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La quantità.


Primadellesabbie
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Verità é una parola grossa, un concetto lontano, irraggiungibile, particolarmente in considerazione della condizione nella quale esistiamo e dei mezzi di esplorazione dei quali disponiamo o ci imponiamo di usare.

Uno strumento ci sarebbe, non per raggiungere la meta ma per percorrere qualche passo in una direzione che non comprometta, da bel inizio, l'innata tensione, e per poi finire inesorabilmente ad annaspare rassegnati, e intimamente sicuri di aver sciupato ogni possibilità, ma esigendo dagli altri il medesimo comportamento, sterile ma, evidentemente, consolatorio.

Da tempi immemorabili ci siamo assatanati in un materialismo che ci costringe a misurare ogni cosa, a soppesare, a dividere il tutto in parti e le parti tra loro, ad imporre un valore ad ogni parte separatamente, una graduatoria anche alle nostre azioni.

La cosa, in sé, potrebbe non sembrare malvagia, se non ché ci ha ridotti a dismettere e perdere la peculiare dote di intuizione che ci viene dalla, e si associa alla, naturale propensione alla contemplazione dell'insieme e all'armonica utilizzazione di ogni nostra possibilità di percezione. Attitudine che era ancora tenuta nel giusto conto fino a tempi storici, ora completamente persa, accantonata, perfino disprezzata.

Ci sarebbero amare considerazioni riguardo all'affetto che ci porta a scompigliare il mondo attorno agli occhi incantati dei nostri bambini, fino a ridurli a sclerotici interpreti del poco che rimetteremo arbitrariamente nelle loro mani, dopo aver tolto loro il tutto con cui erano venuti al mondo.

Persi in questo vicolo cieco continuiamo ad aizzarci reciprocamente con la quantità, quantità di dati, di numeri, di prove, di studi appropriati. Con il solo esito di poter litigare meglio e di rendere possibile a qualcuno di poter negare quanto é evidente per altri, di far scomparire l'elefante se chi lo abbia incontrato non sappia indicare il numero dei peli che lo ricoprono.

Ma la materia, proprio perché si può misurare, si può accumulare, possedere, dal possesso viene il potere, il potere si può aumentare organizzando ciò che si possiede, se ne possono ricavare strumenti con cui aumentare il potere: coscienze asservite ed armi, anche armi terribili che, forse, utilizzate, riporteranno tutto all'inizio, a prima dell'ubriacatura materialista.

E, se qualcuno sopravviverà, si potrà rendere conto che, senza il materialismo, non era così buio come avevamo creduto tutti noi.


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The_Essay
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Verità é una parola grossa, un concetto lontano,cut..
Ma la materia, proprio perché si può misurare, si può accumulare, possedere, dal possesso viene il potere, il potere si può aumentare organizzando ciò che si possiede, se ne possono ricavare strumenti con cui aumentare il potere: coscienze asservite ed armi, anche armi terribili che, forse, utilizzate, riporteranno tutto all'inizio, a prima dell'ubriacatura materialista.

E, se qualcuno sopravviverà, si potrà rendere conto che, senza il materialismo, non era così buio come avevamo creduto tutti noi.

Buon giorno!
Premessa:spero che abbia letto i 3 miei pm.Mi basta questo.Per le risposte non ci tengo.
Ho fatto tale premessa visto che ha introdotto il post con il termine di Verità;e le dico che quanto scritto era la verità.Fine premessa
Veniamo all'oggetto del post!
Analizzato a 360 gradi,per darne una risposta soddisfacente occorrerebbero molte parolee sopratutto molti esempi concreti( i quali sarebbero veramente tanti).
Mi soffermerò solo sulle ultime quattro righe dove si parla di potere.
Penso che tale concezione del potere sia sotto sotto,sempre esistita; sempre a prescindere dai tempi attuali dove al centro di tutto si mettono le cose e i soldi.

