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La sindrome del servo liberato


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Trump ha vinto, tutti contenti, tutti felici, poi passa la sbronza e ci si rende conto che il mondo sta veramente cambiando.
Per il meglio? Per il peggio?
Nessuno ancora lo sa, ovviamente.
Dipenderebbe da noi in realtà, lo si è visto proprio in queste clamorose elezioni americane che il voto popolare ha una potenza incontrastabile.
Ma si vuole veramente che dipenda da noi?
Si è desiderato con tutto il cuore la sconfitta di quelli che all'unanimità consideravamo i nostri carcerieri, subdoli, crudeli, spietati e poi quando qualcuno riesce nell'impresa si comincia a dubitare che in fondo questo "nuovo" sia uguale al vecchio.

Oddio...magari è anche peggio del vecchio...

"Per pietà tornate indietro, voi del vecchio! Abbiamo paura!"

Allora l'economista premio nobel profetizza che il mercato crollerà miseramente...e quando si riprenderà, si chiede?
Mai!
Non si riprenderà mai più!!!

http://www.nytimes.com/interactive/projects/cp/opinion/election-night-2016/paul-krugman-the-economic-fallout

Dopo dieci giorni di rally ininterrotto il premio nobel ci ripensa e dice che forse (forse) si è sbagliato.

http://krugman.blogs.nytimes.com/2016/11/11/the-long-haul/?module=BlogPost-Title&version=Blog%20Main&contentCollection=Opinion&action=Click&pgtype=Blogs&region=Body

L'economista de noantri dichiara che l'elezione di Trump è solo un cambio della guardia all'interno dell'establishment, che (assurdo) la Clinton ha addirittura "passato le consegne" a Trump, che lo scopo dei grandi vecchi con l'elezione del Donald era far precipitare il valore del dollaro.
Come è ovvio seguono dieci giorni di fila di vertiginosa salita per il greenback ma non sono ancora pervenuti ravvedimenti da parte del professore nostrano.

Dopodiché si passa, in campo snowflake, alle accuse a Trump di antisemitismo.
Alle quali corrispondono in campo "redneck (variante "fragilini") le accuse, sempre a Trump, di filosemitismo.

Trump è un pericoloso filorusso.
No, Trump è un pericoloso anti iraniano e farà la guerra a Teheran tramite un false flag spaventoso con migliaia di morti.
("Ma è amico della Russia, come fa???"..."Non c'entra!!!").

Per arrivare infine al sublime: Trump è del vecchio establishment e anzi (letta un noto blog fra i commenti) E' LUI IL "VERO" ESTABLISHMENT...

"Scusa eh...ma Soros è contro Trump...sta offrendo uno stipendio a chiunque protesterà nelle strade contro la sua elezione...fino a ieri dicevi che Soros era il grande vecchio in persona...il colpevole di tutte le vergognose rivoluzioni colorate..."

Niente...Soros non è più establishment.

O anzi...sia Trump che Soros sono tutti e due dell'establishment...sono amici di lunga data...

"Ecco, ma allora perché si combattono senza esclusione di colpi?"

E' tutta una finta...sono d'accordo...
No, meglio ancora...Trump e Soros sono solo due misere pedine...l'establishment vero E' BEN ALTRO...

E poi in fondo...Soros non è così male, sai?...Povero George...lo abbiamo trattato male...e lui per forza che va a finanziare i nazisti dell'Ucraina...bisogna capirlo, pover'uomo...

"Quindi sia Soros - che sosteneva la Clinton - con gli Ucraini, che Trump - nemico di Soros ma parte dell'establishment come lui - con il Ku Klux Klan, sono entrambi filo nazisti?"

Ma sì, cosa vuoi...alla fine chi ci rimette siamo sempre noi poveretti...la democrazia è tutta una finta...

...etc etc etc...

Entrati nel loop non ne escono più...

PS: Il succo è che la vittoria di Trump ha dimostrato che puoi battere chiunque, anche tutti i più potenti media del mondo schierati assieme.
Dovrebbe essere una buona notizia.
Significa che tutto è possibile.
Che se Trump tradisce lo si manda a casa con un altra stangata elettorale come questa.
Che chiunque tradisca sarà sbattuto a calci nel sedere fuori dal governo.
No, subentra il fatalismo, la paura dell'inganno, il timore del nuovo e sotto sotto il terrore più grande: quello di essere abbandonati dal padrone e di doversi prendere delle responsabilità pagando gli errori di persona.

Come in questa scena, triste e comica insieme, da un film ambientato nel medio evo nella Russia profonda.

Rappresenta il momento della liberazione di uno schiavo tenuto incatenato a un pozzo fin dall'età di tre anni (film di tre ore, dalla regia straordinaria ma con storia e dialoghi talmente confusi che non ci si capisce assolutamente niente e si molla dopo meno di un'ora. Però è la migliore rappresentazione del medio evo e dell'ambiguo rapporto padrone-servo che abbia visto al cinema)

Un minuto e dieci

https://www.youtube.com/watch?v=fGH2gwuXK5k


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[Utente Cancellato]
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Per il momento ho visto solo quanto rappresentato nella vignetta seguente:


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