglosassone, a volte ci prendono, a volte no.
Lo scegliamo nel mare magno dell'inflazione dei commenti sul contenzioso Grecia-EU (Germania) a titolo d'esempio.
Un altro esempio potrebbe essere questo "La sfiga della Grecia è che Tsipras è sempre stato un figlio di troia bugiardo che sogna di finire poi in Deutsche Bank o in JP Morgan, dopo aver sterminato un popolo, e QUANTO SOPRA LO SA BENE. E che Varoufakis non ha ancora raggiunto l'evoluzione stadio Neanderthal, basta guardarlo" di un certo Paolo Barnard, un ex giornalista a cui alcuni entusiasti, riconoscono il fascino del carisma narcisistico che, seguace di un manipolo di economisti americani, promuove in Italia la loro teoria monetarista salva-mondo.
Quello che c'interessa sottolineare non è questa o quella verità ma l'atteggiamento nei confronti del cambiamento. Il recente accordo Grecia-EU è chiaramente un buying time, un "prendere tempo", da parte dei greci che non vogliono fallire-uscire dall'euro o perdere la faccia così ampiamente votata dall'esausto popolo greco, da parte dei tedeschi che debbono mostrarsi inflessibili e risoluti pena l'emorragia interna di voti verso AFD e l'allentamento della presa dogmatica nei confronti dell'euro-sistema, da parte di tutti i conservatori europei che non possono concedere ai greci cose che non sono state concesse a gli irlandesi-portoghesi-spagnoli (pena il tracollo elettorale dei partiti conservatori di quei paesi), da parte dei social-progressisti che hanno tutto l'interesse a mediare tra Syriza-Merkel per aprirsi qualche moderato spiraglio di allentamento dei vincoli che stringono la loro operatività economico-politica, nei rispettivi paesi.
Intorno, ci sono le questioni geopolitiche. Gli USA ed il loro disegno di separare Europa da Asia in modo da trincerarsi nel baluardo occidentale, la strategia saudita-turca di ricostituire un Islam neo-califfale con l'agente tessitore degli uomini incappucciati, il gioco in difesa dei russi, quello lontano (al momento) dei cinesi e via discorrendo.
Verso cotanta dinamica ed inedita complessità, dalle nostre parti, si fanno solo interpretazioni del tutto aliene dai fatti o, in alternativa, si sogna di cambiare il mondo anziché interpretarlo.
Sopratutto, si fanno corride d'opinione tifando per questa o quella verità assoluta come se il mondo o lo stato di cose fosse: 1) semplice; 2) immediatamente modificabile; 3) isolato dalle conseguenze di ogni sua modificazione; 4) ordinato solo da un paradigma (parliamo o solo di monete o solo di teoria politica o solo di trame geopolitiche o solo di complotti elitari o solo di religioni o solo di ideologie economiche etc.).
La divaricazione tra complessità del reale e semplificazione del nostro atteggiamento nei suoi confronti, si allarga ogni giorno di più, il che preoccupa. Molto.

CRONACA N.101 (23.02.15)
Qualche giorno fa, il segretario al Tesoro USA, Jack Lew, ha telefonato al ministro delle Finanze greco Yannis Varoufakis, avvertendolo che in mancanza di un accordo sulle questioni della trattativa Grecia-EU sul debito greco, ci sarebbero state "immediate difficoltà".
La notizia è stata riportata da tutti i giornali ma non sembra aver colpito più di tanto. E' sembrato forse normale che un paese terzo, che nulla a che vedere con l'euro e le questioni interne all'Europa, chiamasse l'anello debole della catena per dare un messaggio mafioso in cui tra il consiglio tecnico e la minaccia ritorsiva, si comunicasse che il Grande Fratello Atlantico osserva e giudica.
Abbiamo già segnalato che la Grecia avrebbe qualche possibilità teorica di divincolarsi dalla morsa dei ricatti euro-tedeschi, magari rimbalzando su la Russia o la Cina che avrebbero, entrambe, buoni motivi per aiutare gli ellenici.
Beh, sembra che la telefonata dell'amico americano, volesse proprio avvertire di non farsi venire strane idee in testa, a riguardo.
Il che ci dice dell'enorme difficoltà che un eventuale cambiamento dello stato delle cose occidentale, incontrerebbe semmai vedesse la seppur minima volontà di esprimersi.
La volontà di un cambiamento, non solo dovrebbe attrezzarsi in termini di teoria economica, monetaria oltreché, come è scontato, politica, dovrebbe anche porsi il problema di entro quale sistema geopolitico ambientarsi.
A dire che coloro che propugnano l'eventuale uscita della Grecia dall'euro, idea basata su una certa logica di "tecnica monetaria", hanno forse una loro ragion pratica ma non una ragion complessa ovvero un quadro di condizioni di possibilità che includa tutte le variabili in gioco.
Del resto, questa constatazione, non porta ad acquietarsi sullo stato delle cose perché lo stato delle cose non funziona o funziona in modo insoddisfacente per tutti coloro che hanno un pur minimo senso di giustizia sociale.
Semplicemente, se ne dovrebbe trarre la conclusione che il dilemma dentro l'euro + dentro l'Europa - fuori l'euro + ritorno alla nazione va superato in direzione di una posizione terza, una fuori dall'euro + dentro un nuovo sistema. Ma di questa eventuale direzione, non c'è ancora traccia nel dibattito teorico.

