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La squallida festività del centro commerciale


MatteoV
Reputable Member
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Post: 251
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“Aperto anche a Pasqua” è la scritta che molti hanno potuto leggere all’ingresso di molti negozi in tutta Italia, e che vedranno sempre più spesso negli anni a venire.
Ma i lavoratori dell’outlet di Serravalle Scrivia non erano d’accordo. Così due cortei hanno bloccato le entrate, per impedire l’accesso a imperterriti clienti decisi a trascorrere un giorno di festa, uno degli ultimi ancora liberi dallo sfruttamento, nel tempio del consumo. Ma a quanto pare ad alcuni irriducibili consumatori non sono bastati neanche i picchetti e gli insulti dei manifestanti per convincersi a desistere.
Molti lavoratori non hanno partecipato alla protesta, e perché costretti dai capi, e perché rassegnati a una vita sacrificata sull’altare del Dio Capitale. E la rassegnazione emerge dalle parole del sindaco del paese, che su di essa ha trovato motivo di lucro, economico ed elettorale: “Siamo in un’economia di mercato” dice “Io comunque non avrei potuto fare nessuna ordinanza per chiudere, anche perché siamo zona turistica”. Il centro commerciale porta soldi e turisti, e l’economia urbana non può che giovarne. “Siamo in un’economia di mercato”, è il capitalismo, bellezza!
Le liberalizzazioni degli orari hanno progressivamente ridotto il tempo libero (dove “libero” deve intendersi non soltanto come non occupato dal lavoro individuale ma nemmeno dal consumo). Prima si è cominciato ad aprire i supermercati saltuariamente di domenica, poi si è approdati all’apertura domenicale fissa, infine si è passati ad aperture eccezionali a Natale, a Pasqua, a Capodanno. Persino il 25 aprile, la Festa della Liberazione e il Primo Maggio, Festa dei Lavoratori, quasi con una triste e cinica ironia. Alcune grandi catene hanno addirittura pensato di introdurre l’apertura di ventiquattro ore, sull’esempio degli Stati Uniti, dove ormai è da tempo una prassi consolidata. L’Italia in questo campo, come direbbero i cantori del “progresso” neoliberale, non è “rimasta indietro”: siamo l’unico paese in Europa a non aver nessun tipo di restrizione sugli orari degli esercizi commerciali. E laddove esistono ancora lavoratori recalcitranti ci pensano i contratti flessibili e la minaccia dei licenziamenti “facili” a far loro cambiare idea... [Continua]


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uomospeciale
Prominent Member
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Post: 776
 

Mah!...
Io a Pasqua ho sempre lavorato senza tante storie.
Lavorare durante le feste mentre tutti gli altri si divertono e si godono la vita è sempre stato uno dei tanti "privilegi" di chi lavora in proprio, gestendo locali pubblici.
L'altro "privilegio" di chi lavora in proprio, è quello di avere un socio di maggioranza al 55-60% ( lo stato..) che si becca la maggior parte dei tuoi guadagni, mentre tu investi nei tuoi locali i risparmi di una vita, assumendoti ogni rischio economico imprenditoriale, e commerciale.
Per inciso quando lavoravo, ho sempre fatto parecchie più ore di un qualsiasi mio dipendente e sono sempre stato il primo ad arrivare, e l'ultimo a tornare a casa.
Sempre.
E le ferie poi non lo ho proprio mai fatte, per più di 20 anni.


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VanderZande
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Post: 72
 

Uomospeciale appunto. E oltre a lavorare il doppio dei nostri dipendenti, comprese feste comandate e fine settimana, ci tocca anche sostituirli quando non hanno voglia di lavorare. Provando senza ombra di dubbio che l'ubiquita' non e' un dono che solo i mistici possiedono.


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illupodeicieli
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Post: 760
 

Con la GDO & Company è difficile competere. Chi lavora in proprio deve fare i salti mortali e solo per offrire un orario di apertura simile al supermercato: è pur vero che ci sono negozi che aprono prestissimo, ma pure diversi centri commerciali sono aperti da presto per sistemare le merci. A me i supermercati e tutte le città mercato i mondi di qua e di là mi stanno sulle scatole, per cui se uno li combatte ha il mio plauso e ,se gradisce uno scambio di idee e posso fare qualcosa anch'io, lo faccio. Se tornerò in campo, sarò sempre contro la GDO. Per le ferie e le aperture straordinarie che i piccoli possono fare, avevo avuto qualche idea: anche se la migliore, potendolo fare, è proprio di non aprire: così ti distingui, anche se gli invidiosi, quelli che pensano che il commerciante abbia la Porsche nascosta , la usi proprio quando il negozio è chiuso, quando non apre.


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riefelis
Honorable Member
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Post: 679
 

In Italia chiudono le industrie ma contemporaneamente aprono strutture della GDO.
La lotta contro GDO dovrebbe diventare un anuova battaglia sociale.
Uccide la piccola imprenditoria.
Uccide la vivibilità dei centri cittadini trasformando quartieri pieni di vita in desolati rioni dormitorio a scapito anche della socialità con ricadute in termini di ordine pubblico e qualità della vita.


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Nathan
Estimable Member
Registrato: 2 anni fa
Post: 119
 

Le grandi realtà commerciali sono state sempre viste con simpatia da una grande parte dei consumatori. Questi infatti hanno benedetto l'arrivo dei centri commerciali in quanto i negozianti piccoli erano dei sfruttatori che non facevano lo scontrino... come se fosse il male assoluto in un paese di lavoro a nero è tutto il resto appresso. Ora che la desertificazione economica ha colpito in modo pesante le piccole imprese qualcuno ,pochi, ragiona sul fatto che intere città erano fondate ,anche come tenuta sociale, su piccoli artigiani e negozi.
L'italiano purtroppo vede solo il suo misero orticello e al diavolo là collettività mi pare di sentirli" ma questi cosa vogliono io lavoro 20 ore al giorno tutti i giorni e non mi posso lamentare" questo naturalmente non significa che sia giusto ma,all'italiano medio, non interessa " male comune mezzo gaudio ".
Purtroppo la deregulation del settore commerciale non conosce confini come il menefreghismo degli italiani una accoppiata devastante.


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