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La Notte dell'Uomo

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GioCo
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Il Male si presenta spesso con il volto confortante del "Buon Padre" o del "Buon Pastore" e cerca il nostro consenso. Tutti quando abbiamo smesso di portare i pantaloncini corti ci siamo accorti improvvisamene che l'età adulta non era esattamente un "bunga bunga" lungo una vita, privo di responsabilità come sembrava in età infantile dietro il facile paravento dei genitori.

Beh, diciamo se non proprio tutti almeno molti. Certo, tra chi ha avuto genitori che era meglio non avere e chi ce li ha avuti fin troppo compiacenti rispetto i mille capricci, caratteristici della generazione "happy days" e successive, ciò che ci siamo persi "in mezzo" è proprio la durezza del vivere.

Ecco, qui sta UN calcolo sbagliato degli amici di Devos, come il famigerato Billo Cancelli. Non è che la reazione che rende i giochi relativamente facili sia la prova che sta funzionando. Cerchiamo per ciò di mettere insieme i tasselli.

Come ho già avuto modo di scrivere, so che la prima serie di vaccinazioni sarà un ecatombe che dovrà essere coperta in qualche modo, ma l'eccesso di successo non è un successo! Ne possiamo permettere che ci trasformi in sadici o cinici però! L'ecatombe poi (secondo me) non sarà tanto di morti ma di effetti collaterali "bizzarri". I due tasselli per coprirli saranno da una parte la somiglianza con stati febbrili generalmente ascrivibili a un patogeno influenzale, come quello dettato dal un virus che tecnicamente si sta comportando come una malattia telecomandata dalla volontà militare (per esempio, aumenta o diminuisce di virulenza e preicolosità esattamente quando serve senza seguire nessun indicatore statistico, come un arma di cui qualcuno ha in mano la console sanitaria con cui può gestire a piacere gli stati di malessere fisici dei cittadini) mentre dall'altra parte sarà necessario dimostrare in tutti i modi che la campagna vaccinale non è responsabile di danni alla salute.

Sarà la prima volta nella storia dei farmaci che una tecnologia totalmente ignota alla scienza medica fino a qualche anno fa per curare un virus che tecnicamente (sappiamo da quando la medicina esiste) si cura da solo sarà considerato senza alcun effetto collaterale come d'altronde già accade con le mascherine, il distanziamento fisico, il disinfettante e tutte le altre condizioni imposte per gestire questa surreale emergenza sanitaria, con l'effetto più evidente di produrre danni infinitamente superiori e duraturi di quelli che si vorrebbero arginare.

Ca%%o nemmeno una soluzione fisiologica è così sicura! Lo suggerirei a paparazzi che vanno in TV a farsi vaccinare, dato che non credo proprio che quello che ricevono sia il vaccino a meno che a furia di effetti speciali cinematografici e fumetti non vi siate totalmente convinti che i dinosauri esistono e il mondo sia governato da Lex Lutor, ovviamente.

A questo proposito, ho un suggerimento per gli spin doctor che volessero smontare la tesi secondo cui questi vaccini sono la panacea dei mali influenzali, mai davvero curati da nessun farmaco prima di adesso, cioé una specie di panacea come lo era prima di diventare una famosa bevanda gassata la CocaCola: prendete 10 militari suicidi volontari, fategli in diretta la somministrazione del vaccino RNA ricombinante e seguiteli ISOLATI in un reality in diretta. Il primo che mostra effetti collaterali avrà un premio ... Bhé, diciamo che se crepa erediteranno i suoi famigliari un bel gruzzoletto, ok?

Vedete, il 2021 sarà l'anno più orribile di sempre. Anche il 2022, ma in specie il 2021 perché vi assicuro che quanto sta per arrivare avrà la capacità di sorprenderci.

Oddio, non è che il 2020 sia stato meno capace di soprenderci, chiariamoci. Oggi parlavo con un barista e gli dicevo che per tutto l'anno ho ripetuto a chiunque che il problema non era la prima e nemmeno la seconda ondata, ma la terza, cioé quando molti si sarebbero trovati il frigorifero vuoto e l'esercito fuori dalla porta. Qualcuno glielo aveva suggerito prima? No, solo ha perso fiducia perché non sa più cosa credere.

L'esercito è già dispiegato. Ancora non si sta parlando con sufficiente attenzione dell'evidenza evidente che l'esercito è stato coinvolto fin dal principio. Insomma, dal famoso laboratorio di Wuhan a Fort Detrick è un continuo curioso rimpallo di responsabilità circa la pandemia tra enti militari.

Eppero non si riesce a dire che l'emergenza è una questione militare. Si insiste a dire che l'agente patogeno è o non è naturale anche se non ce ne può fregare di meno: anche l'antrace poteva essere benissimo naturale, ma comunque è (a tutt'oggi) un arma militare. Se accettassimo questa evidenza evidente, diventerebbe palese come mai praticamente tutti i paesi NATO sono al centro di una vera e propria rivoluzione socio-economica, gestita diversamente negli altri paesi (tipo Cina e Russia): chi avrebbe oltre i militari il potere politico, cioè la capacità di costituire una sufficiente minaccia, da costringere tutti i governi e i suoi esponenti politici (più o meno dissidenti, ricodate Boris Johnson?) ad allinearsi alla musica made in U.S.A.? Come mai solo i paesi fuori dal patto atlantico sembrano avere sufficiente autonomia mediatica da proporre alternative per la gestione dell'emergenza come dei sistemi vaccinali "vecchio stile" e come mai comunque vengono sempre coinvolti direttamente i reparti militari specializzati in guerre batteriologiche?

Quante volte ho scritto che il problema è il cambio epocale di relazioni umane dovuto all'introduzione di tegnologie digitali? Ho perso il conto. Quante volte ho scritto che non possiamo fare niente per evitarlo? Ho perso il conto. Eppure (lo so benissimo) continuate a credere, a sperare, a pensare che qualcosa può essere fatto e deve essere fatto.

No, non si potrà fare niente. Vedrete ogni cosa realizzarsi nella più totale frustrazione, come chi ebbe modo di assistere impotente al crollo delle torri gemelle, ma dato che non potrò convicervi del contrario e dato che ogni mio tentativo può (adesso) essere letto solo come un disincentivo a reagire (anche se così non é) allora vi suggerisco almeno di non coltivare in nessun modo malanimo verso il vostro prossimo.

Chi non reagisce (pur essendo consapevole) a quanto sta accadendo per quanto vi sembri assurdo è più saggio di chi vorrebbe tutti sul piede di guerra. Semplicemente ha colto il momento storico meglio di chiunque e sa (nel profondo del suo animo) che l'unica cosa che adesso si può fare è il classico "buon viso a cattivo @GioCo". Non ci sono i termini per poter fare diversamente. Se volete giocare a fare galletti da cortile (virtuale) e continuare a ripetere che ci vogliono le persone in piazza "come in Germania o in Francia", come se questo cambiasse qualcosa in questi stessi paesi rispetto ciò che sta avvenendo in Italia (col governicchio Conte) a parte rendere più cattiva e determinata la repressione, oltre ogni evidenza evidente, o come se ottenere subito briociole solo prorogando di qualche mese o giorno l'inevitabile potesse evitare la repressione miltarmente efficace, senza capire che la controparte sta solo cercando scuse per potare a termine un programma di abbattimento demografico centrato sul controllo sociale gestito digitalmente, allora davvero, non ci sono scuse.

Ora l'ho scritto a chiare lettere. Qui non si tratta di scegliere da che parte vogliamo stare, a meno che non siate posseduti come Regan MacNeil del film "l'esorcista" o facciate parte di qualche setta di adoratori di lucifero, ovviamente. Chi persegue le attuali leggi metafisiche del Conte di Monte Cristo partorito dal consorzio gesuita, senza tornaconto o pensa ingenuamente che sia in atto un contenimento sanitario e non qualcosa di più simile a una credenza religiosa con tanto di feticci laici (QUI) per scacciare il demonio, è solo un disperato.

Allora, smettere di SAPERE che la gente è disperata e la disperazione porta ad aggrapparsi a tutto, come chi sta per affogare si aggrappa a chi sa nuotare fino a uccidere entrambi, significa smettere di comprendere il nostro prossimo e giudicarlo. Vedete Voi cosa volete fare.

Per quanto mi riguarda STO MALE quando leggo condanne verso il mio prossimo che arranca disperato in mezzo a quello che è di fatto è un onda anomala di oscurità e incoscienza quale mai si è vista prima d'ora.

Non avere adesso coscienza per Noi e per il nostro prossimo che è rimasto indietro non è ammissibile, non solo e non tanto per l'ecezionalità degli eventi, che già da soli sono sufficienti a giustificare qualunque SANA reazione inerme, ma perché in mezzo alla tempesta non si può trovare qualcuno che ascolta "la logica" che magari chi divulga non era disposto ad ascoltare 5 o 10 anni fa quando ancora si poteva!

Ora è il Tempo del Silenzio degli Sconfitti. Il Tempo dell'introspezione che deve cercare in Noi Stessi cosa abbiamo mancato. Il Tempo dell'Osservatore che tira fuori il Male dove prima non lo vedeva. Poi tornerà il tempo delle parole e delle condivisioni. Torna sempre. Allora, solo allora potremo fare i conti dell'Oste e vedere tra i sopravvissuti quelli che ci avevano visto giusto. Allora e solo allora si potrà condividere di nuovo quanto accaduto anche con chi oggi non è disposto ad ascoltare.


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Kami
 Kami
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Lucida analisi della situazione. Ovviamente l'apparato militare (-o dovrei chiamarla la "setta" militare, dato che le tecniche di brainwashing  sono le stesse usate da qualsiasi altro culto pseudo-messianico-apocalittico-americano) ha da lunga data perso il controllo del proprio cuore e cervello, sono vascelli svuotati di amore ed empatia, vere vittime se ci si pensa, in mano di aguzzini che con la manipolazione li hanno segregati nell'infra umano. Loro vengono sempre usati per fare i lavori sporchi, da che mondo è mondo, non vedo perchè no in questo frangente. 

A parte questa ovvietà, sono d'accordo con quello che dici riguardo al saggio porsi di fronte alla situazione; creare opposizione, anche se appare come una grande tentazione, logicamente non può che portare a rinforzare il lato oposto, come accennavi in Germania e Co.

Però, però, buon viso a cattivo gioco non saprei. Se intendi farsi piccoli piccoli e cercare di fare il cavolo che ci pare comunque, nei limiti del possibile, penso che questa sia l'attitudine che cerco di coltivare verso la vita, l'anonimato (almeno quando il mio ego è addormentato, altrimenti sogni di gloria a go go). Riguardo alla presente situazione, però, quando l'ora più buia arriverà (e temo arriverà per tutti noi, seppur in forme diverse), allora sul fare buon viso a cattivo gioco non sono d'accordo, ma allora io spero di avere il coraggio di mandare a quel paese tutto il baraccone e farmi una sonora risata. 