Si mette al centro di tutto entrambe le cose perchè chi di dovere è conscio dell'assenza di felicità e di serenità(mi dirà forse non in tutti! E le dirò ok ha ragione,forse,solo nei consapevoli,forse!)
per cui l'unico surrogato da proporre sono soldi e cose( se ci pensa bene alla fine sono sole le cose,perchè con "il denaro" alla fine posso ottenere cose e persone. Se non appartengo a certi"giri"
posso avere anche i soldi ma non avrò mai potere!
A mio modesto avviso "prima della ubriacatura materialista" c'era sempre la voglia del potere e delle cose( e sotto sotto anche delle anime dei vari sudditi di turno);pensi all'adagio "chi trova un amico trova un tesoro",penso che sia parecchio datato il concetto,per non dilungarmi oltre non arrivo ai vari testi sacri(orientali inclusi).
Morale e domande d'obbligo?
1)Perchè l'antico sacerdote "prematerialista studiava gli astri?"I maligni hanno sempre detto per cercare di anticipare gli eventi, ergo potere
2)>>E, se qualcuno sopravviverà, si potrà rendere conto che, senza il materialismo, non era così buio come avevamo creduto tutti noi.
Se lo chiedessimo ai vari sacrificati di antiche religioni(legga sud America)non penso che saprebbero dare una risposta sul perchè i loro sacerdoti e i loro dei fossero assetati di sangue e di giovani sacrifici.
3)Forse il potere è il solo unico denominatore delle vicende umane,più o meno fosche,più o meno fulgide!
Bye Bye, The Essay


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Primadellesabbie
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Il potere nasce con la proprietà, presso gli inuit e altri popoli di cui ci rimangono tracce, che non hanno messo in moto questo meccanismo, é sconosciuto, anche se non sappiamo immaginarlo.


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oriundo2006
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@PrimadelleSabbie: Il 'potere' nasce con la proprietà: o piuttosto il contrario ? Violenza-potere-proprietà mi pare la linea più evidente anche sotto l'aspetto antropologico che non l'inverso, tenuto conto che la genealogia della violenza può spiegare le concrezioni successive, in primis la 'morale' da cui discende il 'diritto' alle 'cose' ( proprietà ) ed assai bene il dominio di un gruppo di uomini 'più forti' - come dovettero apparire ad esempio gli Arya indoeuropei alle popolazioni dravidiche indiane - instaura direttamente il dominio prima sugli esseri umani e POI sulle cose medesime come estensione della 'superiorità' militare nel 'cosmo' umano. E' inutile fare riferimenti all'epoca presente, tanto sono evidenti...


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Primadellesabbie
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@ oriundo

Senza la proprietà non ci sono ricchi e poveri.

Se ne può dedurre che il potere venga dopo la proprietà.


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il_navigante
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Argomento stimolante, grazie.

"Quantità" è l'opposto di "Qualità"

Un essere umano andrebbe valutato per le sue "qualità" quali l'intelligenza, la conoscenza, l'onestà, l'affidabilità, la generosità, la magnanimità, l'integralità, ect.
Per contro, con l'enorme sviluppo della quantità, e cioè delle cose materiali, ha preso sempre più piede l'abitudine di valutare l'essere umano per le sue "quantità" di beni materiali che detiene.

Ecco che allora si è sviluppata in maniera abdorme e squilibrata anche la ricerca del potere, pur sempre esistita nell'uomo, la storia di Caino e Abele insegna, che a volte può facilitare l'accumulo e il possesso di beni materiali e l'illusione di possesso anche delle persone stesse.

Però alla fine, coloro che credono di essere liberi, ricchi di ogni bene materiale e di potere, sono invece schiavi e al servizio di queste stesse cose, come ha detto un Sufi:"Non ami una cosa senza esserne schiavo: ed Egli (Iddio) non ama che tu sia schiavo di altri che non sia Lui".

in appoggio alla discussione permettetemi di riportare questo passaggio di un Libro dal titolo significativo: 'Il regno della Quantità e i Segni dei Tempi' scritto nel 1945, ma ancora più attuale ai nostri giorni.

