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La piazza di ieri e le “arcorine”


Tao
 Tao
Illustrious Member
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Il successo della manifestazione delle donne di ieri mi stimola a riflettere sulla differenza che passa tra le donne che ieri erano in piazza e quelle vanno a prostituirsi ad Arcore. Anticipo che sono fiducioso di riuscire a tenermi lontano sia da luoghi comuni moralistici sia da scontati accostamenti polemici. Non mi interessa giudicare, voglio solo capire.

Sulle “arcorine” mi sono rimasti impressi due concetti. Uno, di Sara Tommasi, che dipinge Nicole Minetti come vittima di una ossessione compulsiva allo shopping. L’altro, già abbondantemente richiamato da altri, del favore dei familiari per questa scelta di vita delle loro giovani congiunte. Su questo secondo punto mi limito a sottolineare che mentre tutti parlano dei padri e delle madri io ho notato una insolita frequenza di fratelli maschi, iperattivi nello sforzo di ottenere tutto il beneficio possibile dalla “fortunata” condizione di favorite delle loro sorelle. Per me è questo che tocca l’apice dello squallore, per ragioni che forse saranno chiare più in là nel ragionamento.

Nell’ultima trasmissione dell’Infedele, dedicata a questo argomento, ricordo di aver bollato come assurde le parole di Adriano Prosperi che sosteneva che le “arcorine” fanno quello che fanno in una “condizione di costrizione”. Naturalmente nessuno le costringe. Nessuna delle donne che ieri sono scese in piazza andrebbero ad Arcore, e su esse vi sono gli stessi vincoli e le stesse “costrizioni” delle arcorine. Queste ultime appaiono piuttosto fin troppo pronte a dire sì, per tutto quel che se ne sa.

Eppure sostenere che esiste una libera scelta non esime dal guardare quali sono, anche per loro, le alternative disponibili. Queste ragazze potevano o andare a Arcore o accettare il purgatorio del precariato e della disoccupazione nel paese europeo col maggiore numero di giovani senza lavoro. Non c’era una terza possibilità.

Alla facilità con cui il trio di lenoni di Berlusconi (Fede, Mora & Minetti) reclutavano carne giovane per le notti di Arcore non può non essere accostata la frustrazione di giovani che guardano davanti a sé nel futuro e non vedono niente. Il contraltare di Ruby Rubacuori è la faccia del ministro del “welfare” Sacconi, che con la legge 30 che autorizza la totale mercificazione del lavoro, mercifica anche gli esseri umani. Ci si può allora stupire che il mercato della prostituzione veda un aumento dell’offerta? La sola differenza rispetto al passato — ad esempio agli albori della rivoluzione industriale — è che questa prostituzione riguarda la fascia alta del mercato (meno devastante probabilmente da un punto di vista fisico e mentale), e dunque è più facile nasconderne la vera natura.

La differenza che c’è tra le donne che erano ieri in piazza e le arcorine, è che queste ultime — vedi l’ossessione compulsiva allo shopping della Minetti — hanno pulsioni di consumo che zittiscono il rispetto di sé stesse. Ma il punto di partenza è lo stesso.

E’ per questo — la condizione oggettiva di partenza — che io riesco a immaginare che i genitori che sostengono le figlie su questa via forse non lo fanno con un pensiero di vantaggio personale, ma perché davvero non vedono un futuro per loro. Mentre nei fratelli maschi vedo piuttosto il tentativo di ritagliarsi la loro libbra di carne dal corpo della sorella.

Gianluca Bifochi
Fonte: http://subecumene.wordpress.com
Link: http://subecumene.wordpress.com/2011/02/14/la-piazza-di-ieri-e-le-arcorine/
14.02.2011


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