Detto anche questo, e scusa che non sto apportando granchè a quanto hai detto per ora, arrivo al punto essenziale (secondo me). È vero che ora come ora il male sembra essere al suo apice di potenza, quindi di bruttezza e malvagità, e il Bene sembra piccolo piccolo, quasi inesistente a tratti. E noto che questo male è sulla bocca di tutti, degli inconsapevoli, dei manipolati, dei giusti e AHIMÈ sopratutto sulla bocca di chi dovrebbe portare la Luce in questo mondo in black-out. E allora mi dico, perchè concentrarsi sempre sul male, che ricordiamocelo, ontologicamente è quasi sul punto di perdere la partita (c'è un limite all'espansione, così come alla contrazione) e non sul Bene, che è immensamente più forte e che ci dona delle armi da far rabbrividire questi servi delle tenebre? Mi piacerebbe sentire di più parole sull'infinita forza del Bene, che discorsi un po' triti e ritriti su quanto di male dovrà ancora venirci incontro (a questo punto, passamelo, si è parlato in ogni salsa di vaccini e ondate - che poi la terza è sempre quella più grande). Senza contare che ogni volta che il male viene portato in discussioni di ogni natura, tra persone di ogni livelli spirituale, vengono portato in ballo numerose energie sottili associate con esso che abbassano il campo vibrazionale già pesantemente compromesso (sopratutto perchè chi ne è immune? Dico, dalla paura e dalla rabbia, per dirne due? Forse qualche risvegliato reincarnato, non la gente comune, seppur pensante e in controllo di sè). Capisco, perchè sono la prima a farlo, che in un certo senso parlarne è esorcizzarlo; dà l'illusione del controllo, forse. Le scelte ci saranno, per tutti. Fino ad allora, curiamoci di sto giardino. Con le frequenze giuste, però. 

(PS scusa sono logorroica e non prenderla che penso tu faccia discorsi triti e ritriti 🙂 come dicevo, apprezzo un botto quello che scrivi, ma la verità è che le energie vengono veicolate dall'attenzione che riponiamo su qualcosa, non necessariamente dalle nostre intenzioni. Scusa se ci sono degli errori, ma sono troppo pigra per rileggere tutto.)

Ciao!! Kami


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GioCo
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... perchè concentrarsi sempre sul male, ... Mi piacerebbe sentire di più parole sull'infinita forza del Bene, che discorsi un po' triti e ritriti su quanto di male dovrà ancora venirci incontro (a questo punto, passamelo, si è parlato in ogni salsa di vaccini e ondate - che poi la terza è sempre quella più grande). Senza contare che ogni volta che il male viene portato in discussioni di ogni natura, tra persone di ogni livelli spirituale, vengono portato in ballo numerose energie sottili associate con esso che abbassano il campo vibrazionale già pesantemente compromesso (sopratutto perchè chi ne è immune? Dico, dalla paura e dalla rabbia, per dirne due? Forse qualche risvegliato reincarnato, non la gente comune, seppur pensante e in controllo di sè). Capisco, perchè sono la prima a farlo, che in un certo senso parlarne è esorcizzarlo; dà l'illusione del controllo, forse. Le scelte ci saranno, per tutti. Fino ad allora, curiamoci di sto giardino. Con le frequenze giuste, però. 

(PS scusa sono logorroica e non prenderla che penso tu faccia discorsi triti e ritriti 🙂 come dicevo, apprezzo un botto quello che scrivi, ma la verità è che le energie vengono veicolate dall'attenzione che riponiamo su qualcosa, non necessariamente dalle nostre intenzioni. Scusa se ci sono degli errori, ma sono troppo pigra per rileggere tutto.)

Ciao!! Kami

Non trovo logorroico il tuo discorso ma molto sensato. Però è una valanga di domande 🙃 

Non so se sono all'altezza, molte delle tue le avverto più come incertezze che vere e proprie domande. Comunque ci provo.

Parto dalla prima: perché concentrarsi sempre sul Male? Ma intanto, preciso che si parla di Male nel mio post e non di male. C'è un enorme differenza. Un conto è il nostro male individuale che non possiamo semplicemente smettere di affrontare (mai) senza correre il pericolo di non essere pronti quanto viene il momento, ad esempio le nostre paure. Questo male dobbiamo affrontarlo in privato e nel tempo del nostro tempo, cioè quando viene per noi il momento di affrontare (al fine di superarlo) "il nostro" e così smettere di subirlo e basta. Possiamo ricevere aiuto ma sempre nella piena consapevolezza che rimane un male nostro e solo noi siamo chiamati a gestirlo, nessuno può farlo al nostro posto. Tutt'altra faccenda è quell'Oscurità Fisica che si trova oltre la barriera della sensibilità media (ottusa) umana, cioè quell'intelligenza lucida, ferina, una e molteplice, straordinariamente calma e riflessiva, molto oltre l'immaginabile (attuale) e residente in luoghi che pochi conoscono dove albergano fini e scopi davvero difficili (per noi) da comprendere. Ammetto di non conoscerli se non per quello che appaiono e la mia ignoranza in materia rimane la sola cosa che mi è chiara. Osservare l'azione del Male, per quanto non sia bene farlo in via continuata (lo diceva pure Nietzsche, non esattamente un filosofo a me congeniale: "Chi lotta con i mostri deve guardarsi di non diventare, così facendo, un mostro. E se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l'abisso scruterà dentro di te") però è inevitabile. Per ciò non si parla del Male tanto per parlarne sempre o per abbassare le energie, ma perché ti trovi qui per affrontarlo (qualsiasi cosa sia) ed è bene che impari a farlo: prima è meglio sarà. Dato che non ne sappiamo praticamente niente (il 99,9% degli esseri umani ad essere BUONI BUONI non ritiene nemmeno che esista niente del genere) è il compito più difficile, ma irrinunciabile.

Il punto se mai è che l'arroganza che alberga in noi non fa che gridare di sapere tutto. Ma se questo fosse anche, se potessimo arrogarci tale sapienza di buon diritto, non saremmo qui ad affrontare l'ignoto ogni volta, secoli dopo secoli. Quindi bene raccogliere l'eredità del passato di chi prima di noi con grande coraggio e abnegazione ha compiuto l'eroico gesto di tentare di conoscere l'ignoto, ma questo non può raccontare molto più dell'ignoranza che ci opprime: o no?

Eppoi, se proprio proprio questo discorso non ti aggrada, allora pensa questo: ogni splendida Fiaba non è che un Epico dramma costruito sul Male+male uniti insieme perché l'eroe possa essere Grande nell'ora e nel giorno in cui li affronterà per vincerli. A noi in fondo non importa d'altro se non come farà a cavarsela nonostante solo TUTTO appaia contro di Lui.

La seconda domanda la individuo così (spero di non sbagliare): portare l'attenzione sulle cose negative non fa che agevolare le energie negative. Si, è sostanzialmente corretto. Come è corretto dire: muovere le gambe sull'altalena a ritmo sbagliato ferma l'altalena. Noi vogliamo stare sull'altalena e non vorremmo mai scendere perché ci piace, è tanto tanto bello! Ma è chiaro che non va bene, non è sufficiente. Soprattutto non è così che si gestiscono le nostre assurdità (sempre secondo me, ne!?). Il male esiste e ha una sua specifica funzione, un suo posto preciso nell'ordine delle cose e rinnegarlo non corrisponde a eliminarlo, ma (nell'ipotesi che porto) a imparare a gestirlo. Dentro di noi esattamente come specularmente fuori da noi. La severità serve a darci la forza per riuscire. Indubbiamente se questo "fitness" spirituale fosse inteso come tale, avremmo già un ottimo grado di distacco, sufficiente a sapere almeno quando "il troppo stroppia". Ma forse è proprio questo il punto: sapere quanto è Grande la voglia di fuggire e quanto invece quella di affrontare l'inevitabile. Come tutti, a parte i classici ruggiti del topo, la voglia di affrontare l'inevitabile constato è pochina, o no?

La terza la individuo come "il problema dell'esorcismo". Non so, non lo intendo in questo modo, ma potresti anche avere ragione tu. Mentre "curare il nostro giardino con le frequenze giuste" è un modo carino di dire "meglio rimanere ignoranti se non si può farne a meno". D'accordissimo, sono il primo a riconoscere che si stava meglio accettando l'ignoranza e vaffanculo, solo che temo ci sia un piccolo problema: che lo vogliamo o meno all'ignoranza ci dobbiamo rinunciare, perché se ho ragione, proprio nel pieno della spensierata innocenza (voluta da chi?) è il momento in cui suona alla porta il Male. Non chiedo di crederci, mai e poi mai.

Solo di riflettere attentamente e con calma.

Spero che la mia dislessia non abbia colpito ancora facendomi tralasciare qualcosa ... 😥 


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Kami
 Kami
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Grazie per la risposta. No, non sembri dislessico, anzi, è molto articolata e apprezzo alcuni punti divergenti e li terrò a mente. 

Riguardo al perchè male e non Male, ho riflettuto prima di scrivere in merito a quale variante usare ed ho optato per "male" minuscolo semplicemente perchè non so se ho una visione manichea dell'esistenza. Forse per ingenuità, credo che il Bene sia il solo principio di Verità e che ciò che intendi tu come "Male" sia solo assenza di Bene, pertanto una privazione di qualcosa e non un principio a se stante. So che va in contraddizione con migliaia di anni di filosofia, basta pensare al taoismo o all'induismo per parlare di cose vicine a noi, ma questo è quel che sento al momento. Non nego che la somma collettiva di tanti mali non sia mostruosamente grande, così come non nego l'esistenza di un male metafisico (ovviamente), eppure fatico ad equipararlo con il Bene, a considerarlo in termini yin e yang per così dire. Sarà perchè per esperienza personale il Bene è così magnificamente più potente, che stento a mettere quella M maiuscola (però, sia chiaro, non la considero una cosa definitiva). 

Penso, questo si, che il male abbia un suo appeal particolare, che lo rende, da un certo punto di vista, più interessante del bene. Ci attrae perchè viene assieme all'illusione di potenza, e parla al nostro sè più piccolo e influenzabile. Però, quoto in pieno che a guardare il male si può finire..male. E (mi) ti domando, allora ad osservare il Bene, si finisce bene? Quanto tempo di questo 2020 abbiamo passato a contemplare il Bene e quanto a contemplare il male (o Male)? 

Curare il proprio giardino con le frequenze giuste non è un modo carino di dire "meglio rimanere ignoranti"; è, almeno secondo me, quanto all'Uomo è possibile fare fintanto che la prova non arriva. Poi, questo giardino lo puoi far grande quanto vuoi, eh! Ma è pur sempre il tuo giardino. 

Scusami se sono magari stata poco esaustiva, scrivi in maniera molto articolata e stento a starti dietro, davvero. Ovviamente ripeto, sono idee che ho ora, l'incertezza che dici te c'è eccome, altrochè; spero che i dubbi siano parte del cammino e che la fede ne sia imprescindiblmente accompagnata a questo punto. L'importante è guardare nella direzione giusta, penso. 

Kami


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GioCo
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Postato da: @kami

...

Curare il proprio giardino con le frequenze giuste non è un modo carino di dire "meglio rimanere ignoranti"; è, almeno secondo me, quanto all'Uomo è possibile fare fintanto che la prova non arriva. Poi, questo giardino lo puoi far grande quanto vuoi, eh! Ma è pur sempre il tuo giardino. 

...

Ogni affermazione di quanto scrivo @kami, anche se non sembra, è attentamente ponderata ed è frutto di lunghe riflessioni. Non nel senso che "quando scrivo" ci metto più del tempo necessario, ma che non sono pensieri "di getto" dal momento che hanno una base solida perché appartengono a un quadro più generale dove ogni pezzo è stato posto in modo da completare un disegno preciso, più aderente possibile a una mappa della nostra condizione esistenziale. Se un pezzo è fuori posto ma potrebbe farne parte di solito non lo tratto o comunque sono molto cauto. Sono consapevole che non sarà mai completo questo quadro di insieme che non mi appartiene, almeno non più di quanto possa una mappa, ma potrebbe essere che il tuo "giardino" corrisponda al senso che veicolo, "l'arazzo", cioé potrebbe avere lo stesso significato di "disegno complessivo" dei significati che ci permettono di "leggere il Mondo". Non so. Esotericamente parlando si intende di solito proprio questo con "l'avere cura del proprio giardino". Non è una frase astratta e non è casuale ma rimanda a un opera precisa che non si limita al pensiero positivo ma costruisce una mappa che (almeno nelle intenzioni) vuole essere un modo per navigare l'ignoto. Ci sta che si debba pensare il più possibile al bene e alle cose positive. Ma non al prezzo di evadere la realtà che ti circonda. Forse la luce sarà anche come dici la conoscenza, ma come ripeto spesso, non tratto la Verità, proprio perché sono cosciente che quella luce specifica ci è inaccessibile, se no non saresti qui con me. A fuggire da questa evidenza evidente siamo abilissimi. Anzi, sono il primo a riconoscermi campione. Tuttavia, ahimè, la realtà è impietosa e ovunque tu ti nasconda, qualsiasi sia il tuo mondo isolato dorato, verrà a farti visita prima o poi, così come la dea dell'invidia ha fatto nell'Olimpo, quando non è stata invitata.

