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"La lettera finale nel Paese dove comanda il Cavaliere


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Gentile direttore, le voglio scrivere la lettera finale, la lettera delle lettere. Non si preoccupi, nulla che possa far presagire gesti estremi né, tantomeno, che li preceda. Sono righe che derivano da una resa, da un passaggio di testimone a chi eventualmante lo voglia raccogliere, a chi abbia il vigore della gioventù e non la rassegnazione dell’esperienza. Mi arrendo. Non più ironiche battute su questo o quell’uomo politico, non più sforzi caricaturali per evidenziare contraddizioni e difetti delle amministrazioni locali, mai più giudizi. Erano in verità ben poca cosa le mie righe alla Provincia, anche se sono valse ad escludermi da qualche amicizia, che probabilmente non mi meritava e a farmi perdere qualche paziente. A che vale, ancora, scagliarsi contro il capo del governo quando è sufficiente, per i più giovani, attendere una fine naturale e ineluttabile. Certo raccoglieranno i cocci di una Repubblica violentata e stravolta, ma con un mutante in meno. Come posso con un «open office» pensare di operare una dissuasione valida presso un popolo che ha nel 50, 60, 78% Berlusconi dentro? Sono così puerili e prive di senso critico, ma così tenaci quelle difese che riguardano i difetti di un uomo (che li ha tutti!) e della sua personale politica che non posso continuare a danneggiare la mia pressione per sradicarle. Inconsciamente sedotto e plagiato, il popolo del Cavaliere è cieco e sordo, ma parla, rilanciando slogan inculcati da una propaganda scientifica che tutti coloro che godono di senso critico conoscono. Ecco, cedo per quel qualunquismo superficiale e stupido che vorrebbe tutti gli uomini politici, se non addirittura tutti gli uomini, uguali sotto il profilo morale che poi è, insieme all’appellativo «comunista» dato agli oppositori tutti, il fondamento di un pensiero. Guardi gli ultimi fatti che riguardano uomini e donne pavesi da sempre sfiorati da scandali. Di costoro non ho mai sentito un apprezzamento nel mio passato in Policlinico e nemmeno ora financo da conoscenti col «Giornale» o «Libero» sottobraccio. Eppure sono votati ed accedono a cariche che determinano il bello e il cattivo tempo in settori importanti in Italia e in Lombardia. Partoriscono sindaci, impongono primari e personale sanitario. Dov’è la coerenza, la morale, qual è la bussola che guida le scelte in questa società devastata dal profitto a tutti i costi e dall’apparire che soffoca l’essere? Guardi quanti ferventi cristiani vogliono il Crocefisso appeso sui muri e quanti lo hanno esibito in mano come un trofeo, mi chiedo: quanti l’hanno davvero nel cuore visto che ributtiamo a mare bambini, donne e uomini? Nella dacia di Putin non si sarà certo parlato di fame nel mondo, eppure nel tempo di una barzelletta del nostro premier ne saranno morti a centinaia. Non per la barzelletta, questo no! Gentile direttore, so che non mancheranno a nessuno le poche battute di un cittadino qualunque. Di pochi perdenti è lo spazio dell’anima, mi dedicherò a costoro in privato, senza avere più la presunzione di salire sul predellino di un giornale per un bagno di folla.

Paolo Oropallo Pavia

La Provincia pavese, 25 novembre 2009

visto su: http://circolopasolini.splinder.com/


Citazione
remox
Reputable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 393
 

Se qui c'è un qualunquista è proprio l'autore della lettera. C'è da sperare, come sempre, che si tratti di ingenua buona fede poichè altrimenti sarebbe l'ennesima dimostrazione dei danni cerebrali che può causare l'odio ideologico.
Ma tanto si sa, l'Italia è colonia dei poteri transnazionali che risiedono all'estero organizzati nelle loro sporche società segrete le quali non tollerano qualunque minimo gesto di rivolta o di indipendenza contro i loro piani di depredazione sistematica di un paese. Abbiamo ancora troppe cose da privatizzare, troppe strutture tradizionali da abbattere e troppi governi stranieri da evitare perchè si consenta all'Italia qualche pallido margine di manovra.
I finti moralisti nostrani che mai si accorgono della trave posizionata nel proprio occhio, sempre pronti a giudicare con saccenza l'altro sono i primi a gettarsi in ginocchio consciamente o meno alle massonerie che tramano nell'ombra la distruzione dell'anima del nostro paese.
A questo punto spero ci riescano perchè è giusto che un popolo vigliacco sperimenti fino in fondo la crudeltà del padrone (quello vero, altro che Berlusca) e annaspi fino all'ultima goccia del proprio sangue. Solo allora forse, quando tutto questo popolo avrà ormai perduto, potrà riacquistare un minimo di dignità.


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