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La rapina con le SWAP


Mari
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LA RAPINA CON LE SWAP
18 gennaio 2012 | Autore Lino Bottaro

www.circolodegliscipioni.org

Intanto anticipo che il controllo più semplice e nello stesso tempo più efficace consiste nel divieto delle così dette “operazioni swap”, le quali consistono in un accordo tra alcune grosse banche nazionali e alcune istituzioni finanziarie internazionali in base al quale le prime mettono a disposizione delle seconde per pochissimi giorni i depositi dei propri clienti in valuta nazionale in modo che queste ultime possano venderle massicciamente in un colpo solo sui mercati finanziari internazionali provocandone il crollo repentino della sua quotazione, come altrimenti non sarebbe possibile, visto che in circolazione nel mondo ci sono abitualmente quantità minime o nulle di quella valuta. Durante la stessa giornata, a crollo conseguito, la medesima moneta viene riacquistata nuovamente, provocando però un rialzo assai minore del crollo precedente, e dunque viene restituita alle banche nazionali complici, con le quali viene poi anche spartito il “bottino”.

Si pensi che una cosa simile è avvenuta perfino quando vennero bloccati i conti argentini: nello stesso momento in cui gli argentini non potevano prelevare un solo peso dai propri conti, le loro banche prestavano con un’operazione swap i loro depositi in pesos a banche e finanziarie americane che vendendoli tutti insieme sulle piazze internazionali provocarono il crollo del peso. Quando Baffi per contrastare la speculazione internazionale (e nazionale, dunque) contro la Lira vietò le swap inferiori ai 7 giorni, finì guada caso sotto inchiesta per altri supposti maneggi e venne sostituito da Ciampi, che, guarda caso, ritirò subito il provvedimento aprendo così le porte alla speculazione contro la Lira che così duramente la colpì poi nel 1992. Notare, ancora, che, come vedremo, le istituzioni finanziarie internazionali, anziché lottare queste manovre e aiutare i paesi che cercano di contrastarle, fa loro espresso divieto di impedire le operazioni swap…in nome della globalizzazione e del libero commercio, anche di valuta! Al crack valutario segue a breve anche quello borsistico, e, poco dopo, anche le banche nazionali complici vengono coinvolte nella crisi e…fagocitate dalle loro complici internazionali che in moneta nazionale ormai comprano tutto a prezzi stracciati, grazie alla valuta nazionale svalutata e grazie alla decozione cui la deflazione recessiva, anch’essa cosigliata-imposta dal FMI e dalla BM, trascina le imprese locali. Ricordiamo ben quattro famose crisi così provocate e gestite: la crisi messicana (94-95), quella asiatica (97-98, che serviva pure a mettere al suo posto la concorrenza giapponese), quella russa (Luglio ‘98 ) e quella brasiliana (Ottobre 98 ), tutte fatte con operazioni swap e tutte fatte con il beneplacito di FMI, BM e media, in nome del neoliberismo e della globalizzazione! Operazioni che oltretutto, come vedremo, screditando pesantemente i paesi colpiti dalla speculazione, rafforzano nelle borghesie compradore la volontà di trasferire i loro depositi presso le banche occidentali, sottraendoli a qualsiasi possibile progetto di sviluppo indigeno e mettendoli a disposizione dei grossi gruppi finanziari che, nelle mani di poche famiglie, comandano il mondo.

http://www.stampalibera.com/?p=39126


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