Noi non ci troviamo in paradiso. Inutile nasconderlo. Per quanto il tuo pensiero possa essere positivo e costruire mondi positivi, non ci troviamo in paradiso e questo ha bisogno di una ragione estremamente solida per essere accolto. C'è bisogno di grande pazienza e tenacia non per costruire muri solidi che ti separino dal resto del mondo, ma per avere le attrezzature necessarie a starci. Qualsiasi sia il modo non sarà di certo  facile da accettare e questo non può che indurci a fuggire. Ma le astuzie dei nostri avversari sono davvero infinite e infilarsi con incoscienza nelle mille trappole disseminate sul nostro percorso è un attimo. Essere preparati almeno alle conseguenze quando ciò accade è quindi indispensabile.

Ma non voglio indurre nessuno a fare niente. La mia (l'ho scritto tante volte) non è un opera per il giudizio dei contemporanei ma per quello dei nostri pronipoti. Non mi soffermo sulla verità ma sulla coerenza. Non intendo convincere nessuno, solo incoraggiare a riflettere su quegli aspetti o significati che abbiamo osservato  innumerevoli volte arrivando a pensare di aver ormai capito tutto.


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Kami
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Ciao! 

Io per esempio ho un modo diverso di scrivere, forse meno legato a riflessioni ma più a delle intuizioni, non saprei (faccio anche tanti discorsi a vanvera 🙂 ). Che le tue riflessioni siano frutto di grande profondità e ponderazione, si evince da ogni parola che usi (ed è per questo che ero/sono interessata a risponderti). 

Detto questo, non so se sono d'accordo quando dici, (non posso quotarti letteralmente perchè mi fa casino il telefono) che non tratti la Verità perchè essa ci è inaccessibile, altrimenti non saremmo qua. Anzi, mi stupisce che tu abbia un punto di vista del genere a dirla tutta. L'illusione della carne e le innumerevoli gabbie che ci costruiamo/ci costruiscono, sicuramente trattengono molte persone in uno stato di totale disconnessione dalla Verità (intesa come l'intuizione alla base della vera Conoscenza, quando le domande esistenziali trovano compimento e risposta in una serena comprensione ed unione, quando il cerchio, per un attimo, si chiude, anzi, scopriamo che non è mai esistito) ma come è possibile, una volta iniziato il nostro Cammino, non averne mai fatto esperienza? Dico esperienza fisica, mentale, spirituale, a tutto tondo. Anche solo per un attimo. (Normalmente solo per un attimo, per quando riguarda la sottoscritta, almeno). E quel che dico è guardare là. Perchè non parlo di good vibes new age quando dicevo di concentrarsi sul Bene; esponevo solo la mia visione di lotta spirituale, quel che intendo io per essa almeno 🙂 il mondo, con le sue cose, ci chiama da un lato e ci fa perdere di vista l'intuizione primordiale e la sua Pace. (Che poi magari non è neppure la Verità vera vera; allora potrei dire che intendo per Verità l'assenza/non necessifà di domande e la non necessità di risposte)

Lungi dal dire che viviamo in paradiso. Quello non è un luogo fisico, immagino. La mia vita mi ha messo di fronte al male e al dolore proprio come la vita di ognuno di noi. Questa è la vita, per tutti. Quel che dico, però, è che la realtà è co creata dall'essere umano, e pertanto guardare nella direzione giusta è importante. La sofferenza, poi, è un optional.

La mente è truffaldina, perchè lavora con l'illusione e per l'illusione; ama le lusinghe più del corpo (anzi, nella mia visione/giardino il corpo è proprio innocente, tanto è inanimato) pertanto mi mantengo sempre cauta verso forme di conoscenza "mentale", anche nel senso di studio esoterico. Ho notato che sapere chiama più sapere e chiama in causa sempre l'ego; pertanto è un falso sapere, almeno finchè è mantenuto a livelli mentale. Direi che il processo del sapere per me va così: Intuizione-eventuale studio (normalmente non necessario). Ho interessi anche in quel campo lì (esoterico o comunque nel campo della Scienza sacra), ma cerco di approcciarmici diversamente rispetto a come mi approccerei allo studio di una materia più profana (sempre seguendo segni ed intuizioni. Se la vita mi pone davanti ad un messaggio da decifrare, lo cerco di decifrare.) Quindi la metafora del giardino non so da dove venga, a me fa venire in mente la mia mamma che mi ha sempre detto che se tutti curassero bene il proprio giardino il mondo sarebbe un posto migliore (e temo intendesse proprio il giardino di casa). 

Con questo, non mi sono iscritta per contestare quanto dici o per fare il bastian contrario! Ripeto, apprezzo tantissimo quanto scrivi, il modo in cui lo fai e ci sono moltissimi spunti interessanti. Sono riflessioni molto ponderate e profonde, e ultimamente se ne leggono poche a giro quindi spero di non averti annoiato/indisposto troppo 🙂 Kami


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GioCo
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Postato da: @kami

Ciao! 

[...]  non so se sono d'accordo quando dici, (non posso quotarti letteralmente perchè mi fa casino il telefono) che non tratti la Verità perchè essa ci è inaccessibile, altrimenti non saremmo qua. Anzi, mi stupisce che tu abbia un punto di vista del genere a dirla tutta. ...

Lungi dal dire che viviamo in paradiso. Quello non è un luogo fisico, immagino. [...] La sofferenza, poi, è un optional.

La mente è truffaldina, perchè lavora con l'illusione e per l'illusione; ama le lusinghe più del corpo (anzi, nella mia visione/giardino il corpo è proprio innocente, tanto è inanimato) pertanto mi mantengo sempre cauta verso forme di conoscenza "mentale", anche nel senso di studio esoterico. Ho notato che sapere chiama più sapere e chiama in causa sempre l'ego; pertanto è un falso sapere, almeno finchè è mantenuto a livelli mentale. [...]

Direi che il processo del sapere per me va così: Intuizione-eventuale studio (normalmente non necessario). [...]

Con questo, non mi sono iscritta per contestare quanto dici o per fare il bastian contrario! Ripeto, apprezzo tantissimo quanto scrivi, il modo in cui lo fai e ci sono moltissimi spunti interessanti. Sono riflessioni molto ponderate e profonde, e ultimamente se ne leggono poche a giro quindi spero di non averti annoiato/indisposto troppo 🙂 Kami

Non intendo leggere le tue come contestazioni, ma come critiche, direi anche puntuali e stimolanti, ed è perfetto così! 🤗 

Ma se preferisci la reazione "a pelle" (che credo sia più nelle tue corde) mi fa sorridere. Mi ricorda tanti miei momenti del passato anche imbarazzanti di quando lottavo disperatamente per capire cosa mi succedeva, perché non volevo accettare l'accadere, pensavo fosse mio compito non farlo accadere se non volevo.

Quello che chiami intuito mi è famigliare (credo) ma sotto tutt'altro segno. Per il resto la distanza credo sia data proprio dalle parole, le maledette e allo stesso tempo benedette parole di cui non riusciamo ne possiamo (in certa misura) fare a meno. Nel senso che una delle tante illusioni è proprio quella di intendere qualcosa per tramite delle parole, solo segni legati a significati che purtroppo non sono MAI condivisi come i segni. Qualche volta possono avvicinarsi pur rimanendo solo nostri. Il punto è il vissuto emotivo che è troppo personale per essere condiviso, ma è l'unica cosa che vorremmo veramente condividere. Si può fare, ma non con le parole ovviamente e (credimi) è molto pericoloso farlo per il piacere che procura.

Vedi, il senso di ciò che ci circonda è dato principalmente dall'emozione a cui i significati sono legati, il segno è solo un veicolo vuoto, come la campanella dei cani di Pavlov può rappresentare potenzialmente qualsiasi cosa. Ciò rende il linguaggio un veicolo estremamente versatile, ma anche ambiguo e potente con cui comunicare. L'emozione è un po' come la corrente elettrica, ci da l'energia per imprimere la memoria ma fatalmente la memoria si carica proprio di quell'energia. Così ricordare non significa solo rievocare accadimenti, immagini, parole, come generalmente ci viene da pensare, ma soprattutto rivivere emozioni: lo puoi sperimentare quando vuoi, basta starci attenti. La parte più stravagante della faccenda è che non importa se sono accadimenti che appartengono all'esperienza materiale, importa solo l'intensità e la qualità emotiva. Per ciò un incubo potrebbe imprimersi tanto facilmente e "pesare" quanto un momento nella veglia, ad esempio un incidente che ci procura un brutto spavento.

Sfortunatamente (ma questo è facile da provare) sono le emozioni negative (optional?!) che più facilmente popolano la memoria lasciando tracce fuori controllo, sono per ciò quelle che incidono poi nel tempo in modo più grave e che ci richiedono maggiore impegno e attenzione. In altre occasioni le ho chiamate "il peso del corpo emotivo" e se siamo cicci è certo che dovremmo dimagrire, giusto? Insisto con questo termine "corpo emotivo" e lo distinguo da quello biologico, ma questa distinzione è puramente didascalica. Non esiste nella pratica. Non è un caso che le persone grasse siano anche spesso quelle che masticano più rimorso e insoddisfazione. Anche questo è facile da provare, ad esempio per via somatica. Ma vale anche l'opposto, con un esperienza di dolore fisico si può cambiare la percezione del mondo.

Pero, però, accidenti, @kami, la nostra abilità nel far sparire tutto nelle tasche capienti dell'evidenza evidente (propria di un Mago) è ciò che più di ogni altra cosa mi sorprende ogni volta. La mia soprattutto, che definirei "cleptomaniaca" (perché non agisce solo in modo lesto nel rubare l'attenzione ma indipendentemente dalla volontà) e di riflesso quella del mio prossimo che a questo punto mi risulta trasparente.

Noi infiliamo più velocemente del pensiero qualunque cosa in quelle tasche e poi ciò che ci rimane in mano lo chiamiamo "conoscenza" o più facilmente verità. Se però anche lo fosse, sarebbe una mezza verità e già qualcuno duemila anni fa ci disse che anche mezza verità è una bugia. Certo, l'intuito può guidarci nello studio, ma se è lo studio delle cose che accadono attorno a noi, ci porterà facilmente fuori strada procedendo in quel modo (tra bugie e mezze verità). Ugualmente se è lo studio delle cose dentro di noi, tenderà a chiuderci in auto-riflessioni che allo stesso modo tenderanno a portarci fuori strada. Se ci spendiamo nel tentativo di mescolare entrambe le vie (dentro e fuori da noi) ci risulterà sempre troppo difficoltoso. In tutti questi casi arriveremo o al parcheggio comodo (l'abitudine) o alla rinuncia. Se sei onesta con te stessa, è una constatazione che sarà inevitabile. Perché non siamo fatti per essere efficaci (spendere energie infinite pur di ottenere un risultato) ma per essere efficienti (ottenere con il minimo sforzo il massimo del risultato). Se nascondiamo così tanto in quelle tasche senza che ci possiamo fare molto, va da sé che non ha senso andare nel mondo o in chissà qualche profondità dell'incoscienza a pescare "quel che ci manca", no?