Ogni epoca ha degli scontenti che, con occhio critico aperto sul presente e soprattutto sul passato, ma chiuso sull’avvenire, danno un fosco ritratto della situazione. Sentiamo cosa diceva René Guénon poco dopo la fine della guerra circa lo stato del mondo:

“La conclusione a cui si arriva è questa: negli individui la quantità predominerà tanto più sulla qualità, quanto più saranno ridotti ad essere, se così si può dire, dei semplici individui, e quanto più saranno, appunto per questo, separati gli uni dagli altri, il che, si badi, non vuol affatto dire più differenziati, poiché v’è anche una differenza qualitativa che è proprio l’inverso di quella differenziazione del tutto quantitativa che è la separazione in questione.

Tale separazione fa degli individui solo altrettante ‘unità’, nel senso inferiore del termine, e del loro insieme una pura molteplicità quantitativa; al limite, questi individui saranno paragonabili ai pretesi ‘atomi’ dei fisici, sprovvisti cioè di ogni determinazione qualitativa; e benché di fatto questo limite non si possa raggiungere, è pur questo il senso in cui il mondo attuale si dirige. Non c’è che da guardarsi intorno per constatare che, ovunque e sempre di più, ci si sforza di ricondurre ogni cosa all’uniformità, si tratti degli uomini stessi, o delle cose in mezzo alle quali vivono, ed è evidente che un risultato del genere non può ottenersi se non sopprimendo, per quanto possibile, ogni distinzione qualitativa; ma quel che veramente è degno di nota è il fatto che per una strana illusione, taluni scambiano volentieri questa ‘uniformizzazione’ per una ’unificazione’, mentre, in realtà, essa ne rappresenta esattamen! te l’inverso, cosa del resto evidente dal momento che essa implica un’accentuazione sempre più marcata della ‘separatività’.

La quantità, torniamo ad insistere, può soltanto separare, non unire; sotto forme diverse, tutto ciò che procede dalla materia non produce altro che antagonismo fra quelle unità frammentarie che sono all’estremo opposto della vera unità, o che almeno vi tendono con tutto il peso di una quantità non più equilibrata dalla qualità; ma questa ‘uniformizzazione’ rappresenta un aspetto troppo importante del mondo moderno, nonché troppo suscettibile d’essere falsamente interpretato, perché ad essa non consacriamo ancora ulteriori considerazioni" (p. 51).


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Primadellesabbie
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Un essere umano andrebbe valutato per le sue "qualità" quali l'intelligenza, la conoscenza, l'onestà, l'affidabilità, la generosità, la magnanimità, l'integralità, ect. ...

Una leggera, ma importante puntualizzazione: l'obiettivo da perseguire é l'equilibrio, l'armonia tra le qualità di cui possiamo disporre.
É l'equilibrio che ci da la possibilità di individuarci.


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Tonguessy
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Da tempi immemorabili ci siamo assatanati in un materialismo che ci costringe a misurare ogni cosa, a soppesare, a dividere il tutto in parti e le parti tra loro, ad imporre un valore ad ogni parte separatamente, una graduatoria anche alle nostre azioni.

La cosa, in sé, potrebbe non sembrare malvagia, se non ché ci ha ridotti a dismettere e perdere la peculiare dote di intuizione che ci viene dalla, e si associa alla, naturale propensione alla contemplazione dell'insieme e all'armonica utilizzazione di ogni nostra possibilità di percezione.

