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L'aspetto "rivoluzionario" della democrazia d


Johannmatthias
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Con l'editto sul feudalesimo del 1806 e con le successive leggi sull’amministrazione civile del Regno delle due Sicilie di Ferdinando I che introducevano il decurionato, sostituendo le Universitas, si ha un esempio di come compiere una rivoluzione.

Si passava da un sistema comunale di democrazia diretta delle Universitas, nel quale venivano elette direttamente dai cittadini tutte le cariche, ad un sistema censitario di nomine di persone, con un reddito superiore ad un certo minimo, che avevano a loro volta anche la facoltà di nomina delle cariche del comune.
Una catena di nomine, dunque, che partiva dall'alto. Più alta era la carica, più alto doveva essere il reddito per potervi accedere.
Proprietari terrieri che diventavano di diritto amministratori pubblici, con le relative conseguenze di soprusi ed appropriazioni sfociate in aperte ribellioni nel salernitano, nominate poi moti del Cilento e, dopo l'unificazione, "Brigantaggio".

Rivoluzione è per definizione un mutamento radicale degli ordinamenti politici e sociali.
Ciò che potrebbe portare ad un mutamento radicale degli ordinamenti politici è il metodo adottato dal Movimento 5 Stelle , o meglio, è il tentativo di adottare un metodo che si chiama democrazia diretta. Tale metodo ha, però, due palesi limiti: l'estensione del territorio, non più governo di piccole comunità come le Universitas , e la numerosità dei partecipanti.

A causa del primo non si può prescindere dalla delega ed a causa della seconda, dato che non possiamo in 80.000 iscritti dare istruzioni ai nostri rappresentanti, ci vorrebbero dei "filtri", cioè delle commissioni specifiche, costituite da persone comunque elette e revocabili, che avrebbero il compito di fare da tramite tra l'iscritto ed il delegato-eletto, senza con questo togliere la sovranità all’iscritto e facilitando la sua facoltà di decisione.

Attualmente nel M5S delle commissioni di esperti sono direttamente ingaggiate dai parlamentari. Queste non sono però al servizio degli iscritti, come invece lo è ad esempio Aldo Giannuli con le sue lezioni, e, quindi, non danno loro modo di comprendere e senza comprensione non si è in possesso delle conoscenze indispensabili per poter decidere. Tali commissioni, inoltre, non danno neanche garanzia di imparzialità perchè i componenti di esse non sono stati eletti dagli iscritti, né questi ultimi hanno il potere di poterli revocare.

La natura della democrazia diretta è proprio la mancanza di leader, il rifiuto di un leader e, di conseguenza, di un’ élite. Il M5S ne ha addirittura due di leader probabilmente perché l'elettore medio italiano li esige, perchè la politica viene vista nell'accezione di gestione di potere e non nell'accezione di amministrazione della cosa pubblica.

Ovviamente ai rappresentanti dei partiti in genere viene la pelle d'oca al pensiero di essere eletti con la possibilità di venir revocati a prescindere dall'intervento della magistratura; fa rabbrividire il pensiero di dover rispondere momento per momento dei propri atti e che vi possa essere un vincolo di mandato. Secondo me, il M5S viene osteggiato soprattutto per questi aspetti, perché, se dovesse passare questa "rivoluzione", la gestione del potere passerebbe in mano ai cittadini.

Che cosa osta ad un mandato imperativo? Questo non proverrebbe da una ristretta cerchia di possidenti, come succedeva nella democrazia censitoria, ma da un'ampia fascia di cittadinanza. Cosa dovrebbero dire allora i rappresentanti dei Länder al Bundesrat tedesco, visto che hanno il vincolo di mandato imposto dal proprio Land e, di conseguenza, da una moltitudine di elettori?

Secondo me, quindi, la rivoluzione sta nel metodo e non nel merito. La rivoluzione non sta nel merito, cioè nelle decisioni scaturire da un consesso variegato, quale può essere un insieme di iscritti ad un movimento o partito, ma nel tipo di consesso. Tecnicamente il metodo della democrazia diretta potrebbe essere adottato anche da persone di sinistra-sinistra, mentre la destra, amante della delega al capo, secondo me, ne dovrebbe essere abbastanza schifata.

La rivoluzione è il metodo e non i progetti socio-economici che ne sono la conseguenza. È inutile predicare e non cercare di entrare là dove si prendono decisioni, cioè nel parlamento, è inutile appoggiare liste senza entrare direttamente in gioco con nuove formazioni politiche, è inutile predicare e maledire la finanza mondiale quando 7 miliardi, potenzialmente utili per il riassetto del territorio, sono stati dati dal parlamento italiano alle banche italiane, è inutile maledire ora la Germania o altri paesi quando sono stati i parlamenti greci ed italiani a decidere di acquistare con soldi pubblici sistemi d'arma in quei paesi.
L'Italia, per inciso, ha un stanziamento complessivo per sistemi d'arma di 91 miliardi, di cui 5 miliardi per il 2014.

Quanto sopra a dimostrazione che è il Parlamento la meta da raggiungere se si vuole cambiare qualcosa, ma lì ci si arriva solamente con le elezioni, non protestando per strada, o tramite web, o frequentando oscuri consessi intellettuali. Ci si arriva tramite partiti-associazioni politiche ed elezioni.

Diviene quindi sempre più urgente avere associazioni politiche-partiti costituite sulla falsariga del M5S, ma con il metodo della democrazia "in"- diretta, un metodo cioè che è in compromesso tra la democrazia diretta e la democrazia rappresentativa, come descritto nel mio Unicivium. Uno scopo aggregante primario di tali associazioni potrebbe essere in prima istanza non l’uscita dall’euro, la Tav o quant’altro, ma il riappropriarsi dell’amministrazione a tutti i livelli, per esempio, dall’ufficio tecnico del comune fin su al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.

Diventa pressante, perciò, l’esigenza di riappropriarsi dell’amministrazione della cosa pubblica in modo diretto, tramite propri rappresentanti eletti e revocabili, tramite i quali indagare, capire e evitare, ad esempio, di dover alienare, senza autorizzazione dei cittadini, i beni dello stato, cioè di tutti, per impedire di acquistare sistemi d’arma di dubbia utilità.

Un saluto dall'Insubria

Matthias
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