Lo scarto sta lì comodo comodo, già pronto, perché andare a cercare altrove? Poi però quel che viene su sarà da incollare con il resto, quello che avevamo inteso "verità" e con la coerenza potremo riesaminare tutto con calma per vedere cosa collima e cosa no. Come ho detto tante volte, non è difficile da capire quel che si trova nella ricerca della coerenza dell'evidenza evidente ma è difficile da accettare. Ad esempio, che la verità sia inaccessibile, l'hanno detto praticamente tutti quelli che l'hanno cercata con serietà e impegno. C'è chi parla di verità con la minuscola e chi dice che ci si può però avvicinare. Ma la sostanza non cambia: i soli che nel tempo hanno dichiarato di aver raggiunto una qualche verità erano quelli che poi l'hanno imposta a se stessi o al prossimo solo per trovare che era una falsità, un illusione.

Ma non vorrei essere frainteso. Come ho già scritto molte volte, per me la Verità è sacra con o senza la maiuscola. Il fatto che la indico come irraggiungibile e mi dedico a qualcos'altro che non la cerca (direttamente o intuitivamente) non vuol dire che sia in assoluto irraggiungibile. Ciò che intendo è che possiamo "essere" la verità, ma non comunicarla perché è qualcosa che si nasconde nel nostro corpo emotivo. Non c'è un "fare" la verità. Questo è per noi tremendo da accettare. Quando anche riusciamo a vivere momenti di profonda accettazione, di noi stessi, di ciò che ci circonda, di quanto accade, di come stanno le cose, così semplicemente e indipendentemente da quello che accade per quanto ci appare brutto, allora questo "collasso della funzione d'onda" (per usare un termine caro alla meccanica quantistica) che può durare un attimo ma essere infinitamente denso, ci porta alla contemplazione. La pratica ascetica per eccellenza, diametralmente opposta alla meditazione che invece era originariamente una pratica religiosa simile per certi versi alla preghiera e come quest'ultima addormenta la coscienza al posto di svegliarla.

Con ciò arriviamo alla parte in cui dici della Mente che mente. Per me non è un nemico. Non potrebbe comunque esserlo se è parte di me. Se fa quello che fa è un meccanismo che agisce per una ragione e a me interessa capire la ragione per cui dovrei subire una Mente che mente. Tra l'altro (non vorrei infierire) ma tutto quello che scriviamo qui e adesso passa per forza per la Mente che mente. La mia come la tua, quindi 2 volte (almeno). Sai quante sciocchezze si accumulano nel rimbalzo? Credo non le potremmo nemmeno contare. Anche perché volano più velocemente di quanto occorre per accorgersi di qualcosa. 😋 

Però, però, una bugia spesso svela più di mille parole. Se il bimbo che ha rubato la marmellata nega di essersela mangiata mostrando due bei baffi della stessa sul viso, ci fa ridere. Ciò che noi facciamo è quello che fa quel bimbo dopo. Neghiamo a noi stessi la semplice evidenza evidente, costantemente. La neghiamo anche davanti allo specchio e lo facciamo compulsivamente, cioè ben prima di poter riflettere sulle conseguenze. Ecco allora che la negazione dell'evidenza evidente davanti alla risata del genitore fa scattare il bisogno compulsivo di nascondere, fa scattare il senso della vergogna. Credo che le tasche capienti dell'evidenza evidente inizino così con la vergogna.

Non ti ricorda il mito della genesi biblica, quello in cui Adamo ed Eva si coprirono le parti intime con delle foglie perché si vergognavano a farsi vedere da Dio, dopo aver mangiato il frutto della conoscenza del Bene e del Male non quello della Verità? Aaah, il Mito!!!


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Kami
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Premetto che ci sono un paio di punti che non capisco bene cosa significhino. 

A parte ciò, diciamo che non credo la Realtà venga interpretata attraverso le emozioni, la realtà si e sopratutto attraverso quelle negative come hai detto tu. Ma ad essere optional, non sono le emozioni negative, bensì la sofferenza, che è solo una reazione ad un accadimento, quindi optional, nel senso che soffrire o non soffrire è una scelta. Le emozioni sono, di nuovo, almeno per me, frutto della mente duale, che lungi dall'essere un nemico (non l'ho mai scritto nè pensato) può esserci d'aiuto o d'intralcio; aiuto se, assecondando la vera natura, il cuore, l'Essenza, in definitiva la Verità incarnata dalle nostre verità particolari, si pone al seguito di questa particolare intelligenza, di intralcio se si illude di avere in mano le redini e agisce sul piano della dualità (quindi emozioni, tra cui il complesso di vergogna e di colpa di cui parli te). 

Non pensare che sia una di quelle "a pelle" come dici te; l'esperienza mi ha mostrato che il mio "a pelle" era per lo più becero pregiudizio. Se mi dici intelligenza del cuore, allora ti dico "certo, ci sto provando, penso dovremmo provarci tutti, altrimenti a che serve stare a cercare di capire un mondo così misterioso con una mente così limitata (se mente considerata in maniera dissociata dalla vera natura)?". A che serve accontentarsi di verità parziali e inevitabilmente contaminate dal nostro vissuto, quando, trascendendo questa logica è possibile raggiungere il Vero (che associo anche al distacco emotivo)? Dopo aver mangiato il frutto dell'albero del bene e del male si è rinchiuso in un mondo duale, di lotta, e la vergogna dello stare nudi è la perdita della sua innocenza, che a mio avviso è seguire la propria natura. Non a caso, gli unici ad avere il lusso di starsene nudi di fronte ad altre persone in contesti sociali sono i bambini (e i pazzi, ma quelli fanno in modo da farli sparire dalla circolazione, non dessero mai il buon esempio). E sono stati in tanti che hanno portato proprio i piccoli del mondo come esempio di saggezza, non i conoscitori ed i grandi. Bisogna disimparare ciò che pensiamo di sapere, credo. Superare la dualità e seguire la Verità che, sta "Al di là del bene e del male" (e Nietsche non mi piace neppure a me). 

Finendo sul discorso mente e parole. Credo che ogni cosa, parola, persona, sia sostanzialmente neutra, nella sua natura. La declinazione verso il bene o verso il male è indipendente dalla natura, è più una stortura nel caso del male, o un raffinamento, nel caso del bene. Penso che le parole, se usate sotto la guida di una mente dissociata dal cuore, siano come dici te, inutili a veicolare più di una conversazione farraginosa ed incompleta. Ma penso anche che in principio era il Logos... 😉


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GioCo
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Postato da: @kami

Premetto che ci sono un paio di punti che non capisco bene cosa significhino. 

Bene, magari sarebbe bello sapere quali e vediamo se riesco a renderli più chiari.

A parte ciò, diciamo che non credo la Realtà venga interpretata attraverso le emozioni ...

Peccato che non scrivo ciò in cui "credo". Ciò che scrivo è distante anni luce da quello in cui "credo" dal momento che è il frutto di lunghe osservazioni che possono anche essere sbagliate, ma non ha molto senso ribattere che non ci crediamo. Quando la terra fu detta al centro dell'Universo era una credenza? No, fu discussa e fu superata con altre osservazioni (migliori) che la confutavano e solo dopo che furono messe a disposizione queste osservazioni fu sostenuta dalla fede. Ancora oggi c'è chi sostiene che la Terra è al centro dell'Universo, almeno spiritualmente, perché certamente è bello e scalda il cuore crederlo. Non sono tra quelli che vogliono confutarlo. Non ho da rivendicare niente. La mia è forse l'azione più stupida che si possa concepire e non va nella direzione di volere qualcosa. In un certo senso "non so quello che dico", so solo quello che vedo. Contemplo ciò che per tutti è noiosamente scontato e inutile, verso cui la stragrande maggioranza ritiene sia meglio non perdere tempo, riguardandolo infinite volte finché non scorgo nei dettagli più sfuggenti la trama della coerenza e poi seguo il filo ... è la verità? Non si può stabilire.

Non pensare che sia una di quelle "a pelle" come dici te ...

Non penso proprio niente. Osservo e quello che osservo è per lo più quello che scrivi. Se dici di seguire l'intuito, semplicemente per me segui l'intuito, dal momento che non ti conosco prendo alla lettera quello che scrivi. Uso le tue definizioni. Sinceramente poi trovo buffa questa cosa del pregiudizio. Noi non sappiamo cos'è il pensiero, cos'è l'emozione, cos'è la realtà che ci circonda, chi siamo noi e da dove veniamo. Però abbiamo un pregiudizio se seguiamo un certo "intuito" e non se ne seguiamo un altro. Buffo, no?

Finendo sul discorso mente e parole. Credo che ogni cosa, parola, persona, sia sostanzialmente neutra, nella sua natura. La declinazione verso il bene o verso il male è indipendente dalla natura, è più una stortura nel caso del male, o un raffinamento, nel caso del bene. Penso che le parole, se usate sotto la guida di una mente dissociata dal cuore, siano come dici te, inutili a veicolare più di una conversazione farraginosa ed incompleta. Ma penso anche che in principio era il Logos... 😉

Sinceramene lo trovo un pensiero un po' contorto, espresso in questo modo. Chi è "una persona"? Una qualunque? Tu? Io? Personalmente non mi definirei mai "neutro"! Come si fa a essere "neutri"? E' orrendo! 🤨 Neutro è ciò che non interagisce. Ad esempio, i neutrini sono stati definiti così proprio in virtù della loro bassa interazione con la materia a dispetto della loro densità (sono miliardi i neutrini che ci attraversano). Il PH si dice "neutro" se non è acido ne basico e quindi tende a reagire poco (pensa all'aggressività di un acido per contrasto). Io e te quindi "non stiamo interagendo"?

In quanto ai termini "stortura" e "raffinamento" mi sembrano abbastanza casuali scritti così, cioè scelti senza riflettere troppo. La stortura definisce generalmente una deformazione, quindi una persona con handicap motorio sarebbe per te un buon rappresentante del male? Il raffinamento è un progressivo miglioramento della qualità, quindi per te il bene è una qualità? Cioè un aspetto che caratterizza il comportamento? Ma come fa a essere una qualità se la stessa è definita sempre da una coppia antitetica, ad esempio "nel bene e nel male"?

Anche se credo di capire cosa vuoi dire @kami e in parte (se capisco) mi trovi in accordo, ritengo che dovresti sforzarti di rispondere meno impulsivamente. Il mio esercizio (se così vogliamo intenderlo) richiede estrema pazienza. Vedere e rivedere le cose di cui sappiamo o crediamo di sapere, ma che nella sostanza proprio perché "crediamo" non conosciamo, significa avere anche una resistenza quasi inumana per distaccarsi da ciò in cui crediamo e iniziare a vedere ciò che abbiamo ignorato fino quel momento proprio perché era velato dalla credenza. Come ho detto tante e tante volte, mi rendo perfettamente conto che è qualcosa per pochi. Ho smesso di pretendere che gli altri guardino l'evidenza evidente nuda.

E' uno sguardo che pochi, molto pochi possono sostenere abbastanza a lungo da accettare l'inevitabile conseguenza. Però poi è impossibile opporre quello in cui "credi" e per ciò quello in cui "credi" muore.


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Kami
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L'impulsività è un problema giovanile (?!), spero. Però, si è una caratteristica che sto cercando di mitigare (almeno l'impulsività emozionale, quella del rispondere la sto esercitando anche adesso).

