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Le conferme sulla genesi economico politica della Brexit


Giambo
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Se si vuole andare al di là dei luoghi comuni ripetuti a pappagallo, si scoprono aspetti estremamente interessanti in questo momento storico che attualmente si trovano concentrati nella situazione locale della Gran Bretagna alle soglie della Brexit (o della non Brexit).

Ho parlato nel thread precedente della spaccatura in seno all'élite e qui ne parla chiaramente il Guardian. È solo il primo articolo che mi è capitato sottomano, se ne scrive almeno dal 2004 con Samuel Huntington.

Copincollo il passo del Guardian e poi ne do un riassunto in italiano

Few are prepared to address...[ sì, ce ne sono pochi, tanti proprio non ci arrivano e ci si ostinano fino alla morte]...few are prepared to address the material roots and class dynamics of this crisis, because nobody taught them to do so. But they are clear.
In Britain, as in the US, the business elite has fractured into two groups: one wants to defend the multilateral global order and globalised free trade; another desires to break the system. Here, as with Trump, that group includes the fracking bosses, the tax-dodging private equity bosses and the speculative ends of property and high finance.

https://amp.theguardian.com/commentisfree/2019/sep/11/chaos-normalised-boris-johnson-pernicious-plan-democracy#click=https://t.co/FHRMQvGodm

Si parla, come avevo scritto (inutilmente), di una spaccatura in seno alle élite fra global finanziari contro local legati più alla produzione, alle relazioni locali e soprattutto alle protezioni di legge per le merci prodotte.
Ossia, dal punto di vista politico sono in gioco non solo la sovranità degli stati ma, come inevitabile conseguenza, la rappresentatività democratica e la stessa democrazia.
L'élite perdente, quella local “populista”, non è minimamente interessata alla democrazia ma si è resa conto che la sua unica speranza è portare il popolo dalla propria parte, con qualsiasi argomento anche puramente emotivo, e quindi si trova costretta a sostenere la democrazia.

Se è vero come sembra che ci troviamo allo scontro decisivo fra le due élite, e che i populisti stanno perdendo, il probabile disegno dei global, piano A e piano B è:

A-cercare di limitare la rappresentanza democratica indicandone i pericoli proprio nell'avanzata del populismo (per es: nuova legge elettorale in Italia e riduzione del numero dei parlamentari)

B-se non funziona, cioè se ci fosse un colpo di coda dei local: sfruttare le contraddizioni e l'impreparazione dell'élite local populista, al cui seguito c'è la disorganizzatissima massa della middle class e dei lavoratori, approfittandone per fomentare il disordine ed emanare leggi speciali che sospendano la democrazia.

È una situazione molto grave per tutti noi, per la quale però, come osserva il giornalista del Guardian, troppi cittadini non possiedono le categorie per comprenderla nelle sue più pericolose implicazioni.

La vera variabile incontrollabile però restano economia e finanza: tutto il consenso a livello occidentale ormai si fonda su un solo fattore, la crescita continua senza precedenti della borsa.
Se ci sarà una recessione, se si taglieranno ulteriormente i tassi mandando varie banche definitivamente a gambe all'aria, tutte le potenzialità esplosive di questa contingenza verranno alla luce...ma anche lì ci sarà qualcuno che non capirà...

Auguriamoci che non succeda e vediamo gli sviluppi in UK che probabilmemte prefigurano quello che accadrà anche da noi.


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Giambo
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E per i meno intuitivi un tweet che potrebbe valere come prova definitiva (se si sa chi è la De Romanis, qual è la sua parte politica e di chi è moglie)

https://twitter.com/VeroDeRomanis/status/1171671362982879232

(poi ce li ritroviamo che dicono che loro l'avevano sempre detto...)


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