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La rivista Time: "Marx il profeta che aveva visto giust


ioparlo
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La rivista Time: "Marx il profeta che aveva visto giusto"

"Se i politici non praticheranno nuovi metodi per garantire eque opportunità economiche a tutti, i lavoratori di tutto il mondo non potranno che unirsi. E Marx potrebbe avere la sua vendetta" ( http://business.time.com/2013/03/25/marxs-revenge-how-class-struggle-is-shaping-the-world/).

Anche il titolo dell'articolo è mozzafiato ("La vendetta di Marx: come la lotta di classe sta plasmando il mondo"). In Italia oserebbe farlo solo un oscuro gruppetto emmelle rinchiuso in una polverosa sede sotterranea. E invece è una realtà talmente evidente che persino la rivista più importante degli States si è sentita costretta a scriverlo. Leggete un po':

*****

Karl Marx doveva essere morto e sepolto. Con il crollo dell'Unione Sovietica e della Cina del “Grande balzo in avanti”... nel capitalismo, il comunismo era sbiadito nella cornice pittoresca dei film di James Bond o nel mantra deviante di Kim Jong Un. Il conflitto di classe che Marx pensava capace di determinare il corso della storia sembrava sciogliersi in un era di prosperità del libero scambio e di libera impresa. Il potere di vasta portata della globalizzazione, che collega gli angoli più remoti del pianeta in obbligazioni lucrative di finanza, di outsourcing e di produzione "senza frontiere", ha offerto a tutti, dai guru hi-tech della Silicon Valley alle ragazze delle fattorie cinesi, ampie opportunità di arricchirsi. L'Asia, negli ultimi decenni del 20° secolo, ha visto forse il record più notevole di riduzione della povertà nella storia umana; tutto grazie a strumenti molto capitalistici come il commercio, l'imprenditoria e gli investimenti esteri. Il capitalismo sembrava adempiere la sua promessa: elevare tutti a nuove vette di ricchezza e benessere .

O almeno così pensavamo. Con l'economia mondiale in crisi prolungata, e lavoratori di tutto il mondo gravati da disoccupazione, debito e redditi stagnanti, la critica pungente del capitalismo di Marx - il sistema è intrinsecamente ingiusto e autodistruttivo - non può essere così facilmente respinta. Marx ha teorizzato che il sistema capitalistico avrebbe inevitabilmente impoverito le masse quando la ricchezza del mondo si sarebbe concentrata nelle mani di pochi avidi, provocando crisi economiche e conflitti più aspri tra le classi ricche e il lavoro. "L'accumulo di ricchezza a un polo è allo stesso tempo accumulazione di miseria, agonia di fatica, schiavitù, ignoranza, brutalità, degrado mentale, al polo opposto", scriveva Marx.

Un crescente dossier di prove suggerisce che egli può aver avuto ragione. E' tristemente fin troppo facile trovare statistiche che mostrano come i ricchi diventano sempre più ricchi mentre la classe media e i poveri non lo divengono affatto. Uno studio di settembre, presso l'Istituto di politica economica (EPI) di Washington, ha osservato che il reddito medio annuo di un lavoratore full-time, di sesso maschile, negli Stati Uniti nel 2011 (48,202 dollari), erano inferiore rispetto al 1973. Tra il 1983 e il 2010, il 74% degli aumenti di ricchezza negli Stati Uniti è andato al 5% più ricco, mentre la parte inferiore il 60 % ha subito un declino. Nessuna meraviglia che alcuni abbiano dato al filosofo tedesco del 19 ° secolo una seconda riguardata. In Cina, il paese marxista che ha voltato le spalle a Marx, Yu Rongjun è stato ispirato dagli eventi mondiali a scrivere un musical basato sul classico di Marx, Das Kapital. "Si può scoprire che la realtà corrisponde a ciò che viene descritto nel libro", dice il drammaturgo .