Neutralità intesa come ideale completo bilanciamento, non azione, vera natura(un po' come un atomo? Correggimi su questo perchè di scienze ne so veramente poco o nulla)..prima della stortura/raffinamento. Penso che la domanda che mi hai fatto te, riguardo alla disabilità fisica come rappresentante del male, sia difficile anche solo da concepire. Però, nel mondo animale, sicuramente meno artificiale del nostro, viene trattata in un certo modo, almeno molte specie che io sappia la rigettano in pieno. Mi verrebbe da pensare che lo sia, quindi, se messa sul piano della nuda necessità. Più in là di quello, non so. Potrebbe essere frutto di relazioni karmiche? O solo una delle infinite possibilità? Stortura e raffinamento, sono per me collegati alla natura reale del Sè, non a dei canoni esterni. Non so se mi spiego. Più si riposa nell'Essere e più si vive in armonia ed equilibrio, più ci si raffina (con il calore della vera Conoscenza. La Pace in questo senso è il punto di inizio e non di arrivo), più ci si allontana e ci si perde in pieghe lontane dalla nostra vera natura, più si subisce una stortura, o se preferisci, una parodia della nostra Essenza. Noi interagiamo sul piano egoico prevalentemente e in questo senso non siamo neutri no!!! Basta vedere col corona come si sono ricreati i due schieramenti, i due poli:) sempre i soliti. (Io parteggio per gli anti covid stavolta 🙂 ) A livello di vera natura, pensa al concetto del wu wei se vuoi avvicinarti a quel che intendo io per vera interazione, mi immagino che tu abbia masticato un po' di taoismo in tempi non sospetti. 

I miei "credo", sono per attestare che nel mio percorso è essenziale la Fede come strumento di Conoscenza, anzi, direi proprio come forma di Conoscenza. E non dico il dogma, o le certezze di chi ha letto cose o sentito cose o visto cose. Scrivo ossessivamente "credo", "secondo me" e così via, perchè ci tengo ad essere chiara che sono fondamentalmente ignorante e mi piace intavolare una micro discussione di tanto in tanto perchè è bello parlare con chi ti può ascoltare. Cerco di fare agli altri quello che mi piacerebbe fosse fatto a me, e a me mi piacerebbe vivere in una vita stile Simposio di Platone a far discorsi fino alla mattina sulle grandi domande esistenziali. Quindi lo propongo qui 2.0 per quello. 🙂

Ammetto che hai una capacità intellettuale che non riesco a seguire. 🙂  sono fondamentalmente un'ignorante, come dicevo, sotto molti livelli e forse proprio per questo, mi piace credere che la faccenda possa e debba essere semplice. Così semplice che è quasi un paradosso.. 😉 Mi accontento di non poterla spiegare, nè a me nè ad altri (come provato qui 😉 ), magari di intuirla solo per brevi sprazzi di chiarezza..magari di nutrire solo le mie illusioni eh! 🙂 però, se mi permetti di darti un consiglio(sei stato tu a dire che le coincidenze non esistono)..semplifica. Cerca di capire (e me lo sto dicendo a me stessa in primis, quindi non prenderla che ti stia INSEGNANDO qualchecosa 😉 ), che i dettagli sono solo dettagli e che non parliamo di un sacchetto di biglie, che una volta contate sai cosa c'è nel sacchetto 🙂 e che per capire che non esistono biglie, o sacchetti, o discussioni su biglie e sacchetti, bisogna svuotarci di concetti e astrazioni e semplificare, disimparare. 🙂 

Comunque..che cavolo vuol dire "evidenza evidente" per esempio?!


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GioCo
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L'impulsività è un problema giovanile (?!), spero. Però, si è una caratteristica che sto cercando di mitigare (almeno l'impulsività emozionale, quella del rispondere la sto esercitando anche adesso).

L'emozione comanda sempre. Ma questa è un evidenza evidente (più avanti approfondisco cosa significa) che sottende un altra questione infinitamente più importante: cos'è l'emozione?

Neutralità intesa come ideale completo bilanciamento, non azione, vera natura(un po' come un atomo? Correggimi su questo perchè di scienze ne so veramente poco o nulla)..prima della stortura/raffinamento.

Mmh. Sembra che tu stia indicando armonia non neutralità. Riflettici e magari sfrutta il dizionario (anche etimologico) serve per questo.

Penso che la domanda che mi hai fatto te, riguardo alla disabilità fisica come rappresentante del male, sia difficile anche solo da concepire. Però, nel mondo animale, sicuramente meno artificiale del nostro, viene trattata in un certo modo, almeno molte specie che io sappia la rigettano in pieno. Mi verrebbe da pensare che lo sia, quindi, se messa sul piano della nuda necessità. Più in là di quello, non so. Potrebbe essere frutto di relazioni karmiche? O solo una delle infinite possibilità? Stortura e raffinamento, sono per me collegati alla natura reale del Sè, non a dei canoni esterni. Non so se mi spiego.

Ommadonna! Che diamine sarebbe "la natura reale del Sé"?! Intendo a parte le infinite speculazioni che possiamo trovare praticamente in tutti gli scritti psicologici e "gli insegnamenti" dei cosiddetti "guru" di radice induista (tipo Saibaba o il famoso Maharishi Mahesh Yogi, quello della meditazione trascendentale) di cui l'unica che apprezzo è quella di U. G. Krishnamurti (QUI), l'antiguru per definizione! 😋 Vedi, proprio oggi leggevo un libro in un edizione degli anni '80 (ancora attualissimo) di un carissimo amico che si occupa di relazione educativa psico-motoria. Anche lui come moltissimi che si occupano di educazione fanno notare come la nostra naturale tendenza a coccolarci tramite le definizioni ci porta a credere che dare il nome alle cose significhi conoscerle. Eppure non troverai un rigo da nessuna parte che possa spiegarti BENE che diamine sia il "Sé" a meno che non entri in definizioni circolari che non chiariscono un bel niente e l'enciclopedia non aiuta di certo (vedi tu QUI) a dirimere la confusione. Ho ragione di credere che sia una confusione cercata, un po' come accade per altri termini come amore, illuminazione e identità che meglio sarebbe chiamare identificazione ma così non accade. Sulle relazioni karmiche prendo le distanze. Dietro il Karma ci sono concetti così sottili e sfuggenti per un occidentale che chiunque ne parla non sa proprio cosa sta dicendo. Quindi evito. Più prosaicamente, da quel miserabile che sono, al massimo mi spingo a parlare di "debito", un concetto della nostra tradizione che già da solo è per pochi ma che appare antitetico al karma (pur non essendo) perché mette il luce un problema di distanza culturale tra noi è l'India: il debito (cioè compiere azioni deplorevoli) esiste solo quando il concetto di libero arbitrio viene completamente meno. Questo è insolubile se si riduce tutto all'azione materiale (così come noi facciamo con il karma) ma diventa banale se si applica per quella spirituale che in soldoni è l'interazione emotiva con il mondo. Quindi di nuovo: cos'è l'emozione?

Più si riposa nell'Essere e più si vive in armonia ed equilibrio, più ci si raffina (con il calore della vera Conoscenza. La Pace in questo senso è il punto di inizio e non di arrivo), più ci si allontana e ci si perde in pieghe lontane dalla nostra vera natura, più si subisce una stortura, o se preferisci, una parodia della nostra Essenza. Noi interagiamo sul piano egoico prevalentemente e in questo senso non siamo neutri no!!! Basta vedere col corona come si sono ricreati i due schieramenti, i due poli:) sempre i soliti. (Io parteggio per gli anti covid stavolta 🙂 ) A livello di vera natura, pensa al concetto del wu wei se vuoi avvicinarti a quel che intendo io per vera interazione, mi immagino che tu abbia masticato un po' di taoismo in tempi non sospetti. 

Forse in un altra vita. Troppe cose mi suonano familiari come se le avessi masticate da sempre, eppure non le ho mai nemmeno sfiorate in questa Vita che sottolinea solo ad ogni passo la mia immensa ignoranza su tutto. Molti riti massonici per esempio, li ho riconosciuti dopo che ho avuto occasione di studiarli. Ovviamente non in loggia (non sono mai stato iniziato ne sono mai stato in una "loggia" anche se ho conosciuto molti massoni o sedicenti tali anche di un certo calibro) ma per ciò che è reso pubblico. Tuttavia dopo aver tentato (come tanti) ogni possibile incursione a ogni possibile ricerca "esotica" mi sono arreso all'evidenza evidente (di nuovo, poi specifico) che seguire termini e significati che non sono veicolati dalla mia cultura significa espormi alla facile manipolazione di quei termini e significati. Tanto facile da essere persino involontaria. Poi ho scoperto che la pratica Yogi della meditazione staccata dalla religione induista (quando invece è strettamente intrecciata come la preghiera per i cristiani) è un idea brillante che è venuta in mente ad Aleister Crowley, un nome che da solo è tutto un programma. Quella fu solo una prima tra le tante conferme che continuano ad arrivare "con effetto diluvio" sulla bontà della mia l'impostazione. Per ciò finché non ne trovo una migliore, non ho ragioni di cambiarla.

I miei "credo", sono per attestare che nel mio percorso è essenziale la Fede come strumento di Conoscenza, anzi, direi proprio come forma di Conoscenza. E non dico il dogma, o le certezze di chi ha letto cose o sentito cose o visto cose. Scrivo ossessivamente "credo", "secondo me" e così via, perchè ci tengo ad essere chiara che sono fondamentalmente ignorante e mi piace intavolare una micro discussione di tanto in tanto perchè è bello parlare con chi ti può ascoltare. Cerco di fare agli altri quello che mi piacerebbe fosse fatto a me, e a me mi piacerebbe vivere in una vita stile Simposio di Platone a far discorsi fino alla mattina sulle grandi domande esistenziali. Quindi lo propongo qui 2.0 per quello. 🙂

Non credo che Platone o un altro della sua risma in un Simposio apprezzerebbe. Diciamo che alla sua epoca il femminismo non era praticato (a livello sociale) esattamente come oggi. Non a caso tutti i filosofi dei secoli dei secoli con qualche eccezione in questi ultimi due sono praticamente solo uomini. Comunque i contributi migliori non sono quasi mai femminili e questo secondo me è un peccato. E' evidente che le donne hanno da sempre qualcosa da dire in proposito, oggi come al tempo di Socrate che infatti consultò la Pizia (meglio nota come Oracolo di Delfi e sacerdotessa del Tempio di Apollo che divenne tale secondo Robert Grave dopo l'occupazione greca trasformando un Tempio preesistente dedicato a una divinità ctonia raffigurata dal quel Pitone che poi Apollo nel mito ha sconfitto) che gli disse che lui era l'Uomo più sapiente della Grecia, secondo i resoconti del processo che ci pervengono da Platone (QUI). Eppure Socrate è famoso per aver coniato il concetto "so di non sapere", profondamente incernierato nella nostra cultura e speculare ma non antitetico rispetto al "non sapere di sapere" di un altro filosofo orientale di più recente influenza che ho accennato per quanto mi riguarda con la questione dei riti massonici.

Ammetto che hai una capacità intellettuale che non riesco a seguire. 🙂  sono fondamentalmente un'ignorante, come dicevo, sotto molti livelli e forse proprio per questo, mi piace credere che la faccenda possa e debba essere semplice. Così semplice che è quasi un paradosso.. 😉 Mi accontento di non poterla spiegare, nè a me nè ad altri (come provato qui 😉 ), magari di intuirla solo per brevi sprazzi di chiarezza..magari di nutrire solo le mie illusioni eh! 🙂 però, se mi permetti di darti un consiglio(sei stato tu a dire che le coincidenze non esistono)..semplifica. Cerca di capire (e me lo sto dicendo a me stessa in primis, quindi non prenderla che ti stia INSEGNANDO qualchecosa 😉 ), che i dettagli sono solo dettagli e che non parliamo di un sacchetto di biglie, che una volta contate sai cosa c'è nel sacchetto 🙂 e che per capire che non esistono biglie, o sacchetti, o discussioni su biglie e sacchetti, bisogna svuotarci di concetti e astrazioni e semplificare, disimparare. 🙂 

Comunque..che cavolo vuol dire "evidenza evidente" per esempio?!