L'argomento è intrigante perchè vago.
Ciò che chiami materialismo è in realtà una necessita ontologica. Porto degli spunti di riflessione di Galimberti come prefazione al "Il cervello anarchico" di Soresi.
"Sia la cultura giudaico-cristiana sia la cultura greca..ritenevano che la natura umana fosse definita esclusivamente, e unicamente, dal corpo...un corpo- attenzione: è questo il punto su cui tenere fermo lo sguardo- il cui dato centrale è quello di essere al mondo, di essere in relazione con il mondo circostante".
Quindi questo "vizietto materialista" ha profonde radici storiche.
Quello che denunci tu, invece, ha riferimenti molto più moderni. Più precisamente è la scienza moderna che ha posto le basi della quantità a scapito della qualità. La separazione tra queste due ontologie l'ha data Cartesio, che è riuscito a separare non solo l'Uomo dalla Natura (Res Cogintans e Res Extensa) ma anche il corpo dalla mente (Cogito ergo sum). Due enormi piccioni con una fava. Una volta edificata la base di questo edificio mostruoso, la quantità non aveva più motivo di nascondersi nella qualità, ed emergeva (ad esempio) nella quantità di denaro che la borghesia riusciva ad ammucchiare con i commerci. Denaro che veniva reinvestito in parte nella scienza, che dava ulteriori slanci pratici alla crescita della mentalità scientifico-borghese che ci ha attanagliato fino a farci (giustamente) domandare se veramente la quantità sia tutto.
Nel suo libro testamento Conquest of Abundance: A Tale of Abstraction versus the Richness of Being (La conquista dell'abbondanza: una storia sull'astrazione contrapposta alla ricchezza nell'essere) PK Feyerabend lamenta proprio questa distorta visione del mondo:
"Il mondo in cui viviamo è abbondante al di là della nostra più audace immaginazione ... Solo una piccolissima frazione di tale abbondanza influenza le nostre menti. Ed è una benedizione, non uno svantaggio. Un organismo superconscio non sarebbe supersaggio, ma paralizzato."


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Primadellesabbie
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Caspita, devo essermi espresso in modo davvero molto approssimativo se hai capito le cose nel modo che traspare.

L'ultima volta ho lasciato perdere perché, tra altre cose, mi sembra che uno debba arrivare per conto suo a capire che una metafisica dove il tempo sia considerato infinito é impraticabile. I testi e le citazioni sono privi di efficacia in questa disciplina rivelatrice.

La svolta che implica la scelta che porterà al materialismo, e dalla quale é difficile schiodarsi, nasce con la tentazione dell'accumulo, quando giudei e greci stavano ancora nella mente degli dei.

Il materialismo necessità ontologica? Sto percorrendo altre strade, se ti sembrano vaghe non posso farci niente, d'altronde tu sei in buona compagnia, con i tuoi autori di riferimento.


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Tonguessy
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La svolta che implica la scelta che porterà al materialismo, e dalla quale é difficile schiodarsi, nasce con la tentazione dell'accumulo, quando giudei e greci stavano ancora nella mente degli dei.

Il materialismo (secondo wiki, ma cambiando le fonti non cambia la descrizione) è " la concezione filosofica... per la quale l'unica realtà che può veramente essere detta esistere è la materia e tutto deriva dalla sua continua trasformazione"
Mi risulta pertanto difficile capire cosa potesse essere tale "concezione filosofica" prima della nascita della filosofia. tentare di giudicare antichissimi sistemi di valori e di vita (oggi inesistenti) con i parametri odierni è un'operazione molto rischiosa. La "tentazione dell'accumulo" è un concetto oggi ampiamente comprensibile, ma cosa avrà mai potuto significare nel paleolitico (ma fosse anche il neolitico), cioè " quando giudei e greci stavano ancora nella mente degli dei"?
Sei forse caduto nella trappola degli indimostrabili universalismi?


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Primadellesabbie
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Sei forse caduto nella trappola degli indimostrabili universalismi?

Grazie per la preoccupazione di mettermi in guardia.

Ho preso le mie precauzione, quando sono riuscito a capire per bene il "postulato di Bernie" avevo prodotto anticorpi bastanti per un bue.