Fonte: http://www.contropiano.org/cultura/item/19114-la-rivista-time-marx-il-profeta-che-aveva-visto-giusto


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Anonymous
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Quelli in corso risultano fuor di dubbio tempi drammatici per il capitalismo.
La crisi, dopo aver sconvolto il credito e la finanza, si è estesa all' economia.
Dopo le banche, le società finanziarie e le Borse mondiali ha coinvolto la produzione reale.
La crisi è entrata con i suoi pesanti effetti sociali in ogni famiglia e più ancora lo farà.
Partita dagli Stati Uniti la tempesta si è estesa all' Europa, ha poi coinvolto il mondo intero persino il dragone cinese rallenta...
Ideologie che sembravano onnipotenti vengono sbriciolate dalla realtà di un modo di produzione che manifesta tutte quelle contraddizioni individuate da Marx più di un secolo fà.
Nel 2008 l' arcivescovo di Monaco di Baviera, successore del cardinale Ratzinger scrisse che Marx nella sua analisi del capitalismo aveva visto giusto: - Poggiamo tutti sulle spalle di Marx perché aveva ragione -.
Il redatore di "Die Zeit" spiegava l' importanza e la rinnovata fortuna editoriale nelle vendite del "corposo lavoro in tre volumi" del rivoluzionario di Treviri.
Il "Daily Telegraph" a commento della crisi, propose la vignetta di un Marx che se la ride, mentre il "Guardian" scrive: E' un momento che Marx avrebbe gustato.
Il "Times" così come "Der Spiegel" per spiegare la crisi citano passi del "Capitale".
La "Frankfurter Algemeine Zeitung" scrive: La storia del capitalismo è la storia delle sue crisi. Qui Marx aveva del tutto ragione.
Sono veramente molti a sostenere che la crisi dà ragione alla teoria economica di Marx per poi confutare la teoria politica. Eppure è proprio nelle crisi che si manifesta la contraddizione tra produzione sociale e appropriazione capitalistica, diventa palese che "il prodotto domina i produttori" e che il capitalismo non è "un modo di produzione assoluto ma semplicemente storico".
E' una vecchia menzogna che nega le conclusioni politiche rivoluzionarie del "Capitale" è il frutto di "intelletuali pigri, ladruncoli di un patrimonio scientifico creduto incustodito".
Il nostro Partito analizza fin dal suo esordio la crisi delle relazioni globali e ha tutt'oggi seguiamo l' evolversi.
Arrigo Cervetto, nel giugno del 1993, quando le ideologie sulla vittoria definitiva del capitalismo erano egemoni in tutti i giornali e in tutti i partiti parlamentari, concludeva un suo articolo su "Lotta comunista" scrivendo che nel secolo XXI " si ritorna a Marx"
Siamo solo all' inizio del secolo.


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Truman
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La rivista Time: "Marx il profeta che aveva visto giusto"

Se Time parla (bene) di Marx, allora vuol dire che ormai è completamente neutralizzato.

Del resto non sono mai riuscito a vederlo come un profeta. Chiaramente ha scritto molte cose interessanti e valide ancora oggi, ma non erano profezie.


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Giancarlo54
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Quelli in corso risultano fuor di dubbio tempi drammatici per il capitalismo.
La crisi, dopo aver sconvolto il credito e la finanza, si è estesa all' economia.
Dopo le banche, le società finanziarie e le Borse mondiali ha coinvolto la produzione reale.
La crisi è entrata con i suoi pesanti effetti sociali in ogni famiglia e più ancora lo farà.
Partita dagli Stati Uniti la tempesta si è estesa all' Europa, ha poi coinvolto il mondo intero persino il dragone cinese rallenta...
Ideologie che sembravano onnipotenti vengono sbriciolate dalla realtà di un modo di produzione che manifesta tutte quelle contraddizioni individuate da Marx più di un secolo fà.
Nel 2008 l' arcivescovo di Monaco di Baviera, successore del cardinale Ratzinger scrisse che Marx nella sua analisi del capitalismo aveva visto giusto: - Poggiamo tutti sulle spalle di Marx perché aveva ragione -.
Il redatore di "Die Zeit" spiegava l' importanza e la rinnovata fortuna editoriale nelle vendite del "corposo lavoro in tre volumi" del rivoluzionario di Treviri.
Il "Daily Telegraph" a commento della crisi, propose la vignetta di un Marx che se la ride, mentre il "Guardian" scrive: E' un momento che Marx avrebbe gustato.
Il "Times" così come "Der Spiegel" per spiegare la crisi citano passi del "Capitale".
La "Frankfurter Algemeine Zeitung" scrive: La storia del capitalismo è la storia delle sue crisi. Qui Marx aveva del tutto ragione.
Sono veramente molti a sostenere che la crisi dà ragione alla teoria economica di Marx per poi confutare la teoria politica. Eppure è proprio nelle crisi che si manifesta la contraddizione tra produzione sociale e appropriazione capitalistica, diventa palese che "il prodotto domina i produttori" e che il capitalismo non è "un modo di produzione assoluto ma semplicemente storico".
E' una vecchia menzogna che nega le conclusioni politiche rivoluzionarie del "Capitale" è il frutto di "intelletuali pigri, ladruncoli di un patrimonio scientifico creduto incustodito".
Il nostro Partito analizza fin dal suo esordio la crisi delle relazioni globali e ha tutt'oggi seguiamo l' evolversi.
Arrigo Cervetto, nel giugno del 1993, quando le ideologie sulla vittoria definitiva del capitalismo erano egemoni in tutti i giornali e in tutti i partiti parlamentari, concludeva un suo articolo su "Lotta comunista" scrivendo che nel secolo XXI " si ritorna a Marx"
Siamo solo all' inizio del secolo.