A Socrate piaceva sostenere che gli Dei si esprimono a concetti inafferrabili per gli umani e che gli stessi sono chiamati dunque a decifrare con l'arma della logica ciò che gli Dei pontificavano. Oggi ribatto senza temere un processo anche più cruento del suo che forse nemmeno gli Dei avevano la benché minima idea di che diamine stessero dicendo tanto meno la Pizia, ma parlavano bene e tanto bastava perché poi erano gli uomini a doversi preoccupare di dare un significato e questo fa il palo con il problema di cui sopra: agli uomini piace la terminologia e spesso ci si siedono sopra scordando che ciò che conta è il significato. In un certo senso quindi cercare significati a terminologie oscure è un allenamento. Comunque forse a te più che altro manca la spinta a indagare e preferisci fare come le farfalline: passare leggiadramente da un fiore all'altro tra i concetti con predilezione per un certo nettare, si intende. Non sarò di certo io a criticare questo modo di fare che non temo di dire che ammiro. Se infatti dici di sentirti ignorante, solo perché ho un linguaggio appena più forbito, cosa dovrei dire a mia discolpa che intendo i significati non-verbali? Prendendo le vesti della Pizia in un @GioCo rovesciato delle parti che mi riesce benino potrei dirti che tra noi due il tuo è sicuramente il modo meno ignorante di affrontare l'esistenza. Per quanto mi riguarda più che altro mi dibatto come un misero pesce fuor d'acqua nel disperato tentativo di dare un senso a ciò che forse un senso non ce l'ha.

Veniamo quindi finalmente all'evidenza evidente. E' uno dei pilastri del mio "insegnamento" (mi vengono i brividi a usare quel termine, ma non ne ho uno migliore al momento). Non un gran che ma tutto parte da un concetto cardine: la mutua esclusione. In soldoni (riducendo tutto ai minimi termini) i passaggi sono: la Mente per me non si identifica con l'attività cerebrale ma con quella di TUTTO il corpo. L'attività della Mente non è auto-conclusiva, come il programma locale di un computer, ma "sempre in rete" con un Ente (che non nomino MAI per motivi di cui sopra) che non ha Tempo e non ha Spazio (le ricerche della CIA nei rapporti desecretati mi danno ragione) e quindi -la Mente- è più simile a una ricetrasmittente che focalizza l'attenzione in un punto e un tempo. Quello in cui siamo identificati. Quando la ricetrasmissione si interrompe la Mente si dissolve in quanto è solo lo specchio di una proiezione che non sta nel corpo, un immagine di qualcos'altro come quella allo specchio: morto il corpo, la Mente cessa di esistere perché lo specchio-corpo si è rotto. Tuttavia l'opera che ci connette al Cosmo in Vita (e forse anche oltre) è compiuta dall'emozione. Diciamo metaforicamente "dal cuore" per noi occidentali che per me è un organo sensoriale (una porta aperta sull'infinito) non meno degli occhi e si concretizza nella percezione. Il cuore concepisce e l'attenzione disegna. Cosa? La realtà fenomenica o meglio i significati di questa realtà. Quando parlo di significati intendo quelli non-verbali che sono sostanzialmente diretti dall'emozione e in questo senso la complessità della "macchina emotiva" è come il cockpit (abitacolo dove si trova la plancia di comando) di un aereo. Una sorta di governo per la guida del volo libero nella Vita che ovviamente diventa irto di ostacoli senza una mappa intelligente per riconoscere la rotta e senza conoscere i comandi (emotivi) per seguirla. La mutua esclusione è quel processo che lega la Mente all'apprendimento dei significati (percepiti) tipico della crescita e costruisce (letteralmente) il cockpit. Noi non possiamo stare attenti a tutto quello che accade, dobbiamo scegliere cosa è importante e scartare quello che non è importante. In una foresta per sopravvivere devo riconoscere i pericoli e sostanzialmente ignorare quello che non comporta alcun pericolo ne fornisce vantaggio. Ora, di tutto quello che i tuoi sensi intercettano, si e no (ad essere buoni) ciò su cui soffermi l'attenzione e a cui dai importanza (=la traccia del tuo "volo") è lo 0,1%. Il resto "scivola via", ma non è ignorato quanto piuttosto riposto in una zona in ombra dove semplicemente rimane, casomai possa servire (la natura non butta mai via niente!). Te ne accorgi quando sogni e sogni cose che magari non avevi notato durante la veglia. Ciò che viene quindi trascurato non è da te sconosciuto, solo è "volutamente ignorato" (dalla Mente in autonomia). In un paradosso divertente però, per poterlo ignorare lo devi (ri)conoscere ogni volta che lo "sorvoli" con l'attenzione e in modalità perpetua. Se no come fai a ignorarlo "volutamente"? Ecco che quindi siamo arrivati all'evidenza evidente, quella porzione di realtà riposta in una zona in ombra che non ci è mai sconosciuta, solo è tenuta in ombra. Purtroppo i meccanismi emotivi tendono a reagire se si prova a pescare qualcosa dalle tasche capienti dell'evidenza evidente le nostre esperienze per re-significare da capo (con un tipico effetto-domino). Perché la Mente rispetta il principio della Natura che funziona con efficienza: non vuole spendere energia che considera inutile! Peccato che infinite variabili potrebbero "inceppare" il meccanismo e quindi rendere non solo utile, ma indispensabile, quel riesame.

La prima e più semplice reazione è (di solito) la negazione. Ma in buona sostanza il problema è accettare ciò che rifiuti perché l'hai rifiutato a un certo punto della tua esperienza, non perché "lo ignori". Ciò che ignori semplicemente lo ignori e se qualcuno ti dovesse erudire, non hai nessun motivo per rigettarlo a meno che non lo percepisci come contrastante rispetto le tue credenze, i tuoi valori, i tuoi significati già acquisiti. Ma anche in quel caso lo devi considerare prima di scartarlo, non puoi "ignorarlo" mentre lo scarti.

Ora arriviamo all'ultimo punto dolente. Il motivo per cui continuo a ripetere che non scrivo per i miei contemporanei ma per i posteri. La modernità (purtroppo) attacca in via sempre più diretta i processi di apprendimento e li mina alla base. Pensa solo alla pubblicità e agli studi sul comportamento, mirati a rendere le risposte dei "consumatori" una specie di modalità meccanica, compulsiva. Questo intasa il processo di spazzatura emotiva e costringe la Mente a riporre nelle tasche dell'evidenza evidente una infinità di informazioni terribilmente Vitali, sostituite (in buona sostanza) con enormi STRONZATE perfettamente inutili che però una volta accettate come importanti è difficilissimo rimettere a posto. Una per tutte: le trasmissioni televisive che sono una goccia nell'Oceano.


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Kami
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Grazie per la farfallina, @GioCo, lo reputo un grande complimento. Penso che sia la via che mi si addice di più al momento, quella della leggerezza. 🙂 ed è molto dolce e carino come nome, quindi grazie.

Le donne hanno avuto poco da dire perchè a mio avviso sta nella natura femminile il non dire. La mente logico razionale, collegata anche al discorso e alla parola, è qualcosa che non pertiene al femminile propriamente detto (che è luce riflessa,ricordiamocelo) e che pertanto si trova meno accentuato nel gentil sesso (le donne o si associano quasi interamente al femminile, o peggio, alla parodia del maschile) anche se eccezioni davvero STUPEFACENTI ci sono, basti pensare a Simone Weil, (ti invito a leggere "L'attesa di Dio", se non l'hai mai letto ricordiamoci chr le coincidenze non esistono @GioCo dacci una letta 😉 ), personaggio capitale e non per l'aspetto politico per cui solitamente è conosciuta. Direi che il femminile si associa con il lato mistico, più intuitivo, della ricerca e pertanto non si esprime a parole, semmai in poesia, ma non ha questa matrice intellettuale maschile (che ammiro quando si manifesta in pienezza). Poi vabbè, potremmo parlare del discorso Patriarcato e compagnia bella, ma mi ha rotto le scatole e quindi evito..ma è ovviamente stato un grande limite culturale per la propagazione di un "umanesimo" femminile.  La degenerazione evidente del femminile la si vede nel connotato stesso che ha preso il termine mistica, quasi una sorta di caricatura di un sentimento o peggio di emozione, invece di quella primordiale conoscenza e unione con tutto ciò che È e, per contro, che Non È. 

Non so se l'emozione vince sempre, vince sicuramente a livello sociale e nel piccolo piccolo mondo della nostra personalità. Credo però che sia possibile trascenderle e anzi, sia questo l'obiettivo finale, lo stato di neutralità (termine forse improprio) dove meno e più si eliminano a vicenda, armonia come dici tu. Lo stato associato con il wu wei, non azione, ovvero azione senza un fine predeterminato, libera da ciò che gli indiani chiamano karma, che anche a mio avviso è ASSOLUTAMENTE  collegato al concetto di debito cristiano e conseguenza del libero arbitrio. Anzi, si potrebbe obiettare che il karma è costituito dal frutto delle azioni individuali disconnesse dalla Volontà del Creatore, sia "positive" che "negative", (il libero arbitrio sta in questa scelta, agire in linea con il Piano o in base ai nostri piani) che pertanto ci forzano a ritornare e ritornare qua(quando forse l'Idea era che non si sarebbe mai dovuti venire qui? Ovvio che l'Idea Onnisciete lo sapeva già che sarebbe andata così, ma fa piacere specularci su). Sembra che Gesù fosse uno Yogi,  la sua preghiera a noi insegnata del Padre Nostro è la quintessenza del concetto indiano del karma..almeno per come la intendo io.

Detto ciò, i classici del Taoismo, sopratutto Chuang-Tzu (anche chiamato Zhuang-Zi) andrebbero letti ad ogni vita, davvero, sennò ci si perde una delle letture più belle e vere che ci siano mai pervenute (again, daje una letta, pdf online). Molte risposte sull'evidenza evidente, che ora comprendo (forse?) Essere ciò che io intendo come "i mostri", un termine che sta con me dall'infanzia (ci tengo a precisare che alcuni mostri sono carini), le troverai lì. Però comprendo la questione. Anche se è un concetto molto psicologico, mi ha aiutato molto riconoscere il meccanismo della proiezione per accedere ai mostri. Preciso che a mio avviso, per arrivare a conoscere l'evidenza evidente sia allora necessario eliminare quelle zavorre del pensiero che vengono appunto dal pensare troppo..semplice eh? E osservare perchè le risposte sono già qui, dentro, e quindi fuori, di noi. 

Aggiungo che anch'io per molti anni ho fatto il ragionamento che fai te, riguardo all'approcciarsi a culture distanti dalla nostra, e mi sono astenuta dall'approfondirle perchè avevo proprio paura di quella manipolazione semantica di cui parli te. Poi, ho capito che erano un po dei pregiudizi e mi ci sono approcciata (d'altronde la cultura è solo un paletto socio-culturale semplice da scavalcare). Ci tengo a precisare che il mio primo grande amore è stato il messaggio cristiano, dapprima da me frainteso (preso alla maniera clericale, una tragedia di auto punizione e senso di colpa), poi, penso, compreso e amato. (Tante zavorre si eliminano se si legge il discorso della montagna con un cuore aperto). Sai che stupore vedere gli esatti stessi concetti (quasi letteralmente citati) nella Bagahvad Gita, piuttosto che nel Tao-Te-Ching? Le forme esteriori cambiano, pertanto sono quelle oggetto di manipolazione (pensiamo alle arringhe di S.Paolo..tanto per restare in tema manipolazione), il Messaggio è sempre lui. Bisogna discernere col Cuore, organo indispensabile come dici tu, che "batte" a ritmi diversi in base alle vibrazioni..bla bla bla, storia lunga, che saprai, mio caro insegnante 😉 (non ti indispettire, sto solo facendomi una risata 🙂 ). Però è tutto lì, frequenze differenti..se spegni la radio hai tutte le frequenze a disposizione, un po' come il Matto nei tarocchi o il giardino delle Oche..quando giocare era una cosa seria, dico io. 