Avrai certamente sentito parlare di Bernie (Ecclestone), "il più grande interprete dell'Occidente" é infatti riuscito a rappresentare e riassumere, grazie ad un talento naturale, tutta la storia della filosofia.

Come ha fatto? Con i suoi circuiti.

Si ritorna sempre allo stesso posto, giro dopo giro, e periodicamente, ogni anno si ripetono gli stessi schemi e le stesse fasi. Ogni tanto si aggiunge un circuito nuovo, si scopre un nuovo "protagonista", un nuovo sponsor. Qualche volta piove, e tutto rallenta e si vede confuso.

Ma nessuno sembra stancarsi di seguire meticolosamente le avvincenti fasi sempre uguali. L'interesse, alle stelle, garantisce la continuità di questa collaudata prassi.


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Tonguessy
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Bernie (Ecclestone), "il più grande interprete dell'Occidente" é infatti riuscito a rappresentare e riassumere, grazie ad un talento naturale, tutta la storia della filosofia.

Ma nessuno sembra stancarsi di seguire meticolosamente le avvincenti fasi sempre uguali. L'interesse, alle stelle, garantisce la continuità di questa collaudata prassi.

Ho forti difficoltà a comprendere questo tuo non sequitur: sei passato dall'elogio alla qualità all'estasi per la quantità misurata con tcniche raffinatissime (la F1, appunto).
Giusto per chiarire: Ecclestone dovrebbe seriamente riflettere se sia il caso o no di portare avanti il “giochino” F1 come sta facendo ora dato che corre il rischio di ritrovarsi senza nessuna tv pubblica europea che trasmetterà le gare e il 2014 appena concluso ha visto un calo di ascolti a livello mondiale di 50 milioni di telespettatori riducendo il pubblico globale a 400 milioni di unità quando solo 10 anni fa questo era di oltre 1 miliardo.

Non lo dico io, lo dice una rivista specializzata, altro che "nessuno sembra stancarsi..di fasi sempre uguali"
http://motorsportnews.it/tag/calo-ascolti-f1/

Se hai scelto Ecclestone come mentore per i tuoi studi filosofici, forse è arrivato il momento di rivolgersi a qualcun altro, non credi?


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Primadellesabbie
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@ Tonguessy

Mi ritrovo nella categoria tifosi…e di F1 per sovrappiù…sarà opportuna una pausa di riflessione…

Io mi ripasserò grammatica, sintassi, figure retoriche e esemplificazione dei simboli correnti e mi provvederò del manuale sulla comunicazione della serie Idiot's Guide che evidentemente mi si addice...ma tu proprio...a dispetto della dipendenza dall'uso in dosi massicce dei vocaboli "semantica" e affini...


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Primadellesabbie
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materialismo...una necessita ontologica

Si tratta di un'affermazione del tutto falsa e prodotta da un arbitrio per definire il quale nessun aggettivo é abbastanza colorito.

Implica che "conosciamo l'uomo", e che i misteriosi meccanismi della vita non hanno segreti per noi. Abbiamo carpito i programmi al Padreterno, o al Principio e, sapendo come deve operare, d'ora in poi sapremo riprenderlo e correggerlo.

Il "Dio é morto" di Nitzsche diventa un soprammobile d'antan al cospetto di questa affermazione.

E ne deriva, in discesa, "il migliore dei mondi possibili" e tutte le relative tiritere.

É questo l'inevitabile risultato di inanellare all'infinito inutili giri di pista, sospinti ed incoraggiati da pelosi sedicenti intellettuali dai nomi roboanti che riempiono le università, le librerie, i media, e le loro tasche, oltre alle bocche dei tapini, con le loro genialità. Tanto per ricordare che l'intelligenza da sola non serve a nulla o si rivela dannosa.

Avrei potuto usare la metafora della palestra al posto del circuito, sempre per stare alla contemporaneità. Immagino che in questo caso mi avresti attribuito la vocazione del culturista, ed esibito gli studi statistici al riguardo...

Qui non é il caso, ma un'altra volta...


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