Auguri Babuskin, il vostro partito è l'unico che ancora si definisce comunista che stimo.


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Anonymous
Illustrious Member
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La rivista Time: "Marx il profeta che aveva visto giusto"

Se Time parla (bene) di Marx, allora vuol dire che ormai è completamente neutralizzato.

Del resto non sono mai riuscito a vederlo come un profeta. Chiaramente ha scritto molte cose interessanti e valide ancora oggi, ma non erano profezie.

Marx, di certo, non si considerava un "profeta" ma uno scienziato (rivoluzionario) e il Time non a caso lo definisce, invece, "un profeta"- Lo fa proprio per neutralizzarlo meglio, in modo ancora più infido e volgare di quando, probabilmente in passato, lo considerava poco meno di uno stupido o di un terrorista.
Quanto a Truman, non credo che sia sufficiente ritenere, come fa, che Marx abbia semplicemente "scritto cose interessanti". Direi che ha scritto cose "fondamentali" per capire e superare il capitalismo. Probabilmente, anche in considerazione dei tempi in cui ha svolto i suoi studi, gli sono sfuggite alcune cose non trascurabili: il peso crescente della finanza nel mondo capitalistico, il peso crescente della stessa ideologia capitalistica (e della sovrastruttura in genere) che inquina quotidianamente i cervelli e ne impedisce l'azione rivoluzionaria ... e forse qualcos'altro. Tuttavia sono dell'opinione che rimanga un punto di riferimento insuperato e irrinunciabile per chiunque si ponga nell'ottica dell'abbattimento dell'iper-capitalismo attuale.
Peccato che anche alcuni stimabili studiosi, nell'ansia di superarlo abbiano finito sostanzialmente col ritornare tra le braccia del capitalismo stesso inneggiando a questa o quella presunta fazione avanzata del capitalismo piuttosto che alle classi popolari e alla necessità di farsi carico della distruzione del più infame e criminale sistema politico economico che la storia abbia mai conosciuto. Anche quando il sistema mostra di riuscire a migliorare parzialmente le condizioni di vita economiche, viene sempre alla memoria quella canzone napoletana che recita: "e ce ne cost lacrime st'america a nuie napulitane"...insomma si tratta sempre di un capitalismo rapace e capace di far condire con molte lacrime e sofferenze quel poco di buono che concede ... sempre e solo momentaneamente!


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Georgejefferson
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Ma poi,ci sta qualche nome (e cognome) in quel

"... sistema capitalistico che avrebbe inevitabilmente impoverito le masse quando la ricchezza del mondo si sarebbe concentrata nelle mani di pochi avidi".

Oppure i pochi avidi sono forze "astratte" della natura?Forse nell'ottocento non si sapevano,e forse non li si conosce nemmeno ora.Troppa fatica per il "Time" spulciare i nomi dei titolari di istituzioni e holding.Non sia mai che si scoprano degli eredi al trono.Ci vorrebbero dei hacker.


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