In tema di forme, che Platone e compagnia cantante non avrebbero apprezzato la mia presenza, lo immagino, (Socrate non so, penso non fosse interessato a queste minuzie) e mi dispiace che anche delle menti così lucide non riuscissero a bypassare il concetto elementare per cui le forme esteriori sono, appunto, solo forme..che si, nel campo dell'illusione possono creare delle differenze evidenti (così come profondamente diversi sono gli uomini e le donne del nostro tempo) ma che, superata l'illusione, sono solo abiti che possiamo dismettere a piacimento. Fa pensare che in questi tempi di sovvertimeto, di tempi sottosopra, sia emersa la questione gender neutral..è proprio vero che lo spirito anticristico è la scimmia di Dio.  

Non so se il mio modo di approcciarmi all'esistenza sia più o meno ignorante del tuo. Noi tutti ignoriamo, anche se per cammini diversi stiamo tutti andando nella stessa direzione però. Ti posso dire che ti sbagli se pensi che abbia una predilizione per un certo fiore piuttosto che per un altro. La ricerca della Verità, nella mia umile e limitata esperienza, mi ha spinto anche verso certi aspetti ctonii della Realtà, e non ho una predilizione per un aspetto piuttosto che per un altro e voglio che questo sia chiaro. È che quel che mi è rimasto è appunto questo modo di fare a farfallina e un certo senso dell'umorismo, bagaglio leggero e sono a posto così. Non ti dare del miserabile però! Miserabile è chi si costruisce una gabbia per abitarci dentro mentre si dà una martellata sui piedi, chi si rinchiude all'inferno anche se la porta è aperta e in definitiva chi neppure si pone certe domande. Non mi sembra il tuo caso. 

Hai qualche libro da consigliarmi? Sono molto interessata al mito, in particolare alla geografia sacra, e ancora più in particolare alle Oche (o ai Cigni). 🙂 

Ho anche una domanda TRASH: leggevo da qualche parte riguardo ai simboli massonici fatti con le mani, tipo strette di mano e compagnia bella..sono davvero messaggi in codice tra massoni? O a tuo avviso sono solo speculazioni per riempire la testa della gente di STRONZATE (non sapevo si potessero usare parolacce, grazie al cielo si può) perfettamente inutili? 

Ti auguro un buon inizio anno. Anche secondo me sarà un anno davvero duro per il mondo, ma si sa che la luce in una stanza buia illumina di più..e si nota subito. (Il 2020 è stato uno tra gli anni, se non l'anno più "bello" della mia vita non per altro). Sempre nel mondo ma non del mondo. Ti lascio con una chicca, una storia "famosa" presa da Chuang-Tzu, sempre in tema farfalline. Kami

"Una volta Chuang-Tzu sognò d'essere una farfalla: era una farfalla perfettamente felice, che si dilettava di seguire il proprio capriccio.
Non sapeva d'essere Tzu. Improvvisamente si destò e allora fu Tzu, gravato dalla forma. Non sapeva se era Tzu che aveva sognato d'essere una farfalla o una farfalla che sognava d'essere Tzu".

 


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GioCo
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[...]

Non so se l'emozione vince sempre, [...]

La domanda rimane: cos'è l'emozione? Ancora non hai provato a rispondere.

Detto ciò, i classici del Taoismo, sopratutto Chuang-Tzu (anche chiamato Zhuang-Zi) andrebbero letti ad ogni vita, davvero, sennò ci si perde una delle letture più belle e vere che ci siano mai pervenute (again, daje una letta, pdf online). Molte risposte sull'evidenza evidente, che ora comprendo (forse?) Essere ciò che io intendo come "i mostri", un termine che sta con me dall'infanzia (ci tengo a precisare che alcuni mostri sono carini), le troverai lì.

Grazie del consiglio. Attualmente sono preso in letture di tutt'altro genere e per me leggere o scrivere (risponderti ad esempio) ha un costo decisamente alto e quindi devo (per causa di forza maggiore) rimanere molto selettivo. Tuttavia voglio essere sincero con te e con chi avrà voglia di scorrere questo interessante scambio che lascio volentieri qui nel forum CDC a disposizione di tutti. Non leggo ciò che voglio. Qualcosa me lo impedisce. Se fossi Socrate ti direi che è il mio dáimōn, un concetto dell'antica Grecia che ho già detto traducibile con "essere" che abita nel corpo e si interpone tra l'Uomo e il divino ed è per ciò esso stesso divino. Qualcosa di simile al concetto cattolico di Anima, ma con una connotazione che i cattolici non approverebbero: l'indifferenza verso il destino umano. All'atto pratico leggo ciò che riesco e ci sono libri che hanno atteso decenni prima che potessi anche solo aprirli e accedere al contenuto.

Però comprendo la questione. Anche se è un concetto molto psicologico, mi ha aiutato molto riconoscere il meccanismo della proiezione per accedere ai mostri. Preciso che a mio avviso, per arrivare a conoscere l'evidenza evidente sia allora necessario eliminare quelle zavorre del pensiero che vengono appunto dal pensare troppo..semplice eh? E osservare perchè le risposte sono già qui, dentro, e quindi fuori, di noi. 

Mmh, di nuovo dai per scontato troppe cose @kami. Vi sono molte accezioni per l'ente mostruoso e non tutte negative ma traspare da ciò che dici un concetto più profondo e personale. Non so se ti va di approfondirlo in questa sede. Personalmente su questo tema rimango legato a un bellissimo testo di Gaber (QUI). Gaber l'ho scoperto tardi, poco prima che morisse. Eppure mia madre era una grandissima sua ammiratrice e sarebbe stata felice di farmelo conoscere prima. Prima però mi annoiava. Per me è stato uno dei "salti" potenti di significazione ascoltare e riascoltare le sue opere, eppure mi è stato concesso solo quando era il momento. In gergo tecnico si chiamano "periodi critici di sviluppo" e il BDNF è la molecola che li attiva (per approfondimenti QUI). In teoria siamo più interessati da giovani che da adulti da questi fenomeni di crescita, ma penso che la rarefazione della plasticità corrisponda a una soglia di crisi più drammatica e non a una minore possibilità di cambiamento. In sostanza se cambi "a cascata" l'intero assetto del tuo pensiero (non i singoli concetti) questo diviene più drammatico da adulti e quindi più raro mano a mano che la struttura nervosa cresce, si stabilizza e accumula esperienza.

Aggiungo che anch'io per molti anni ho fatto il ragionamento che fai te, riguardo all'approcciarsi a culture distanti dalla nostra, e mi sono astenuta dall'approfondirle perchè avevo proprio paura di quella manipolazione semantica di cui parli te. Poi, ho capito che erano un po dei pregiudizi [...]

Non per me. Il mio percorso è in qualche modo rovesciato e te l'ho scritto. PRIMA mi sono occupato di cose esotiche e poi di quelle di casa mia e non ho solo scoperto che avevo frainteso le une e le altre in troppi modi e sensi, ma che c'è una precisa "lotta" per impedire che siano fruibili nel giusto modo (entrambe). La guerra (se così vogliamo intenderla) è sempre stata per la manipolazione dei significati e di gente che ha speso una vita per cercare di veicolare anche solo qualcosa nel Modo in via corretta e ha perso la vita nel provarci si perde il conto. Quelli che per te sono pregiudizi per me sono evidenze provate da "solo" tutta la storia umana, compresa quella contemporanea e di cronaca. La manipolazione è un dato di fatto che puoi accettare o rifiutare, non intendere come un timore di pregiudizio. Dopodiché se hai un parente Indiano, nato e cresciuto in India che ti ha insegnato l'hindi e sappia anche leggere il sanscrito avrai una visione delle due culture e una doppia modalità di vedere il mondo. Inconciliabile. Questo è un altro dato di fatto. Quindi ciò che dici non ha senso dal punto di vista della realtà osservabile che ti circonda. In ultimo, il continuo citare culture diverse non è di per se un danno. Il danno vero è avere dimenticato la propria pensandola meno importante. Un paio di esempi: cos'è la trinacria (QUI) da dove arriva e cosa significa? Purtroppo per amare una terra bisogna conoscerla e noi della nostra non sappiamo NIENTE. Ma del Bagahvad Gita, piuttosto che nel Tao-Te-Ching possiamo sapere TUTTO. Se devo amare qualcosa, preferisco iniziare da quello che ho sotto i piedi, oppure non saprò neppure dove sono nato, figuriamoci il resto. Ma che abbiamo accesso a tante informazioni facili straniere, per me ha più senso. Certo, sapere qualcosa del nostro passato e della nostra radice culturale è dura, per lo più dobbiamo fare io conti con frammenti storici e strane tradizioni popolari rimaste orfane di spiegazione. Ma ripaga ed è esattamente per questo che non ti viene data gratis ma distillata con il contagocce. Rifletti per piacere, prima di rispondere di getto. Poi scusa (sempre non per infierire) ma quando sarebbe questo tuo "prima"? Se hai venti o trent'anni, mi pare assurdo parlare di un "prima". Dal mio punto di vista una ricerca SERIA che dura meno di 10 anni non è una ricerca. Al limite è un azzardo, un tentativo di approfondire qualcosa.

[...] Bisogna discernere col Cuore, organo indispensabile come dici tu, che "batte" a ritmi diversi in base alle vibrazioni..bla bla bla, storia lunga, che saprai, mio caro insegnante 😉 (non ti indispettire, sto solo facendomi una risata 🙂 ). Però è tutto lì, frequenze differenti..se spegni la radio hai tutte le frequenze a disposizione, un po' come il Matto nei tarocchi o il giardino delle Oche..quando giocare era una cosa seria, dico io. 

"bisogna" è un termine che mi fa venire i brividi. Mi limito a osservare cosa il cuore potrebbe essere, come funziona e come ha senso interpretare i significati che veicola, non che ciò che veicola sia il verbo. Per quanto riguarda il @GioCo tante volte ho ripetuto che non esiste niente di più serio. Questo a prescindere da quando si pratica o dal tipo di @GioCo che si pratica. Giocare è sempre una cosa maledettamente seria e questo anche e sopratutto se l'attività prepara ad una vita infelice. Giocare (che lo si voglia o meno) tempra lo spirito in qualche modo ... non sempre desiderabile. Oggi l'animo degli abitanti occidentali caucasici è certamente più fiacco (mediamente) di altri popoli e sono abbastanza sicuro che il ruolo del @GioCo nel determinare questa condizione è aspetto cruciale ...

In tema di forme, che Platone e compagnia cantante non avrebbero apprezzato la mia presenza, lo immagino, (Socrate non so, penso non fosse interessato a queste minuzie) e mi dispiace che anche delle menti così lucide non riuscissero a bypassare il concetto elementare per cui le forme esteriori sono, appunto, solo forme..che si, nel campo dell'illusione possono creare delle differenze evidenti (così come profondamente diversi sono gli uomini e le donne del nostro tempo) ma che, superata l'illusione, sono solo abiti che possiamo dismettere a piacimento. Fa pensare che in questi tempi di sovvertimeto, di tempi sottosopra, sia emersa la questione gender neutral..è proprio vero che lo spirito anticristico è la scimmia di Dio.  

Sono figli del loro tempo. Socrate ha avuto due mogli ma non ebbe rapporti sereni da quanto ne sappiamo con le sue donne. Meglio andò con i discepoli (eraste) che all'epoca era normale potessero rappresentare insieme una relazione pedagogica e omosessuale, proprio perché il rapporto sterile era considerato per questo "più puro" di quello fecondo. Sul tema (forse per pura vendetta) personalmente lo avrei tartassato con il suo stesso metodo. Ma questo segue solo il filo della mia personalissima pedagogia: sappiamo sempre meno di quello che sosteniamo.

Non so se il mio modo di approcciarmi all'esistenza sia più o meno ignorante del tuo. Noi tutti ignoriamo, anche se per cammini diversi stiamo tutti andando nella stessa direzione però. Ti posso dire che ti sbagli se pensi che abbia una predilizione per un certo fiore piuttosto che per un altro. La ricerca della Verità, nella mia umile e limitata esperienza, mi ha spinto anche verso certi aspetti ctonii della Realtà, e non ho una predilizione per un aspetto piuttosto che per un altro e voglio che questo sia chiaro. È che quel che mi è rimasto è appunto questo modo di fare a farfallina e un certo senso dell'umorismo, bagaglio leggero e sono a posto così. Non ti dare del miserabile però! Miserabile è chi si costruisce una gabbia per abitarci dentro mentre si dà una martellata sui piedi, chi si rinchiude all'inferno anche se la porta è aperta e in definitiva chi neppure si pone certe domande. Non mi sembra il tuo caso. 

Quando mi riferivo alla predilezione intendevo proprio i tuoi "non so".

Hai qualche libro da consigliarmi? Sono molto interessata al mito, in particolare alla geografia sacra, e ancora più in particolare alle Oche (o ai Cigni). 🙂 

L'unico che mi viene in mente è quello della Borsani (QUI) che vorrei leggere anche io: è nella mia lista. Ma come ho detto per me leggere ha un costo e per ora sono preso da altre letture. Non so quando e se riuscirò a dargli un occhio. Se lo vuoi fare tu che sei interessata poi magari me ne potrai parlare. Sui miti c'è solo da scegliere dato che sono animali iconici per definizione per la nostra tradizione (e non solo la nostra).

Ho anche una domanda TRASH: leggevo da qualche parte riguardo ai simboli massonici fatti con le mani, tipo strette di mano e compagnia bella..sono davvero messaggi in codice tra massoni? O a tuo avviso sono solo speculazioni per riempire la testa della gente di STRONZATE (non sapevo si potessero usare parolacce, grazie al cielo si può) perfettamente inutili? 

Difficile risponderti. I massoni non intendono queste cose come astratte ma come il compendio di una vita, la ragione stessa, il modo di intenderla, costruita mattone su mattone e con fatica ed esercizio. E' uno stile differente con cui concepire la relazione con il Mondo e con essa il Mondo stesso. Poi non c'è una sola scuola massonica e (oggi) la massoneria raramente è intesa seriamente come formativa per l'essere. Più facile è che la loggia si riduca a una consorteria fumosa dove si radunano interessi di vari attori celati dietro intenzioni moralmente ineccepibili, interessati alla politica, alla società e all'alta finanza. Di queste cose ignorano praticamente tutto e giustamente, dal momento che l'appartenenza si riduce a rituali più o meno incomprensibili ma indispensabili per creare qualche sorta di fratellanza utile al raggiungimento di scopi materiali. Come tutto il resto vive di un decadimento e di una corruzione che sta consumando l'intero pensiero occidentale (ormai) da secoli. Il motivo per me è semplice: è quello che funziona meglio. La storia lo racconta senza mezzi termini.

Ti auguro un buon inizio anno. Anche secondo me sarà un anno davvero duro per il mondo, ma si sa che la luce in una stanza buia illumina di più..e si nota subito. (Il 2020 è stato uno tra gli anni, se non l'anno più "bello" della mia vita non per altro). Sempre nel mondo ma non del mondo. Ti lascio con una chicca, una storia "famosa" presa da Chuang-Tzu, sempre in tema farfalline. Kami

"Una volta Chuang-Tzu sognò d'essere una farfalla: era una farfalla perfettamente felice, che si dilettava di seguire il proprio capriccio.
Non sapeva d'essere Tzu. Improvvisamente si destò e allora fu Tzu, gravato dalla forma. Non sapeva se era Tzu che aveva sognato d'essere una farfalla o una farfalla che sognava d'essere Tzu".

Come ripeto spesso con sta cosa della luce nella stanza, il problema è la luce, proprio perché se l'accendi qualunque "cosa" ti può vedere e tu invece non vedi altro che la luce e ciò che con essa puoi illuminare (poco, molto poco). Difficile abituarsi a questa evidenza evidente senza rimanere terrorizzati. Se ad esempio la stanza ha le pareti nere come la notte non vedrai niente nascosto dietro di esse e forse è pure meglio non averla sta luce in queste condizioni, dal momento sarai obbligata ad andare a tentoni e quindi scoprire almeno dove stanno ste pareti. Se vai a tentoni eviti di fidarti di ciò che puoi vedere. Ma il punto non è la presenza o l'assenza della luce, ma l'avere lucida coscienza che non solo quella luce non basta, ma può essere benissimo un ostacolo (alla tua crescita) oltre che il mezzo tramite il quale sarai preda facile delle "cose" che il buio nasconde. Eppure, nonostante questo non puoi farne a meno! Ecco, qui credo sia la differenza tra l'impostazione che traspare dalle tue risposte e la mia: per me la luce è imprescindibile, nel senso che non devo preoccuparmi che ci sia o non ci sia. Ma solo della conseguenza di portarla con me senza poter fare diversamente. Non ne sono "vittima", ma lo divento andando in giro come un morto che cammina. Cioè senza sapere dove diamine mi trovo.

P.S.

Per le parolacce, certo che si possono scrivere, basta che non siano rivolte contro nessuno. E' l'offesa il problema. Se inveisci contro qualcosa e non contro qualcuno, le parolacce possono essere scurrili e volgari, magari imbruttire il dialogo, ma anche efficaci per dare forza a certi concetti. A me sinceramente non interessano troppo i metodi, ma il bilancio tra i pesi. Va bene tutto, purché considerando: Nulla di troppo, Ottima è la misura, Non desiderare l'impossibile. Cioè seguendo gli apoftegmi degli antichi sette che sono solo la base del pensiero occidentale... che ci siamo persi per strada.


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Kami
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L'emozione è identificazione con la mente, una manifestazione contingente. In tal senso, l'emozione è figlia dell'emozione madre "paura della morte". 

I mostri sono il contenuto inconscio, ciò che la mia mente normalmente non capta consciamente. Se non penso troppo ho modo di vederli e di comprenderli. Se non li giudico, mi aiutano e li integro, sennò mi terrorizzano. Li chiamo mostri solo perchè era il nome che gli davo da bambina. (Che non era tanto tempo fa quindi ne ho sempre memoria 😉 ).

Citi Gaber e un brano-poesia che conosco. Anche io l'ho scoperto al momento giusto, Gaber. L'ho sempre conosciuto solo di nome e per la sua roba meno interessante. I suoi mostri sono compresi nei miei,ma non ne compongono la totalità.

Ti invito a rivedere ciò che hai scritto riguardo ai 10 anni e al percorso serio etc etc. Non aggiungo altro, a parte che se fossi in te ci mediterei su. Non si addice ad un ricercatore "serio" fare certi commenti. Non siamo mica a scuola eh! (Grazie al cielo!)

Sapevo della trinacria solamente perchè ho vissuto estensivamente in Gran Bretagna e la bandiera dell'isola di Mann è molto simile e quindi la curiosità di saperne di più mi era venuta in quel frangente lì. Magari ti interesserà vedere perchè sono simili. 

Mi interesso un po' di storia locale e nazionale, sia italiana che non. Mi piace però trovare la matrice comune a culture apparetemente così diverse. Evitare i dettagli e concentrarmi sul quadro generale. Alle volte, per contro, scoprire il quadro generale grazie ai dettagli. Mi lascio guidare dagli indizi che sono sulla mia strada e mantengo il livello di curiosità alto. Non è una ricerca razionale la mia, ma molto più simile ad una caccia al tesoro 🙂 sono italiana di nascita e di carattere, parlo quella lingua lì come lingua madre e ne sono inevitabilmente stata scolpita. Ma finisce qua la mia storia italiana. Non perchè consideri la mia cultura meno importante (questa è stata una veloce illusione quando decisi di mettermi in cammino e lasciai il mio paese e mi salì una certa becera anti italianità), ma perchè sono categorie con cui è fin troppo semplice identificarsi, e sto cercando (anzi, a dire il vero sta avvenendo da sè) di non lasciare che mi si appiccichino addosso delle etichette di nessun tipo. Per di più, avendo avuto la fortuna di conoscere persone da ogni lato di questo piccolo pianeta,mi ripeto e dico che la cultura è solo una barriera facilmente scavalcabile. Gli uomini sono gli stessi. Non dimentico da dove vengo, però, e amo la storia locale anche solo della mia piccola realtà d'origine, la mitica terra dei liguri apuani,  ma guardo ad orizzonti più ampi, forse perchè come dici tu mi manca la spinta ad indagare o forse perchè credo che i dettagli ci annebbini poi la vista alla lunga. Il mio non è un sincretismo o un calderone new age però. Seguo gli indizi, come dicevo; se vedo diciamo il numero 64 da ogni parte, faccio una ricerca. Scopro sempre per esempio, che è collegato al Libro dei mutamenti. Perchè non dovrei approcciarmici? Avrà magari qualcosa da dirmi? 64 è anche associato con gli scacchi. Magari scopro che gli scacchi sono associati temporalmente al gioco dell'oca, a sua volta associato al 64. Che a loro volta appartengono a società diversissime, dalla cinese a quella minoica. Cerco punti in comune. E via così..questa era solo un esempio di fantasia, per spiegarti come studio io. Poi se scopro che il 64 è legato ad un sito in particolare, magari megalitico, vado e vedo se trovo qualcosa da cui continuare la ricerca. Magari il signore del bar del paese mi dice qualcosa di interessante. Collegato a qualcos'altro che stavo studiando.  Non so niente, ma mi diverto un po' 🙂 ho avuto un sacco di esperienze particolari in questo modo. Quindi, come vedi, nel mio cammino non contano gli anni, ma quanta voglia hai di giocare. 🙂

Per gli adulti la crisi deve essere sempre maggiore sì e sono d'accordo con te che non ne venga inficiato il grado di cambiamento, non a caso tra adulti si parla di conversione, o tutto o nulla. Costruiamo delle dighe per sbarrare il fiume della vita. È la rigidità che bisogna disimparare. Alla fine, con un'immagine presa dalla cultura orientale, la vita è come l'acqua. Per quanto ci abbia meditato su, non ho trovato un frangente in cui questa affermazione sia incorretta. 

Sta cosa della luce nella stanza non è qualcosa che prendo da te, ma qualcosa che penso io. Nel momento più buio si rivedrà la luce. Tutto qua. Semplice semplice. Tra tanti morti che camminano, si nota subito qualcuno un po' sveglio, qualcosa di vero. Che la luce accechi è vero, che ci renda visibili anche. Ne ho fatte le spese più volte. Trovo però che la luce sia anche una corazza che ci rende meno vulnerabili agli attacchi (più frequenti). Comunque gli attacchi sono inevitabili, se si rimane una luce, anche piccola. Mi piace pensare che se si guarda negli occhi del nemico ci si renderebbe conto che è lui ad avere paura di noi(cit).

Una dose di Fede per me, in definitiva, è indispensabile. Troppe cose che non si possono capire. Chiamalo un mio limite. Mi va bene così.

Darò un'occhiata al libro che mi hai consigliato. 🙂


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Kami
 Kami
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Leggevo questo articolo e mi sei venuto in mente te con la tua evidenza evidente:

https://www.ereticamente.net/2021/01/fatalita-livio-cade.html

(Non so se conosci il sito, è veramente una miniera di studi interessantissimi sulla scienza sacra. Se già non lo conosci, magari ti piacerà.)


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