CRONACA N.102 (24.02.15)
Il ministro dell'economia Pier Carlo Padoan, qui, afferma che se dovesse muovere una critica alla Germania, questa sarebbe rimproverabile di non capire che per quanto importante, forse decisiva, essa è pur sempre parte di un sistema: «c'è una dimensione sistemica in aggiunta alla dimensione nazionale».
La differenza, secondo Padoan, passerebbe tra il ritenere che un semplice set di regole impersonali (il mercato, "mettere a posto a casa propria", trattati) possa coordinare il sistema e una forma di intelligenza complessa come auto-governo di un insieme fatto di parti, la differenza che in genere intercorre tra un ente ingegnerizzato ed un ente biologico. In termini europeisti, la differenza tra avere una cosa assieme (la moneta) ed essere una cosa insieme (un ente sistemico).
In effetti, in termini di mentalità, ancora oggi, non c'è questa gran differenza tra europeisti e nazionalisti poiché certo i secondi ma in fondo anche i primi, non hanno la minima reale intenzione di transitare dalla dimensione nazionale a quella aggregata. Se si discutesse sul serio della necessità e della condizionalità (le cose necessarie per accedere a questo secondo livello di dimensione) inerenti la dimensione pienamente sistemica, ci si accorgerebbe che i contraenti il sistema euro non sono e non vogliono essere tra loro aggregabili.
L'inutilità e quindi la dannosità di tenere in piedi il sistema "euro" è tutta qui: esso è pre-sistema che non ha alcuna possibilità di diventare verame
nte tale.

È un binario morto, una strada che non porta da nessuna parte.

Fonte: http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=116365&typeb=0&La-Grecia-l-Euro-la-geopolitica-Perche-e-una-questione-complessa


Citazione
AlbertoConti
Membro
Registrato: 2 anni fa
Post: 1539
 

L'inutilità e quindi la dannosità di tenere in piedi il sistema "euro" è tutta qui: esso è pre-sistema che non ha alcuna possibilità di diventare veramente tale.
È un binario morto, una strada che non porta da nessuna parte.

A me sembra che porti al IV Reicht, ma ovviamente mi auguro di sbagliarmi.


RispondiCitazione
AlbertoConti
Membro
Registrato: 2 anni fa
Post: 1539
 

Commento per megachip:

Mi fa piacere che alla fin fine Pierluigi sia addivenuto, sia pur per altre strade, alla stessa conclusione che si va allargando a macchia d'olio, da Fassina a Giscar d'Estaing.
L'osservazione che mi permetto di aggiungere è che un sistema complesso è fatto di tante parti, a loro volta dotate di una loro complessità che si può eviscerare praticamente senza limiti definitivi, ma comunque sempre ascrivibile ad un modello teorico completo, per quanto non esaustivo e necessariamente provvisorio. Ma il bello è che da una sua singola parte si può ampliare lo spettro dei differenti punti di vista che sembrano caratterizzare l'intero sistema complesso. Francamente non vedo nulla di nuovo nella realtà attuale rispetto ai tempi passati, se non una maggiore interazione tra le parti ed una maggiore complessità generale, direttamente proporzionale alla potenza raggiunta dalle tecnologie, che sembra mettere in secondo piano l'uomo, ma solo come "moda" del momento, destinata a mutare come tutte le mode ad ogni livello.
I citati MMTvisti ben rappresentano uno di questi modelli, tra i più rozzi ed imperfetti, contenenti comunque buone dosi di "verità", intesa semplicemente come aderenza al reale ed al possibile.

Il "sistema euro" viene finalmente visto da più parti, attraverso diversi modelli talvolta anche contrapposti, come quella tecnica che sottende una volontà di potere illegittima, financo criminale, che ne fa ben più di "una moneta e basta", tantomeno "neutra" in quanto tale, cioè buona per tutte le stagioni e tutte le politiche. Non è così, e questo è sempre più chiaro ed inoppugnabile.


RispondiCitazione
Condividi: